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Autore: Return_to_Nibelheim    25/04/2009    8 recensioni
Persino la bellezza dei ciliegi sfiorisce rifuggendo una perfezione immutabile.I petali galleggiano sull'acqua come stelle in un cielo senza luna.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Endymion, Serenity
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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SAKURA

(Fiori di Ciliegio)

Fiori di ciliegio, fiori di ciliegio,
per le campagne ed i villaggi
a perdita d’occhio
nebbia o nuvole
profumano nel sole del mattino.

Canzone giapponese

 

 

*Prologo*

THE WOOD

(La cima dell’albero)
 


La quiete che ammanta il palazzo in una tiepida coltre senza tempo, il silenzio materno e accogliente di secoli, si sgretola come sabbia asciutta nella forma di schiamazzi infantili: le suole di una bimba che indossa scarpine nuove che la mamma le ha regalato solo qualche ora fa in occasione della grande festa ondeggiano nell’aria in ampi oscillamenti, le suole si consumano ticchettando in schiocchi contro la superficie rugosa e il suono rimbalza crepitando tra i rami grandi e piani, la vernice lucida si è già strappata e graffiata in più punti. Una risata argentea fluisce tra lunghi capelli biondi, nelle pieghe di vesti sporche arricchite di bagliori rugiadosi d’oro e argento frullando contro il cielo di un celeste pallido ed esangue.

Sotto di lei le grida.

Suppliche mischiate a intimazioni.

Ordini uniti a vaghe implorazioni di scendere.

Promesse di sonore sculacciate assieme all’assicurazione che non le si torcerà un capello.

Quattro voci totalmente dissonanti ad accalcarsi in disordine come i vestiti nel suo armadio. Ci sarebbe di che restare perplessi sul da farsi se avesse intenzione di dar loro retta. Davvero, pensa lei, uno di questi giorni dovrebbero mettersi d’accordo sul modo di farmi obbedire. Non teme di essere raggiunta perché nonostante siano più grandi, corrano più veloci di lei e conoscano tutti i suoi nascondigli preferiti non sono amanti delle grandi altezze. Specialmente Mars, che però non lo ammetterà mai.

La principessina scoppia a ridere al pensiero.

C’è tanta pace qui

Non ha mai avuto una gran predilezione per il giardino del palazzo da che ha memoria. Pare gli si sia stato dato il nome di giardino per mera convenzione dal momento che non vi sono piante né fiori ma solo una distesa azzurrina uniforme percorsa da sottili sentieri bianchissimi costellati di luci flebili che danzano nell’aria come lucciole ma non sono vive. Tutto è tinto della tenue luminescenza cristallina della luna. Persino camminare tra quei viottoli deserti le invade l’animo di una sottile inquietudine. Dà l’idea d’esser sole.

Non le piace.

Poco fa poi s’è addirittura ripromessa di essere brava come regalo per la mamma e così dopo essersi lavata, pettinata e vestita senza che qualcuno dovesse trascinarcela a forza come di consueto, invece di bighellonare in cerca di avventure solitarie si è seduta alla finestra della sua camera con un libro che le aveva imprestato Mercury, fiera del suo proposito, per passare il tempo; ma quel romanzo era di una noia devastante – una storia d’amore tragico, nientemeno! - e dopo poche righe ha finito col tenerlo in grembo con aria inutile, scorrendo a tratti le pagine scritte fitte e senza figure per dare l’idea di essere immersa nella lettura in caso a qualcuno fosse venuto in mente di dare una sbirciata, ma la mente era persa in fantasticherie. Fuori c’era il giardino, e il grande albero sul lato sud. Veramente sulla luna gli alberi non crescono al di fuori delle serre reali ma quello, qualunque cosa fosse, vi somigliava abbastanza da meritare quel nome.

Un enorme fusto sterile si stagliava in alto fino a perdersi nell’omogeneità immota di flebile luce e sogno artificiale del cielo di Silver Millennium; un legno cobalto pallido striato di celeste in venature sottili e imperfezioni della corteccia. Così grande e ampio che le radici avrebbero potuto scavare il terreno sotto tutto il palazzo reale, che è la misura più grande che la sua mente riesce a concepire. E d’improvviso la principessa, da sempre atterrita dalle sue ombre decise e dalla sottigliezza scheletrica e immobile dei suoi rami, si sente invadere da una tenue, tiepida quietudine che la richiama a sé. Salirvi è stato null’altro che ispirazione del momento. Attratta da un’improvvisa percezione di bellezza tutta nuova ha scavalcato la finestra per non dare spiegazioni sospette alle guardiane di posta all’uscio - meglio chiedere il perdono che il permesso. Nel farlo ha strisciato contro il cornicione e le si è disfatta l’acconciatura la cui edificazione aveva portato via tanto tempo a Jupiter: i riccioli le sono cascati  flosci senza forma dalla nuca e davanti agli occhi. Le rose che ne fissavano le ciocche sono cadute o hanno subito gravi danni, una pioggia di petali bianchi è danzata verso il suolo come vittime di una contesa. Il tentativo di porvi rimedio senza l’ausilio di uno specchio ha solo peggiorato la situazione dando alla sua chioma una singolare forma a nido d’uccello che certamente non farà scalpore nella moda di Silver Millennium. Dal Palazzo giungeva un vociare indistinto e vago, e le prime note stonate delle concertiste reali intente ad accordare gli strumenti.

Archi, ottoni, un pianoforte, un’arpa d’argento.

Forse la mamma suonerà per deliziare gli ospiti o lo lascerà fare a me anche se non saprei tirar fuori più di una filastrocca stonata a due dita, pensa, ma tutti mi applaudirebbero lo stesso senza uno straccio di merito. Conquistare quell’albero invece sarebbe un’impresa quantomeno straordinaria.

Solo una volta all’inizio della scalata, in punta di piedi su una grossa radice ritorta ad allungare il braccio verso un grosso ramo più basso si è chiesta per quanto tempo sia riuscita a starsene buona e tranquilla. Molto poco, si è risposta distrattamente con una scrollata di spalle, ma la mamma apprezzerà comunque lo sforzo. E’ salita con un sentimento di crescente esaltazione a guidarne i passi verso le irregolarità del fusto, le mani in appigli, d’istinto. Non credeva d’esserne capace non avendo mai tentato, eppure si è resa conto di possedere un discreto talento! Alla fine s’è ritrovata a una ventina abbondante di metri dal suolo prima che un grido squarciasse il silenzio costringendola a tapparsi le orecchie a discapito della presa. Anche adesso, quanti strilli! La principessa non si sarebbe stupita di poterli sentire fino all’altro emisfero della luna. Venus ha sempre avuto una voce troppo squillante per i suoi gusti, infatti non a caso delle guardiane è l’addetta alle ramanzine.

Adesso mirano a rintronarla e a farla cadere, forse.

Jupiter ha i riflessi abbastanza pronti e la forza per afferrarla al volo.

Questo naturalmente senza contare la miriade di rami su cui si infrangerebbe la schiena prima di atterrare dolcemente tra le sue forti braccia, ma a questi particolari non ci si pensa mai nel momento dell’azione. Seduta a cavalcioni su un ramo senza alcuna intenzione di obbedire alle guardiane la principessina si domanda divertita chi tra loro si staccherà dal gruppo per andare ad avvertire la regina.

Mercury la esclude.

Per quanto puntigliosa non è una spia.

Venus è la più permissiva e a volte l’aiuta a trasgredire, quindi no.

Punta tutti i suoi spiccioli su Mars. Infatti poi è Jupiter. Fortuna che ha scommesso con se stessa.

La vede scomparire in un guizzo verde, inglobata dalle porte del palazzo che si staglia ai suoi piedi piccolo come un giocattolo, dunque immeritevole del benché minimo interesse. Adesso ha poco tempo per bearsi delle sensazioni che la invadono dal momento che quando arriverà la mamma non ci sarà spazio né tempo per i capricci, quindi tanto vale godersela. Si adagia all’indietro intrecciando le dita al petto. E’ come galleggiare su un mare d’aria immobile e senza vento: davanti a lei, grande e luminosa immersa nell’uniformità del cielo di casa, la Terra.

Non è niente di particolare, dapprincipio, solo qualcosa di diverso su cui posare gli occhi. Nulla di nuovo. L’ha vista tante volte appesa lassù come un palloncino iridescente: pallida, indifferente, silenziosa. Le guardiane le hanno sempre proibito d’andarci ma nemmeno saprebbe come fare o comunque non s’è mai interessata. Qualche volta ci sarebbe anche la tentazione, per dispetto o per sfida, ma se la mamma deve rivolgervi tante preghiere per assicurarne la pace e la prosperità, invocazioni al potere del Cristallo che immancabilmente la lasciano spossata al punto da non avere voglia di giocare deve essere davvero un posto orrendo e non può valere un castigo.

Ma adesso i colori la incantano.

Il verde, il giallo, il bianco delle nubi ad arabescarne l’intero globo in forme vive e cangianti. L’azzurro chiaro dei suoi occhi attoniti si riflette nel blu lustro e limpido di un mare che pare sconfinato. Non ha mai visto un azzurro tanto intenso, di certo non a Silver Millennium dove tutto è avvolto in una coltre d’argento.

La Terra è un gioiello prezioso.

Da rimirare da lontano quasi con soggezione.

Per questo quando la regina chiama non indugia nel distogliere lo sguardo.

Ne è quasi sollevata. Fa per scendere, dal momento che, pensa, non sarà più difficile che salirci, ma le viene intimato con una voce ferma e autoritaria a cui non è avvezza di non azzardarsi a muovere un’unghia mentre un giovane garzone chiamato d’urgenza si sarebbe adoperato per portarla giù. Lui è talmente veloce da lasciarla di stucco, questo tizio potrebbe fare invidia persino a Luna. E poco importa che non dia affatto l’aria di essere lusingato dalla fiducia accordatagli dalla Regina per quella delicatissima missione di salvataggio, che il suo sguardo sia seccato e astioso o che per correre in soccorso di una mocciosa viziata il suo lavoro subirà un ritardo mostruoso e sarà costretto a recuperare il tempo perduto. Quando l’afferra – con un braccio solo e senza nemmeno trovare un punto d’appoggio nel ramo che la principessa ha eletto a dimora provvisoria – la carica sulle spalle con malagrazia come un sacco di quelle verdure orripilanti che cercano sempre di farle mangiare. Ma non te l’ho mica chiesto io, pensa la principessa aggrappandoglisi al collo con forza. Stringe le labbra in una smorfia altera e stizzita tutto il tempo della discesa. Che è poco, comunque. Mi sarei potuta arrangiare da sola senza dar fastidio a nessuno, prenditela con mia madre se la cosa ti disturba tanto, accidenti!

 

 

La punizione la trascorrerà nella sua stanza con Mercury, dopo la festa perché - parole di sua madre - lasciare che la mia Serenity non presenzi alla festa sarebbe soltanto una punizione per la sottoscritta. Con la pancia ancora piena di torta e gelato e la musica allegra di valzer e minuetti nelle orecchie, dopo essersi preparata per la notte e messa a letto, si sorbirà uno degli interminabili trattati morali della guardiana sull’importanza dell’obbedire alle regole e sulle responsabilità che il suo ruolo di principessa le impone. A differenza del solito però la giovane principessa non recalcitrerà dopo poco né darà segni di impazienza. Non la distrarrà dal suo ruolo di moralizzatrice proponendole dei giochi e non fingerà d’assopirsi per poi mettersi a saltellare sul letto non appena sentirà i passi farsi sempre più lontani e la porta chiudersi con un cigolio. Non le farà il verso alle spalle né cercherà di impietosirla con uno sguardo lacrimevole.

Mercury lo vedrà come un buon segno.

La principessa resterà tutto il tempo seduta tra le coltri in un silenzio assorto.

Coi gomiti poggiati sulle ginocchia e le guance tra le mani a fissare il cielo di sottecchi.

Se fossi salita più in alto, pensa, fino a raggiungere la Terra, forse avrei potuto divertirmi un altro po’.


The Wood - La cima dell'albero
(FINE)



*


Note dell'autrice: Qualsiasi libertà io possa essermi presa sull'ambientazione è a fini di trama. Personalmente poi non ho memoria di una Silver Millennium immersa nel verde o nel grano dorato come alla Mulino Bianco! :D Ho sempre immaginato che sulla luna i fiori e gli alberi potessero crescere solo nelle serre, così come ho sempre immaginato Serenity come una bambina molto allegra e vivace ai limiti del pestifero piuttosto che una giovane posata e un po' timida. Nel manga si fa menzione del grande amore di Serenity per la Terra e la sua gente. Tuttavia non credo che questo sentimento sia nato dal nulla, a mo' di colpo di fulmine. Nemmeno con Mamoru, che pure dovrebbe essere il principe del suo destino, ha provato un colpo di fulmine, anzi, all'inizio gli stava proprio antipatico (non che lui facesse molto per rendersi gradevole)! :D All'inizio è un interesse vago, infantile e pure un po' egoistico che col tempo si trasformerà in un amore forte, quasi un'ossessione.
"La cima dell'albero" (The Wood) è una delle Clow Card e ogni capitolo di questa storia porterà come titolo il nome di una carta. Non c'è un vero e proprio motivo per questa scelta, è che mi piace un sacco Card Captor Sakura.
   
 
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