Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    30/07/2016    4 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
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Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 1 - Facciamo un pupazzo di neve?


Essere la regina di un regno grande come Arendelle è un compito difficile. Essere madre lo è altrettanto, se non di più. Quando poi queste due cose finiscono con il mescolarsi tra di loro, allora può divenire impossibile. 
Questo era il caso di Elsa. Ormai aveva fatto l'abitudine a quel tenore di vita tanto impegnativo. Nel corso degli anni aveva imparato a regnare e a venire incontro ai bisogni dei propri sudditi, nonostante i primi tempi di smarrimento totale. Nello stesso periodo poi, aveva dovuto fare i conti con una cosa che, al contrario della prima, non aveva programmato: diventare la madre di suo figlio Helge.
Elsa era decisamente una donna ed una sovrana diversa da tutte le altre. Portava avanti il regno in autonomia, senza avere alcun uomo accanto, senza aver mai preso marito, nonostante i suoi ventisette anni. Eppure il piccolo principe di Arendelle era venuto al mondo, chi era dunque il padre si quest'ultimo?
Ciò avrebbe costituito un problema per la successione al trono. Il bambino era nato da una relazione clandestina, metà d'egli era nascosta nell'ombra. Ciò lo rendeva un principe illegittimo, agli occhi di tutti gli altri.
Ma per il momento, questo pareva non importare ad Helge. Quest'ultimo somigliava in tutto e per tutto alla madre, aveva ereditato i suoi occhi azzurri, la sua pelle chiara e i capelli biondi, così come aveva ereditato anche i suoi poteri, che stava ancora imparando a gestire.
La regina amava moltissimo il figlio e l'avrebbe protetto da ogni male. I suoi occhi sempre gioiosi e luminosi come il sole infatti, nascondevano una tempesta. Allo stesso tempo però, le piaceva sperare e pensare che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.
Quel giorno Elsa era come sempre indaffaratissima, poichè, essendo la sola a regnare, vi era il doppio dei regali compiti e doveri  da svolgere, nonostante molto spesso sua sorella, la principessa Anna, si offrisse di aiutarla.
"Molto bene - disse l'albina indicando con il dito un punto del giardino - quella fontana sistematela qui. Il tavolo invece disponetelo al centro. Forse, mmmh... Sì, direi che delle statue di ghiaccio ci starebbero bene"
Ben presto, dai movimenti delle sue mani, ne fuoriuscirono una miriade di mini cristalli, simili a brina, che andarono poi a formare due statue di trasparitissimo ghiaccio, a forma di cigno.
"Oh, Elsa! - esclamò Anna entusiasta - sono davvero bellissime! Ma sarà davvero necessario mettere un paio per ogni decorazione?"
"Mi sembra ovvio - disse allargando le braccia - dopotutto qui si festeggia un doppio compleanno. E a proposito di doppio compleanno, hai visto le due torte che ho fatto cucinare?"
"Sì - rispose la sorella avvicinandosi al tavolo - le ho viste"
Le torte, disposte l'una accanto all'altra, erano costituite da almeno dodici strati ciascuna, erano ricoperte da una glassa bianca e decorate con miriadi di ghirigori argentati. Guardandole però, Anna dovette accorgersi che qualcosa mancava.
"Emh... Elsa - sussurrò - questi buchi nel pan di spagna fanno parte dell'insieme?"
"COSA?! - esclamò la regina - no! Erano così perfette! Chi potrebbe essere stato?"
La minore ad un tratto avvertì delle risatine soffocate provenire da sotto il tavolo. Così si chinò, scostando la lunga tovaglia che arrivava al pavimento.
"Bene, abbiamo trovato i colpevoli a quanto pare. Helge, Aurora, Olaf, uscite da quel tavolo"
"Non è colpa mia! - piagnucolò il pupazzo di neve - mi hanno costretto a farlo"
"Ma non è vero! - intervenne la piccola principessa - sei stato tu a suggerirci di farlo!"
"Va bene, d'accordo! - sospirò Elsa, cercando di non farsi venire un esaurimento nervoso - non importa chi è stato. Solo vi prego, miei cari, potreste... non toccare più nulla?"
"Scusaci madre - rispose il figlio - e che avevamo fame"
La regina a quel punto, intenerita, si chinò, donandogli un bacio sulla fronte.
"E' tutto apposto, tesoro - sussurrò - magari potete andare a giocare fuori"
"Oh, oh! - esclamò Aurora finendo addosso al cugino - Helge, Helge, possiamo fare un pupazzo di neve? Ti prego, possiamo?"
Elsa trattenne una risata, rivolgendosi poi alla sorella.
"Che dici Anna? Possono?"
"Beh... se si comporteranno bene e faranno attenzione, forse potranno"
"Faremo i bravi, promesso, promesso!" - esclamarono i due bambini, come a supplicarle.
"Va bene allora - decise la regina - andate pure. Olaf ti prego, dà loro un'occhiata"
"Anche due! - esclamò - hey voi, aspettatemi!"
Le due sorelle osservarono sorridendo i rispettivi figli che si allontanavano. Helge e Aurora non erano solo nati lo stesso giorno, erano anche cresciuti insieme e passavano la maggior parte del tempo insieme. Lei era identica ad Anna da bambina, aveva gli stessi lineamenti e lo stesso colore dei capelli, i quali preferiva tenere però sciolti. Aveva inoltre il suo stesso carattere, molto diretto, ingenuo e simpatico. Le era stato dato il nome Aurora perchè, la notte in cui era nata, oltre essere stata la notte più fredda dopo almeno vent'anni, l'Aurora Boreale aveva preso a danzare nei cieli.
I due cugini, dal giorno in cui erano venuti al mondo, avevano sempre avuto un legame molto stretto e profondo. Sia Elsa che Anna si rispecchiavano molto in loro. Con la differenza che Helge era più giudizioso e restio dall'usare i propri poteri, più di quanto non fosse la madre alla sua età. 
Usciti dal castello, i due bambini si erano diretti ad ovest, dove il sole si preparava a tramontare. Lì vi erano delle splendide colline imbiancate dove spesso giocavano.
"Dai Helge, dai! - trotterellò Aurora - fai quella cosa con la magia!"
"Devo proprio? - domandò - e se è pericoloso?"
"Uffa, non essere noioso! Fallo solo una volta, ti prego"
Il biondino alzò gli occhi al cielo.
"E va bene - sospirò - una volta sola però"
Helge prese così a far roteare le mani. Dopodichè le distese, ricoprendo il terreno innevato di una lastra di ghiaccio.
"Waaa! - esclamò la principessa afferrando Olaf, che a fatica li aveva raggiunti - andiamo a pattinare, forza!"
Helge rise, facendo per seguire i due, ma qualcosa lo interruppe. Ebbe ad un tratto la sensazione che qualcuno li stesse osservando. Non era qualcosa di maligno, piuttosto qualcosa che lo incuriosiva. Si guardò attorno, finchè qualcosa di gelido non gli colpì la cute: una palla di neve.
"Hey! - esclamò - chi è stato?!"
"Chi è stato a fare cosa?" - domandò Aurora, facendo poi una giravolta.
Il principe tirò su lo sguardo. C'era qualcuno che stava in piedi su un ramo, qualcuno che, non appena si accorse di essere osservato, spalancò gli occhi, volando via.
"Hey tu! - esclamò iniziando a correre - aspetta!"
"Helge! - lo chiamò la cugina - dove stai andando?! Oh no, zia Elsa e mamma si arrabbieranno tantissimo, dobbiamo seguirlo, vieni Olaf!"
Chiunque fosse colui che stava inseguendo, era incredibilmente veloce, come se stesse volando.
Corse talmente tanto che Helge sentì ben presto i polmoni bruciargli. Quando poi si fermò, dovette rendersi conto che si era allontanato più di quanto avesse dovuto. Auorora gli era venuta dietro e adesso ella era tanto stanca che non riusciva neanche a parlare.
"Ah, Helge - si lamentò - ma perchè sei scappato via? Non abbiamo neanche più fatto un pupazzo di neve!"
"Lo so, è che... - fece guardandosi intorno - c'era qualcosa che volava e quindi... Oh, eccolo lì!"
"Aspetta! - provò a fermarlo la cugina - non sappiamo neanche più dove siamo, torniamo indietro, ti prego"
"Non-non - balbettò Olaf, spaventato  - non mi piace queste storia"
Il principe aveva preso a correre nuovamente. Questa volta a frenare la sua corsa era stata la vista di un burrone innevato che si estendeva sotto i suoi piedi. Helge si trovava infatti sulla punta di un precipizio. Quando se ne rese conto, gli si raggelò il sangue nelle vene.
"HELGE! - esclamò Aurora - torna immediatamente qui, è pericoloso!"
"Oh, non è pericoloso! - esclamò a sua volta  - piuttosto perchè non vieni tu? O forse hai paura?"
"Io paura? - domandò stringendo i pugni - d'accordo, ora ti faccio vedere io!"
Il bambino prese a ridere mentre l'altra gli si avvicinava. Poi sollevò lo sguardo. Aveva notato qualcosa di strano nella montagna che aveva davanti. Da quest'ultima, la neve si era staccata e adesso stava prendendo a cadere verso il basso, a grande velocità e investendo tutto ciò che trovava, rocce, alberi e quant'altro.
Gli mancò il respiro, mentre i suoi occhi si spalancavano.
"Aurora - chiamò piano, per poi alzare la voce - Aurora, corri!"
La bambina ebbe appena il tempo di voltarsi, ma prima che potesse anche solo provare paura, il cugino l'aveva afferrata per mano e se la stava trascinando dietro.
"Corri, corri, veloce! Se ti fermi è finita! Olaf, svelto!"
"Aspettatemi, vi prego! - esclamò il pupazzo di neve - con questi piedi tozzi mi è difficile correre!"
"Helge, aspetta! - lo supplicò la bambina - io ho paura, dove stiamo andando?"
"Non lo so, ma dobbiamo ripararci!"
Il principe avrebbe voluto utilizzare la propria abilità del ghiaccio per aiutarsi in qualche modo, ma sua madre gli aveva raccomandato di non usarla mai in caso di paura estrema, poichè guidati dalla paura, a  volte i poteri potevano sfuggire al proprio controllo. Ora i due bambini e il pupazzo di neve correvano più veloci che potevano ma la valanga di neve era molto più veloce e a momenti li avrebbe raggiunti.
"Oh no! - urlò Olaf - la neve mi ha preso!"
"Ah, Olaf! - gridò Aurora - che facciamo ora?"
Helge si guardò intorno. Se non poteva salvarsi lui, avrebbe almeno salvato Aurora. Così scorse tra tanto candore, il marrone di un albero spoglio. Gli si avvicinò, trascinandosi dietro la bambina dal polso. Infine, una volta lì vicino, le fece segno di salirgli sulle spalle.
"Sbrigati - le disse - salimi sulle spalle e poi arrampicati lì". Aurora obbedì, abbracciando a grande fatica il tronco e prendendo a salire, aiutandosi con le mani e con i piedi.
"Helge, e tu?"
"Non preoccuparti per me! - esclamò prendendo a correre- troverò un modo!"
"Ti prego, sta attento!" - lo supplicò.
In realtà il bambino aveva detto una bugia bella e buona. Lì  intorno era pieno di dirupi che davano sul nulla e l'unica soluzione per sfuggire alla valanga sarebbe stato gettarsi da lì, nonostante non sapesse cosa  avrebbe trovato una volta fatto ciò.
Ma non aveva altra scelta. Così chiuse gli occhi, strinse i pugni, compì un grande salto e...
Il nulla più totale. Non avvertì il freddo pungergli il viso nè la sensazione di vuoto avvolgergli lo stomaco. Sentì una sensazione diversa, come se qualcuno lo stesse tenendo in braccio. Ebbe il coraggio di aprire gli occhi solo dopo qualche secondo. Anzi, più che aprirli li spalancò per lo stupore. C'era effettivamente qualcuno a reggerlo tra le braccia, lo stesso qualcuno che aveva provato ad inseguire. Aveva l'aspetto di un ragazzo, che con una mano lo reggeva e con l'altra reggeva un bastone. Inoltre stava in piedi sull'aria, come se nulla fosse. Rimase immobile, con il fiato sospeso, mentre questa strabiliante e sconosciuta persona si levava in aria e la neve sotto di loro scorreva fino a cadere giù per il dirupo. Helge rabbrividì al solo pensiero di quello che stava per fare. Sicuramente sarebbe morto se non fosse stato salvato.
"Dovresti fare più attenzione, ragazzino" - gli disse lo sconosciuto. Lui rimase immobile ancor più. Avrebbe voluto chiedergli così tante cose, ma non ne ebbe il tempo. Veloce come un fulmine, il ragazzo lo adagiò su una pietra sporgente, dove sarebbe stato al sicuro. Dopodichè si sollevò in aria, scomparendo assieme al vento ghiacciato che pareva averlo trascinato via.
Nel momento in cui Aurora aveva visto il cugino gettarsi da lì, aveva preso ad urlare, in preda al panico più totale. Come se non bastasse, la valanga sotto di lei continuava a scorrere indisturbata.
"Helge! - esclamò mettendosi in piedi su un ramo - Helge dove sei?!"
Quella fu la mossa più sbagliata che potesse fare. La bambina difatti scivolò, riuscendo sì ad aggrapparsi con le mani, ma rimanendo comunque appesa a penzoloni.
"AIUTO! - esclamò - AIUTO, NON VOGLIO CADERE!"
Provò a tirarsi su, ma i suoi tentativi furono vani. Non avrebbe retto ancora per molto.
Fortunatamente, in suo aiuto intervenne proprio Kristoff, il quale in quel momento stava tornando a una delle sue escursioni in montagna, cose in genere non adatte ad un principe, ma in seguito ringraziò Dio per non aver mai smesso di farle.
Il montanaro infatti afferrò la bambina con un braccio, mentre con l'altro si teneva al tronco.
"Aurora! - esclamò - ti ho presa!"
"Padre mio! - piagnucolò lei - sono così contenta di vederti!"
Il ragazzo aspettò che la valanga si fermasse. Quando ciò accadde, poggiò saldamente i piedi al suolo innevato, mentre la bambina gli si stringeva addosso infreddolita e tremante.
"Oh, ma guardati - sussurrò dolcemente - è meglio che ti copra prima che  ti prenda un raffreddore. Cosa facevi qui tutta sola? Eppure ti ho insegnato a non viaggiare mai per monti in solitudine"
"Ma io non sono sola. Ero con Helge e Olaf, ma non so più dove sono"
"Come sarebbe a dire? Oh no, Elsa si arrabbierà di brutto e non oso pensare a cosa succederà! Dobbiamo trovarlo assolutamente - dicendo ciò mise giù la figlia, pendendo a guardarsi intorno - Helge, Helge dove sei?"
Aurora lo imitò, compiendo qualche passo. Poi ad un tratto intravide qualcosa muoversi sotto la neve.
"Helge?" - domandò.
"Mmmh, non sono Helge, sono Olaf! - piagnucolò - perchè nessuno si preoccupa mai per me?"
"Oh, Olaf - sospirò - mi dispiace, ma non trovo più Helge"
Il pupazzo di neve si voltò, indicando poi qualcosa.
"Ma è lì"
La principessa seguì l'indicazione del suo dito. Incredibilmente, il principe si trovava in piedi, sano e salvo, dall'altro lato da cui si era buttato. Lei gli corse immediatamente incontro, abbracciandolo.
"Oh Helge! - esclamò - stai bene, meno male! Quando ti ho visto buttare mi sono così spaventata... Ma stai bene?"
Egli aveva infatti un'espressione troppo stralunata.
"Sì... credo di sì.."
"Meno male! Padre l'ho trovato!"
"Helge - sospirò Kristoff inginocchiandosi - mi hai fatto morire di paura. Potevate farvi molto, molto male"
"Emh, ci dispiace" - si scusò  torturandosi le dita.
"Va bene - sospirò ancora - adesso è meglio che andiamo... potrebbe essere pericoloso stare qui"
Qualche ora dopo...
"COSA VI E' SALTATO IN MENTE?!"
Le voci della regina Elsa riecheggiavano per tutta il castello. Dopo aver saputo quello che era successo, era andata su tutte le furie e si era presa anche un bello spavento. Anna era del suo stesso avviso, solo che, al contrario della sorella, tendeva ad essere meno severa.
"Ma ho già detto che mi dispiace" - si scusò nuovamente Helge.
"Helge, le scuse non bastano! - disse Elsa - avete rischiato di morire, ti rendi conto?"
"Ti prego zia Elsa, non ti arrabbiare troppo! - supplicò Aurora - Helge ha anche cercato di mettermi al sicuro"
"Oh - fece Anna - beh, principe fino in fondo. Suvvia Elsa, non dannarti in questo modo"
"Sì infatti - intervenne Kristoff - e poi come vedi non è successo nulla. Helge e Aurora sono.. in gamba"- disse poi facendo l'occhiolino alla figlia. la quale rise.
"Va bene, d'accordo, per questa volta mi limiterò ad un rimprovero, ma solo perchè è il vostro compleanno! - esclamò massaggiandosi le tempie - siete anche arrivati tardi. Forza, andate a vestirvi, i vostri ospiti già vi aspettano"
I due bambini non se lo fecero ripetere due volte ed immediatamente corsero nelle loro stanze. Elsa scosse il capo, con una mano sul viso.
"Dai Elsa, è tutto apposto adesso" - disse la sorella.
"Lo so, ma sai anche io come sono"
"Dovresti essere più rilassata mia cara cognata, proprio come me" - intervenne Kristoff.
"Certo - rise Anna - aspetta che Aurora cresca e poi vedremo quanto starai tranquillo"
"Aspetta, in che senso?"
"Nulla - rise dandogli un bacio sulla guancia - piuttosto è meglio che anche tu ti dia  una sistemata, mio adorato principe. Forza, vai a toglierti la neve dai pantaloni"
"Devo proprio?" - borbottò. Elsa si lasciò scappare una risata. 
Doveva sbrigarsi a raggiungere la Sala del Trono, dove la festa di compleanno del principe e della principessa si sarebbe svolto.









Nota dell'autrice
Come promesso, eccomi qua con una nuova storia! ^^
Questa volta, la fanfiction si rifà completamente all'opera originale, è pensata in realtà come una sorte di sequel. Questa è stata la prima storia che avrei voluto pubblicare su "Frozen", ma per motivi X non l'ho mai pubblicata... bene, adesso finalmente ho cambiato idea U_U
Da quello che si può evincere leggendo, Elsa è regina e ha avuto un figlio (non si sa da chi), che ha i suoi stessi poteri. Anna e Kristoff sono sposati e hanno anche loro una bambina. Ovviamente il "nuovo" personaggio non è tardato ad arrivare.
Bene, non c'è molto da dire in realtà XD
Aspetto impazientemente una vostra opinione ^^
   
 
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