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Autore: Liberty89    10/08/2016    2 recensioni
Giunti in quel momento nel centro di quella baraonda, Gokudera e gli altri Guardiani osservarono la scena con orrore e preoccupazione più o meno evidente, per essere sostituita l'attimo dopo da un moto d'impazienza e curiosità, mentre un'inconscia domanda si faceva largo nella mente di ogni membro della Famiglia Vongola: come sarebbe stato il loro Boss più vecchio di dieci anni?
Dal capitolo I
Tsuna si scambia con il se stesso del futuro a causa del Bazooka di Lambo e il venticinquenne porta con sé notizie sulla nuova difficoltà che i Vongola dovranno affrontare. Che esperienza si cela dietro lo scioglimento del sigillo sulla Fiamma del Cielo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! Ebbene sì, sono tornata e con me porto l'ultimo capitolo di questa fan fiction. Doveva esserci anche un extra, ma alla fine ho deciso di non portarlo a termine per una serie di motivi, forse in futuro lo riprenderò e lo pubblicherò come storia a parte, mai dire mai.
Sono dispiaciuta per il tempo che vi ho fatto aspettare -più di un anno, sic!- ma tra una cosa e l'altra non sono riuscita a scrivere il capitolo prima di un mesetto fa. Quest'anno a causa degli impegni universitari ho scritto veramente molto poco rispetto a quanto avrei davvero voluto scrivere. Questo capitolo l'ho scritto in due giorni mentre ero al mare, finalmente in vacanza, e l'ho perfezionato qui a casa pochi giorni fa.
Credo di avervi annoiati abbastanza con le mie chiacchiere. Ci rivediamo in fondo! Buona lettura!


Capitolo XII - Vero Cielo, stesso Cielo

Akiko Shikata - Istoria - Musa - Kleio

Riemerse lentamente dalle profondità di se stesso, come una bolla d’aria che si fa strada verso la superficie dell’oceano. L’indice della mano sinistra si contrasse, strisciando con uno scatto sul lenzuolo fresco e la coperta morbida, poi le altre dita lo imitarono, reagendo al suo calmo risveglio.
Inspirò profondamente, prendendo coscienza del morbido cuscino su cui era posata la sua testa. Attorno a lui c’era solo silenzio, un quieto silenzio privo di minacce, simile a quello che l’aveva accolto nell’appartamento della sua Tempesta, ma allo stesso tempo diverso. Il suo super-intuito stava sondando il terreno per lui, sussurrandogli che non conosceva quel luogo ma che non doveva temerlo, quella stanza era sicura.
Annuì a se stesso e decise di aprire gli occhi. Le palpebre tremarono sotto il peso del sonno che le aveva tenute serrate fino a quel momento, poi cedettero ai suoi sforzi e si schiusero. La camera era avvolta dalla penombra e la sua vista non ebbe difficoltà ad adattarvisi. L’elegante e chiaro tendaggio di un letto a baldacchino accolse il suo primo sguardo al mondo dopo quel lungo riposo. Sbatté le palpebre, confuso per un attimo. Quanto aveva dormito? Questa volta il suo intuito non gli fu d’aiuto, pareva altrettanto incerto, come se anche lui si fosse svegliato da poco da un sonno incredibilmente lungo.
Con attenzione si tirò a sedere e dall’alto, i suoi occhi si abbassarono a studiare il suo corpo, vestito di un pigiama che gli era familiare, e le coperte vivaci che lo coprivano. Guardò alla sua destra, la finestra era coperta da una tenda non troppo scura che filtrava la luce del sole, poi spostò lo sguardo a sinistra, trovando un comodino accanto al letto e la porta della stanza, ovviamente chiusa. Si concesse un altro sguardo a quella camera, ma non la riconobbe e l’idea di trovarsi chiuso da qualche parte -per quanto sicuro potesse essere- lo infastidiva terribilmente. Non sapeva spiegarsi nemmeno lui questa bizzarra avversione, ma Tsunayoshi non se ne preoccupò e scostò le coperte per posare i piedi sulla moquette. Sentì il corpo un po’ rigido e anche questo segno gli fece capire di aver dormito a lungo.
Non si preoccupò di cercare un paio di ciabatte o qualsiasi altra cosa da infilare ai piedi nudi e con attenzione si alzò, reggendosi al comodino accanto al letto.
Certo che le gambe avrebbero retto il suo peso senza cedervi all’improvviso, Sawada Tsunayoshi raggiunse la porta, la aprì e affidandosi al proprio super-intuito s’incamminò nel corridoio.

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Dato un altro morso al dolcetto che teneva in mano, Lambo sorrise soddisfatto mentre girava l’angolo del corridoio illuminato dal sole del primo pomeriggio. Si era perso cercando di arrivare alla stanza in cui era certo di poter trovare Reborn, ma era invece giunto in cucina e lì il personale di Villa Vongola lo aveva accolto con entusiasmo, occupandosi di lui e intrattenendolo per fare in modo che stesse lontano dai fuochi e i vari utensili, pericolosi o meno che fossero. Alla fine aveva detto che doveva riprendere la sua ricerca e uno dei cuochi, un uomo alto e massiccio con dei buffi baffi scuri, gli aveva donato un muffin appena sfornato per dargli nuove energie. Tutto contento, il Guardiano del Fulmine se n’era quindi andato e aveva preso a girovagare per la villa, senza una reale meta in mente e salutando allegramente i domestici che incontrava lungo la strada, compresa la bionda Marianna, che li aveva accolti il giorno del loro arrivo.
Imboccato un nuovo corridoio che portava all’ala opposta dell’edificio, Lambo scorse una figura conosciuta al piano inferiore. Cosa ci faceva in giro il suo fratellone se l’ultima volta che aveva controllato era nel suo letto che dormiva? Possibile che Hayato-nii non l’avesse avvertito del suo risveglio? Scosse la testa dicendosi da solo che era impossibile, perché si era anche tanto raccomandato con Takeshi-nii perché lo avvisassero.
Allora perché Tsuna-nii era in giro da solo? Lo osservò mentre si guardava attorno, come se stesse valutando dove andare, poi il ragazzo si voltò verso di lui e il bambino rabbrividì per un attimo sotto l’esame di quelle iridi arancioni. Non c’era alcuna fiamma sulla fronte del giovane, ma bastò un sorriso del castano a far scemare la preoccupazione del piccolo Bovino, che lo seguì di corsa quando riprese il suo vagare.

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-Mh?- esordì Yamamoto, fermandosi a pochi passi dalla stanza dove ormai da una settimana, stava riposando Tsuna.
La sua perplessità era tutta rivolta all’amico Gokudera che fissava l’interno della camera con sguardo smarrito.
-Gokudera?- chiamò, facendo sussultare l’argenteo. -Gokudera che succede?-
-I-Il Decimo…- balbettò lui.
-Cosa? Finalmente Tsuna si è svegliato?- disse allegro, mentre lo raggiungeva.
-Non è nella sua stanza…-
Di colpo, tutta la spensieratezza del giocatore di baseball era svanita. Si voltò di scatto verso la camera, ne osservò l’interno e il letto vuoto gettò un peso sul suo cuore. Al suo fianco, il Guardiano della Tempesta sembrava essersi destato dal suo stato di gelo ed era entrato nella stanza, correndo alla porta del bagno privato per controllare che il suo Boss non fosse lì dentro.
-N-Non avevi ancora controllato?!- domandò stupito Takeshi, ma comprese il perché prima ancora che gli rispondesse.
-Non sento la sua presenza.- mormorò cupo, prima di dare un colpo con le nocche sulla porta. -Decimo? Decimo è lì dentro?-
Aperta la porta, trovò ad attenderlo un’altra stanza vuota.
-Dobbiamo avvertire il bambino!- esclamò il moro.
L’italiano annuì. -Pensaci tu, io vado a cercare gli altri e-
-Dov’è ImbranaTsuna?- domandò il killer numero uno del mondo fissando entrambi i ragazzi dalla soglia.
-Reborn-san…- sussurrò Smoking Bomb voltandosi. -Non lo so… non ho idea di dove sia!- esclamò tornando verso la porta. -Ero venuto a controllarlo, perché ormai avrebbe dovuto svegliarsi, ma il letto è vuoto!-
-Calmati Gokudera.- replicò il bambino, aprendo la mano destra.
Leon il camaleonte vi corse immediatamente prendendo la forma di un telefono cellulare che il killer portò vicino all’orecchio.
-Coyote, abbiamo un problema, Tsuna non è nella sua stanza.- comunicò atono al Guardiano della nona generazione. -Ah, è così? E nessuno del personale l’ha fermato o avvicinato in qualche modo?-
Yamamoto ascoltò la conversazione dell’Arcobaleno con apprensione. Possibile che qualcuno si fosse spinto fino alla stanza del futuro Boss per portarlo via? Oppure Tsuna se n’era andato di sua spontanea volontà? E se era così perché non era andato a cercare qualcuno di loro? Con queste domande in testa, il Guardiano della Pioggia si voltò a guardare Gokudera e si stupì nel trovarlo fermo e concentrato sulla telefonata del killer, solo i pugni stretti lungo i fianchi mostravano quanto fosse preoccupato. Si era aspettato di vederlo agitarsi per tutta la stanza alla ricerca del suo adorato Decimo, invece stava lì ad aspettare istruzioni e sicuramente a pensare a un modo di rendersi il più utile possibile per ritrovare l’amico sparito nel nulla.
-Ho capito. Questa è una buona notizia, ora ce ne occupiamo io e i ragazzi. Grazie Coyote.- disse infine Reborn, chiudendo la telefonata.
-Allora?- chiese Hayato.
-ImbranaTsuna sta bene. Sembra che stia girovagando per la villa.-
-Cosa? E perché nessuno l’ha fermato o ci ha avvertiti?-
-Stavano per avvertire me.- risposte il bambino, avviandosi lungo il corridoio. -Nessuno si è avvicinato a Tsuna perché emana un’aura diversa dal solito.-
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo ansioso. Cosa avrebbero trovato all’incontro con il loro amico?
-Per adesso mi hanno detto che si sta dirigendo verso i giardini sul retro della villa e che Lambo è con lui.-
-La Scemucca è col Decimo?- domandò Gokudera.
Reborn annuì. -Voi andategli dietro. Seguitelo a distanza, chiedete indicazioni ai domestici, Coyote ha dato istruzioni precise. Io mi occuperò di avvisare gli altri Guardiani.-

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Aveva capito dove si trovava, ma in qualche modo gli sfuggiva il perché.
Nel suo girovagare nessuno gli si era avvicinato, tranne il suo Guardiano che ora gli trotterellava accanto, e questo gli aveva dato il tempo per riflettere. Perché al suo risveglio gli era venuto in mente l’appartamento del suo Guardiano della Tempesta? Gli era venuta una mezza idea di chiedere al suo accompagnatore, ma alla fine aveva deciso di aspettare. Sapeva che presto o tardi gli altri Guardiani lo avrebbero raggiunto.
Dopo aver girato a caso per i corridoi di Villa Vongola, Tsunayoshi aveva deciso di spostarsi all’esterno e i giardini illuminati dal sole lo avevano accolto a braccia aperte con i loro colori e profumi. Inspirò a pieni polmoni l’aria satura di odori e s’avviò nuovamente in cerca di un posto dove rilassarsi.
Lambo camminava accanto al suo fratellone, stranamente tranquillo, ridendo e indicando questo o quell’altro fiore di tanto in tanto, ma ottenendo a malapena un’occhiata in risposta. Hayato-nii e Takeshi-nii gli avevano spiegato che al suo risveglio Tsuna sarebbe stato confuso e che avrebbe avuto bisogno di tempo per recuperare, ma soprattutto gli avevano fatto promettere -anzi, giurare sulle caramelle all’uva!- di non rivelare mai a Tsuna quello che era successo negli ultimi giorni. Lambo ricordava bene quanto fosse spaventato il suo fratellone e lui non voleva più vederlo in quello stato.
Alzò gli occhi sul castano. Era sicuro che quello fosse il suo Tsuna-nii, eppure c’era qualcosa di diverso. Diverso in senso buono, certo. Il suo fratellone non aveva ancora detto nulla da quando si erano incontrati e non era inciampato neppure una volta, nonostante i pantaloni del pigiama gli fossero finiti più volte sotto i piedi. Non aveva la fiamma sulla fronte, eppure quell’atteggiamento gli ricordava tanto quando il suo fratellone era impegnato in una battaglia. All’improvviso, un pensiero attraversò la sua mente e Lambo si fermò. Questo Tsuna-nii somigliava tantissimo allo Tsuna-nii più grande a cui aveva regalato il suo bellissimo disegno. Il suo fratellone era cambiato, forse anche i suoi sentimenti per lui erano mutati? La terribile idea che Tsuna non gli volesse più bene si annidò fra i suoi pensieri e gli occhi verdi cominciarono a riempirsi di lacrime.
-Lambo.-
Il bambino sobbalzò alla chiamata, ma alzò lo sguardo e di nuovo il sorriso del castano lo convinse che non c’era nulla di sbagliato. Come aveva potuto pensare che l’affetto del suo fratellone fosse venuto meno?
Gli saltò tra le braccia e si accoccolò contro il suo petto caldo, ricevendo in cambio delle leggere carezze sulla testa.

Final Fantasy IX - Limited Time

Grazie alle indicazioni del personale di Villa Vongola, Yamamoto e Gokudera erano arrivati fino ai giardini. Da lontano potevano scorgere la figura del loro Boss con Lambo in braccio, intenta a camminare senza una meta apparente.
Il Guardiano della Tempesta osservava attentamente ogni mossa del suo Cielo, cercando di mettere a tacere il desiderio crescente di raggiungerlo e assicurarsi che stesse bene e soprattutto che fosse ancora il suo adorato Decimo, nonostante tutto ciò che era accaduto appena una settimana prima.
In quei sette lunghi giorni, Tsuna aveva dormito profondamente, senza mai muoversi o lamentarsi nel sonno. Ogni tanto c’erano stati dei picchi di risveglio della Fiamma del Cielo, ma si erano rivelati innocui tentativi di assestamento della Fiamma stessa, che avevano contribuito alla guarigione delle ferite riportate dal corpo che la ospitava. Ogni graffio era guarito e di questo Smoking Bomb era più che mai grato, ma la cicatrice che ora svettava sul fianco del suo Boss non se la sarebbe mai perdonata.
-Sai, sei cambiato, Gokudera.- esordì a un tratto il Guardiano della Pioggia, attirando su di sé lo sguardo confuso dell’altro.
-Come?-
Il moro ridacchiò appena. -Fino a poco tempo fa saresti corso in giro come un matto per cercare Tsuna, invece prima nonostante il panico iniziale, sei rimasto calmo e hai pensato bene al da farsi. Anche adesso, che hai Tsuna a portata di mano non gli sei corso incontro.-
Preso alla sprovvista da quelle lodi, l’argenteo arrossì e tossicchiò per un attimo, per poi tornare a guardare i movimenti del castano. -Il Decimo ha bisogno di questo. Ha bisogno che io sia in grado di reagire prontamente agli imprevisti e di comportarmi di conseguenza. Ora l’ho capito.
-E comunque, non venirmi a dire che anche tu non vorresti correre da lui in questo momento.- aggiunse, dandogli un’occhiata veloce.
Il giocatore di baseball rimase interdetto per un istante, poi rise e si portò una mano alla nuca. -Eh già, hai proprio ragione Gokudera!- ammise. -Non so perché, ma ho una voglia matta di correre da lui, dritto come un home run!-
Solo il rumore di passi frettolosi impedì a Gokudera di sbattersi una mano in faccia per quel riferimento sportivo.
-Ehi testa di polpo! Yamamoto!- esclamò Ryohei, frenando la propria corsa accanto ai due. -Cosa sta succedendo all’estremo?! Reborn mi ha detto che Tsuna è sveglio!-
-Abbassa la maledetta voce testa a prato!- ordinò Smoking Bomb. -Il Decimo è laggiù, ma non dobbiamo fare niente finché non ci saremo tutti. Resta in silenzio, non sappiamo cosa aspettarci da lui in questo momento.-
Colpito dal tono serio e grave usato dall’amico, il Guardiano del Sole si zittì e assentì con un breve cenno del capo per poi girarsi a guardare il suo fratellino acquisito. Era lontano, ma non così tanto da non poter distinguere il piccolo Lambo stretto al suo petto. Lo studiò per qualche attimo, piegando poi il capo da un lato, perplesso. All’improvviso voleva avvicinarglisi, voleva assicurarsi che stesse bene e che non fossero rimasti segni della presenza di quella Fiamma crudele e spietata che tanto lo aveva fatto soffrire.
-Uomo della Tempesta.- disse Chrome comparendo dal nulla accanto ai ragazzi.
-Chrome!- esclamò tra i denti l’argenteo, portandosi una mano al petto per lo spavento. -Avvisa la prossima volta.-
La ragazza sbatté la palpebra, fissando il compagno. -Uhm, scusa.-
Gokudera sospirò. -Non fa niente… Manca solo quel sociopatico di Hibari adesso.-
-Uhm, veramente l’uomo della Nuvola è vicino al Boss.- avvisò Chrome, indicando il loro Cielo e la figura del disciplinare che gli stava andando incontro dalla direzione opposta.
-Cosa?!-

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Tsunayoshi aveva finalmente trovato un luogo in cui fermarsi. Aveva individuato un gazebo circolare di legno, con le colonne tutte avvolte nell’edera verde, trovandolo invitante e tranquillo, il posto perfetto in cui riposare e riflettere. Aveva quindi modificato il suo percorso e aveva deviato per poterlo raggiungere, incurante degli sguardi dei suoi Guardiani che lo seguivano con attenzione senza disturbarlo. Solo uno aveva deciso di fare di testa sua, ma visto l’Elemento se l’era aspettato: la Nuvola dopotutto agiva per il bene della Famiglia a distanza da essa.
Il Presidente del Comitato Disciplinare della scuola media di Namimori lo fissava con i suoi occhi grigi a circa dieci passi di distanza, la giacca appesa sulle spalle e le braccia lungo i fianchi.
-Sawada Tsunayoshi.- chiamò il moro, ottenendo un’attenzione silenziosa che non si aspettava, esattamente come l’arancione in quegli occhi che avrebbero dovuto essere marroni.
-Hibari-san.- disse il castano, la voce arrocchita dal mancato uso. -Volevi dirmi qualcosa?-
Kyoya squadrò il ragazzo che aveva davanti. Non c’era ombra di dubbio, quello era Sawada Tsunayoshi, studente della scuola media di Namimori, non quella spietata creatura impazzita con cui aveva lottato una settimana prima. Eppure, sembrava così diverso da quello che doveva essere. C’era un po’ dell’uno e un po’ dell’altro in un connubio praticamente perfetto… anzi, giusto.
Questo era il vero Sawada Tsunayoshi, realizzò il moro.
-Sei in pigiama e a piedi scalzi. Stai minando il buon nome della scuola media di Namimori.- asserì, rispondendo alla domanda del ragazzo.
-Sono dispiaciuto Hibari-san, cercherò di porvi rimedio.-
-Sarà meglio, o dovrò morderti a morte.- avvertì, assottigliando lo sguardo.
-Ti pregherei di non farlo.- replicò Tsunayoshi. -Mi sono appena svegliato, non credo di essere pronto per un combattimento con te.- detto questo si voltò e si allontanò in direzione del gazebo. -Buona giornata Hibari-san.-
Fosse stato chiunque altro, probabilmente il Presidente del Comitato Disciplinare lo avrebbe rincorso e morso a morte innumerevoli volte come punizione per avergli voltato le spalle, ma nel caso del suo Cielo non vi diede peso e con Hibird posato sulla testa si girò per andare alla ricerca di un posto all’ombra dove farsi un pisolino.

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Il disciplinare era ormai distante e Tsunayoshi era comodamente seduto sotto il gazebo con Lambo addormentato in grembo quando gli altri Guardiani lo raggiunsero. Il suo sguardo era perso in lontananza e la sua mente occupata da fitti pensieri, ma tutto s’interruppe quando quattro paia di passi pesanti fecero vibrare il pavimento di legno chiaro, attirando i suoi occhi tinti d’arancio.
I quattro ragazzi si sentirono piccoli e indifesi di fronte a quelle iridi calme e profonde come le acque di un lago, ma non vi fuggirono, rimasero in attesa che il loro Cielo finisse di esaminarli, che trovasse ciò di cui era alla ricerca, che ottenesse risposta ai quesiti che doveva sicuramente essersi posto al suo risveglio improvviso senza nessuno accanto.
-Hayato.- chiamò a un tratto, puntando gli occhi arancioni in quelli verdi. -Ho delle domande da farti.-
La Tempesta si sistemò con la schiena ben dritta e le braccia lungo i fianchi. -Nelle mie possibilità risponderò, Decimo.-
L’altro annuì. -Quanto tempo ho dormito?-
-Una settimana, Decimo.-
-Perché dormivo?-
Gokudera rimase quasi spiazzato dalla domanda. -Non ricorda? Poco più di una settimana fa siamo giunti qui a Villa Vongola perché il Nono potesse sciogliere il sigillo che le aveva imposto da bambino.-
Tsunayoshi si prese il suo tempo per riflettere sulla risposta ricevuta, poi si guardò i palmi sfiorati dai bianchi segni di ferite che non ricordava di avere mai subito.
-Quindi questo è il vero me?- domandò più a se stesso che ai suoi amici.
-Si sente diverso rispetto a prima?-
-Indubbiamente. Però, in qualche modo è giusto, come il fatto che tutti voi siate qui accanto a me oggi.- disse il castano, tornando a guardarli. -Dimmi Hayato, cos’è successo? Come ho fatto a diventare così?-
Quella era la domanda che il braccio destro di Vongola Decimo temeva di più. Al suo fianco e alle sue spalle, i compagni tacevano, pronti a intervenire se avesse avuto bisogno di loro.
-Allo scioglimento del sigillo, ha affrontato la Fiamma dell’Ultimo Desiderio in uno scontro di volontà.-
-E poi?- chiese.
I pugni della Tempesta si strinsero. -Inizialmente… la Fiamma si è rivelata troppo potente e ha preso il sopravvento.-
Il suo super-intuito pareva impazzito: chino sulle sue orecchie insisteva nel dirgli che c’era molto altro da sapere, ma Tsunayoshi sentì il proprio cuore tremare all’idea di conoscere il resto. -Continua.-
-Lei cosa ricorda, Decimo?- chiese Hayato.
A quella domanda, i ricordi sembrarono farsi avanti da soli, lentamente, sotto forma di sensazioni e forme confuse, come vecchi fantasmi rancorosi usciti da un quadro sbiadito. Gli occhi di Tsunayoshi si fecero larghi e istintivamente si portò una mano sul petto a stringere la casacca del pigiama.
-Paura.- mormorò. -Ricordo tanta, tanta paura. Una rabbia smisurata e una fame di- le iridi arancioni scattarono in basso, sulla figura addormentata del piccolo Lambo. -Hayato, rispondimi, che cosa vi ho fatto?-
-Lei nulla, Decimo.- assicurò. -La Fiamma ha tentato di impadronirsi delle nostre Fiamme.-
-Come?-
-Non posso rispondere.-
Quella frase fu talmente inattesa che Tsunayoshi quasi saltò in piedi, mentre si voltava a guardarlo. -Perché?-
-Perché è mio dovere proteggerla Decimo, anche da se stesso. Non voglio e non posso permetterle di farsi del male in questo modo.- affermò risoluto. -Se in futuro ricorderà qualcosa o tutto di quel giorno, allora io sarò al suo fianco ad aiutarla ancora una volta.-
-E noi con lui, Tsuna.- intervenne Takeshi con un gran sorriso.
Finalmente, lo sguardo del futuro Boss si accese. Si illuminò di una miriade di sentimenti diversi, mentre li osservava uno a uno, ma l’affetto e la gratitudine vinsero su ogni altro. Le lacrime gli bagnarono le guance prima che se ne accorgesse, ma non fece nulla per fermarle perché in qualche modo sapeva che non erano solamente sue.
Poi sorrise. -Grazie. Vi ringrazio dal profondo del cuore e vi prometto, che finché avrò vita, io farò altrettanto: vi proteggerò. Proteggerò la mia Famiglia.- disse e i suoi occhi tornarono marroni.

Da lontano, Reborn aveva osservato tutta la scena e un’espressione serena era sorta sul suo viso. Per fortuna, tutti i suoi timori si erano rivelati infondati: quando Coyote gli aveva riferito che Tsuna era in giro per la villa, ma che nessuno aveva osato avvicinarlo per paura della sua reazione, gli si era formato un nodo in gola. Ora, però, sapeva di poter stare tranquillo perché il futuro Boss dei Vongola era al massimo della sua forma e l’aura che emanava era limpida e avvolgente come il cielo che li guardava dall’alto.
L’Arcobaleno del Sole mise le mani in tasca e strinse nel palmo i due oggetti che conservava in quella sinistra. Forse era il momento di restituirli al legittimo proprietario.
Cercò di mantenere la sua presenza nascosta, come aveva imparato a fare nel suo lavoro e com’era ormai d’abitudine per fare scherzi al suo allievo.
-Reborn.- chiamò Tsunayoshi, sorprendendo tutti i presenti, killer compreso, che fermò i propri passi. -Non c’è bisogno di nasconderti.-
Le labbra del bambino si tirarono in un ghigno divertito. -E così ti sei accorto di me, bravo Tsuna.-
-Mh…- annuì il castano, voltandosi verso il suo insegnante per incrociarne gli occhi neri. -Mi ero accorto di essere osservato, ma ho capito che eri tu solo poco fa.- ammise per poi fare un cenno in direzione di Villa Vongola. -L’altro curioso dovrebbe essere il Nono, andando per esclusione.-
Il killer ridacchiò appena. -Probabile. Sono sicuro che vorrà incontrarti più tardi, era molto preoccupato per te.-
Di nuovo, Tsunayoshi annuì. -Sei venuto solo per colmare la tua curiosità o hai qualcosa da dirmi?-
Reborn studiò con attenzione le iridi marroni del ragazzo, trovando al loro interno una sfumatura sconosciuta a quel colore, perché di solito la coglieva quando era l’arancione a dominare.
-No, sono venuto per restituirti qualcosa che ti appartiene.- affermò, saltando sulla panca su cui sedeva il suo allievo.
-Takeshi, occupati di Lambo per favore.- disse il futuro Boss.
Sorpreso dalla chiamata improvvisa, il Guardiano della Pioggia ci mise un secondo in più a capire cosa doveva fare. Alla fine, però, prese il bambino addormentato tra le braccia e tornò al suo posto, mentre l’Arcobaleno porgeva a Tsuna il contenuto della sua tasca.
Un bagliore di riconoscimento e nostalgia scosse per un attimo lo sguardo fermo del giovane Cielo, che raccolse i due anelli dal palmo dell’altro. Li osservò in silenzio, poi a un tratto i suoi occhi si tinsero d’arancio e una fiamma s’accese sulla sua fronte, quindi infilò al dito l’anello della sua Box Arma che si materializzò sul suo grembo subito dopo.
-Ciao Natsu.- disse, ottenendo un piccolo ruggito di gioia in cambio e senza preoccuparsi delle occhiate sorprese della sua Famiglia.
Persino Reborn era rimasto sorpreso dalla rapidità e la sicurezza con cui aveva attivato la Fiamma dell’Ultimo Desiderio, che ora brillava sulla sua testa in tutta la sua fiera purezza, identica a quella mostrata dallo Tsuna adulto comparso all’inizio di tutta quella storia.
-Decimo?- chiamò Gokudera con la voce più ferma che gli riuscì. -Come si sente?-
Dando un’ultima carezza al leoncino, Tsunayoshi lo congedò per poi rivolgere l’attenzione al suo braccio destro. -Bene. È diverso rispetto a prima, a quando non era per mia volontà che si attivava la Fiamma del Cielo, ora… non so spiegare.- rispose, guardandosi i palmi e spegnendo la Fiamma dell’Ultimo Desiderio.
-Davvero, non so come spiegarlo, ma mi sento bene.- affermò con sicurezza, prima di prendere il Vongola Ring per rimetterlo al suo posto con un sorriso. -Giotto-san…-
-Tsunayoshi.- la voce del primo Boss risuonò nella mente del ragazzo, facendosi avanti come una ventata d’aria calda e rassicurante. -Te l’avevo detto che non c’era nulla da temere. La tua Famiglia sarà sempre lì per te.-
Il sorriso di Tsunayoshi si allargò appena. -Hai ragione, Giotto-san.- pensò, per poi alzarsi in piedi e guardare gli amici. -Torniamo indietro.-
Tutti d’accordo si avviarono per attraversare i giardini e fare ritorno a Villa Vongola, uno accanto all’altro, avvolti dall’aura quieta e rilassante del loro Cielo.
Finché Gokudera non esplose in un grido sconvolto nel ricordarsi che il suo adorato Decimo era ancora in pigiama e soprattutto a piedi nudi.









E così finisce "Il Sigillo del Cielo".
Cosa dire di più? Come Tsunayoshi sente come giusto ciò che è diventato, io sento che questo è il finale giusto per questa storia. Ci ho rimuginato sopra per quasi un mese, apportando modifiche qui e là, aggiungendo pezzi e rimuovendone altri, ma alla fine ho trovato l'equilibrio giusto. Più di così non credo ci sia da aggiungere, lo sviluppo finale di Tsuna l'avete visto nei primi capitoli dopotutto, no?
Ora, passiamo ai ringraziamenti di rito!
Per causa mia e dei miei tempi di aggiornamento biblici i commenti alla storia si sono ridotti, ma i nomi su preferiti, seguite e ricordate non hanno fatto altro che aumentare. Siete diventati tantissimi e vi ringrazierei uno a uno, ma siete appunto così tanti e molti di voi hanno anche cambiato nickname nel frattempo, e in più, copiare l'intero elenco di chi preferisce/segue/ricorda mi pare... boh, brutto? Quindi sintetizzo.
Grazie ai 38 lettori che hanno inserito la fic tra le preferite!
Grazie ai 32 lettori che 
hanno inserito la fic tra le seguite!
Grazie ai 7 lettori 
hanno inserito la fic tra le ricordate!
Tanti di voi hanno messo la fic in tutte e tre le voci e io mi sento in dovere di ringraziarvi ancora una volta. Grazie.
Grazie mille a tutti! *inchino*
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che anche per voi sia il giusto finale della storia.
Ci vediamo la prossima volta!
Bye!
  
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