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Autore: Orphee    01/08/2016    3 recensioni
Park Chanyeol è un ragazzo... piuttosto popolare, c'è chi dice che sia un principe, chi un mostro. Baekhyun ha deciso di credere alla prima opzione nutrendo per anni un amore ostinato e instancabile. Secondo Jongdae e Kyungsoo l'amico ha i prosciutti sugli occhi e un paio di lenti rosa che gli impediscono di vedere la realtà per com'è. Ma anche Jongdae e Kyungsoo non scherzano in quanto a "contatto con la realtà". Ciascuno di loro deve fare i conti con la propria quotidianità. In tutto ciò le Chat Noir è solo uno dei tanti caffè di Seoul, un via vai continuo di gente. Qualcuno degli avventori però, alla fine, rimane senza nemmeno accorgersene facendo di quel posto una seconda -e qualche volta anche una prima- casa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le Chat noir



 
Il cappuccino strabordò fuori dalla tazza senza che Baekhyun potesse fare niente per impedirlo, Suho gli lanciò un’occhiata perplessa mentre sistemava dei muffin in vetrina.
-Tutto ok?- domandò passandogli accanto.
Baekhyun annuì facendo segno con la mano e poggiando il cappuccino e le altre due ordinazioni sul vassoio. Vide Jongdae prenderle per andare a servire il tavolo vicino alla finestra. Tirò un sospiro di sollievo nel prendere la zuccheriere da riempire, ringraziando il cielo di non essere di turno ai tavoli. Da quando Park Chanyeol era entrato all’interno del locale con i suoi amici, Baekhyun si era sentito teso come una corda di violino sebbene l’altro non avesse fatto o detto nulla nei suoi confronti. Bastava la sua presenza. Byun Baekhyun aveva una cotta epica nei confronti di Chanyeol dai tempi delle medie, ora che erano all’ultimo anno delle superiori le cose non erano cambiate di una virgola da allora e Jongdae e Kyungsoo, i suoi migliori –e unici?- amici non sapevano ancora se, dopo tanti anni, dovessero ritenersi ammirati, perplessi o preoccupati per una tale dedizione.
- Baekhyun. Byun. Byun Baekhyun!- disse all’improvviso Suho con tono di voce più alto, chiamandolo. Baekyun si girò in direzione del proprio datore di lavoro che abbassò gli occhi sulla zuccheriera che il ragazzo stava riempiendo.
Baekhyun seguì lo sguardo del più grande ed immediatamente ritirò le mani e cercò di pulire lo zucchero che era fuoriuscito dal piccolo contenitore depositandosi sul bancone.
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace- ripeteva intanto.
-Ma si può sapere che hai? Che stavi guardando? Ti ho chiamato un sacco di volte- volle sapere Suho, frustrato.
E non è che Suho fosse stupido, dopo la seconda volta che aveva chiamato il nome del proprio impiegato senza ricevere risposta, aveva seguito la direzione imbambolata del suo sguardo fino al tavolo accanto alla finestra quasi di fronte, tirare le somme e capire che guardasse uno dei tre ragazzi seduti al tavolo era stato logico. Non ricevendo risposta sollevò le mani in aria:- Ok, come non detto, non voglio saperlo. Stai più attento però, di solito lavori bene- terminò con tono gentile e una pacca sulla spalla prima di allontanarsi corrucciato vicino all’entrata, attirato dal movimento all’esterno.
Baekhyun avrebbe dovuto ringraziare per l’ennesima volta qualcuno lassù perché, oltre a non avere il turno ai tavoli quel giorno, aveva la permanente fortuna di avere un datore di lavoro come pochi. Suho era una di quelle persone con un cuore d’oro e una parola gentile praticamente per chiunque. Giovanissimo aveva aperto Le Chat Noir inseguendo il sogno di un caffè che fosse caldo ed accogliente.
 Baekhyun e Jongdae videro il ragazzo ritornare dietro al bancone dopo alcuni minuti, l’aria crucciata che non lo aveva abbandonato da quando aveva visto qualcosa all’esterno e la bocca contratta in una smorfia di fastidio mal trattenuto.
-Che grandissimo stronzo- sibilò all’improvviso. Jongdae e Baekyun si voltarono verso di lui assolutamente stupiti. Bè, anche Suho poteva avere i suoi momenti no, giusto? Avere cose che lo facessero arrabbiare, gente in antipatia?...giusto?
In realtà da quando i due conoscevano Suho, più o meno due anni, non lo avevano mai visto perdere le staffe, mai sentito dire qualcosa di cattivo contro qualcuno. Una sola persona era riuscita ad intaccare l’aria pacifica di Kim Junmyeon e i due ragazzi supponevano che quella persona dovesse essere un vero demonio quindi loro stessi preferivano tenersene alla larga.
-Che ha fatto Lay questa volta?- domandò Minseok entrando proprio nel momento della massima espressività del suo amico e sedendosi al bancone. Non era una novità che dietro al malumore di Suho ci fosse quasi costantemente l’altro.
Suho assottigliò gli occhi in due fessure senza farsi pregare troppo per poter vuotare il sacco: -Sta aprendo alle sei. Le sei del pomeriggio- sibilò prima di alzare gli occhi al cielo e dire- è normale che un locale notturno apra alle sei del pomeriggio?
Minseok gli rivolse un sorriso malfermo. Sulle prime avrebbe voluto dire che non lo sapeva se fosse normale o meno ma gli occhi di Suho gli suggerirono ben altra risposta:- Non...-
-Non lo è, esatto!- lo interruppe l’altro- siamo un quartiere a posto, questa era una zona tranquilla prima che arrivasse quello là.
Quasi Suho piagnucolò. Minseok gli mise una mano sulla spalla, comprensivo. Suho era un bravo ragazzo dopo tutto, per lui l’Exodus, il locale notturno proprio dall’altro lato della strada, era l’inferno sceso in terra e Lay, il proprietario, il diavolo in persona.
Il caffè chiuse i battenti poco dopo le sette. Bekhyun aveva lavorato male per tutto il tempo in cui Chanyeol e i suoi amici erano rimasti al locale, Jongdae aveva iniziato ad essere distratto più o meno dall’arrivo di Minseok mentre Suho aveva passato l’ora restante a lamentarsi di quel postaccio. Alla fine aveva congedato i ragazzi ricordando loro di stare attenti nel ritornare a casa.
-E non passate vicino a quel posto. Camminate da questa parte del marciapiede- aveva gridato non appena gli diedero le spalle- mi raccomando!
Il giorno dopo Baekhyun e Jongdae pranzarono seduti ad un tavolo proprio alla fine della mensa assieme a Kyungsoo. L’amico aveva sorriso mentre Jongdae gli raccontava con enfasi tutto quello che era successo: dai danni di Baek alle lamentele del povero Suho.
-Smettila Jongdae, basta così- implorò Bekhyun nascondendo il viso tra le braccia- non ho fatto poi così tanti danni.
-No, in effetti potevi farne molti di più se Suho non fosse stato abbastanza vigile- convenne il ragazzo scherzando.
-Mi spiace non essere passato ieri ma mia mamma mi ha… trattenuto- mormorò Kyungsoo dispiaciuto.
-Che ha fatto? Lezioni di piano extra? Ti ha iscritto ad un corso di aerobica per modellare il tuo corpo?- domandò Jongdae tirando un poco la pelle del braccio dell’altro.
Kyungsoo si spostò guardando storto l’altro:- ehi, sono un intellettuale, il mio corpo si nutre di cultura, non ho bisogno di andare in palestra.
Baekhyun rise, la faccia ancora nascosta tra le braccia prima di sollevarla definitivamente a guardare gli amici:- la penso esattamente come te- convenne dandogli il cinque.
-Ehi, ehi, voi due, cos’è tutta questa sicurezza improvvisa?- interruppe Jongdae- dovrese prendere esempio da me: bel corpo, bel cervello.- ammiccò.
-Ed infatti è proprio perché hai un bel corpo e un bel cervello che devi recuperare l’insufficienza in matematica- affermò convinto Baekhyun.
Jongdae tossì appena, quindi si rivolse a Kyungsoo:- E quindi dicevamo? Perché tua mamma non ti ha lasciato uscire?
-Corsi pre-universitari- rispose l’altro.
-Non li stavi già frequentantando?- domandò Baekhyun.
Kyungsoo fece spallucce:- ha voluto che aumentassi le lezioni settimanali- mormorò arricciando le labbra in una smorfia.
Nessuno dei tre disse nulla per qualche minuto, sapevano quanto la madre di Kyungsoo potesse essere pesante, quanto difficile fosse anche solo tentare di non farle controllare la vita del figlio.
I ragazzi avevano conosciuto Suho un paio di anni prima, quando stavano cercando qualche lavoretto per racimolare i soldi per potersi fare un bel viaggio. Non appena la madre di Kyungsoo aveva saputo del lavoro lo aveva fatto licenziare immediatamente. Per quanto la riguardava anche il viaggio era fuori discussione: troppo lontano da casa, troppo piccolo, troppo pericoloso etc.
Alla fine Baekhyun e Jongdae avevano continuato a lavorare da Suho tre pomeriggi a settimana e durante le vacanze, Kyungsoo invece aveva iniziato a raccogliere le sue paghette in un salvadanaio, non che uscisse abbastanza da avere la necessità di spendere dei soldi del resto. Prima o poi lo avrebbero fatto quel viaggio.
-E’ arrivato sua maestà Park Chanyeol con gli altri due belli del reame.- disse ad un certo punto Jongdae.
Baekhyun guardò il ragazzo entrare assieme ad Oh Sehun e Kim Jongin e sedersi ad un tavolo al centro della sala che pareva essere lì a posta per loro. Aggrottò le sopracciglia girandosi verso l’amico.
-Non capisco perché sei così acido nei suoi confronti.
-Eh? Baek, sveglia, tu sembri l’unico in tutta la scuola a non vedere quanto quello lì sia un pessimo elemento.
Figlio di puttana, avrebbe voluto dire Jongdae ma si trattenne per il bene comune. “pessimo elemento” era davvero un eufemismo secondo lui.
-Cioè- iniziò Baekhyun guardando Kyungsoo in cerca di supporto- solo perché esce con Jongin e Sehun? Capisco che quei due non siano proprio il massimo ma Chanyeol non mi sembra affatto il tipo. Non è detto che se i tuoi amici sono in un certo modo o fanno certe cose allora anche tu lo sei o fai quello che fanno loro, no?
-L’erba cattiva va con l’erba cattiva- sentenziò Jongdae incrociando le braccia al peto.
Kyungsoo alla fine si decise ad intervenire nella discussione anche perché era di sicuro il più diplomatico dei tre e di quel passo Baek e Jongdae avrebbero finito per litigare:- più che altro, Baek, a scuola le voci girano…-
-Ma sono voci discordanti- sottolineò il ragazzo- c’è gente a cui Chanyeol piace e dice cose buone di lui.
-Vero- annuì Kyungsoo, condividendo con Jongdae una specie di senso di sconfitta- però- insistette fiaccamente- ricordati anche che ci sono anche voci non esattamente positive.
Senza contare che anche lui condivideva l’opinione di Jongdae. Gli amici te li scegli e Park Chanyeol non frequentava di certo due santi.




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Note: E niente, ci si prova. Prima ff su questo fandom, per adesso andiamo sull'arancione nonostante io sia MOLTO indecisa sul raiting da adottare. Dipenderà molto dalla direzione presa dalla storia. Ho delle idee e una trama di base, bosogna vedere quanto inserirò di quello che ho in mente u.u"
Disclaimer: La storia è frutto di fantasia e gli EXO -ovviamente pfff- non mi appartengono.
   
 
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