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Autore: _Nimphadora_    05/08/2016    4 recensioni
«Ti odio»
Ripeté.
Lo stesso tono roco.
La stessa rabbia fredda.
-...-
«Ti amo»
Remus respirò il suo odore di whisky e ne rimase intossicato.
Sirius era veleno nel suo sangue.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'When Love Hurts'
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Una casa di fantasmi





«Ti odio»
Remus lo guardò stanco, piegò la testa, sembrava invecchiato di vent'anni in pochi istanti.
Non rispose, lo guardava e sembrava che la loro distanza fosse molta più del metro scarso che li divideva.
C'era silenzio.
C'era troppo silenzio, un silenzio che urlava da far scoppiare tutto e Sirius non ce la faceva quasi più.
Sembrava si fosse trascinato in avanti nel fango per anni.
Il Nº12 di Grimmauld Place era diventato una casa di fantasmi.
Com'era passato tutto quel tempo? Quando erano invecchiati?
Sirius guardava Remus e lo odiava. Odiava le sue rughe, le sue occhiaie, i suoi abiti sdruciti.
Dov'era quel ragazzo ingenuo con gli occhi verdi verdi verdi?
E lui? Lui dov'era?
È morto, morto dentro.
Se lo sono mangiati i Dissennatori, Sirius Black.
«Ti odio»
Ripeté.
Lo stesso tono roco. 
La stessa rabbia fredda.
La bottiglia di firewhisky gli scivolò dalle dita sottili e si schiantò, spaccandosi in tanti piccoli pezzi.
Il rumore si espandeva nella vecchia cucina.
«Non fare il bambino, Sirius»
Oh, Godric.
Come osava?
Remus lo guardava con quel suo finto perbenismo adesso. Sirius gli avrebbe staccato la faccia a morsi.
Quand'è che il loro amore era morto di stenti?
«Io ti ho aspettato, per tredici anni»
Sussurrò, un sorriso folle che ora gli incorniciava il viso scavato.
La sua bellezza si era prosciugata molto tempo prima.
«Le cose cambiano, è passato così tanto tempo. Tu non sai cosa ho dovuto passare...»
Rispose Lupin, gli occhi verdi annacquati e lontani.
Controllato.
Senza sbavature fatte di emozioni.
Lui? 
Cosa aveva dovuto passare, lui?!
Sembrava uno scherzo di cattivo gusto.
Lui Azkaban sapeva a stento com'era fatta.
Lui non conosceva il vero dolore.
Lui non sapeva cosa si provasse a sentire i ricordi sbiadire, risucchiati via.
Non sapeva cosa volesse dire dimenticare se stessi.
«Ma ora basta Sirius, davvero. Sei ubriaco perso»
E una risata che sembra più un latrato rimbombò intorno a loro in un lugubre eco.
«Quello perso fra noi due sei tu, Moony. Ma guardati, non vali niente. Guardati, senza di me non potevi valere niente...»
E poi un passo avanti.
Sirius invase il suo spazio, Remus si irrigidì in fretta.
«Non vali niente, niente Remus»
E ora lo vedeva, lo vedeva il lupo nei suoi occhi.
La rabbia che usciva fuori.
Remus ci combatteva da tutta una vita e Sirius voleva solo farla uscire fuori, a briglie sciolte.
Voleva vedere una minima traccia di vita nel suo corpo stanco.
«Quindi finalmente ora siamo sullo stesso piano, vero Sirius?»
La voce amaramente ironica, il lupo che si tiene all'erta.
Sirius non sapeva nemmeno bene come fosse successo.
Non sapeva perché.
Lo schiocco di uno schiaffo gli riempì le orecchie, fu come guardarsi dall'esterno.
La guancia di Remus si tinse di scarlatto, lo vide sgranare gli occhi.
Ecco, sì.
Sì, così. 
Vieni a prendermi, Moony.
Remus lo spinse contro il muro, gli faceva male, lo colpiva. 
E Sirius rideva, rideva rideva rideva.
Si schiacciava contro il suo corpo, contro il suo carnefice.
«Tu eri tutto quello che avevo, BASTARDO. Quella notte io ho perso tutto, TUTTO!»
Gli urlava Remus, le lacrime pesanti come macigni.
Sirius cercò le sue labbra, le morse, sentì il sapore del sangue nella sua bocca calda.
«Colpisci più forte»
Gli sussurrò poi, contro le labbra sottili.
Il fiato umido e pesante.
Remus sembrò farsi piccolo piccolo all'improvviso.
Aveva gli occhi di un bambino che non trovava la strada di casa da troppo tempo.
Torna Moony, torna qui.
E il lupo e l'uomo assieme sprofondarono fra le braccia dell'ubriaco.
Quasi non le riconobbe.
Di chi sono queste braccia? Di chi è questo sangue?
«Spingimi via»
Gli disse a denti stretti.
Sirius lo strinse un po' più forte.
Non aveva senso, nulla aveva senso.
Forse aveva bevuto troppo.
Lo strinse fino a fargli male, ricavandone una magra soddisfazione.
«Cacciami fuori da questa casa, io non voglio ricascarci mai più in tutto questo»
Lo supplicò ancora Remus, sembrava sul punto di piangere per davvero.
Eppure Sirius era sempre stato così egoista...
«Ti amo»
Gli rispose, non aggiunse altro.
Era l'unico modo per incatenarlo a lui, per farlo restare ancora un po'.
Remus si sciolse, oro fuso, non aveva la forza di tenersi insieme.
Si sosteneva sulle sue braccia.
«Vaffanculo»
Ringhiò.
Sirius poggiò la fronte sulla sua.
«Tanto lo sai che non ho mai smesso»
Remus respirò il suo odore di whisky e ne rimase intossicato.
Sirius era veleno nel suo sangue.
«Ci ho provato, io ci ho provato davvero a dimenticare...»
Ma lui lo zittì ancora.
L'indice sulle labbra pallide e screpolate.
L'ombra del ragazzino che era stato.
«Ti amo. Resti?»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Non so da dove sia uscita questa cosa, non chiedete. Una canzone, una frase detta per caso, ed ecco che l'ispirazione viene all'improvviso. Mi sono messa a scrivere senza sapere dove mi avrebbe portato ed eccola qui. Se fa schifo abbiate pazienza, se vi è piaciuta sappiate che è stata scritta con una parte di cuore.
Un bacio,
-Nimph

 
  
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