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Autore: Federica_97    29/07/2016    3 recensioni
Strawberry è una ragazza dura, figlia del capo dell'FBI, con un grande dono.
Ryan è un ragazzo con precedenti, il tipico deliquente senza futuro, con precedenti penali e tanto altro.
Come possono due persone così diverse assomigliarsi tanto?
Eppure qualcosa li accomuna: il senso di colpa.
Strawberry porta dento di sè un segreto, un senso di colpa che da due anni l'ha fatta chiudere in sè stessa
Ryan invece è solo al mondo, senza nessuno a prendersi cura di lui.
Potranno gli occhi ghiacciati del ragazzo scongelare il cuore di Strawberry?
E può Strawberry dare a lui ciò di cui ha bisogno?
Un'amore nato nonostante tutto e tutti, loro per primi.
Ma l'incontro non sarà dei migliori, e i loro mondi così diversi potranno mai realmente incontrarsi?
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La città di New York era bella, era bellissima. Chiunque poteva innamorarsi di quella meraviglia, i grattacieli, la gente che camminava per strada sempre indaffarata, le mille luci di notte. Eppure qualcosa mancava: le stelle. Erano rare in città, non si vedevano quasi mai e Strawberry, una ragazza dai capelli color rossi lampone lo pensava sempre, seduta sul davanzale della sua finestra ad osservare prima fuori e poi la miriade di documenti che il padre le consegnava.

Erano poliziotti, anzi! Erano agenti dell'FBI. O almeno lui lo era, la ragazza aveva ancora 17 anni e non poteva entrare a far parte della squadra.

Ma lavorava da esterna, ed era molto più sveglia di chiunque altro dentro quel dipartimento, e nessuno poteva dirle nulla essendo figlia del capo.

Quella sera però non poteva perdersi nei suoi pensieri, quella sera erano in missione. Non era un granché, avrebbe voluto partecipare a qualcosa di meglio; ma si accontentava.

Dovevano beccare degli spacciatori di droga, il giro era abbastanza vasto ma speravano di beccarne almeno due o tre, e farli parlare per andare a scovare gli altri. Ma Strawberry sapeva che era difficile che gente come loro parlasse, avevano una sorte di codice o chissà cos'altro.

“Voi andate da questa parte, io e Antonio dall'altra”. Era stato il padre della ragazza, Rick, a parlare. Dava ordini per far sì che tutto andasse per il meglio e con la pistola stretta in mano si preparava ad andare insieme al suo collega, Antonio, fidatissima spalla destra da oltre 10 anni ormai.

“Invece no, tu e Antonio andate da lì, io vado da sola, dal lato apposto. E no, non mi interessa e dobbiamo muoverci” Strawberry li superò, senza dar loro neanche il tempo di fiatare, tanto era inutile.

Con la sua amata pistola era già quasi arrivata all'angolo pronta a svoltare e puntarla addosso a chiunque avrebbe opposto resistenza. Ma non voleva sparare però, non osava farlo, preferiva pestarle a mani nude le persone, anziché infilare del piombo nel loro corpo.

Gli agenti si mossero, seguiti dal capo e la sua spalla destra e ciò che succedesse nei restanti 5 minuti che precedevano la mezza notte di quella gelida notte di gennaio era da film poliziesco: Rick e Antonio erano riusciti a prenderne uno, un tipo tosto e abbastanza testardo. Mentre Strawberry ne stava ammanettando un altro quando con la coda dell'occhio noto qualcuno muoversi dietro di lei e si voltò di scatto: un ragazzo, correva.

“Ehi! Fermati!” ma ovviamente era inutile urlare come un'indemoniata, non si sarebbe fermato.

Con una scatto felino ammanettò quel tizio e lo spinse via alzandosi e correndo dietro e quel ragazzo alto quasi il doppio di lei, o almeno credeva.

“Fermati!” urlò ancora e quando video che non accennava a farlo caricò la pistola sparando tre colpi precisi in aria, in modo da intimorirlo. E fu fiera di sé stessa quando il ragazzo rallentò.

“Sei in arresto”, lo aveva già ammanettato e lo voltò verso di sé e quasi ne rimase affascinata. Biondo, occhi azzurri da far invidia al cielo di campagna. E non capì nemmeno ciò che stava dicendo il ragazzo. Ma sicuramente le solite cavolate che si dicono in quei casi: “non sono stati io” o “perché fate ciò? Io sono innocente” e via dicendo. Ormai Strawberry poteva farci un libro per tutte le volte che aveva sentito quelle frasi.

“Portatelo via” lo consegnò nelle mani degli agenti, diretti in caserma.

 

 

* * *

“Allora”, Strawberry entrò nella stanza degli interrogatori, di fronte a lei seduto ed ammanettato il ragazzo dagli occhi azzurri cielo, “Ryan Shirogane, 22 anni, precedenti penali, due furti d'auto, uno scasso con furto e oltre 10 segnalazioni per vandalismo” stava in piedi dall'altro lato del tavolo ad osservarlo, poggiando le mani sulla fredda superficie, per reggersi.

“Wow, sai già tutto di me, micia. E io non so neanche come ti chiami” le sorrise beffardo, mentre si riavviava i capelli meglio che poteva. “Quanti anni hai, 17? forse 18 non di più”

“Non sono affari tuoi e non lo saprai perché, punto prima e per seconda cosa voglio sapere cosa ci facevi lì, a quell'ora e il perché sei scappato quando ho cercato di raggiungerti”

Nel frattempo era entrato Antonio nella stanza, ad assistere.

“L'ho già detto al vecchio prima, passeggiavo. E non c'entro nulla con lo spaccio di droga o che so io”

“Passeggiavi, okay. E perché sei fuggito?”

“Bellezza, sei uno sbirro. Ovvio che fuggo. Mica sono scemo”

“Se non hai nulla da nascondere perché sei scappato via come un furetto?”

“Stavi per spararmi addosso, se non te ne fossi accorta. Me la sono fatto sotto”

Lei sbuffò, inutile continuare. “Quindi tu non hai nulla a che fare con tutto ciò” non era una domanda.

“No micia, nulla”

Lo afferrò per il colletto del suo maglione blu scuro tirandolo a pochi centimetri dal suo viso: “Non chiamarmi micia” scandì bene le parole prima di lasciarlo andare bruscamente. “Senti pensaci tu, io ci rinuncio”, uscì dalla stanza andando dritta alle macchinette. Aveva bisogno di una cioccolata calda. E stava pure morendo di sonno, erano le 3 del mattino passate ormai.

“Tesoro” suo padre le diede un bacio sui capelli “allora?”

“Nulla, continua a sostenere che non che non c'entra niente con lo spaccio di droga ecc...” la macchinetta emise un BIP e lei prese la sua cioccolata calda.

“Non hai avuto nessuna...?”

“No, con lui nessuna. Eppure è strano. Non saprei che pensare” soffiava dentro il bicchiere prima di sorseggiarla. “Forse è davvero innocente, chissà” mormorò tra sé.

“Straw uno così ci c'entra sempre in qualcosa. Hai visto la sua pedina finale? Si potrebbe scrivere un romanzo per tutte le cose che ha combinato”

“Ho capito, papà. Ma non credo che c'entri con la droga. Insomma non ce l'ha la faccia da spacciatore. Da delinquente sì, da spacciatore no”

Rick la osservò bere lentamente la sua cioccolata, era cambiata tantissimo e non solo fisicamente. Nell'animo non era più la ragazza spensierata di una volta, ora era una tosta. Si era creata un muro talmente alto e spesso che nessuno, lui compreso, riusciva ad oltrepassare. Ad abbatterlo. Eppure non la biasimava, quello che era successo due anni prima aveva segnato anche lui e...

“Capo” Antonio interruppe i suoi pensieri.

“Allora?”

“Assolutamente nulla, rimane sempre sulla stessa versione. Stava facendo una passeggiata e via dicendo, il resto lo sapete”

Strawberry osservò la porta chiusa della stanza e gettò via il bicchiere ancora pieno di cioccolata, che finalmente si stava per raffreddare, avviandosi verso quella porta.

“Straw che fai?”

“Ci riprovo, e se non parla lo picchio” Spalancò la porta facendolo sobbalzare.

“Oh, hai dei modi molto delicati, micia”

“Ora mi dici veramente cosa diav....” fu un secondo, quando per sbaglio gli sfiorò la mano calda come una stufa che mille immagini si sovrapposero nella sua mente: lui da bambino, una ragazzina, lui lì quella sera, le sue mani in tasca mentre camminava per i fatti suoi, la sua paura quando aveva sparato quei colpi in aria, la sua....

“Ehi!!!”, la scosse violentemente facendole interrompere bruscamente quella visione che stava avendo. Le girò talmente forte la testa che gli crollò addosso, in un attimo di secondo stava seduta addosso a lui, senza neanche rendersene conto.

“Come sei intraprendente” sorrise lui “mi fai guardare dentro la scollatura?” ridacchiava tra sé, non si sarebbe mai permesso di metterle una mano addosso senza permesso suo.

“Dio stammi lontano!” Lo spinse via alzandosi

“Che succede!?” Rick entrò nella stanza a tutta velocità e guardò sua figlia ancora scombussolata per prima. “Se hai fatto qualcosa a mia figlia io...”, lo afferrò per il colletto.

“Papà, no. Lascialo andare, non c'entra niente. Dice che la verità”

“Mamma mia finalmente!” Ryan strisciò la sedia a terra facendo per alzarsi.

“Non così in fretta, idiota”. Rick lo spinse di nuovo giù. “Strawberry sei sicura?”

Bastò solo uno sguardo per fargli capire che tutto ciò che diceva il ragazzo era la verità, e lei ne era sicura.

“Va bene”, gli tolse le manette con una lentezza disumana, prima di tirarlo su, “tanto ci rivedremo, Shirogane”

Ryan sorrise: “può darsi” rivolse uno sguardo a Strawberry che lo stava osservando dall'altro lato del tavolo, poggiata al muro. “Che dici cena fuori?”

“Sparisci o ti faccio arrestare per qualcos'altro” gli intimò.

“E per cosa, fragolina? Non hai nessuna prova contro di me” sorrise ancora.

“Vuoi vedere che in mezzo a tutte le tue bravate qualcosa per tenerti dentro almeno 6 mesi la trovo?”, si avvicinò a lui, “sparisci prima che me ne penta”, gli spalancò la porta.

“Cosa ti ha fatto cambiare idea sulla mia versione?” la osservava, non aveva ancora capito cosa le fosse succede 5 minuti prima. Aveva avuto un malore?

“Ryan, esci da qui dentro immediatamente”.

Il ragazzo sorride ancora a sentirle pronunciare il suo nome: “Beh, allora ci vediamo, micia” Si sistemò il giubbotto avviandosi verso l'uscita.

“Se e quando mi rivedrai allora significa che sei davvero nei guai, Shirogane”, glielo disse senza alzare troppo la voce ma era sicurissima che lui l'aveva sentita prima di richiudersi la porte alle spalle.

Erano quasi le 4 del mattino e l'indomani avrebbe avuto scuola.

“Papà senti, io vado a casa. Domani ho scuola” sbadigliò, quasi certa che lui non l'avrebbe seguita.

“Puoi saltarla se vuoi” le diede un bacio sui capelli, stringendola sé.

“Macché, ho compito di matematica. Faccio già abbastanza schifo, non c'è bisogno di peggiorare ulteriormente le cose” per 10 secondi si lasciò abbracciare, solo 10 secondi e l'uomo fu la persona più felice del mondo. Ma poi tutto tornò come prima, lei si staccò salutandolo quasi con controvoglia prima di uscire da quel commissariato.

Chissà se un giorno abbatterai questo muro, Straw. Pensò l'uomo, chissà se qualcuno riuscirà a farti sorridere ancora dopo...quello che è successo.

Ma non sapeva che, quel qualcuno che desiderava per la figlia, era la persona che meno avrebbe voluto accanto a lei. Non si immaginava che, da quella notte tutto stava per cambiare.

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti! Io in questa sezione non scrivo da troppo tempo, ho ancora dimenticato quanto è passato il realtà. Ma poco importa, adesso sono qui :D

Probabilmente non vi ricordate chi sono, ma forse potete ricordarvi la storia. L'avevo scritta tempo fa, e anche completata e stavo continuando il sequel ma... momento di follia ho eliminato TUTTE le mie storie, ma questa mi piaceva particolarmente e volevo riproporla. Probabilmente cambierò qualcosa, ma sicuramente non sarà perfettamente uguale all'altra. Anche per non ce l'ho più, di conseguenza scrivo solo ciò che mi ricordo davvero.

Ricordo che l'inizio era così, più o meno.

Con molta probabilità riproporrò anche ''colpa di quest'amore'' non so se la ricordate, parlava di lei principessa e di lui servitore del principe (RyanxStraw), fedelissima alla coppia. Non la cambierò mai per nulla al mondo.

In ogni caso vi lasciò con questo prima capitolo. Spero vi piaccia e fatemelo sapere, accetto qualsiasi consiglio.

P.S. I capitoli, forse, non saranno sempre così lunghi. Cercherò di aggiornare regolarmente. Ma lavoro quindi ho abbastanza impegni, in ogni caso cercherò di non far passare più di 4-7 giorni da un capitolo all'altro.

Vi mando un enorme bacio a tutti, alla prossima!

 

  
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