Anime & Manga > Shugo Chara!
Segui la storia  |       
Autore: kissenlove    06/08/2016    1 recensioni
Salve, ragazzi!
Visto e considerato che sono una fan sfegatata della Amuto, e come tutti voi altre fan voglio che loro stiano insieme, perché sono destinati dalla chiave e il lucchetto, ho deciso di scrivere e pubblicare una raccolta di momenti dedicati a Amu Hinamori e Ikuto Tsukiyomi, in cui forse verranno soddisfatti molti dei tanti desideri dell'anime.
“Io ti odio Ikuto!” - gli gridai in faccia innervosita, vomitando tutto l’odio che in quel momento provavo per lui. Odiavo il modo in cui si poneva nei miei confronti, odiavo quei suoi capelli che ricordavano tanto il pelo di un gatto, detestavo quando quel sorrisetto da insulso idiota gli si disegnava in faccia, quando spesso mi prendeva in giro. Lo odiavo con tutta me stessa, perché mi sconvolgeva, perché mi faceva provare un sentimento troppo complicato.
Quando fui convinta di averlo ferito con quelle parole, piene di ribrezzo, fu in quel momento che i suoi occhi incontrarono i miei ambra, e che mi annullarono totalmente come tutte le altre volte. - “Davvero mi odi Amu? Dimmelo sinceramente.” -
Silenzio penetrante.
“No. Non ti odio..” mormorai a me stessa. “Non l’ho mai fatto.”
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                          Terzo momento
                                                                             ~litigi


<> gridai al cielo fermandomi improvvisamente. 
Se qualcuno mi avesse notato del tipo “ma guarda quella pazza cosa sta combinando?” sì la pazza sono io in questo caso, probabilmente mi avrebbero detto di andarmi a ricoverare al più presto in una struttura adeguata, ma esiste una struttura per le ragazze innamorate?
Credo che non l’abbiano ancora inventata, per mia enorme sfortuna. Dovevo assolutamente dare un taglio a questo mio atteggiamento da bambina immatura, ho pur sempre sedici anni ormai. Immagino già cosa mi avrebbe detto quel gattaccio pervertito se sarebbe saltato all’improvviso. Mi avrebbe dato della matta, accompagnando quella parola con quella sua risatina snervante ma dannatamente sexy.
Aspetta, perché diavolo sto pensando a quel pervertito di Ikuto! Sento le guance andare a fuoco a poco a poco, lo stomaco attorcigliarsi e la mia mentalità andarsene a quel paese. Perché quando parlo di quel pallone gonfiato di un gatto il mio intero corpo reagisce di conseguenza? Lui è solo.. solo un semplice gatto nero che porta sfortuna a chi gli sta vicino, - come mi raccontò Tadase - eppure una piccola parte di me riesce a partorire così assiduamente la sua immagine ogni cinque secondi, senza stancarsi mai di osservare come un ebete i suoi profondi e misteriosi cherubini, il suo fisico statuario o la faccia tosta con cui osa farmi dispetti solo perché gli piace che mi arrabbi. Vogliamo parlare anche del suo strano modo di entrare in casa mia? L’ultima volta per colpa di quel gattaccio mi sono ubriacata, e non facevo altro che dire frottole ai miei amici dopo che lui mi aveva abbandonato nell’armadio della stanza. Spero solo di non aver detto nulla di tanto sconveniente a Tadase che lo abbia ferito, perché stamani ha insistito per parlare a quattr’occhi con me, e la mia mente ha cominciato a farsi i filmini nella testa: magari gli avrò detto che non lo amo, che sento lo stesso sentimento per due ragazzi che sono completamente l’opposto, oppure come al solito ho sputato fuori la mia dose quotidiana di menzogne. No! Perché? Dannato Ikuto, questa volta me la paghi sappilo! 
<< Amu! >> questa volta è Ran a distrarmi dal flusso incontenibile di pensieri, che in questo preciso momento si arrovellano nella mia testa come un disastroso grattacapo. Appena abbasso di poco la testa per risponderle: << Ran, cosa c’è?! Sto pensan- >> le parole mi muoiono in bocca, come tutte le volte che lo vedo avvicinarsi con la grazia che ostenta in ogni singolo movimento compiuto che lo avvicinano a me. Il principe sta venendo nella mia direzione, e questa volta correndo. Mi blocco, mentre i miei shugo chara fanno le loro solite congetture sulla mia testa. 
<< Secondo me si dichiara! >> esclama Suu con gli occhi che le brillano, perché lei è molto romantica, come del resto lo sono anche io, ma non supero di molto il limite delle sdolcinatezze... con Ikuto sopratutto questo non succede mai. Tra di noi non esiste la dolcezza, il romanticismo che una normale coppia potrebbe aver... aspetta, ho detto coppia! 
<< Sì, con tanto di proposta di uscire insieme stasera. >> continuò Dia. 
<< Magari con un mazzo di rose rosse! >> s’intromise Miki. 
<< La porta a cena forse, oppure al cinema. Tadase è davvero un romanticone! >> esclamò Ran mostrandosi molto “espansiva” nel dirlo. Intanto che il principe si avvicinava a passo spedito lanciavo alle quattro sguardi carichi di odio, che loro afferrarono al volo smettendola di spettegolare in mia presenza. Quando il teatrino finì iniziai a pensare a un modo per evitare quella conversazione, ero brava a inventare menzogne per risolvere i pasticci, ed ero perfettamente capace di mentire a me stessa sui miei sentimenti, quindi perché non avrei dovuto provarci anche con lui? Potevo inventarmi di non stare bene, Tadase è un tipo molto dolce e sempre disponibile ad aiutare i propri amici, e sa bene cosa fare per risollevare il morale delle persone, eppure il mio corpo non reagiva allo stesso modo, non avvertiva gli stessi devastanti sintomi. Quando stavo con Tadase le farfalle nello stomaco si calmavano, il rossore dimuiva e tornava il pallore, ed ero in grado di specchiarmi nei suoi occhi senza sentire il cuore palpitare con foga. Invece con quel gattastro il tutto diventava più complicato. Era come se non avessi controllo su me stessa, come se a un certo punto il mio corpo non rispondesse più. Non volevo provare tutte quelle cose per il nemico giurato di Tadase, ma questa storia va avanti da quando avevo solo dodici anni ed ero Joker nei guardiani, da quando Ikuto è entrato paradossalmente nella mia vita non sono più riuscita ad abbandonare questa sensazione. Mi perseguita, mi fa sentire colpevole perché sto iniziando a divenire consapevole di quello che il mio cuore sta cercando di farmi comprendere. Forse, è vero che un cuore non batte così tanto per tante persone diverse, ma solo per una, la più speciale. Purtroppo il mio cuore si è intestardito, e batte ultimamente solo al sentir proferire il nome “Ikuto” e io sto rischiando seriamente di impazzire a furia di reprimere ciò che vanamente spero sia solo qualcosa di passeggero. Qualcosa che a distanza di due, forse tre anni, cancellerò dalla mia testa, per vivere la mia vita tranquillamente come prima, ma finché Ikuto mi ronzerà attorno non ci riuscirò, e io voglio riuscirci! Io non sono innamorata di un gatto, il mio cuore e la mia mente non dicono la stessa cosa, ma io voglio ascoltare solo la mente, perché la strada del cuore è troppo pericolosa e imprevedibile, e ho paura che seguendola possa accadere qualcosa.
Che devo fare? Dovrei vivere la mia favola col principe Tadase, oppure in alternativa accettare quello che mi sta succedendo, accettando il fatto che sono destinata a quell’unica persona che mi fa battere tanto il cuore ogni volta... smettere di prendermi in giro, e accettare, rassegnarmi di essere innamorata di Ikuto? Non posso, Ikuto non è innamorato di me, e tra noi non potrà funzionare. Forse, è meglio. Io e lui apparteniamo a mondi diversi, siamo diversi, abbiamo prospettive e sogni diversi. Inoltre Ikuto non prova lo stesso, lui non fa altro che prendermi in giro ogni volta che glielo concedo, nei suoi occhi profondi e enigmatici non c’è nulla, non c’è quella scintilla che illumina i miei invece. Lui mi confessò che mi amava, che era innamorato, dopo che Tadase l’aveva fatto, solo perché non sopportava di essere stato battuto dal principe, non perché ci tenesse a me. Basta Amu! 
<< Amu... >> respira piano, cerco di comandare il mio corpo a reagire allo stesso modo, ma è tutto inutile. Le farfalle sono immobilizzate. 
<< Ciao T-tadase >> 
Non appena placa l’affanno per la corsa si alza e i nostri occhi si incontrano, ma non avverto nulla nemmeno questa volta. 
<< Volevi dirmi qualcosa? >> lo anticipo. 
Lui assume un’espressione basita, si starà chiedendo se è una coincidenza che io sappia di cosa mi parlerà. I nostri shugo chara ammutoliti assistono alla nostra scena, che ora è diventata imbarazzante visto il silenzio che si può fendere con il coltello tra di noi. Nessuno dei due ha intenzione di parlare, chiusi nella propria barriera, con gli occhi abbassati, la colpa mia, la decisione sua.
<< Dai, Tadase... >> fa Kiseki, il suo shugo chara, stringendo il piccolo pugno, mentre Tadase pronuncia un flebile << Sì. >> 
<< Allora? >> lo incalzo incrociando le braccia al petto. Lui mi fissa serio in volto, mentre con i piedi ciondola da sinistra a destra, e poi viceversa. Scende un nuovo silenzio estenuante tra di noi. Un silenzio che mi impegno, senza volerlo, a prolungare dando ascolto nuovamente ai miei pensieri, alla mia testa, al mio cuore, come in un tribunale mentre io ero la reo confessa. Dovevo essere processata per tentato attentato al cuore del signor Tadase, resistenza al signor Ikuto e omicidio plurimo di cuori. Chi mi accusava aveva ragione. Ero una persona irresponsabile, orribile, che non trovava modo di vivere la propria felicità perché era chiamata a scegliere, ma la scelta era difficile e le sarebbe costata tanto. Dovevo scegliere se amare il principe puro, l’amico disponibile, presente, che le aveva in precedenza confessato di essersi innamorato di una sola parte di me, oppure se ero totalmente innamorata del ragazzo enigmatico, misterioso, completamente pervertito, che non faceva altro che ridicolizzarmi. La scelta era complicata, perché provavo troppi sentimenti, troppe emozioni che non avevano ancora un loro proprietario, ed erano destinati a non trovarlo mai. Solo che mi dovevo decidere, perché il mio cuore accettava un solo uomo, un uomo che avrebbe fatto parte per sempre della mia vita. Ikuto, freddo, insensibile, misterioso, oppure Tadase, timido, romantico e insicuro? 
Questo era il problema. 
<< Sai, quando abbiamo fatto quel party a casa tua.. >> 
Oddio, non starà per dire che gli ho blaterato qualcosa di sconveniente: del tipo sono innamorata di Ikuto, lo amo, e tu non sei niente per me Tadase. No, spero di no! 
<< Scusa.. per quello che ho fatto o per quello che avrò detto. >> 
Tadase mi ferma. << No, Amu non devi scusarti di nulla.>> traggo un sospiro di sollievo, non ammazzerò quel gattastro, ma se me lo ritrovo di fronte gliene canterò quattro. << Visto che non tornavi, io e i ragazzi siamo venuti a prenderti, e tu eri nell’armadio, da sola, a dormire con quattro bottiglie di champagne in mano. >> 
<< Come? Quattro! >> ne avevo bevute solo due, pezzo di idiota di Tsukiyomi se ti prendo ti distruggo davvero, sicuramente sarò sembrata un’alcolizzata. 
<< Sì. Quattro, ma tranquilla non hai fatto nulla di male. Hai semplicemente dormito, tutto qui.>> 
<< Ho detto qualcosa di strano? >> sussurro più a me stessa che a lui, imbarazzata. 
<< No. >> Tadase solleva le labbra. << Hai semplicemente dormito come un piccolo angioletto.>> 
<< Meno male.. >> porto una mano sul petto per calmare il mio cuore, che stava scalpitando da ore, per colpa di questa orribile faccenda della sbornia, causa legata sempre a quel gattaccio. 
<< Perché?>> mi domanda Tadase accigliandosi. 
Adesso che diamine gli vado a dire? 
<< Sai... quando abbiamo fatto quel gioco tu mi hai chiesto cosa provavo davvero. Se ero innamorata di te oppure di... >> non ho abbastanza fiato e coraggio per proferire il nome di quello stronzo sexy. 
<< Ikuto? >> conclude lui, mettendomi di fronte all’amara scelta. 
Abbasso gli occhi a terra contemplando le scarpe. 
<< Sì, ma era solo un gioco.>> sottolinea la parola “gioco” ma per me non è così; i miei sentimenti non sono frutto della mia banale fantasia, li avverto chiaramente dentro di me. Tadase si aspettava quella mia risposta che io non gli ho detto, o non gli ho voluto dare, perché in quel momento che tutti i nostri amici ci guardavano la confusione nella mia testa è esplosa distruttiva. Poi è successo quel che è successo, Ikuto si è presentato come a suo solito, con quelle bottiglie di champagne, e con un pretesto, persuadendomi, mi ha costretto a berle facendomi perdere completamente lucidità, e inoltre salvandomi da una situazione piuttosto confusa al piano di sotto. 
<< Per me, invece, non lo è Tadase. >> gli rispondo a tono, alzando di scatto il volto. 
Tadase mi guardò stranito, come se non mi riconoscesse più, perché credeva fosse l’effetto di un chara-change di Ran, Miki, Suu o Dia.. ma no, avevo deciso, volevo smetterla di nascondermi dietro una sporca bugia che prima o poi avrebbe scoperto, volevo aprire il mio cuore e confessargli il nome di chi aveva occupato il mio cuore per mesi, senza ripensamenti, senza sentirmi in colpa, perché solo essendo sincera il colpo che gli avrei inferto sarebbe stato meno letale. 
<< Da qualche anno ho iniziato a provare qualcosa che mai avrei pensato di.. insomma, provare per qualcuno, qualcosa che non è lontanamente spiegabile, che va oltre la comprensione umana... >> mi interruppi solo per osservare la mimica facciale a quelle mie parole, ma Tadase era serio e non sorrideva. La questione lo stava iniziando a preoccupare. << sento amore... amore per questa persona che mi ha sconvolto nel modo più naturale possibile, perché questa persona è entrata nella mia vita così all’improvviso che non ho potuto evitare di conoscerla.. >> sentivo gli occhi pizzicare, ma non volevo piangere, non potevo essere debole ai suoi occhi. <<... Tadase non voglio ferirti.>>
Lui si perse con lo sguardo nel vuoto, poi oscillò con la testa, e disse << Va bene.>> 
Aveva capito? Aveva capito quello che gli sto per dire? Non poteva essere vero... 
Lui adesso aveva capito, in cinque secondi, quello che io non avevo capito in quattro anni interi in cui ho avuto quel gattastro tra i piedi! Improvvisamente mi sento in colpa, se la terra potesse inghiottirmi vorrei lo facesse, scenderei all’inferno e mi farei un giro assieme a Caronte sulla sua barca, ma sono sicura che i miei peccati non corrispondano a nessun girone. Finirò dritto in fondo alla lista. Abbasso lo sguardo, il terreno mi sembra l’unica cosa che mi interessi in questo preciso istante. 
Le mie quattro shugo chara si sono sbellicate dalle risate, ma per me questa è una vera e propria tragedia: sono proprio una cretina e lui ha capito, ha fatto due più due, amo quel dannato Ikuto
<< Non preoccuparti, Amu. >> finalmente parla, ma non mi alleggerisce il peso che sento.
 Non proferisco alcuna parola, finché alle mie quattro shugo chara non si aggiunge un quinto, che ha le sembianze dello shugo chara della mia incudine quotidiana, Yoru. 
<< Ciao! >> 
<< Yoru. >> dicono all’unisono le mie tre shugo chara. 
<< Che ci fai qui? >> chiede Ran, seccata con lo shugo chara dalle sembianze di gatto. 
<< Non vi deve interessare. Io e Ikuto... >> 
<< Ikuto! >> esclamo, quasi contenta di poter pronunciare il suo nome con una vivacità così palpabile, che sconvolge non poco il mio amico Tadase. 
Yoru si imbroncia. << Ci sei anche tu?>>
Improvvisamente alle mie spalle compare l’innominabile persona dei miei incubi. 
<< Amu.>> mi chiama, e la sua voce profonda mi trapana il petto con violenza inaudita, e le farfalle riprendono a vorticare per tutto lo stomaco, ma cerco di ignorarle, devo ignorarle. 
Mi volto a rallentatore. La luce del sole gli illumina gli occhi blu notte, il suo fisico slanciato lo fa somigliare a un atleta, ora più che mai, visto che ha ventuno anni, e al mio confronto lui è un uomo. Spalanco la bocca, quando il mio sguardo finisce sul suo petto muscoloso, coperto con una camicia azzurra. La mia mente continua a partorire incessantemente pensieri non poco casti su di lui. Cerco di allontanarli scuotendo il capo, mentre lui ghigna con il suo sguardo che ha il potere di sciogliermi come un ghiacciolo. << Lo sai, Amu? >> si avvicina, inizio a sudare freddo per un mix di emozioni che si confondono facilmente nel mio corpo. Si ferma improvvisamente a distanza di sicurezza. 
<< Sei così.. >> si interrompe per guardarmi meglio. I suoi occhi, i suoi occhi così tenebrosi mi spogliano della mia sicurezza, scendono in me e sviscerano ogni mio pensiero, mentre di lui non so niente, non so cosa vuole, cosa ardentemente desidera per sé, e questo mi manda in bestia completamente. Vorrei poter leggergli gli occhi come fa lui come me, scoprire e indagare a fondo ogni suo punto debole, ogni suo piccolo momento di debolezza o di profonda amarezza, invece lui era un vero arcano. Questo riusciva a spingermi a continuare nonostante i miei continui fallimenti. 
<< Così.. >> si avvicinò fino a sfiorarmi il naso, ma poi si ritrasse come un gatto a cui qualcuno ha pestato la coda. << ridicola! >> finì, mentre con un tonfo sprofondavo nella mia delusione. Però sapevo rialzarmi in fretta per non dargli alcuna vittoria. 
<> lo rimbeccai. 
<< Sei così prevedibile, confettino.>> mi accusava di non essere un divertimento per lui, perché mi dovevo invaghire di un cattivo ragazzo? Perché i cattivi ragazzi sono dannatamente pervertiti, era la risposta che la mia testa mi rivolgeva, ma non era sufficiente. Non potevo innamorarmi di uno come Tadase? No, dovevo innamorarmi di Ikuto, arcano per natura. Una natura di gatto. 
<< Cosa diamine facevi qui! Mi segui per caso? Guarda che potrei denunciarti per stalking! >> 
Ikuto non sembra toccato dalle mie parole, e continua a sollevare i bordi delle labbra. 
<< Passavo da queste parti e vi ho visto.. >> alludeva a Tadase. 
<< Ikuto. >> lo salutò Tadase, ma l’atmosfera intorno a noi stava diventando irrespirabile, al pari del vecchio far west, quando i due a un certo punto recuperavano la pistola per puntarsela contro e sparare, mentre io stavo nel mezzo tra incudine e martello, tra il ragazzo che mi era piaciuto anni fa e il ragazzo di cui adesso mi scoprivo invaghita. 
<< Ah, ci sei pure tu principino. >> lo derise, e Tadase si controllò per non fare la chara trasformation e dargli addosso come suo solito, perché non digeriva la sua aria da strafottente, e poi perché non solo era stato nemico giurato, uno dei membri più pericolosi della Easter nella caccia di uova x, ma anche perché... era suo nemico in amore, visto che il mio cuore pareva destinato ad essere abitato da due uomini. Ikuto e Tadase, facce opposte della stessa medaglia, eterni rivali, e quasi fratelli. 
<< Ikuto.. ci stavi spiando? >> 
<< Non mi metto ad ascoltare... le discussioni degli adolescenti. Ho di meglio da fare. >> 
Adolescenti? E lui, lui era un uomo già? Improvvisamente neanche io iniziai a digerire i comportamenti così strafottenti di Ikuto riferiti a Tadase che era già a un passo dalla guerra. 
<< Guarda il super uomo! >> mi intromisi. 
<< Sì, piccola. Siete solo due adolescenti, ho per caso interrotto qualcosa? >> iniziò a sorridere beffardo, si credeva chissà chi, ma in realtà amava ancora giocare con i gomitoli di lana come un bambino gioca con le palle di neve.
<< Non hai interrotto niente. >> proferì a denti stretti Tadase.
<< Oh, scusa principino! >> fece una faccia sorpresa. << Forse Amu si stava... dichiarando? >> 
Ricevetti un pugno nello stomaco talmente forte, che a stento rimasi in piedi fra di loro. Un dolore tremendo causato dalla strafottenza con cui lui aveva il coraggio di calpestare i miei sentimenti, i miei sentimenti su di lui che erano cambiati, si erano incrementati col tempo, ma lui era un gatto, e un gatto non dava peso a certe cose, alla gentilezza.. lui non sapeva nemmeno cosa fosse! 
Il mio volto si contrasse in una smorfia di dolore. Una singola lacrima solcò le mie guance pallide. 
<< Ikuto.. cosa diamine dici... lei in realtà.. >> Tadase si fermò, mi guardò. << Sei uno stronzo, sai! >> 
<< Ma guarda? Il principino che difende la sua principessa... oh, che romanticone! >> 
Un nuovo pugno nello stomaco assestato a tradimento. Questa volta le lacrime non sfuggirono via.
Non volevo dargli questa soddisfazione di vedermi afflitta dal suo comportamento, dovevo mostrarmi indifferente alle sue frecciatine da gattaccio... ma in realtà ci soffrivo, ci soffrivo così tanto che avrei voluto inginocchiarmi a terra e scoppiare a piangere per sfogare la mia rabbia. 
<< Ikuto, ora smettila! >> gli gridò perentorio Tadase, dopo aver visto come calpestava il mio cuore sanguinante di dolore. 
<< perché dovrei? La tua ragazza è così debole che non sopporta delle misere frecciatine? >> continuò. << Amu, non ti credevo così pappa molle in certi casi. >> poi cominciò a ridere di gusto a queste sue ultime parole, e per poco non morivo annegata dal mio stesso risentimento. 
Tadase strinse i pugni fino a far diventare le nocche delle mani pallide. 
<< Ora vuoi fare a pugni con me, ragazzino? Hai bisogno di molto tempo per difendere l’onore di Amu. >> non mi ero mai sentita così colpita senza che lui mi toccasse fisicamente. Mi aveva distrutta, mi aveva lacerato il cuore con tutte quelle frasi dette fuori luogo, mi aveva ferito, e mi ero stancata di sentirlo infangare così tanto Tadase e anche me. Corsi a fermare i pugni del principe che già fremevano, per evitare inutili lotte.
<< Tadase, ti prego, non ne vale la pena. >> gli sussurrai, e lui sussultò sorpreso. 
<< Ma Amu.. >> provò a ribattere, ma ancora una volta lo interruppi. << Tranquillo. >> 
<< Ma guarda... adesso Amu è più uomo di te, che cosa c’è non vuoi più difenderla? >> 
Ikuto rincarava la dose del mio odio, del suo odio. Perché lui doveva rovinare la sua reputazione dal mio punto di vista con questi suoi scatti strafottenti? 
Mi avvicinai, iniziando a battergli le mani con i nostri shugo chara che ci fissavano. 
<< Bravo! Complimenti, hai ottenuto il premio per il miglior stronzo che avevo in palio. >> 
<< Sei una bambina, dovresti crescere Amu. >> 
<< Cosa ne sai tu! Cosa sai quello che provo? Tu non sai niente! Non sai assolutamente niente, non conosci i miei sentimenti, pretendi con quello sguardo che ti ritrovi di conoscermi... invece non sai niente, sei solo un insensibile, uno stupido, rimarrai solo come giusto che sia! >> lo guardai con disprezzo mentre queste parole taglienti uscivano a fatica e delusione dalle mie labbra. 
<< Perché ti comporti in questo modo! Credi che io non abbia un cuore. Tu mi hai ferito, tu e le tue stupide insinuazioni su me e Tadase... Credi di sapere quello che provo, la persona che amo da tutta la vita, no.. tu non lo sai e non lo saprai mai, Ikuto! >> 
Mentre lo fissavo notavo un barlume di rimorso illuminargli gli occhi che tanto avevo provato a decifrare, sempre con scarsi risultati. Allungò una mano per prendermi il braccio, per calmarmi, perché poi se ne sarebbe uscito sempre con i suoi soliti scherzi da bambino, ma ora no, ora aveva finito di giocare. Non si poteva giocare sempre, c’era un tempo per ogni cosa, e questo era il tempo per capire noi stessi, capire ciò che sentivamo non per scherzare come un tempo. 
<< No, Ikuto lasciami il braccio. >> lo intimai. E lui mollò la presa. << Io e te.. non siamo niente, e mai lo saremo. Non voglio più avere a che fare con uno come te. >> lui sembrò trasalire, ma poi cercò di mostrarsi indifferente. << É finita Ikuto. Anche se non è nemmeno iniziata. >> mi allontanai da lui, scappai dai miei sentimenti, scappai dalle sue braccia, dal suo petto e dalla sua protezione trascinandomi dietro Tadase, mentre morivo dentro spegnendomi poco a poco come una luce fioca. 
Lo dimenticherò, per sempre









Torno con un terzo momento molto triste, il momento del litigio, di un addio o un arrivederci piuttosto sofferto da parte della nostra Amu, non credete? Ma come ben sappiamo, Ikuto ama Amu, ma per vederla felice è capace di fare ogni cosa, persino di lasciarla in modo traumatico, o ferirla, o ferire quel principino di Tadase.. Cosa succederà? Tadase sarà la chiave perché Amu e Ikuto si rimettano insieme e capiscano reciprocamente che non posso stare lontani l’uno dall’altra, ovviamente.. il quarto momento è ancora in progettazione, ma sono aperta alle vostre domande, ai vostri interrogativi, alle vostre recensioni e ovviamente alle vostre idee: la AMUTO deve fare pace, secondo voi? 
Aspetto come sempre le vostre recensioni e ringrazio Bebe e Blue Passions per le splendidi recensioni, e perché puntualmente si preoccupano anche del perché non aggiorni, e grazie a chi vorrà leggere questo nuovo capitoletto! 

Stay Tuned, Love.





                                                                                                                                                                 



 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shugo Chara! / Vai alla pagina dell'autore: kissenlove