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Autore: Calowphie    01/08/2016    3 recensioni
-Dal testo-
"Marco non riusciva a comprenderla.
Sin da quando erano bambini, Sofia si faceva trovare nel parco della loro città verso le quattro. Ma senza aspettare qualcuno in particolare si sedeva sulla terza panchina a destra delle altalene così riusciva ad avere una visuale ampia del parco giochi, non che le importasse molto. "
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Marco non riusciva a comprenderla.

Sin da quando erano bambini, Sofia si faceva trovare nel parco della loro città verso le quattro. Ma senza aspettare qualcuno in particolare si sedeva sulla terza panchina a destra delle altalene così riusciva ad avere una visuale ampia del parco giochi, non che le importasse molto.

Marco andava sempre al parco con i suoi amichetti proprio quando arrivava Sofia. Loro giocavano a palla, salivano sulle altalene, le correvano davanti ma lei era impassibile, sempre a fissare qualche nuovo libro che portava nella sua tracolla marrone.

Era molto buffa quando camminava assieme alla sua borsa: era palesemente troppo grande per la sua minuta figura, si vedeva che era pesante quasi la trascinava; appena arrivava alla panchina la scaraventava su di essa e con un piccolo balzo le sedeva accanto, la apriva e tirava fuori un libro iniziando a perdersi nelle righe di esso.

Marco la osservava leggere appena i suoi amici tornavano a casa sedendosi sopra allo scivolo guardandola in silenzio chiedendosi come potesse essere così interessante un libro.

Ogni tanto Sofia alzava lo sguardo per controllare l’orario segnato sul campanile della chiesa che si ergeva poco più in là del parco e capitava che mentre riportava gli occhi verso il libro, lanciava una occhiata a Marco il quale cercava di sfuggire arrossendo leggermente. A Sofia quella situazione divertiva e allo stesso tempo intrigava: voleva conoscere quel ragazzino e sapere il suo nome ma non aveva il coraggio di parlargli. Era un maschio! E alla loro tenera età, bambini e bambine stavano alla larga come cane e gatto.

Ogni giorno si ripeteva sempre la stessa scena fino a quando, un venerdì, Marco non si fece più trovare sullo scivolo.
Sofia, divenne triste: osservava sempre il nascondiglio del ragazzo ogni volta che finiva una frase del libro, perdendo poi puntualmente il segno. Ma più il tempo passava più capiva che non sarebbe tornato.
 
 
Il tempo è passato in fretta e Marco, ormai diciottenne, è tornato con la sua famiglia nella sua città natale.

Dopo aver concluso il trasloco e aver sistemato le varie faccende, un giorno decise di tornare al vecchio parco giochi.

 Appena entrato iniziarono a sorgere vari ricordi della sua infanzia: le ginocchia sbucciate, le corse in biciclette con gli amici, l’albero intagliato col suo migliore amico…. e mentre ripercorreva quei luoghi arrivò finalmente al suo scivolo preferito, quello in cui si nascondeva per osservare Sofia.

Salì di nuovo dopo tanto tempo e si nascose proprio nello stesso punto di allora. Si sedette e iniziò ad osservare la panchina della ragazza facendogli riemergere i ricordi di quei lunghi pomeriggi passati a fantasticare sulle chiacchierate che avrebbe voluto fare con lei, ma mai realizzate.

Mentre rifletteva si avvicinò una ragazza,più o meno della sua stessa età con i capelli raccolti in una coda color ambra e degli occhiali da vista neri appoggiati al naso. Aveva una borsa a tracolla marrone decorata con delle toppe di gruppi rock ricamate sopra. Questa si avvicinò alla panchina davanti allo scivolo appoggiando sul lato sinistro la borsa e sedendosi accanto a questa.

Marco sgranò gli occhi alla vista della ragazza.

E lo stesso fece Sofia quando notò il ragazzo.

Si guardarono negli occhi per qualche minuto senza parlare.

Marco prese l’iniziativa saltando giù dallo scivolo con un balzo atletico. Sofia notò subito come il suo ammiratore era diventato "più uomo".

Il ragazzo si avvicinò a lei chiedendole semplicemente il nome.

“Sofia” bisbigliò dolcemente la ragazza “Marco” rispose lui sicuro stringendole la mano.

Capirono subito entrambi che quei due bambini di dieci anni prima erano proprio loro,così Marco iniziò a spiegare a Sofia come mai non fosse più venuto al parco da allora e lei si sentì stupida. Fino a quel momento aveva sempre creduto che il ragazzo se ne fosse andato perché aveva perso interesse in lei ma i suoi pensieri mutarono dopo aver sentito la storia del ragazzo.

Lui non aveva mai dimenticato quella bambina con gli occhiali rosa e la frangetta che leggeva libri troppo complicati per la sua età.

Sofia arrossiva ogni volta che intrecciava i suoi occhi bruni con quelli chiari di lui.

Parlarono per tutto il pomeriggio come se il tempo non fosse mai passato.

I due ragazzi si salutarono al tramonto senza che Sofia aprisse il libro e senza che Marco si sbucciasse un ginocchio, riuscirono a scambiarsi il numero di telefono in modo tale da non perdersi più di vista.

Prima di tornare a casa si osservarono un ultima volta, senza dirsi neanche una parola; Marco le lanciò un sorriso sgargiante facendo avvampare Sofia.Entrambi sapevano che si sarebbero rivisti il giorno dopo al parco:

 Lei sulla terza panchina vicino alle altalene e lui sullo scivolo davanti ad essa.
  
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