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Autore: DanieldervUniverse    01/08/2016    2 recensioni
Il Faerun è una terra di grandi eroi e potenti incantesimi, di supremi draghi e temibili orchi, di leggende e battaglie. Ma non si aspetta una fuggitiva resuscitata dai brillanti occhi viola proveniente da un mondo "Emerso" al di là dell'Oceano, ne tanto meno l'assassina inviata a riportarla a casa...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'aria fresca del bosco accarezzò il volto di Nihal con la brezza del mattino, scostando le foglie in terra e il muschio umido su cui dormiva.

La guerriera aveva gli occhi chiusi, ancora sospesa nel sonno; i capelli blu, che erano cresciuti poco a poco, ormai arrivavano poco sotto le spalle, e stavano sparsi come un aureola attorno al capo.

La spada di cristallo nero, forgiata dal suo padre adottivo, di nuovo intatta, era appoggiata ad un masso dietro di lei, al sicuro nel suo fodero, anch'essa a riposo.

L'armatura era abbandonata li affiancò, ripiegata e custodita in una sacca, mentre la mezzelfa indossava solo degli abiti da viaggio neri e un lungo mantello in cui avvolgersi nella notte.

Poi, in silenzio, mentre l'ignara ragazza dormiva, una gigantesca pantera si avvicinò al suo volto, annusando l'aria con leggerezza e sfiorandola appena con la punta del muso, delicatamente.

Nihal sbatté un paio di volte le palpebre, prima di realizzare la presenza dell'immenso volto animale e degli occhi felini che si trovavano a pochi millimetri da lei.

Fu sul punto di saltare in piedi dallo spavento, ma l'attimo di smarrimento dovuto al sonno fu di breve durata.

-Levati Guen- fece, con tono giocosamente irritato, tirandosi a sedere -Non devi venire a svegliarmi così, rischi di farmi venire un infarto.

La guerriera accarezzò dolcemente la fronte della pantera, mentre Guenhwyvar si limitava a scuotere appena il capo, lasciandola fare.

-Cosa ci fa qui?- chiese Nihal, portando la sua attenzione sul “proprietario” della creatura, un certo elfo oscuro dagli affascinanti occhi lavanda che la fissava appoggiato ad un albero.

-Conosce il tuo odore- replicò Drizzt, innocente, mentre estraeva la statuetta che riproduceva l'immagine della pantera per rimandarla a casa.

-Adesso ti sei ridotto a fare il segugio Guen?- fece Nihal, rivolta al gigantesco animale -Mi aspettavo di meglio da un gatto di trecento chili UFF!

Quasi a rispondere all'insulto Guenhwyvar atterrò la ragazza sdraiandocisi sopra, e impedendole in ogni modo di sfuggirle.

-Okay, okay- rispose la mezzelfa a mezza voce -Hai vinto, chiedo scusa.

Con un gorgoglio soddisfatto la pantera si risollevò e si diresse verso la statuetta, scomparendo nell'aria.

-Dovrebbe cominciare ad avvertirmi prima di farlo- commentò Nihal con una nota di irritazione, mentre si rimetteva in piedi e si scostava la polvere di dosso.

-E dove sarebbe il divertimento?- chiese Drizzt, riponendo con cura la statuetta e incamminandosi verso la città.

La mezzelfa sbuffò e raccolse in fretta il suo bagaglio per poi corrergli dietro.

-Avresti potuto darmi il tempo di fare colazione- protestò Nihal, quando riuscì a raggiungerlo.

-Per poi vomitare il tutto in mare alla prima onda?- disse ironico Drizzt, lanciandole uno sguardo furbo.

-Io non soffro di mal di mare!- esclamò la ragazza, irritata.

-Certo. Non dormi neanche sulla nave- replicò con tono calmo l'elfo.

-Dormici tu su una nave ammuffita e piena di ratti- rispose la mezzelfa, con una nota di schifo.

-Potevi sempre prendere alloggia ad una locanda vicino al porto- continuò Drizzt.

-Così i ratti possono venire a farmi compagnia?

-Così non devo usare Guenhwyvar per venirti a cercare la mattina dopo.

Nihal esalò in silenzio, scocciata dalla testardaggine di quell'individuo.

-Mi piace dormire nella foresta sai?- riprese, con tono più incisivo per tappargli la bocca -Mi fa sentire libera, più a casa. Qui è tutto diverso, tranne l'aria del bosco.

Drizzt sorrise, non visto.

Nihal era una mezzelfa molto particolare, con quegli occhi viola e i capelli blu, e il suo parlare di un mondo molto lontano.

Quando l'avevano trovata aggrappata ad un legno in pieno oceano, Robillard aveva creduto che fosse una sirena.

Pazzo, quel mago paranoico.

Ovviamente una mezzelfa dai capelli blu e gli occhi viola non si era mai vista da quelle parti, e men che meno in pieno oceano.

La ragazza si era ripresa dopo qualche ora, confusa e disidratata.

Poi, quando aveva raccontato la sua storia, nessuno ci aveva voluto credere, almeno finché Catti-Brie non aveva fatto notare che le mappe non avevano confini, e quindi che avrebbe potuto esserci qualcosa oltre l'Oceano.

Nihal non si era dimostrata una vera donna da mare: era malferma sul ponte, soffriva il mal di mare, e la notte non dormiva per i continui scricchiolii del legno.

Appena avevano toccato terra si era goduta un lauto pasto nella prima locanda in cui erano incappati e poi aveva chiesto a Drizzt di concederle un duello con la spada.

L'elfo era rimasto sorpreso dell'improvvisa reattività della sconosciuta, ma si era limitato a stringere le spalle ed acconsentire, mentre Catti-Brie gli avevano scoccato una di quelle occhiate che significavano vacci piano ma non troppo, sottolineando l'irritazione che le provocava la presunzione della nuova arrivata.

Quando l'aveva sfidato... beh Drizzt si era aspettato una spadaccina provetta, o una principiante piuttosto irruente.

Invece si era ritrovato a confrontare un misto, irruente ma esperta.

L'elfo si era limitato ad adeguarsi al ritmo della ragazza, alternando parate ed attacchi, quasi per gioco, senza prendere la questione seriamente.

Invece si era concentrato sugli occhi viola di Nihal, così unici eppure così simili ai suoi.

Era raro in quel continente, o nel Buio Profondo da cui proveniva, incontrare qualcuno con gli occhi viola.

Lei invece diceva che era tipico dei mezzelfi dalle sue parti.

Che strano.

D'improvviso il polso di Nihal era scattato, disarmandolo di una scimitarra, approfittando della sua distrazione.

Drizzt non fece in tempo a reagire e in pochi attimi venne spinto a terra e si ritrovò con la lama nera della ragazza puntata alla gola, nella sorpresa generale.

-Ti ho preso!- aveva esclamato, soddisfatta, la voce vibrante di autocompiacimento.

-No, credo di no- aveva risposto con semplicità, un attimo prima di evocare Guenhwyvar.

L'immensa pantera aveva disarmato Nihal in un attimo, con un ruggito spaventoso, e l'aveva intrappolata sotto le sue pesante zampe e il suo corpo magnifico e massiccio.

La mezzelfa era rimasta immobile per venti minuti buoni, terrorizzata e imponente, mentre l'alito caldo dell'animale le investiva la faccia, e il respiro si accorciava sempre più a causa del peso imponente.

Alla fine Cattie-Brie l'aveva convinto a lasciarla andare, al che Guenhwyvar si era sollevato sulle sue possenti zampe e aveva iniziato a leccarla, strusciando il muso contro il corpo di Nihal.

-Da dove diavolo è uscita questa pantera!?- aveva esclamato la ragazza, una volta che il bestione si fu allontanato da lei.

-Si chiama Guenhwyvar, è un lui, ed è il mio animale domestico- aveva scherzato Drizzt, rimandando l'amico a casa.

Nihal aveva messo il muso perché l'elfo l'aveva battuta con un trucco magico, così l'elfo le aveva concesso un altro duello per fare la pace.

Ovviamente non era durato più di un minuto, al termine del quale la mezzelfa era finita a faccia nel fango.

Stranamente era stato più divertente del solito, non tanto per l'impegno quanto per la vera e propria presenza di Nihal.

Aveva uno strano carisma: in qualche modo sembrava come se fosse apparsa apposta per portare un po di allegria alla compagnia.

-Dove stiamo andando di preciso, Elfo? Perché dovrei rivomitare tutta la colazione?- chiese a bruciapelo la ragazza, facendolo tornare alla realtà.

-Torniamo alla nave, ci rimettiamo in viaggio presto.

-Alla nave!?- aveva esclamato lei -Come sarebbe a dire?

-Sarebbe a dire- intervenne Catti-Brie, sbucando da dei cespugli lì affianco -Che abbiamo pensato che lasciarti a terra da sola dopo tre giorni che se arrivata qui sia una pessima idea.

-Lasciarmi... So cavarmela da sola, se permettete!- rispose, offesa.

-Sarà, ma non credo avrai voglio di insistere quando un drago rosso ti troverà a vagabondare nella sua tana- commentò la ragazza dai capelli rossi.

-Io i draghi li cavalco! Credete che abbia paura di loro!?- rispose Nihal, rossa in faccia.

-Certo, raccontane un altra.

-Sono un cavaliere di drago nel mio mondo! Aspettate che ne trovi uno e ve lo dimostrerò!- aveva esclamato, mentre la compagnia raggiungeva le mura della città.


Il rumore del metallo e lo stridio delle lame si confondeva con il fischio degli uccelli e del vento tra l'erba.

Il tempo veniva scandito da quei suoni sgradevoli, a cadenza quasi regolare, mentre le nuvole attraversavano il cielo limpido.

Jarlaxle stava masticando un filo d'erba mentre attendeva sdraiato per terra, con l'elegante cappello a fargli ombra agli occhi delicati.

L'ex-leader di Bregan D'aerthe non aveva mai motivo di annoiarsi, si limitava ad aspettare che accadesse qualcosa.

Oltre ad aspettare che gli altri due compagni la finissero di scambiare colpi.

Artemis Entreri, l'assassino dalle abilità più affinate e letali che avesse mai visto, persino tra gli elfi oscuri.

Era solo un umano, nel fiore degli anni della sua razza, ma godeva di una fama senza pari, e prima di allora non era mai stato sconfitto se non da Drizzt Do'Urden, il più grande spadaccino del Sottomondo e del Sovramondo.

L'altra... beh, l'altra era stata una sorpresa.

Dubhe.

Diceva di venire da un mondo lontano, oltre l'Oceano; diceva di essere un'assassina e una ladra molto abile; diceva di essere stata resuscitata per riportare a casa una compagna che era fuggita dal regno dei morti.

La cosa particolare era che Jarlaxle ci credeva tranquillamente.

L'elfo oscuro, al contrario del suo compagno, era sempre stato interessato nei misteri del mondo, e poi ricordava di alcuni umani essere in vita dagli esseri delle dimensioni celesti o infernali per qualche tipo di missione su contratto.

Quello che non ci aveva creduto ovviamente era stato Entreri.

Per un assassino questo genere di cose solitamente potevano significare che qualcuno gli aveva dipinto un bersaglio sulla schiena per ucciderlo a tradimento.

Non era tipo da fidarsi facilmente, ma faceva anche parte del suo carisma, e francamente a Jarlaxle il temperamento cauto e sospettoso del compagno faceva comodo.

Quindi, invece di provare a convincere l'uomo, l'elfo si era limitato a lasciare che i due sistemassero le loro divergenze come preferivano.

La cosa che lo sorprendeva era l'insistenza della ragazza a volerli piantonare: chiunque altro si sarebbe limitato a chiedere informazioni e quando avrebbe notato che la cosa non portava a risultati se ne sarebbe andato per la sua strada.

Ma lei no, aveva deciso che Artemis l'avrebbe accompagnata nel suo viaggio a qualsiasi costo.

E il taglio sulla guancia dell'assassino sembrava una prova piuttosto ovvia.

Jarlaxle finì il filo d'erba e si apprestò a prenderne un altro, quando un tonfo sordo, seguito da alcuni ansiti, gli fece alzare il capo.

Dubhe era a terra, coperta di tagli e con gli abiti strappati, rossa in volto per la fatica e sudata.

Artemis torreggiava su di lei, intento a togliersi un coltella dalla spalla, qualche ferita superficiale sulle braccia e sul petto.

Non sembrava eccessivamente affaticato, ma per Jarlaxle era evidente il respiro accelerato del compagno.

Soddisfatto, l'elfo si alzò dal suo giaciglio improvvisato e si avvicinò ai due.

-Adesso... fila via- sibilò Artemis, gettando il pugnale dell'assassina ai piedi di lei.

-Mai...- replicò Dubhe, raccogliendo l'arma e rialzandosi con difficoltà, lanciando uno sguardo determinato all'uomo davanti a lei -Io ho bisogno di te, Artemis...

Poi la ragazza crollò in ginocchio, reggendosi il petto con la mano libera.

-Beh sembra che sia deciso- intervenne Jarlaxle, con quel suono tono controllato ma entusiasta.

-Stai dalla sua parte adesso?- disse furioso Entreri, voltandosi verso lui.

-Due contro uno amico mio- replicò l'elfo sorridendo.

Quindi, approfittando della momentanea lentezza del compagno, Jarlaxle s'impadronì del pugnale magico del suddetto e lo piantò nel proprio avambraccio.

-Cosa credi di fare elfo?

-Sh, amico mio- lo zittì l'altro, allontanandolo con la mano libera -Non può accompagnarci in queste condizioni.

-Me ne infischio, finiscila di fare il pagliaccio e andiamocene- protestò Entreri, puntandogli la spada alla gola.

Jarlaxle estrasse la lama dal proprio arto senza farsi tanti problemi e si chinò, mettendola in mano alla ragazza senza esitare.

-Coraggio, qualche istante e avrai la forza di rimetterti in piedi, almeno- disse l'elfo, prima di staccare un pezzo di stoffa dal mantello di Dubhe per fasciarsi la ferita al braccio.

Alzò lo sguardo su Entreri, mentre si rimetteva in piedi, e colse il lampo di disappunto nei suoi occhi.

-Che c'è? Non pretenderai mica che usi il mio?- rispose, facendo il finto tonto e sollevando un lembo del proprio mantello arcobaleno.

Dubhe si rimise in piedi, le ferite che cominciavano a rimarginarsi poco a poco.

Lanciò un ultimo sguardo alla lama ingioiellata di Artemis, prima di restituirgliela in silenzio.

-Ti pentirai di questa scelta elfo- lo minacciò Entreri, rinfoderando le proprie armi.

“Oh, non credo amico, dopo mi ringrazierai” pensò malizioso Jarlaxle, trattenendo un ghigno.

-Bene signora- disse poi, rivolgendosi alla ragazza -Visto che ci ha “ingaggiati” in questa sua avventura, faccia strada.

Dubhe lo fissò in silenzio, prima di rivolgersi a Entreri -Parla sempre così tanto?

-Non ne hai idea...- replicò con voce scocciata l'assassino, dando le spalle ai due.

L'assassina sospirò, sedendosi a terra e prendendo delle bende dalla sua bisaccia.

-Datemi il tempo di fasciarmi e poi possiamo ripartire.


Autore Nota: Salve coccoli ehm lettori e lettrici (sfortunati) che siete passati per di qua. Sono sicuro al 100% che la maggior parte di voi non avrà la benché minima idea di chi siano Drizzt, Catti-Brie, Guenhwyvar, Artemis e Jarlaxle o cosa li leghi, grosso errore perché i libri di R.A. Salvatore sono alcuni dei Fantasy più riusciti nell'universo (per non parlare del modo con cui descrive i combattimenti, mi ha insegnato tutto) oltre ad aver probabilmente fatto l'infanzia di molti autori moderni. Questa è una One-Shot preparatoria, cioè una One-Shot auto-conclusiva dal finale aperto che serve ad introdurre l'idea su cui si svilupperà la long, quando avrò tempo di farla. Per il resto fantasticate e divertitevi. Alla prossima. Ciao.

  
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