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Autore: Danail    08/08/2016    2 recensioni
Quando un messaggio dentro un cristallo cambia l'esistenza di più persone, e si diffonde come una peste, portando tra i Cavalieri dei Draghi l'idea di poter fare qualcosa di bene, ma che va contro ogni regola.
[Partecipante al Contest "Poker d'Immagini" indetto da Najara sul Forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Vivere una vita ordinaria, accumulando tanti piccoli momenti di felicità...

Oppure essere fedeli a sè stessi, anche solo per un attimo, e morire stringendo un pugno di felicità enorme.

Quale delle due alternative è preferibile?

Io credo che siano entrambe accettabili.

Perciò spetta a te scegliere la tua strada”


Annotazione 1, Elembiu, secondo Lunaaris.

Èpassato un po' di tempo dalla mia partenza da Pyndharis, la capitale. O, per essere precisi, una settimana.
Lykke, il Drago al mio fianco, ha pensato bene di fuggire via la sera, dopo il tramonto che segna l'inizio di una nuova giornata, e quindi anche i festeggiamenti di qualsiasi evento.
A Pyndharis si osservano con molto rigore le festività, Lugnàsad non poteva essere da meno.
Pyndharis... è strano che mi manchi più la capitale che la mia terra natale. Lykke mi sta dicendo che è perché il nostro legame ha influito enormemente su ciò, che quelli come noi sono sempre attratti dal loro pianeta di nascita, ovunque si trovino nel Multiuniverso. Ma penso che non sia solo questo.
Ehehe, forse chi leggerà queste annotazioni, nel remoto caso che ritrovino questo diario e io non ci sia più, sarà difficile comprendere.
In fondo, perché no, questo piccolo diario potrebbe essere d'aiuto per un errante viaggiatore.
Ma lo so che non è questo il nobile motivo per cui scrivo.
È perché spero, nel mio piccolo, che qualcuno si ricordi di Gerda e del suo Drago del Vento.
E perché scrivendo forse riuscirò a far chiarezza di tutto ciò.
Lykke dice che non è un'idea troppo malvagia. Contento lui.
Ma cominciamo dall'inizio: mi chiamo Gerda Wynne e... beh, provengo da un altro universo. Sono nata in un'isola verde, grande e divisa dalla sua parte nord, in una città di nome Dublino.
Sì, mio padre è irlandese, si chiama Angus. Mia madre è di qua, invece.
Lei è proprio di Pyndharis, una delle capitali.
Questa terra è molto diversa dalla mia Terra, ma certe dinamiche sono molto simili. Ci sono città-stato con un vasto territorio, quasi come se fossero delle nazioni vere e proprie: esse sono al vertice, il resto degli insediamenti sono più o meno potenti a seconda di quanto sono grandi, di quanto producono e quanto sono influenti sulla città.
Poi ci sono quelle che, a quanto pare, sono delle specie di colonie. Come le colonie di alcune nazioni di qualche secolo fa, queste cittadelle sono dipendenti alla nazione madre e versano tributi, formano corpi per l'esercito e parlano lo stesso dialetto della propria nazione.
Tuttavia, le somiglianze finiscono qui, è per questo che le reputo più affascinanti delle loro corrispettive terrestri.
Ogni città maggiore ha come protettore un drago, ciò le contraddistingue dalle città dipendenti.
Le colonie sono come seconde capitali, in sostanza, e ogni colonia è plasmata dal territorio in modo inconfondibile, come lo è il drago che la presiede.
Mentre per la capitale, che è quasi sempre una metropoli, c'è un drago dei più comuni (sapete, no? Quei bei lucertoloni verdognoli e con la puzza sotto il muso. Ah, se Kaisa e Green Wings sentissero...), ogni colonia sfrutta a proprio favore l'ambiente e si adatta a esso.
Mia madre, tempo fa, si era legata assieme a una Dragonessa delle Foreste. Sembra passato tanto tempo da quando io e Lykke abbiamo conosciuto Luna, era bellissima. Sembrava fatta di foglie e alberi, somigliava a un ibrido tra il drago occidentale e quello orientale: forte ed elegante, sinuosa e potente allo stesso tempo. Solo che a vederla da vicino, quelli che sembravano tronchi attorcigliati sono muscoli, le membrane verdi e gialle non sono grosse foglie, ma pelle. Forse l'unica parte legnosa erano le corna.
… Lykke mi sta dicendo che sto divagando. Ehehe, ha ragione. Come tutti i draghi giovani, anche lui vuole la sua dose di elogi. E anche lui, come tutti quelli della sua razza, è unico.
Anche noi, come mia madre e Luna, avevamo una colonia dipendente da Pyndharis, solo che era situata sui picchi delle montagne, più in alto di dove si trovano i Draghi di Pietra e le loro città.
Le grandi altezze e i continui voli fanno dei Draghi del Vento esseri dalle fattezze taglienti e dalle ali più lunghe del corpo, rivestito da placche ossee di solito di qualche sfumatura di giallo.
Lykke sembra avere il colore della sabbia, ora mi fissa con un occhio aperto, leggermente arancione, con fare di rimprovero.
In effetti è tardi, dobbiamo dormire almeno qualche ora. Non siamo ancora usciti dal territorio di Pyndharis, e dobbiamo sorvolare le colonie di pianura e quelle acquatiche senza dare nell'occhio.
È una fuga terribile e per niente facile, ma penso che ne valga la pena.
L'ametista ancora non brilla, oltretutto non siamo ancora vicino alle catene montuose.


Annotazione 2, Elembiu, secondo Suldanas.

Viaggiare di notte e restare nascosti di giorno non è proprio semplice. Per di più, si sta spargendo la voce dei Cavalieri disertori, sono sicura che io sono tra le prime a essere sulla bocca di tutti.
Non ho idea di cosa pensi mia madre di ciò. Me ne sono andata di casa in fretta e furia, ho lasciato la registrazione dove solo lei e papà potevano trovarla, allegando solo un foglietto con un piccolo enigma.
E mentre scrivo, m'immagino le loro reazioni. Papà che vuole partire immediatamente, d'impulso, per seguirmi e aiutarmi. Mamma è più ragionevole, è questo che mi fa sorgere alcuni dubbi.
L'adoro, ma è molto legata al suo lavoro, so che non sarà facile per lei decidere. Confido che Luna le faccia scegliere la via giusta per tutti.

Ora io e Lykke ci siamo rifugiati dopo le pianure, verso le prime colline in uno di quegli anfratti rocciosi in grado di ospitare un drago di vent'anni e la sua Cavaliere di ventisette.
Ora che sono appoggiata al suo fianco, mentre scrivo queste righe, ripenso a più di un ventennio fa, quando scoprì questo mondo.
Allora ero picco
la, per una bambina trovare un uovo color della sabbia bagnata in mezzo alla neve è un fatto curioso ed eccitante. Allora vivevo con mio nonno Fynn pensando ingenuamente che i miei erano morti. Anche lui è un Cavaliere, è legato a una Dragonessa di nome Kampes, delle Paludi, ma questo lo scoprii solo verso i quattordici anni, quando sono arrivata qua.
Scoprii l'uovo di Lykke dopo un viaggio nell'entroterra dell'Europa, in mezzo alla neve, e miracolosamente riuscii a farlo schiudere. Ora che ci ripenso, era una fortuna che mi fosse capitato proprio un uovo incubato per quasi tutto il tempo di gestazione: i cuccioli della specie di Lykke sono veloci a nascere, ma sempre di mesi si tratta.
Ho visto come qui si celebra la nascita di un nuovo drago: quando si sente che sta per schiudersi, si prendono tutti i bambini sotto gli undici anni d'età e, una mattina di , quello che dovrebbe essere il nostro marzo, lo si fa passare tra le mani dei ragazzini. È un momento cruciale, in quanto il draghetto sceglie se convivere con un umano e con quale, percependone l'aura. E, fatta la scelta, viene al mondo. È raro che no
n accada, in quei momenti lo si restituisce alla madre che gentilmente ha concesso l'uovo, per poi farlo nascere in natura.
La schiusa è un momento magico, quasi sacro. Certo, in compagnia dev'essere bello, vedendo le espressioni del ragazzo scelto non lo posso mettere in dubbio.
Ma per come la vissi io, beh, non c'è paragone.
Posso dimenticarmi di tutto, ma di quella sera di fine inverno, dopo la pioggia, in quella soffitta polverosa e buia con solo le braci del nido e le pallide stelle a illuminare un poco la stanza e a riempirla di fumo, non me ne scorderò mai.
Sfiorare quell'uovo caldo, sentire il cuore di un cucciolo, percepire la sua piccola vita scorrere su per le vene e raggiungere il tuo nucleo è una sensazione indescrivibile.
Forse è questo quello che provano i neonati a contatto con la loro madre? Può darsi.
Lykke conferma, è così.
Vado a dormire, dobbiamo partire all'alba. I postumi di Lugnàsad saranno finiti, si
saranno chiesti che fine avrà fatto Gerda e il suo Drago del Vento. Forse mi staranno già inseguendo.
Ah, mi mancheranno le mura bianche di Gatewind, le stradine candide e strette, gli edifici alti e dalle linee veloci e leggere, le cascate e il lago su cui la città poggiava, a riflettere il puro azzurro del cielo che fin da ragazzina solcavo in groppa a un drago bambino.
...E' tardi. Forse nelle poche ore di sonno che mi sono concesse sognerò Gatewind, o forse andrò ancora più indietro nel tempo e rivedrò le lande e le montagne verdi della mia terra.
L'ametista ancora non brilla. Siamo da due settimane in viaggio, è naturale?

Mi ricordo montagne verdi, e le corse di una bambina...
Poi un giorno mi prese il tempo l'erba, il prato e quello che era mio
Scomparivano piano piano...



Annotazione 3, Edrini, primo Judan.

Ci hanno trovati!
È da settimane che non aggiorno, lo so, ma ho avuto i miei buoni motivi. La mia calligrafia è tremula, affrettata, e forse non sarò molto chiara.
Abbiamo passato giorni estenuanti, più dei primi tempi. Abbiamo oltrepassato a stento le prime montag
ne, per di più Kaisa e Green Wings ci hanno avvistati.
Merda, dovevano portarsi anche l'eserc
ito ordinario quei due.
Credo che si aspettino di chiuderci tra le forze di Pyndharis e la furia di Green Wings e l'ultimo baluardo di difesa che crea Stonepeak, la colonia delle montagne situata all'estremo Ovest, proprio tra questi picchi che condivide con Gatewind e dove ora ci siamo rifugiati io e Lykke.
Stonepeak, data la sua lontananza dalla città centrale, festeggia Lugnàsad in solitaria, in compagnia delle altre cittadelle vicine.

Ricordavo una reminiscenza di Hondura, il vecchio Drago di Pietra, del suo Cavaliere, un uomo altrettanto duro dallo sguardo arcigno e dai capelli bianchi. E il ricordo era una delle prime lotte di Lykke e il bestione che lo calpestava a suon di testate e morsi, impedendogli di decollare sovrastandolo in continuazione.
Ci sono state avvisaglie della cosa quando sono stata in quei pochi villaggi a rubare cibo e qualche vestito nuovo: ho cambiato alcune cose del mio aspetto e del mio vestiario,
clima permettendo vado in giro con il cappuccio del mantello abbassato. Sebbene qui le voci si sono già sparse, i Wanted ancora non sono stati affissi. A quanto pare gli studi sul tempo sono sì progrediti più di quanto sapessi, ma, eheh, a quanto pare funzionano ancora a singhiozzi.
Ho anche sentito che non sono l'unica che ha disertato dalla città principale. Si parla di una ragazza di Pyndharis, certo, ma soprattutto si parla dei Draghi delle Sabbie di Feale, degli elementari di Kayemba, di quelli delle Paludi di Tarys.
Ho come l'impressione che anche agli altri disertori sia stata inviata la stessa ametista che ho ora in mano.
Questa ha cominciato a brillare un pochino da quando siamo entrati tra i picchi.
Ci siamo rifugiati nella prima caverna abbastanza larga in grado di ospitare anche un giovane drago come Lykke, sebbene lui debba stare tutto raggomitolato su
sè stesso.
È affaticato e giù di morale. Abbiamo percorso tante miglia in questo mese, muovendoci di notte e quasi sempre sopra le nuvole. E per evitare i primi corpi dell'esercito abbiamo dovuto rinunciare al volo e scalare i picchi. Il che per me è faticoso, per Lykke lo è ancor di più.
Un pochino rimpiange di non essere come Hondura, ma alla fine non ci lamentiamo. A drago donato non si guarda in bocca.
L'unica consolazione che ho prima di andare a dormire è la debole luce che ora emana l'ametista.
Forse quando saremo più vicini proverò a rievocare la registrazione. Ora la dovrò coprire, o sarà troppo visibile nell'oscurità della notte.



Annotazione 4, Edrini, terzo Daracyts.

Sono consapevole di non essere molto regolare con questo diario, ma non posso farci nulla.
Ormai dovremo essere a qualcosa tipo fine settembre, mi fa strano ora ragionare con i mesi e i giorni terrestri.
L'esercito è sulle montagne. Green Wings ci ha scoperti ed è questione di giorni prima che ci trovi. Lykke è stremato, ha fame e comincia ad accusare dolori. I Draghi del Vento sono veloci, ma non molto resistenti, abbiamo volato per due mesi ininterrottamente, giorno e notte.
In più qui la caccia non si rileva molto fruttuosa. Potrebbe bastare per me qualche lepre o ermellino, ma Lykke ha bisogno di molti cervi per saziarsi. Ho provato anche a pescare in uno degli affluenti minori dell'Akrenas, ma non gli basta neanche questo.
Temo che, se ci dovessimo scontrare con Kaisa e Green Wings avremo la peggio. È vero che i Draghi comuni sono meno veloci di Lykke, ma hanno altre qualità che eguagliano o superano il mio amico squamato.
E sono sicura che Green sia ben nutrita e in forze...
Devo ben sperare che Lykke riesca a trascinarsi fino alla fine con la stessa forza di prima. Ho fiducia in lui, questo credo gli dia fiducia.
Ci siamo rintanati in un anfratto sopra un passo. Siamo un po' scoperti, ma se qualcuno passasse di qua saremo sicuramente in vantaggio.
L'ametista brilla un po'.



Annotazione 5, Edrini, quarto Mepharias.

Oggi ha nevicato un po'. Dopotutto siamo in alta quota e l'estate sta finendo, non mi dovrei stupire.
Da una parte mi preoccupa la neve, dall'altra mi solleva. Al massimo, creerà difficoltà a me e ai nostri inseguitori.
Mi chiedo chi siano gli altri disertori.
L'ultimo centro abitato ce lo siamo lasciato alle spalle settimane fa... qualcuno presumeva che anche altri draghi di Pyndharis sono fuggiti assieme ai loro umani. Spero per noi Hondura e Kain siano tra essi, ma l'uomo non mi dà l'idea di essere un traditore.
In verità, non so proprio cosa pensare su di lui. Che abbia ricevuto anche lui la pietra con la registrazione? L'avrà ascoltata?
Riflettendo su queste cose, oggi mi sono specchiata in un piccolo laghetto d'acqua pura. In passato avrei visto lo sguardo luminoso e audace di una giovane donna, ora mi pare di essere invecchiata di decenni. I miei capelli di solito di un marrone caldo ora sono arruffati e mal lavati, sono piena di escoriazioni e ustioni dovute al sole, i miei vestiti sono rovinati e ormai sono abituata a terra a portare cose leggere e piene di tasche.
Potrei essere quasi scambiata per un maschio, se mi tagliassi i capelli e nascondessi per bene le mie forme.
Ma ormai chi mi potrebbe vedere quassù, se non quelli che mi cercano e qualche alpinista di Stonepeak?
Stiamo cercando di aggirare la città, ma è quasi utopistico non incrociare qualcuno di lì.
Tengo la balestra, l'arco e le altre armi pronte, nel caso. Le munizioni ancora ci sono, a differenza dei viveri. Dovrò abbattere un drago per sfamarmi.
L'ametista brilla...

P.S. Lykke non ha capito l'ironia e a cominciato a brontolare rabbioso. Sembra un basso ringhio. Valli a capire, queste lucertoline volanti.



Annotazione 6, Cantlos, primo Veneris.

Stiamo allo stremo delle forze, ma incredibilmente felici.
Lettore, vedrai le pagine spiegazzate e la scrittura tremolante per il semplice motivo che sto aggiornando questo diario in volo. Stiamo fuggendo a tutta velocità a quello che è stato uno scontro quasi fatale, ma che ha riacceso una debole fiamma d'esultanza in noi.
Kaisa è stato sempre un tipo ardente e impetuoso, fin da quando ci siamo incontrati, e con gli anni non è migliorato molto, per cui in fondo m'aspettavo che non aspettasse il resto delle forze per attaccarci dall'alto sperando di coglierci di sorpresa.
Kaisa, come da ragazzo, è sempre stato un uomo confuso al limite del bipolarismo. Non che fosse così estremo da diventare un caso psichiatrico, ma ha un carattere difficile da gestire.
È perennemente in competizione con t
utto e con tutti, il fatto che debba sottostare ad Andromeda, la donna che regge su di sé l'intera organizzazione del Consiglio di Pyndharis e tutto ciò che ne deriva, non fa che farlo imbestialire ancora di più.
Credo che covi il desiderio di prendere lui stesso il controllo della situazione e diventare tra gli individui più influenti del continente, sfrutterebbe anche Green e gli altri Cavalieri se gli fosse possibile. Ma di regola i Draghi appartenenti al nostro Ordine non attaccano se ciò va contro giustizia (e che sia un volubile Drago delle Fiamme o un astuto Elettrico non fa differenza. Non li smuovi neanche fossero montagne. Beh... in effetti sotto un certo punto di vista assomigliano a montagne...) e, dati gli ultimi eventi, il legame tra le colonie stesse e anche verso la città centrale s'è cementificata, e Kaisa non è tanto stupido da inimicarsi le colonie e Andromeda.
D'altro canto, verso i traditori...

Dunque non mi sorprese molto, a un certo punto, quando stavamo per arrivare al versante opposto della catena montuosa, di essere aggrediti dall'alto da una massa verde, ruggente d'ira, cavalcata da un uomo snello.
Essendo Green Wings a fiammata a corto raggio, non c'era troppo da preoccuparsi per il fuoco, quanto per il discreto veleno che, se iniettato in un drago stremato, poteva rivelarsi fatale.
Era un continuo mordi e fuggi, mordi e fuggi, puzza di fiammate e capelli (miei. Ho sempre sognato di avere una chioma di fuoco) strinati.
Ma se è pur vero che l'affetto tra uomo e drago si misura a terra, l'effettivo legame e il loro valo
re si vede in volo contro altri simili. Ed è qui che avviene il fulcro della cosa.
A che servirebbe l'Ordine, se non unire menti e animi diversi, farli diventare tutt'uno, ignorando l'ostacolo dei corpi? A che servirebbe, se non unire la strategia e i riflessi umani con l'intelligenza, la forza e l'istinto dei draghi?
Ed è questo che porta molte volte alla vittoria: in quel momento, rabbia impot
enza e rancore esplosero nei nostri cuori, aprendo la via e unendo gli spiriti.
È vedere attraverso gli occhi color oro, percepire l'aria sotto le ali, il sentire la sacca del fuoco sollecitata, l'avere le fauci ardenti e gettare fiamme davanti a sé per accecare l'avversario, il dolore dei morsi della fame e degli artigli che lacerano la pelle e strappano i muscoli della mia -della 
nostra- spalla, è chiudere improvvisamente le ali e gettarsi giù, in picchiata, verso le vette taglienti dei picchi, e scartare improvvisamente di lato per evitare che uno di essi, durante il suo strano risveglio, ci travolgesse.
Ecco, se non fosse stato per Kain a interrompere il collegamento forse avremmo combattuto ancora.
Quello che potemmo fare però era stato semplicemente planare, riscuoterci dai frammenti della simbiosi ancora rimasti -assomigliano tanto a infiniti frammenti di vetro, in cui puoi vedere il mondo attraverso due paia di occhi da rettile- e ritornare verso l'alto solo per fissare il tozzo corpo di un Drago di Pietra di nome Hondura, fuggito chissà quando da Stonepeak, intento a caricare come un toro lucido e pazzo il corpo di Green Wings, che con varie ferite sul co
rpo svolazza via, impotente.
È verso est che ora voliamo, lasciandoci il sole alle spalle.
Kain e Hondura, ciò m'infonde un impeto di speranza furente.
Lykke è ferito, non possiamo far altro che seguire il Cavaliere dai capelli bianchi.
Che, ne sono certa, ha anche lui ricevuto la pietra. Da chi, chissà. Ma non m'importa, per una volta oso ben sperare.
Non me ne frega se la pietra brilla più
dell'altro ieri, tanto è quasi uguale. Non cambiamo la rotta.



Annotazione 7, Cantlos, secondo Martes.

[...]

Tu che hai ricevuto questa pietra. Sì, mi rivolgo a te!
Sai il mio nome, cosa sono, cosa facciamo qui in questo angolo del Multiuniverso.
Abbiamo affrontato gli Eterni e i
vecchi spiriti, crediamo che l'unica via per risolvere futuri conflitti e, soprattutto, prevenirli è riscoprire la Via.
Se hai ricevuto questo messaggio vorrà dire che hai qualche legame con le vecchie incarnazioni o sei idoneo per seguire il cammino di una di esse, qualunque sia.
Noi non facciamo distinzione tra le diverse inclinazioni, purché tu sia flessibile e pronto ad apprendere.
Non sarà semplice, ma crediamo in te.

Non abbiamo idea se nel tuo mondo ci siano stati problemi di origine ignota, ma crediamo che se così fosse sia dovuto a un uso spropositato dei Portali.
Noi di Yggdrasil ci stiamo impegnando a gestire le aperture f
uori controllo, siamo fiduciosi che, nell'addestrare i nuovi arrivati, essi s'impegneranno ad aiutarci e a mantenere l'ordine nel Creato.
Qui Big Red e la Fenice Karuna, passo e chiudo.
Confido in te, mio interlocutore, che tu possa scegliere nel giusto.


Il motivo per cui aggiorno così presto è piuttosto semplice.
Ho trovato un rifugio momentaneo, non intendo un'ennesima caverna da qu
attro soldi con quel vecchiaccio di Kain. Che, oddio, è un gran uomo, ma non si può proprio dire che sia loquace.
Piuttosto, abbiamo disceso le montagne quel tanto per trovare uno di quei campi dei Nomadi.
Loro... sì, è inutile che vi dica che è un popolo nomade, ma la loro particolarità risiede soprattutto nel forgiare armi e la loro assoluta indipendenza da ogni autorità.
Di solito questo non costituisce un problema, anzi molti clan sono indifferenti verso le politiche delle città o danno una mano mettendo in commercio oggetti utili.
Spostandosi da una parte all'al
tra, è raro che lavorino a contratto indeterminato, le mansioni che svolgono i Nomadi varia a seconda dei clan. Per cui, non è raro vederli nelle miniere, tra i campi o tra le file degli eserciti.
A volte, è possibile vederne qualcuno addestrare i piccoli cuccioli di drago o dare lezioni di lotta o armi. Molti giovani attratti da queste comunità, spesso anche a causa di una situazione domestica poco rosea, prendono i pochi averi che hanno e vengono qui.
Ci siamo stabiliti in una vallata più in basso del luogo dello scontro con Green Wings,
fortunatamente Kain ha trovato perfino qualche aiuto per le ferite di Lykke. Hondura, silenzioso e compatto come il Cavaliere, se ne è volato via di prima mattina, discreto quanto maestoso, per cercare un pasto decente per lui e per il più giovane.
E mentre Kain dava indicazioni ai suoi giovani aiutanti per sistemare un'artigliata sulla spalla di Lykke, che osservava lo spettacolo con gli occhi dorati spalancati, io e il mio collega abbiamo parlato.
Cioè, parlare alla Kain.
Quello che ho ricavato da lui è che un rubino grezzo simile alla mia ametista è stato trovato per caso da Hondura durante un suo scavo per aprire una nuova vena minatoria.
 
La pietra, a detta del mio collega, gli è stata portata dal drago che l'avrebbe trovata al di fuori dal cunicolo, appena appoggiata alla terra smossa che brillava in modo strano, quasi come se avesse luce propria.
Era più grande del mio tesoro, ma aveva ricevuto lo stesso messaggio, lo stesso contenuto.
Vedi Kain, sfruttando la lontananza e Lugnasàd ha architettato un piano discreto e perfetto per andarsene al momento giusto e seguire anche lui la via. E bravo il mio collega!
Appena il destinatario lo riceve, in determinate condizioni s'illumina dall'interno, e appena percepisce l'attenzione sufficiente appare una sorta di ologramma attorno a noi, ed è come star di fronte a coloro che ci parlano.
Sono uomini e donne di vario genere, che parlano e descrivono un luogo, scherzando, bevendo e mangiando nel mezzo.
Parlano delle loro ter
re, di come quell'angolo di mondo s'è creato.
O, per meglio dire, quell'angolo di Multiuniverso.
Parlano di come, in quella terra devastata da guerre di ogni genere, a un certo punto il pianeta si sia svegliato per voler porre fine a tutto quello. Parlano di spiriti primordiali, presenti in tutto il cosmo, che costituiscono quell'unica parte del Creato a cui nessuno, se non dopo la morte effettiva, ha accesso. Parlano di questi vecchi spiriti, risvegliati in massa, che hanno creato devastazio
ne in quella terra.
E dopo la pace, un piccolo gruppo di persone che erano entrate in simbiosi con alcuni spiriti hanno scelto un luogo, dopo tre isole e al di là del mare, per creare quell'angolo, una sorta di crocevia.
A narrare ciò è un ragazzo giovane, tra i venti e i trent'anni, dai capelli rossi e dagli occhi verdi, di corporatura snella e stranamente pallid
o, con una leggera cicatrice in mezzo.
Ricordo la mia inquietudine nel sapere che lui, come qualcun altro, faceva parte di un'unità sperimentale di cyborg, che ospitava al suo interno anche componenti di macchine.
La cosa che stupì sia me che Kain erano però i racconti sia suoi che quelli delle persone
provenienti da altri mondi e che avevano gli stessi problemi nostri.
Le nostre Ombre erano affluite in altri posti, sotto altri nomi ma sempre le stesse, dannatissime forme nere che si nutrivano di anime e si moltiplicavano come topi.
Ed è per le stesse ragioni che io e Kain, come forse altri disertori, siamo fuggiti dalle nostre città.
Indagando, molti sono venuti a conoscenza degli effetti negativi dei Portali tra una zona all'altra, ma soprattutto dei Portali
creati appositamente per viaggi tra universi per plasmare una popolazione di Ombre atta a eliminare interiormente gli avversari, oppositori e persone scomode.
Andromeda... la ricordo come una persona intelligente, ma invischiata in questa faccenda.
E, come Kain, sono fuggita per fare qualcosa. Nessuno ha idea di come far fuori queste cose, è impegnativo neutralizzarle anche per chi ha un drago al suo fianco.
E se possibile, io e quel testone del mio collega daremo una mano. Anche perché ormai non abbiamo più scelta, Kain mi riferisce che a Stonepeak sono giunte le notizie da Pyndharis riguardo i traditori, ed è abbastanza palese che useranno le Ombre contro persone come noi.
Ho fatto vedere la mia ametista ai Nomadi, con sommo stupore e gioia se la sono passati di mano in mano
, quando me l'hanno restituita mi hanno comunicato, con incredibile letizia, che conoscevano la strada per quello che loro chiamavano “Yggdrasil” e, addirittura, era anche il motivo per cui il loro clan scendeva dai picchi più alti per ricongiungersi con il resto del popolo.
Yggdrasil, l'Albero cosmico emblema del Multiuniverso e anche nome dell'associazione.
La pietra splende, come splendo io di gioia. Siamo vicini.


Annotazione 8, Samon, primo Lunaaris. Capodanno.

Il cerchio si chiude.
Ero partita in estate, ora concludo questa prima parte del viaggio con l'ingresso all'inverno, a Capodanno.
Qui non esistono mezze stagioni, solo estate e inverno.
Solo luce e buio, bianco e nero, nascita e morte.
Oggi sarebbe il primo novembre nel pianeta che ho dimenticato, ma ormai non m'importa poi così tanto. Ed è anche Lunaaris, lo stesso giorno in cui ho iniziato questo brevissimo diario.
Spero che sia utile per qualcuno. Dal canto mio, credo proprio che lo sia stato.
Quasi quasi lo porto con me.
Qui vicino a me c'è il mio Jules, che ride e mi dà gomitate.
Sembriamo ancora due ragazzini. Ma in fondo è proprio questo ciò che amo di lui, il suo spirito giovane.
Siamo arrivati assieme ai Nomadi dopo un lungo cammino quasi ai piedi delle montagne, uno dei motivi pe
r cui non ho aggiornato è proprio questo. Il viaggio.
Ora stiamo tutti riposando dentro l'ingresso del cunicolo che dovrebbe portare, secondo i Nomadi e
dando retta alla registrazione, a uno dei Portali naturali di Yggdrasil, l'unico legame naturale che abbiamo con il resto del Creato.
E la cosa più bella, lettore che stai leggendo queste parole, è che qui si sono riuniti tutti coloro che, assieme ai loro compagni squamati, hanno deciso di iniziare a intraprendere la Via.
Sentire tutte quelle voci, tutti quei canti, tutte quelle risa e i versi di varie specie fa sorridere perfino quella roccia di Kain, che però sembra sonnecchiare per la maggior parte del tempo.
Tra tutti, sono riuscita a ritrovare anche Jonathan e Zatuna, il nevrotico e iperattivo Drago Elettrico, perennemente a sgranocchiare qualcosa per alleviare la tensione; c'è
Jasmine giocare nel lago qui vicino con Tha Le, una Dragonessa d'Acqua. Ci sono anche Tirana e suo fratello [Salvador] e i loro draghi: Hyperion, che essendo un Drago del Vuoto ci farà da guida, che osservava divertito Tha Le e Jasmine, e la scorbutica Sesenach, una Dragonessa del Metallo perennemente di malumore.
E poi c'è Jules. Il mio Jules. Un ragazzo vispo di venticinque anni con i capelli neri con riflessi di rame.
Mentre scrivo sono proprio appoggiata a lui, che legge e commenta ciò che scrivo.
Ha detto di descrivere tutto il resto: gli occhi blu, il corpo robusto, il...
L'ho interrotto prima che potesse completare la frase colpendolo “affettuosamente” sul naso con questo diario. Lo sapevo che non dovevo lasciarlo allo stato brado.
Si lagnerà
un po' e ci sarà qualche goccia di sangue su queste pagine, ma pazienza.


Quando ci siamo ritrovati tutti, nonostante avessimo Green Wings e il grosso delle forze di Pyndharis ancora sulle montagne, tutti noi del gruppo, che provenissimo da Pyndharis, da Gatewind, o semplicemente da altre regioni, ci siamo librati in cielo per un ultimo volo in questo mondo. Non si sa mai.
La spalla di Lykke non è guarita del tutto, ma è strettamente fasciata e permette un breve e semplice volo.
E poi ad aiutarci c'erano Jules e Kijiana, una Dragonessa del Fuoco, che in aria fa il suo bell'effetto: assomiglia vagamente a un Drago di Pietra, ma la coda si biforca in due lunghe punte perennemente roventi, la pelle è di nera ossidiana e spaccata tanto da sembrare le placche dei continenti di un pianeta appena nato, con tanto di fuoco e magma che scorre in queste fenditure. Un battito delle ali rosso vivo e lacerate, ed è subito in volo, seguita da noi due e da tutti gli altri.

Come in battaglia, le menti s'uniscono, ma alla base v'è serenità e gioia di vivere, in più passione.
Attorniati dalle evoluzioni aeree degli altri Draghi, noi e Jules-Kijiana danziamo con dolcezza, lasciandoci trasportare dal sentimento maturato in giorni, mesi, anni.
Danziamo come abbiamo fatto io e Jules a terra, durante il cammino, di notte sotto le calde coperte di lana e pellicce, spogliandoci e unendoci dopo tanto tempo.
E dopo un tempo indefinito, con le menti ancora collegate ai nostri draghi, scivoliamo di proposito dai loro dorsi per cadere nel vuoto, lasciando che l'aria scorra a gran velocità sui nostri corpi e osservando il cielo mentre precipitiamo.
Rimembrando il vecchio esercizio, per un momento Lykke e Kijiana volano ancora un po', stretti l'uno all'altra, mi ricordano una sfera, due opposti che si legano, e poi si separano per seguirci e recuperarci.
Il cielo esplode, diventa tutto un riflesso giallo e dorato, mescolato poi dal nero
e dalle fiamme di rame, e tra colori e versi di altri esseri sento qualcosa, nell'animo mio e di Lykke, mettere seme e divenire un'entità, di cui m'accorgo solo quando sento di nuovo il duro dorso del mio drago e le sue ali al mio fianco.



Ci stiamo muovendo, l'ora è giunta.

Green Wings e i primi soldati sono stati avvistati dalle guardie più lontane, ormai abbiamo tutti finito di rifare i bagagli e caricarli sui nostri rettili alati.
Il diario finisce qui, con solo otto annotazioni. Ma credo proprio che, alla fine, vada bene così.
Non una parola di più né una di meno per Gerda e tutti i suoi colleghi dell'Ordine.
Ho scritto quello che dovevo scrivere, tu, lettore, saprai per certo cosa pensare di tutto ciò.
Perché, ne sono sicura, come io ho scelto nel giusto e seguire la Via, anche tu penserai ciò che è più giusto per te.
Vivere una vita ordinaria, accumulando tanti piccoli momenti di felicità...
Oppure essere fedeli a sé stessi, morire stringendo un pugno di felicità eno
rme?
Io ho scelto la seconda alternativa. E voi?



[...]

I rumori delle corse e il grattare degli artigli sul terreno e sulla roccia riempiono ben presto i cunicoli sotterranei, illuminati solo dalle scintille dei due Draghi Elettrici presenti e dalla luce tetra di Kijiana e altri Draghi del Fuoco.
Era solo questione di tempo prima che Green Grass e i golem provenienti da Stonepeak in prima fila sfondassero, dopo ore di ricerca, i massi che Hondura e Sesenach avevano piazzato di fronte all'entrata. L'idea di base di certo non era
quella di farli desistere, ma proprio quella di far loro perdere tempo.
Hanno lasciato tutti i bagagli ingombranti all'ingresso e, portandosi solo lo stretto necessario in spalla, il gruppo spera di essere più veloce degli inseguitori. Perché sicuramente anche le altre città hanno mandato in quel luogo le forze rimaste fedeli.
Il piccolo gruppo di Pyndharis è rimasto indietro, ultimo della fila in quanto si è offerto di sigillare l'entrata e ora, Lykke e Kijiana in testa, seguivano le ultime grida euforiche ed esaltate dei draghi davanti a loro.
Qualche gruppo o qualche individuo si sarebbe perso tra i cunicoli minori, e sarebbe stato preda delle forze venute ad acchiapparli e punirli in modo esemplare.
Ma sarebbero morti con la soddisfazione nel cuore.
-
Siamo sulla strada giusta!- grida Jules, in testa, sopra a Kijiana che corre con la sua andatura irregolare e buffa, gli occhi di brace ardenti per la gioia.
-
Hanno abbattuto l'ingresso!- urla Kain di rimando, ultimo del gruppo, e Hondura ruggisce irritato, confermando le parole del Cavaliere.
Un boato in fondo annuncia qualche istante dopo il fa
tto, i draghi accelerano il passo.
Passano i secondi, i minuti, le corse all'impazzata e a controllare l'ametista per avere un quadro preciso della direzione da prendere. Essa sfavilla e mano a mano che si avvicinano al Portale la sua luce passa gradualmente dal viola al bianco.
Ma anche i ruggiti e il grattare furioso di Green Wings, nonché le correnti improvvisamente calde e i rumori delle ali che sbattono sulle pareti, si fanno sempre più vicino. E sopra questi rumori infernali, ve ne sono anche altri in sottofondo, u
rla e boati, che confermano la presenza di altri Cavalieri ancora fedeli alle città e delle truppe speciali che li affiancano.
Con un groppo alla gola, Gerda si rifiuta di pensare alla possibilità di doversi scontrare con Luna e sua madre. Kampes e nonno Fynn dovrebbero essere rimasti alle Paludi, vista la loro età...
Ma il pensiero non trova fine, la luce dell'ametista esplode nel suo candore e anticipa la luce dell'ultima stanza, invasa dalla baraonda del corridoio e dagli ultimi Draghi che passavano attraverso il Portale.
-
Non posso, se mi trovano...- la frase di Kaisa muore a metà.
-
Se ti trovano anche solo con quell'oggetto addosso, o se scoprono che era in tuo possesso e te ne sei liberato ti puniranno ugualmente, coglione!- urla Gerda, già correndo sulle scale per seguire gli altri Cavalieri, Lykke e Kijiana.
Jules continua a seguirla con la balestra puntata verso Kaisa, che aveva il viso contorto dalla fatica e dall'indecisione, quella rovente e che strema l'animo.
-
Non so cosa ci sia al di là di Yggdrasil!-
-
Certo che lo sai! Il tuo zaffiro non si sarebbe attivato se non avessi visto la registrazione! Sei spacciato anche tu, è meglio se vieni con noi. Meglio al di là del Portale e fare qualcosa di utile che rimanere qui e diventare dei vecchi pieni di rimpianti!- grida feroce Jules.
Green Wings lo fissa con interesse e nuova curiosità, il sussulto di Kaisa presagisse che la Dragonessa è convinta delle parole di Jules.
Ma ormai Gerda non li sente più, presa com'è dal mantenere il Portale ancora aperto per farli passare entrambi.
Avrebbero deciso in fretta, le truppe stavano per arrivare e Jules, nel bene o nel male, non può stare lontano troppo tempo da Kijiana, e Kaisa tiene troppo alla vita per non riconoscere la verità
L'ametista brilla, sfavilla di luce fino a sbriciolarsi. Gerda abbassa la mano per lasciar scivolare via la polvere dalla mano, che si leva in volo trasportata dalle correnti dell'eterium.
Di fronte a lei, come lo è di fronte a Kaisa e Jules, Yggdrasil è aperto.
Senza badare che i compagni la seguissero, senza sentire benchè minima fatica nel salire, Gerda raggiunge il portale e s'immerge nella luce, che l'avvolge in un caldo abbraccio.
Chiude gli occhi, l'unico pensiero che le viene in mente è che deve essere così il tanto famigerato Nirvana. Forse anche la morte viene co
sì.
Come un abbraccio materno carico d'affetto.
Come la schiusa di un uovo.

[…]

-Svegliati-
Fruscio di fronde verdi al vento. Rami bianchi scossi dalla brezza estiva. C'è un profumo di fuoco e cenere, molto buono, e il viso giovane e serio di quel dannatissimo rosso dagli occhi color foglia.
Da quella distanza la cicatrice che gli attraversa il volto non è poi così sottile, e s'intravede nell'iride dell'occhio falso i micro meccanismi che lo fanno funzionare.
-
Ziz- chiama lui.
-
Karuna- risponde lei.
Silenzio. Attende, scossa nell'intimo. La infastidisce che questo bel tizio sapesse il suo vero nome, ma la scuote ancor di più il fatto che coincidesse col vero nome di Lykke e... che fosse la 
loro entità.
Il Cielo. Ovvio.
-
Non è un buon modo per cominciare- commenta il rosso, che stavolta sorride appena.
-
Per niente. Non ti hanno mai detto che pronunciare questi nomi è alquanto scortese?-
-
Mi hanno detto di peggio. Ormai sono abituato-
-
Cazzo, dobbiamo fare un gran lavoro qui con te, eh?-
Scoppiano entrambi a ridere.
-
Behemot e Leviatan stanno...-
-
Dai, veramente. E' fastidioso. Jules e Kaisa, chiamali così. E chiamami Gerda, tanto per completare la cosa-
-
Sappiamo cosa vogliamo, eh?-
Il rosso si volta verso un punto imprecisato alla destra della ragazza.
Percepisce la presenza dei compagni, ma preferisce richiudere gli occhi per un momento.
Aveva faticato tanto per arrivare...





Note dell'Autrice.

Bene bene, e anche questa è conclusa. Come al solito sono la solita autrice che si riduce all'ultimo, e stavolta non faccio eccezione. Ehehe, pazienza.
Nonostante ciò, a differenza di “Am I Dreaming?” scrivere questa è stata molto più leggera, forse perché avevo già in mente a grandi linee l'universo e la trama a cui legarla.
Avevo pensato al momento dell'iscrizione di portare appunto un frammento della primissima storia che scrissi seriamente, o comunque un'evoluzione di questa. E in effetti fu così: è diventata un'evoluzione alternativa del finale di quella storia di quattro anni fa.
Quella storia non credo di pubblicarla qui su EFP: l'inizio originale l'ho perduto, e anche se fosse ancora in circolazione dovrei rivederlo completamente (ovviamente, direte: il mio stile è cambiato notevolmente da un anno all'altro, figuriamoci in quattro) e poi perché è un lavoro immane. E non ho né il tempo ne la voglia di lavorarci su. Forse in futuro potrei pensare di farci qualcosa, ma è semplicemente un piccolo pensiero.
Fortunatamente, ho salvato il documento con tutti i nomi e gli appunti sui personaggi, alcuni con nomi diversi da quelli presenti qua.
Ad esempio, mentre Lykke rimane lo stesso in entrambe le versioni, Gerda prima era Julia, Fynn e Kampes erano Michail e Lyra (e la Dragonessa non era delle Paludi, bensì del Tempo), Kaisa e Green Wings erano rispettivamente Draken e Hira.
Andromeda rimane tale, come il drago Hondura e la ragazza Jasmine, mentre un tempo Tha Le si chiamava Wymisl (ed era un maschio) e Kain si chiamava Ryan, ed era più giovane di... quanto? Trent'anni? Sì insomma, era qualche decennio in meno. L'unico Drago il cui nome non è cambiato di molto è Senesta, che qui compare come Sesenach.
Il nome originale di Pyndharis è sparito -forse è un segno del destino: che rimanga nel dimenticatoio, dov'è giusto che sia- e così via.
Con me sono cambiati anche i personaggi, e in fondo sono contenta che anche loro siano, nel loro piccolo, mutati. E non sono stata più felice di costruire Gerda in questo modo: farla evolvere da una ragazzina spaurita a una donna forse non troppo femminile, ma di un'elegante forza senza pari.ì
E forse a tratti un po' scurrile. E vabbè, me la tengo così com'è.
...D'altronde in un ambiente dove prevalgono uomini, non può fare a meno di essere essenziale e, soprattutto, sé stessa.
Piccola nota sulle maiuscole che metto al nome “drago”. Come si può vedere, non sempre la “d” la metto maiuscola o minuscola. Questo perché avevo pensato in origine che la maiuscola va se si riferisce a un drago dell'Ordine preciso, o più raramente ai draghi che ne fanno parte. La minuscola invece va a un senso più globale della specie, senza far distinzione né di razza, né di sesso, età, grandezza o appartenenza all'Ordine.
Credo che qualche errore su questo ci sia -e se incappate in questi non preoccupatevi a segnalarmelo- ma è giusto per spiegare la cosa.
Un ringraziamento a quelli che sono arrivati fino a qui, veramente! E un infinito grazie a chi recensirà, anche per darmi qualche dritta, se reale, ben motivata e con toni rilassati.
A presto!

P.S. Sto notando che in questo periodo le mie storie stanno convergendo in un unico punto.
E, eheh, sapete cosa vuol dire questo, vero?


EDIT: sono riuscita a revisionare per bene la storia, un grazie va alla giudice Najara che, con grande gentilezza, mi ha inviato il file con segnate le correzioni. In certi punti ho preferito riscrivere le frasi, anche quando magari non serviva o non era segnato.

Spero che ora vada meglio, anche se gli errori -credo- non erano gravissimi.

A presto!

-Danail

   
 
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