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Autore: DanieldervUniverse    07/08/2016    3 recensioni
Una breve raccolta di storie, ambientate in Dissidia, per descrivere finalmente il mio personaggio preferito in tutta la saga di Final Fantasy, Laguna Loire. Molte Guest Star da tutto il franchise di FF.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Laguna Loire, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dissidia - Kingdom of Light Fantasy'
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Guerriero esalò un ultimo respiro, prima di accasciarsi all'indietro, il petto lacerato da un incantesimo.

Il paladino di Cosmos rimase a fissare il cielo, con gli occhi spalancati e ciechi.

Attorno a lui la terra tremava, mentre i suoi compagni si abbandonavano al terrore, feriti, stanchi, morti nello spirito.

Ingus accarezzava ancora il capo di Luneth, spirato pochi minuti prima.

Ramza restava in silenzio, contemplando il capo della sorella morta.

Steiner era in lacrime sul corpo di Garnet.

Basch e Gabranth stavano chiudendo gli occhi a Sabin ed Edgar, mentre Lightning portava in silenzio il corpo esamine di Firion in un angolo, per preservarlo dall'imminente massacro.

-È finita...- rantolò Rosa, quasi di sollievo, tra le braccia di Cecil e Kain, prima di abbandonarsi definitivamente all'abbraccio della morte.

Squall era morto, Zack era morto, Jecht era morto, Galuf era morto, Guerriero era morto.

Terra piangeva in un angolo, stringendo una ciocca dei capelli dorati di Celes.

Vivi arrancava smarrito su quel campo di morte, mentre Vaan singhiozzava impotente sul corpo di Balthier.

Persino Shantotto aveva perso la sua parlantina, alla vista del cadavere carbonizzato di Prishe.

-Morti...- balbettò Vivi -Tutti m-morti...

-La morte si è presa tutto- mormorò Gabranth -Non ha alcun rispetto per noi.

-Non è possibile...- biascicò Ingus, stringendo con più forza Luneth al petto -Non è possibile...- s'interruppe singhiozzando.

-Dobbiamo resistere- sentenziò Basch, ma anche la sua voce sembrava poco convinta.

-A che serve?- rispose Lightning, svuotata di ogni cosa -Non c'è più niente qui, solo morte.

-Si morte...- si alzò una voce.

Yuna fu l'unica ad alzare il capo e scorgere la figura del giornalista stagliarsi eretta, imponente nel Santuario.

Era accanto al cadavere di Guerriero, ma al contrario degli altri teneva le spalle erette e il capo alto, fissando il cielo.

-Sono morti, tutti, non rimane nessuno. Anche quelli che ci stavano difendendo lì fuori, moriranno tutti.

Wakka, Locke, Tifa e pochi altri erano rimasti indietro, rallentando l'avanzata dilagante dei nemici che pressava verso di loro senza posa.

-Guardiamoci attorno, sono morti- continuò Laguna, anche se nessuno lo ascoltava, tranne Yuna.

-So che sono morti! Li ho visti morire, ho visto come sono morti! L'ho visto anche io!- esplose l'uomo, gli occhi inondati di lacrime, quasi a formare un torrente in piena.

Tirò su col naso, mentre una mano strusciava frettolosa sul suo volto, asciugando il muco e le lacrime.

-Ma peri HYNE io no!- esclamò con rabbia, mentre un tuono solitario rimbombava nel cielo sopra la distesa d'acqua, facendo alzare gli occhi a molti.

-Io non sono morto, non sono spirato non ho visto il cielo un ultima volta! E sapete perché!?- continuò con veemenza Laguna -Perché l'hanno fatto loro! Proprio così loro! Hanno guardato in faccia alla morte e hanno salutato il cielo un ultima volta, perché noi potessimo continuare a guardarlo con la stessa intensità! Loro hanno alzato le spade e hanno combattuto per noi! E che siano maledetti gli dei non ho intenzione di restare qui con le mani in mano!

A poco a poco gli occhi umidi si sollevarono: alcuni lo fissavano confusi, alcuni lo fissavano provando vergogna, altri lo fissavano con rabbia.

Yuna abbandonò lentamente il capo di Bartz sul terreno, e si alzò in piedi, sollevandosi con l'auto dello scettro.

-Guardatevi: i grandi protettori dell'Armonia, i paladini di Cosmos, ridotti a un branco di bambini piangenti! Vergogna dico io, vergogna! Ho visto i nostri compagni, i miei amici! Andare incontro alla morte con più dignità, li ho visti digrignare i denti quanto cento spade nemiche gli straziavano la carne, perché avevano un amico da proteggere, un amico per cui sarebbe valsa la pena di morire!- continuò Laguna, indicando i presenti uno ad uno con il dito, il volto arrossato dallo sforzo.

Shantotto strinse i pugni, offesa eppure impotente di fronte alla forza delle parole del giornalista.

Basch e Gabranth rimasero immobili, le spade strette in mano, gli sguardi duri e con una sopita fiamma che ancora aleggiava.

-Non abbiamo scelto di essere chiamati! Siamo stati scelti noi! Per quello che incarniamo, per quello che i nostri cuori ci insegnano! Dentro ognuno di voi c'è la forza di un eroe, un guerriero, qualcuno che vuole cambiare le cose! Qualcuno che non si arrende perché il nemico sembra troppo forte! Siamo guerrieri scelti maledizione, i migliori! Vogliamo guardare il cielo con il rimorso e la rassegnatezza, sapendo che gli amici che si sono sacrificati ci stanno guardando dall'aldilà, mentre rendiamo vani i loro sforzi!?

Yuna non si era accorta di essergli arrivata così vicino.

Credeva di essere rimasta immobile a fissarlo da lontano.

-No, no no no no! Noi siamo guerrieri di Cosmos, siamo combattenti, abbiamo un cuore che ci obbliga a combattere! Amici, sogni, speranze, vendetta, idealismi, noi siamo il cuore pulsante del mondo che vogliamo difendere! Senza di noi chi lo farà!? Chi, ditemelo! Abbiamo raggiunto la linea, oltre questa non c'è niente! Ma qualsiasi cosa ci sarà dopo non ho intenzione di darla vinta a quei demoni cornuti e a quei maledetti angeli oscuri!

-Ha ragione!- gridò un altra voce profonda.

Yuna si volse e vide Cyan, la katana estratta e puntata verso il cielo.

-Un eroe non muore in battaglia! Si prepara solo a combattere di nuovo dall'aldilà!

-Sono arrivato fin qui camminando sui cadaveri dei miei amici, non ho intenzione di lasciare che quel sangue macchi la mia tomba. Voglio che il mio sangue si mischi al loro e possano ricongiungersi ancora nella morte- fece Ingus, alzandosi in piedi.

-La morte ci attende. Così sia, l'aspetto a braccia aperte- replicò Kain, mentre si alzava il vento.

-La sentite! Sono i nostri defunti compagni che ci chiamano!- esclamò Laguna, travolto da una frenesia inarrestabile -Non mi importa se dovrò combattere ancora per cent'anni, io non ho intenzione di voltare le spalle a loro, a ciò in cui hanno creduto, e a colore che hanno creduto in me!

-Il ricordo di ciò che ci hanno insegnato ci ha portati fino a questo punto, non possiamo rinunciare adesso!- gli fece eco Yuna, sentendo la forza tornare in lei.

-Stia in pace principessa, arriverò molto presto- sussurrò Steiner, mettendo giù il corpo di Garnet.

-Oh oh oh, quelli di Chaos pensano di aver vinto la partita. Che vengano, a nessuno sarà salva la vita!- ripeté Shantotto, ritrovando la sua sfrontatezza.

-Da non credere- sussurrò Lightning scuotendo il capo con un sorriso, mentre si rialzava.

-COSMOS!- gridò Laguna, alzando il fucile -FIGHT!

-FIGHT!- gli risposero in coro i compagni, alzando scettri, spade, pugni, katane, mentre con uno schianto temibile le mura del Santuario crollavano, venendo inondate dalle fiamme di Chaos e dall'esercito dei suoi sottoposti.

Nel contempo una tempesta di furia inimmaginabile si fece incontro al male dilagante, un uragano impetuoso che lottava contro le fiamme della disperazione.

-Prendete un bel respiro d'aria! Potrebbe essere l'ultima che sentirete!- gridò Laguna prima di caricare il nemico a testa bassa, seguito dai guerrieri rimasti, i volti nobili di nuovo alti, le spade affilati e i cuori tonanti sul campo di battaglia.

Yuna si sollevò in volo con Bahamut, i fulmini che la sfioravano nel cielo, incurante del vento che minacciava di strapparla via dal suo appiglio, fiera ed eretta sulla testa dell'Eone.

Griever balzò verso di lei, Artemisia rideva cavalcandolo, finché un Megaflare non li incenerì, spazzandoli via dal cielo.

Steiner caricò Garland gettandolo a terra e colpendolo con la spada finché non si ruppe.

Allora colpì con i pugni, gridando come un vichingo.

Gabranth e Basch ingaggiarono Sephiroth e lo smembrarono pezzo per pezzo con le loro lame incendiare.

Ingus rotolò tra le trappole dell'Imperatore, passandogli tra le gambe e balzandogli sulla schiena, trapassandolo con la spada nel punto dove il collo incontra la spalla.

-Scacco matto.

E in mezzo alla furia, lì dove le grida si confondevano con il ruggito delle bestie e la furia si mischiava al pianto, Laguna si ergeva imponente, sfidando la tempesta e le fiamme, gli occhi ormai ciechi nella furia ancora ardenti, perché quel giorno moriva per proteggere tutti e tutti quelli che ancora sarebbero venuti dopo, perché quel giorno era lui in prima fila.

E mai, mai avrebbe dato le spalle al nemico.

  
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