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Autore: Jeo 95    10/08/2016    2 recensioni
Storia OC. Iscrizioni Riaperte a partire dal capitolo 9! PER OGNI INFORMAZIONE CONSULTATE LE NOTE NEL CAPITOLO 9!
Bonsoir mes amis!!!! Ed eccomi a riproporvi -molto, forse troppo prima del previsto- la mia storia ad OC, pubblicata per un evento speciale!!
Spero che anche questa nuova versione possa piacervi, e che partecipiate alla mia storia ^^
Un bacione a tutti e grazie in anticipo per chiunque parteciperà.
Jeo 95 :3
p.s. STORIA DEDICATA ALLA MIA FANTASTICA BOSS PER IL SUO COMPLEANNO (anche se in ritardo ç.ç)
TANTI AUGURI BOSS!!!!!!!
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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The Knights of the Dragon


 

CAPITOLO 10- ANGER.


Terre Perdute Fiore. Anno x1000

Tochi sbuffò ancora, chiedendosi per quale accidenti di motivo toccasse proprio a lui organizzare le truppe. Cosa dovevano andare poi a fare a Sabriee ancora non gli era ben chiaro, anzi di tutta quella faccenda riusciva a capirci ben poco.

Erano demoni dai poteri superiori, sarebbe bastato un singolo movimento del mignolo di uno solo di loro per spazzare via l'intero genere umano, eppure il Master preferiva agire con calma, a gradi, prolungando la sofferenza umana e sperando così di gettarli nella disperazione più nera.

Alla fine gli stava bene, finché poteva divertirsi a spese di altri era ben felice di servire il suo padrone, ma a tutto c'era un limite e riunire due truppe lo superava di gran lunga.

Non c'era lavoro più noioso e, a tratti, faticoso di quello, specie quando vi erano da gestire centinaia di troll senza cervello capaci solo di mugugnare versi incomprensibili.

-Giornata difficile, Magnet Pole?-

Con il sorriso più finto che potè, Tochi voltò il capo fino a scontrarsi col ghigno glaciale del più freddo e maniacale dei suoi alleati.

Appoggiato alla parete con le braccia conserte vi era un ragazzo molto alto dalla pelle chiara, in evidente contrasto con i lunghi capelli color notte. Essi arrivavano fino a metà schiena, ed erano legati in un' elegante coda bassa. Gli occhi verdi trasmettevano una freddezza disarmante,capace quasi di congelare chiunque fosse così sfortunato da scontrarvisi.

Era vestito con pantaloni in lino nero, stretti sulle caviglie e larghi sui fianchi, accompagnati da una camicia bianca, lasciata aperta nei primi tre bottoni. Ai piedi calzava stivali in cuoio neri, perfettamente lucidi e puliti, dulcis in fundo un paio di guanti bianchi come la neve, talmente puliti da sembrare nuovi.

-Ne ho avute di migliori effettivamente, specie quando non ti ho attorno.-

Il ragazzo dai capelli scuri non si scompose, rispondendo con un semplice grugnito ed una scrollata di spalle.

-In ogni caso capiti a fagiolo, stavo giusto per indire una riunione tra generali.- spiegò.

-Quindi immagino starai andando al laboratorio.-

-Ma che bravo! Allora anche tu sai usare quel tuo cervellino ogni tanto Sora!-

Sora Melodian era stato il più giovane tra i generali prima dell'arrivo di Tochi, che si era guadagnato il suo ruolo uccidendo il precedente detentore del titolo, come era solito fare ognuno di loro. Per prendere il posto di qualcuno bisognava eliminare il suddetto soggetto. Forse era per quel motivo che non andavano particolarmente d'accordo, quello ed il fatto che avessero caratteri diametralmente opposti.

Sora non rispose alla provocazione, seguendo invece Tochi nella stessa direzione. Il ragazzino lo guardò di sbieco, lanciandogli quante più frecciatine possibili per fargli capire che la sua presenza non era affatto gradita.

-Si può sapere che diavolo vuoi?-

Sora scosse le spalle, apparentemente indifferente -Anche io devo parlare con il prof.- rispose semplicemente.

Si ignorarono per l'intero percorso che conduceva al laboratorio, perfino quando entrarono nell'immensa struttura fecero finta di non vedersi. Ciò che videro, una volta scavalcata l'enorme porta di ferro del laboratorio, fu un lago di sangue demoniaco, nulla d'insolito per quella stanza in cui si rintanava spesso una delle persone più strane appartenenti ai Titans.

Il laboratorio era enorme, impossibile vederlo tutto solo dall'ingresso, illuminato da luci al neon bluastre che quasi accecavano lo sguardo di chi si ritrovava a fissarle anche solo per qualche secondo.

Vi erano svariate brandine e poltrone disseminate per tutto il perimetro della stanza, alcune vuote, altre occupate da umani legati e bloccati alle loro sedie, altri ancora nascosti dietro tendine di lino per far in modo di non essere visti da occhi indiscreti.

Nella stanza vi erano quelle che una volta erano giovani ragazze, ora ridotte a mere schiave senza cervello dalla follia dell'individuo che viveva in quel luogo.

Senza curarsi dei corpi martoriati dei demoni che decoravano il pavimento, uno uomo alto circa due metri danzava tra i cadaveri, spostandosi da una parte all'altra del laboratorio per raccogliere dati sulle cavie che stava abilmente studiando, aiutato dalle infermiere zombie da lui stesso create.

Un uomo di corporatura robusta e muscolosa, dai capelli grigi, talmente lunghi da toccargli le caviglie con le punte. Occhi chiarissimi, quasi bianchi volavano da una cavia all'altra, tra i vari rapporti che lui stesso stilava, monitorando ogni minuto le statistiche vitali dei soggetti. La carnagione abbronzata quasi non si notava sotto le luci al neon, che rendeva impossibile identificare il colore rosso dei pantaloni e della tunica, che dalla vita in giù lasciava scoperte le gambe nella parte anteriore. L'unico colore distinguibile era il nero degli stivali.

Sora e Tochi si avvicinarono calciando i corpi dei demoni lucertola che, con molta probabilità, dovevano aver contrariato in qualche modo la volontà del professore. Ciò che lasciava intuire la loro specie di appartenenza era il colore verdastro della pelle squamata, poiché per il resto i corpi erano talmente martoriati da non riuscire quasi a riconoscerli. Erano perfino stati privai della testa.

-Ehi Taker!- esordì Tochi con uno sbuffò, guardandosi attorno disgustato.

Lo scienziato si girò a guardare i due ragazzi appena apparsi, aprendosi in un sorriso ferino sistemandosi il camice medico che stava indossando -Cosa porta i Generali della quarta e della quinta divisione nelle mie stanza?-

Tochi calciò disgustato la testa di un demone, ringhiando contro il professore che si stava lentamente avvicinando -Era davvero necessario decimare i Lizarden? L'altra settimana i Troll, quella prima ancora i Mephistic, di questo passo non sarà neanche necessario aspettare l'arrivo dei Knights, sarai tu a portarci alla rovina!- brontolò, incrociando le braccia.

Sora invece non mutò l'espressione sul suo viso anche se tutto quello sporco e quel disordine lo infastidivano non poco. Nonostante tutto però, il fiume di sangue non gli dispiaceva affatto, anche se quello era sangue alleato e non nemico.

Taker incrociò le braccia, indurendo lo sguardo -Hanno osato mangiare uno dei miei preziosi cadaveri senza permesso, la morte è stata un mero gesto di carità, meritavano molto di peggio.-

Sapevano che non scherzava. Nonostante al suo seguito avesse migliaia di demoni che morirebbero per soddisfare ogni suo desiderio, Taker odiava senza una ragione apparente ogni creatura demoniaca, o almeno nessuna ragione di cui loro fossero stati informati. Al contrario, amava da morire gli umani. Avevano perso il conto dei villaggi che aveva distrutto esclusivamente per ampliare la collezione di cavie su cui poter condurre esperimenti di cui non capivano il senso. Finché era dalla loro parte, in ogni caso, e al padrone andava bene così, nemmeno loro avevano nulla da dire.

-In ogni caso, sappi che tra un'ora esatta sei atteso nella sala dei Generali. Dobbiamo riunirci, devo comunicarvi gli ordini del Master- proclamò serio Tochi, dando poi le spalle agli altri due generali ed imboccando l'uscita. Doveva tornare da Umi e avvisarla prima che la riunione iniziasse.

-Come desideri, Tochi- e pochi istanti dopo fu lontano.

Sora invece era ancora lì, a fissare con serietà quasi macabra lo scienziato.

-Hai quella cosa che ti ho chiesto?- dmandò gelido, senza schiodare gli occhi da quelli del generale più anziano.

Taker sorrise. Si aspettava quella richiesta, in fondo, nonostante l'apparente freddezza che nascondeva dietro una maschera d'impassibilità, anche lui covava un cuore sadico e sempre pronto a mettersi in gioco. Erano simili, sotto certi punti di vista.

Con uno sguardo che nascondeva taciti consensi, Taker si girò e con lo schioccare delle dita richiamò una delle infermiere zombie al suo cospetto. Non è che fossero propriamente morte, semplicemente il professore aveva prodotto un siero che cancellava in quelle giovani i ricordi e la volontà, in modo che obbedissero a lui senza opporre la minima resistenza.

La ragazza che si avvicinò a loro, per esempio, aveva lunghi capelli azzurri, la pelle chiara quanto la neve fresca, ed un fisico che avrebbe fatto invidia a qualunque dama del regno. Gli occhi però, un tempo azzurri e allegri, ora non erano altro che buchi vuoti e impassibili, uno sguardo talmente perso da risultare completamente vacuo.

-Vivia cara, prendimi il siero BB76.-

-Agli ordini, padron Taker.-

La ragazza si diresse verso uno degli armadietti che costeggiavano il perimetro del laboratorio, frugando in alcune vetrine per cercare la fialetta in cui era contenuto il famoso siero. Una volta trovato richiuse il tutto, andando poi a riportarlo al padrone. Questi però lo rifiutò, invitandola a consegnarlo al ragazzo che, in quel lasso di tempo, si era limitato ad assistere alla scena.

-Questo è quello che mi hai chiesto, Sora, spero ti divertirai ad usarlo.-

Il ragazzo rimirò il liquido arancione per diverso tempo, provando ad immaginare i risultati straordinari che avrebbe potuto raggiungere una volta che lo avesse utilizzato. Senza rendersene conto, per un solo istante, un ghigno gli si formò sul volto.

-Grazie mille prof.- detto questo anche lui prese la porta ed uscì, con il siero stretto con forza nella mano destra.

Taker sorrise mentre lo guardava andarsene, sostenendosi il mento con il dorso della mano e sogghignando di tanto in tanto -Sono proprio curioso di vedere gli effetti che avrà quel siero su un tipo come lui.-

Vivia lo guardò, inclinando leggermente il capo -Signor Taker... di che genere di siero si tratta?-

Il professore portò una mano sul fianco, guardando quasi stupito la giovane ragazza. Sorrise, passandole una mano sulla testa con un po' troppa foga -Vedo che hai conservato un po' della tua curiosità nonostante il trattamento.-

Lei abbassò il capo, quasi dispiaciuta per aver posto quella domanda -Vivia chiedo perdono.-

-Non preoccuparti, anche per questo sei la mia preferita.-

In fondo, Vivia era la sua più grande creazione, una creatura devota a lui ma ancora in grado di pensare lucidamente dopo il trattamento che aveva fritto il cervello ad altre mille ragazze prima e dopo di lei. Era una persona speciale, una di quelle che piacevano a lui.

Battè le mani, attirando l'attenzione di tutte le ragazze che si voltarono a guardarlo, in attesa di ordini -Ripulite questo macello e portatemi una cavia nuova! Devo testare un paio di cose prima che inizi la riunione!-

C'erano due soggetti particolari su cui avrebbe voluto condurre esperimenti, ma ancora non poteva toccarli. Nel frattempo comunque, sapeva come distrarsi e passare il tempo.

 

***

 

Base Segreta, Fiore. Anno x1000


-LASCIATEMI ANDARE! VOGLIO ANDARE A SALVARLO!-

Con molta fatica, Atsushi, Jin e Ace tentavano di impedire ad una Nikki infuriata di fiondarsi fuori dalla porta e correre verso la capitale del regno ad affrontare l'armata reale, maghi compresi.

Appena Shoichi aveva mostrato alla sorella e a Cornelia il foglio che Carhan aveva portato, un gelido silenzio aveva invaso la stanza, rotto poi dalle urla isteriche di Nikki che aveva tentato di gettarsi fuori dalla porta senza nemmeno pensare. I tre ragazzi avevano agito sotto richiesta di Sho, e perché erano i tre più vicini alla ragazza nel momento in cui era scattata.

Cornelia era quasi svenuta, se non fosse stato per l'intervento di Misaki e Yelle, che l'avevano prontamente sostenuta, probabilmente sarebbe caduta a terra con un suono sordo.

Ma appena lo sguardo aveva visto il volantino, le gambe avevano ceduto sotto il suo peso. Le era mancata la terra sotto i piedi, il corpo era stato scosso da violenti tremori che non riusciva a bloccare, mentre gli occhi si erano svuotati di quella luce che li animava. Tutto a causa di un foglio. Un maledetto stupido foglio.

Il mondo intorno a lei era crollato nell'istante in cui la pergamena ritrovata da Carhan le era finita tra le mani, rivelandole quella verità che tanto temeva, e che sino all'ultimo aveva cercato di escludere. Perché non poteva fare nulla per evitarla o risolverla.

Era sempre stata brava a nascondere i propri sentimenti, ma in quel momento avrebbe tanto voluto poter piangere, gridare e dimenarsi, per quanto poco sarebbe stato da lei quell'atteggiamento. Sentimenti contrastanti le riempivano il cuore, in un tumultuoso miscuglio di confusione, rabbia e impotenza.

Almeno sapeva che suo marito era ancora vivo e vegeto, che nonostante le ferite stava bene, e questo le scatenava nel petto un moto di felicità e sollievo. Di contro, sapere che era prigioniero del re l'aveva messa nel panico più di quanto non desse a vedere, specialmente perché era chiaramente specificato su quella pergamena che non sarebbe rimasto nel mondo dei vivi ancora per molto.

“PUBBLICA ESECUZIONE AL PALAZZO DI CROCUS” così diceva il titolo del manifesto, con indicati poi l’ora, la data ed il luogo in cui si sarebbe tenuta l’esecuzione del criminale ritratto sotto le informazioni generali..

Era sporco e coperto di sangue il viso del criminale a cui era stato fatto un ritratto, ma Cornelia avrebbe riconosciuto tra mille i lineamenti spigolosi ed i capelli color mogano che contraddistinguevano il marito da ogni altro uomo al mondo.

Anche da quel misero ritratto, la donna sapeva che la brillante determinazione negli occhi di lui non si era ancora spenta, che brillava ardente come il giorno in cui l’aveva conosciuto. Erano sempre stati il suo sostegno, la sua luce nel buio, la roccia indistruttibile che la proteggeva da ogni pensiero negativo, quella che anni or sono l’aveva fatta innamorare.

Fra due giorni Cornelia avrebbe perso l'amore della sua vita, ed il solo pensiero era capace di struggerle il cuore in una morsa soffocante, perforato da mille e più fiele velenose seppur non mortali. Non la uccidevano, ma le pene che le procuravano erano peggiori anche della morte stessa.

-Adesso smettila Nikki.- aveva detto con la voce spenta, attirando su di se l'attenzione dei ragazzi.

Erano tutti attorno ai tre riuniti dal casino creato dalla ragazza nell'istante in cui aveva cercato di svignarsela per raggiungere la capitale. Anche Rosie era accorsa, limitandosi però a sporgersi dalla ringhiera e ad osservare il tutto dall'alto.

Nikki si liberò furente dalla presa dei tre ragazzi, dirigendosi a passo di carica verso la donna e fronteggiandola senza paura.

-Che dovremmo fare allora? Lasciarlo al suo destino?!-

Cornelia semplicemente annuì, facendo montare ancora di più il sangue nel cervello della ragazza.

-Senza il vecchio non riusciremo mai a farcela! Non ho intenzione di abbandonarlo al suo destino! È tuo marito dannazione, come puoi far finta di nulla?!- ma la donna fu irremovibile.

Nikki strinse i pugni e si morse a sangue il labbro inferiore. Mai e poi mai, a costo della missione, avrebbe abbandonato un compagno, non un’altra volta. Ancora le immagini di quel giorno la tormentavano ogni notte, come un film infinito che ricomincia ogni volta senza mai trovare una conclusione adatta. Si ripeteva più e più volte, colpendo a sangue la mente e l’anima con tristi e dolorosi avvenimenti che avrebbe voluto cancellare per sempre. Ma non poteva.

Si rifiutava però di avere ulteriori vite di compagni sulla coscienza, e nulla di ciò che Cornelia aveva da dire l’avrebbe fermata.

-Non esagerare Nikki, non credi che Cornelia stia soffrendo abbastanza?-

Lillian non capiva a pieno quel che stava capitando, ma di una cosa era sicura: bastava guardare Cornelia, per capire quando stesse male.

Probabilmente il motivo che la frenava dall'andare a salvare suo marito, erano loro, i ragazzi venuti da un'altra dimensione. Nessuno di loro era abbastanza esperto da affrontare una battaglia con le guardie magiche del re e poterne uscire illeso. Avevano ancora molto lavoro da fare, e gettare le loro vite a quella maniera era stupido e irragionevole.

Caius non s’inserì nella conversazione, non erano fatti suoi e non gli importava di cosa accadeva a quel tipo, restò invece fermo a fissare impassibile Shoichi, anche lui messosi in disparte ed estraniato dalla conversazione. Quel tipo lo faceva infuriare, non poteva averlo sotto gli occhi che subito una scintilla irosa animava il suo sguardo, eppure ne era anche parecchio incuriosito.

Non si lasciò comunque sfuggire l'occasione di irritarlo e scatenare in lui una qualche reazione divertente che gli desse la scusa per combattere.

-E tu, non dici nulla?- provò a stuzzicarlo -Non vuoi andare a salvare il tuo compare, testa di muschio?-

L’altro semplicemente negò col capo. Non era in vena di attaccar briga con quel pel di carota.

-Io mi limito ad eseguire gli ordini, nient’altro. Se Cornelia dice che non andremo a salvarlo, così sia.-

-Ma che bravo cagnolino che sei. Non ti facevo così ligio agli ordini- stavolta anche Sho ghignò.

- Normalmente è così, ma devo loro la vita- prese un profondo respiro -Ho giurato che avrei compiuto la missione a qualunque costo e lo farò. È il codice dell’ordine che me lo impone dopotutto.-

Caius alzò perplesso un sopracciglio.

- Ma di che diavolo parli?-

- Niente lascia perdere- alzò ancora gli occhi verso la sorella e la donna, comprendendo dalla loro sfuriata che Cornelia era irremovibile. Il destino del loro compagno era segnato.

- A quanto pare non cambierà idea. Ormai è deciso- mostrò freddezza ed insensibilità con quelle parole, ma Caius riuscì a scorgere ben altro in quei freddi occhi verdi. Per una volta in vita sua ebbe il buon senso di non commentare.

Nikki intanto continuava a strillare, mentre una Cornelia ormai ridotta ad un mero fantasma continuava a risponderle insensibile.

Gli altri non capivano e tentavano di calmarle, senza però riuscire nell'intento. Quando la porta si aprì con un cigolio sommesso, un silenzio tombale avvolse la stanza, mettendo in allerta Shoichi e Nikki, che non avevano percepito alcuna presenza anomala prima di quel momento. Chiunque fosse, era molto bravo a nascondersi.

-Cavolo, siete davvero più casinisti di quel che credevo- i due fratelli gelarono, mentre lo sguardo di Cornelia di illuminò di nuovo, all'improvviso.

I ragazzi della Terra invece fissavano la nuova arrivata con stupore e curiosità, misti ad una diffidenza iniziale facilmente comprensibile.

Era una giovane donna dalla pelle abbronzata, i capelli lunghi e castani, raccolti in parte in un piccolo chignon alto. Gli occhi erano lucidi e marroni, le guance arrossate, probabilmente aveva alzato un po' il gomito, vista la bottiglia di rum che stringeva tra le mani. Era piuttosto giovane, non più di venticinque anni, ed aveva un corpo ben proporzionato, con le forme giuste nel posto giusto.

A Toshiro brillarono gli occhi quando vide quel che la ragazza indossava. Un top a quadri giallo e nero le copriva il seno, lasciandola scoperta per la maggior parte del busto, una gonna a fiori pendeva sul lato destro, mentre sotto portava dei pantaloni neri. Aveva inoltre con se una borsa blu, che sembrava quasi fatta di piume.

-C-Cana!- tra tutte le persone che avrebbe mai pensato potessero entrare in quella stanza, lei era l'ultima della lista. Forse perché aveva lei stessa giurato che mai e poi mai avrebbe fatto ritorno, ma anche perché sapeva quanto la imbarazzava trovarsi al cospetto di Cornelia dopo l'ultima volta.

Le aveva urlato dietro gli insulti peggiori, a lei e al marito, per poi scoprire di essere nel torto senza trovare il coraggio di affrontarli. Aveva scritto una lettera di scuse ma non era tornata.

-Ehilà Nikki! È passato un po' dall'ultima volta vero? Ti trovo in forma!- senza il minimo pudore, Cana afferrò la ragazza per le spalle e le strizzò il seno prosperoso, stupendo tanti dei presenti e causando gridolini e imbarazzo generale.

La nuova arrivata poi si concentrò su Shoichi. Arrivò davanti a lui e gli sorrise, appoggiando una mano sul fianco e fissandolo dritto negli occhi.

Non si dissero nulla, rimasero semplicemente a fissarsi intensamente, come se fossero stati trasportati in una dimensione soltanto loro.

Miel sentì una fitta fastidiosa allo stomaco nel vedere quello scambio intenso di sguardi. Cercò di farselo passare, scuotendo la testa e concentrandosi su altro, ripetendosi che non vi era alcuna ragione affinché provasse fastidio nel vedere che quel pervertito biondo aveva una certa intesa con quella donna bellissima e misteriosa.

Non smisero di fissarsi finché Cornelia non parlò.

-Cosa ci fai qui Cana?- la ragazza si girò verso la donna, sguardo basso ed un vivido rossore sulle guance. Si spazzolò i capelli con le dita e si schiarì la voce, cercando le parole adatte per iniziare il discorso.

-Be ecco... sono qui per aiutare.- iniziò -Shoichi, io e il vecchio ci siamo mantenuti in contatto nell'ombra, pensavamo che anche con i Knights al seguito, saremmo stati troppo pochi contro sua maestà e i Titans.-

-Che cosa?!- Nikki era sconvolta. Come avevano potuto tagliarla fuori a quella maniera senza nemmeno prenderla in considerazione?!

-Lo sapevo- e la seguente affermazione di Cornelia la sconvolse ancora di più -Shoichi è bravo, ma deve ancora venire il giorno in cui mio marito riuscirà a nascondermi qualcosa.- e questa frase scatenò una risatina generale.

-Hai saputo cosa gli è successo?- chiese d'improvviso Shoichi, spezzando l'aria leggera che l'arrivo di Cana aveva portato.

Ella annui, senza però lasciarsi prendere dallo sconforto. Al contrario sorrise.

-Per questo sono qui, ho intenzione di andarlo a salvare, e al contempo salvare il regno dalla follia di sua maestà non so come governare un regno.-

-E come intenderesti fare?- chiese Layla, che la fissava sospettosa con le braccia conserte.

Cana la guardò, senza perdere il ghigno strafottente che le illuminava il viso. -Molto semplice mia cara, vi alleneremo io e il mio gruppo.-

Tutti sbarrarono lo sguardo.

-Certo, se lo fa Shoichi soltanto, ci impiegherete anni ad imparare a controllare la magia, lui è uno solo e voi siete troppi, ma se vi dividessimo in più gruppi e con un potente mago ad insegnarvi, in questi due giorni sarete in grado di imparare abbastanza da non farvi ammazzare dal re.-

Cornelia ponderò quanto detto dalla ragazza, mentre il mormorio dei ragazzi si faceva sempre più forte e convinto. D'altronde, prima imparavano la magia, prima sarebbero tornati a casa, in più aveva una speranza di salvare suo marito. Il gioco valeva la candela.

-E va bene.- dissi infine, senza che nessuno osasse avanzare proteste.

-Molto bene, allora io e alcuni del mio gruppo saremo qui domani all'alba. Fatevi trovare pronti, mi raccomando!-

Lanciò un'ultima occhiata a Sho, anche questa intercettata da una Miel piuttosto infastidita, dopo di che se ne andò compiaciuta.

Vi fu un attimo di silenzio, spezzato poi dalla domanda di Kazuo, che frullava però nella mente di tutti quanti in quel momento.

-Scusate, ma chi era quella ragazza?-

Cornelia sospirò, mentre un sorriso le distorse il volto -Quella è Cana, figlia mia e di mio marito Gildarts.- e tra lo stupore generale, nessuno parlò più.

 

***

 

Segrete del Palazzo Reale di Crocus, Fiore. Anno x1000.


Le prigioni del palazzo erano sempre state un luogo lugubre, sudicio, dal quale il sovrano di Fiore preferiva tenersi il più lontano possibile.

Quello era il posto adatto a quei dannati ribelli, ai traditori, ai ladri e agli assassini. Un re come lui non era fatto per strisciare in quegli angusti bassifondi. Quella volta invece aveva abbandonato il comfort dell'elegante sala del trono per recarsi nel sottosuolo, tra la peggior feccia del regno.

Tutto per un singolo prigioniero.

Tra il sudiciume e l'oscurità delle segrete, la cui aria era satura di spore nocive, vi era colui che per tanti anni era stata la sua spina nel fianco.

Chiuso nella terza cella a destra, nel piano più basso e lurido, c'era lui. Seduto a gambe incrociate, con le braccia incatenate al muro con una catena che bloccava il flusso di magia, prosciugandolo di quella forza che era da sempre il suo orgoglio.

Il viso era incrostato di sangue, il corpo coperto di tagli e lividi, straziato da torture inutili che mai gli avrebbero fatto confessare dove fossero nascosti i suoi complici. Nonostante tutto, anche in quelle pietose condizioni, l'aura emanata da quell'uomo restava fiera, quasi regale.

Le guardie che l'avevano torturato non erano riuscite a guardarlo negli occhi, intimoriti dall'intensità che erano capaci di emanare. Sembrava quasi un re.

E lo odiava per quello, perché sembrava un re più di quanto lo fosse lui.

Le catene tintinnarono. Con fatica il prigioniero alzò il capo, prestando attenzioni al visitatore inatteso.

Quando vide il re fissarlo con astio, l'ombra di un sorriso compiaciuto gli comparve sul viso.

-Cosa porta sua Maestà nelle putride prigioni del palazzo?- non c'era astio nella sua voce, solo semplice scherno.

-Volevo ammirare la visione dell'uomo più forte del mondo ridotto a miserabile schiavo.-

-Siete venuto qui solo per me? Quale onore.- ironizzò.-Sfortunatamente non sono in condizioni di accogliervi mi spiace.-

-Ma guardati, ridotto ad un mero prigioniero, sei proprio caduto in basso.-

Il prigioniero si lasciò scappare una risata, tossì e sputò sangue per lo sforzo, ma non smise di ridere.-È piuttosto divertente, detto da qualcuno che ha già toccato il fondo.-

Il sovrano s'infervorò.-Bada a come parli! Sono il tuo re!-

Il tono del prigioniero cambiò. Improvvisamente si fece cupo, freddo, il tono di chi desidera ardentemente uccidere colui che gli sta di fronte.-Non sei il mio re, non lo sei mai stato. Hai rubato una corona che non era tua, e per questo pagherai caro Macao.-

Fu il turno del sovrano di sogghignare.-Allora non sei così sereno come vuoi apparire.-

-Quando sono le persone che amiamo ad essere in pericolo, nemmeno l'uomo più calmo del mondo riuscirebbe a distogliere lo sguardo.- ringhiò.

Macao restò in silenzio per qualche secondo, gli occhi sempre puntati sull'uomo incarcerato.-In questo siamo simili, entrambi vogliamo il bene dei nostri cari e del regno.- decretò, ma la risata del prigioniero interruppe il seguire del suo discorso.

-Sei sempre stato una persona divertente Macao.- rise. -Noi non siamo affatto simili. Non potrei mai metterei la mia vita e i miei interessi prima di mia figlia.- E sorrise, mentre il viso della sua bambina gli acquietava la mente. -Lei è il mio tesoro più caro, la mia luce, morirei se servisse a garantirle una vita lunga e felice. Non potrei mai essere un padre come lo sei tu...-

-Taci!- urlò allora iroso il sovrano.-Quello che faccio e quello che ho fatto... tutto è in funzione del regno e della sua prosperosità!- tuonò.

L'uomo incatenato semplicemente distolse lo sguardo e tacque.

La sola vista di quell'uomo miserabile iniziava ad infastidirlo più di quanto già non facesse. Sperò che se ne andasse al più presto.

-Cosa diavolo vuoi Macao? Perché sei qui?-

Ed allora il re sorrise. Era il momento di giungere al punto.

-Voglio offrirti una via d'uscita, una possibilità di lasciare queste sporche prigioni e tornare da tuoi cari.-

Il prigioniero socchiuse gli occhi, diffidente.

-Ma davvero? E cosa vorrebbe da un ribelle come me il sovrano di Fiore?-

-Dimmi dove si trova il covo dei ribelli, e la tua famiglia sarà salva.-

Dopo attimi di intenso silenzio, la risata fragorosa del prigioniero riecheggiò per le prigioni, irritando non poco il sovrano.

-La mia famiglia... dovresti rinunciare ad uccidere l'intero gruppo di ribelli, perché tutti loro sono la mia famiglia!- proclamò, il tono della voce sempre più alto e sicuro.-Non tradirò mai i miei compagni, piuttosto la morte!-

Il re fremeva, di collera e indignazione. Poi ghignò maligno. Se era la morte che voleva, l'avrebbe accontentato.

-Un vero peccato.-

Si allontanò dalla cella, ma prima di prendere le scale si voltò un'ultima volta. -Il mio esercito è pronto, qualcuno ha parlato. Presto ogni ribelle presente nel regno verrà eliminato. Hai avuto la possibilità di salvare la tua amata figliola e l'hai sprecata, ed ora il tuo sacrificio darà inizio allo sterminio.-

Se ne andò compiaciuto, mentre l'eco delle grida disperate del prigioniero che gridava il suo nome riempiva le prigioni.


 

***

 

Base Segreta, Fiore. Anno x1000

 

Era calata la notte ormai, ed i giovani guerrieri della terra si erano ritirati nelle loro stanze per rilassarsi e riposarsi in vista del giorno seguente, quando Cana sarebbe tornata con i suoi amici e avrebbe dato inizio a due giorni di allenamento intensivo. Non tutti però avevano deciso di chiudersi nelle proprie stanze.

Con la leggera camicia da notte bianca che Toshiro aveva fatto per lei sospinta dal fresco venticello notturno, Carhan assaporava la calma della sera prima di lasciarsi andare ad un dolce riposo. Si era appostata sul retro della casupola per prendere una boccata d'aria fresca e ragionare a mente fredda su tutto quello che era successo.

-Ma guarda un po’ chi abbiamo qui.-

Credeva di essere sola, per questo avvertì il cuore balzarle in gola quando sentì la voce di Caius alle sue spalle, strafottente. Indurì lo sguardo non appena individuò la chioma rossa del ragazzo. Proprio non riusciva a farselo piacere, ma non bisognava mai giudicare un libro dalla copertina giusto?

Provò ad essere gentile, magari non era poi così terribile come sembrava.

-Non riuscivo a dormire e così sono venuta fuori. La cosa ti disturba?- fu un tono ugualmente acido, nonostante ci avesse messo tutta la sua buona volontà per essere cortese.

-Per quello che mi riguarda potresti anche andartene e farti ammazzare subito, non sono problemi miei.- la mora ne rimase sconvolta.

-Ma si può sapere qual è il tuo problema?- alzò di qualche tono la voce, inconsciamente. -Chi ti credi di essere per poterti rivolgere così a tutti quanti senza portare rispetto verso nessuno eh?!- era retorica la domanda, ma con un ghigno in volto Caius rispose comunque.

-Io sono un re, mocciosa. E se fossi in te farei attenzione a come ti rivolgi a me d’ora in avanti.- si avvicinò a lei, sovrastandola con la sua imponente statura. -Non ho una considerazione così alta di te da permetterti certe confidenze, chiaro?-

Per lui i deboli non contavano. Soltanto i forti si guadagnavano la loro stima ed il diritto di rivolgergli la parola. E quella mocciosa non era di certo forte. Le sussurrò malefico l’ultima frase, prima di passare lento due dita sul pizzo decorativo della camicia da notte. Una camicia che ora sembrava fin troppo trasparente agli occhi color miele della ragazza.

-Sarebbe davvero uno spreco dover fare a pezzi un corpicino tanto carino.-

Era pietrificata dalla paura. La voce suadente ma allo stesso tempo spaventosa che Caius sussurrava ad un millimetro dal suo orecchio le aveva causato una serie di potenti scariche in tutto il corpo.

Non seppe nemmeno lei come riuscì a premere sui pettorali del rosso per tentare inutilmente di respingerlo.

-C-Che stai…- sentì qualcosa afferrarle il lobo delle orecchie. Ci impiegò un po’ per capire che il ragazzo le aveva morso l’orecchio.

Non con forza, ma comunque le aveva lasciato il segno. Con il viso completamente in fiamme, Carhan lo allontanò gridando.

-Sparisci maniaco!- con un salto Caius era già lontano, vicino alla porta d’ingresso, che con un ghigno le rivolse una subdola linguaccia.

Digrignando i denti, il rossore imbarazzante di Carhan presto si trasformò in fumo d’ira, che nemmeno l’aria fresca della sera riuscì a sbollire. Aveva avuto ragione sin da subito. Quel tipo era veramente insopportabile.

 

***

 

Portandosi una mano tra i capelli castani, Ace tentò inutilmente di scacciare il mal di testa che gli stava opprimendo le tempie da ormai mezz'ora, rifiutandosi di lasciarlo in pace, in modo che potesse continuare i suoi studi in santa pace.

La storia di Fiore era affascinante. A partire dalla creazione del loro mondo, l'arrivo dei draghi, la scomparsa dei Knights e di come il regno avesse reagito per non sprofondare, sino ad arrivare a re Makao e al suo dominio.

Apparentemente, secondo quanto riportato nei libri di storia, il regno di Makao era prospero, senza alcun problema di cui la popolazione avesse dovuto preoccuparsi. Sentendo però i racconti di Nikki e Shoichi, leggendo i loro rapporti e facendo una ricerca più approfondita, Ace aveva scoperto che il marcio di quel regno era più profondo di quel che credeva.

E poi c'erano i Titans. Le informazioni su di loro erano scarse, troppo, il che faceva sospettare ad Ace che qualcuno avesse manipolato le informazioni per nascondere, o cancellare, la loro esistenza. Per questo avrebbe voluto continuare a studiare, incurante del mal di testa e della stanchezza, per capire di più su come sconfiggere i loro nemici e poter così tornare a casa il prima possibile. Anche se, doveva ammetterlo, quel viaggio lo eccitava molto.

Qualcuno bussò alla porta, ed appena Ace diede il permesso di entrare, la testa albina di Yelle fece capolino da dietro lo stipite. Sorrideva, fissandolo con i grandi occhi viola sempre visti e allegri.

-Scusa il disturbo Ace.-

-No tranquilla, entra pure.-

Yelle entrò, portando con sé una tazzina fumante di quello che, non appena ne percepì l'aroma, classificò come te.

-Misaki lo ha preparato per tutti e mi ha chiesto di portartelo, sicura che fossi ancora immerso nei tuoi libri.-

Ace sorrise. In pochi giorni Misaki aveva già imparato a conoscere i gusti e le abitudini di ognuno di loro, impegnandosi per aiutare chiunque ne avesse bisogno. Era davvero una ragazza d'oro.

-Cosa studi di così interessante?- Yelle si sporse per sbirciare i tomi aperti sulla scrivania che era stata messa a disposizione di Ace, rischiando quasi di cadervi sopra per essersi sporta troppo. Il ragazzo la sorresse, evitandole una brutta caduta.

-La storia di questo mondo, ed è davvero affascinante me..- abbattuto, sfogliò qualche pagina, facendosi serio -Sembra sempre manchi qualcosa.-

Yelle storse il capo, confusa -In che senso?-

-Be, nella storia dei Knights, non è scritto il numero preciso dei cavalieri, inoltre non è riportato di come sia nato il loro legame con i draghi, da dove questi siano venuti, e soprattutto nessun accenno ai poteri dei cavalieri. È come se semplicemente fossero comparsi, avessero sconfitto i Titans, e poi fossero spariti nel nulla.-

Ora, Yelle non era certo un'esperta di storia quanto poteva esserlo Ace, ma c'era decisamente troppa poca storia nel passato dei Knights da poter credere fosse vera. Il ragazzo aveva decisamente ragione, una buona parte era stata cancellata per nascondere qualcosa.

-Pensi di riuscire a scoprire il segreto dietro questo strano vuoto?-

-Non lo so- ammise, prima di aprirsi in un sorriso eccitato -Ma intendo provarci.-

 

***

 

Miel osservava incantata il disco bianco e luminoso che le bagnava il viso con i suoi raggi, così gelidi rispetto a quelli del sole. Eppure non riusciva a goderseli.

Pensava agli ultimi avvenimenti, a quanto alla svelta si stessero muovendo le cose, al suo potere che ancora non sembrava volersi mostrare. Non si sentiva pronta ad affrontare le sfide che l'attendevano, al contrario ne era quasi intimorita.

E si, pensava un pochino anche a Shoichi. Al loro incontro, a quanto facilmente riuscisse a farla arrabbiare, all'intensità dello sguardo che si era scambiato con quella Cana, solo qualche ora prima. Inevitabilmente arrossì, rimprovenrandosi per quella sua eccessiva emotività nei confronti di un ragazzo che, per dirla tutta, era ancora un perfetto sconosciuto.

-Ahhhhh un bel bagno era proprio quel che ci voleva!-

Si voltò a guardare Shino nel suo pigiama appena confezionato, mentre Lillian sgranocchiava una fetta di crostata seduta sul proprio letto. Divideva la stanza con loro, un tiro a sorte per il quale sentiva di essere stata fortunata.

-A cosa pensi Miel?- le chiese Shino, affiancandolo a rimirando il cielo che poco prima aveva attirato l'attenzione della bionda.

-A nulla in particolare, semplicemente pensavo a quanto era bella la luna.-

- Si, è davvero magnifica.- Concordò Shino.

-Secondo me pensava a Shoichi.- borbottò Lillian, causando un'infiammazione nel viso di Miel.

-M-M-Ma che stai dicendo?! Non è affatto vero!!!-

Entrambe le compagni di stanza la guardarono, dubbiose e scettiche.

-Sul serio? Ma se da quando quella Cana se n'è andata non hai fatto altro che maltrattarlo e guardarlo storto! Sembravi una gattina gelosa del proprio giocattolo!-

A quel paragone fatto dalla divora dolci, Miel arrossì, nel mentre Shino rincarava la dose.

-Vero, scommetto che hai passato tutto il tempo a chiederti se mai avrai una possibilità con lui.-

A quel punto la biondina protestò -Piantatela subito! Non è affato vero che io...- Shino le coprì la bocca con una mano, facendole segno di tacere e indicandole in basso.

Quando Miel guardò di sotto vide Shoichi e Nikki uscire nei giardino su cui dava il balconcino. Vide lui arrampicarsi su di un ramo e coricarvisi sopra, mentre lei si appoggiava alla corteccia dello stesso albero. Facendo il massimo silenzio, le tre ragazze riuscirono ad origliare parti della conversazione.

-Perchè non mi avete detto che dietro i ribelli c'eravate voi?-

Shoichi scosse le spalle, come a minimizzare la cosa -Non credevamo che il gruppo avrebbe raggiunto questi livelli, volevamo solo mettere un po' in difficoltà Makao e i suoi.-

Nikki sogghignò, per nulla convinta -Oh certo, e io dovrei credere che la più grande spina nel fianco del re è nata per puro caso. Raccontane un'altra ti prego.-

Il fratello non rispose, e per qualche attimo rimasero in completo silenzio, di nuovo spezzato dalla sorella. Stavolta però, qualcosa nel suo tono cambiò, quasi fosse rimasta ferita da quell'essere tagliata fuori e di non sapere tutto ciò che riguardava il fratello.

-Avevamo promesso niente più segreti.-

-L'idea è stata di Gildarts, non prendertela con me.-

-Si invece che me la prendo con te! Lo avevi promesso Sho!- sbottò alterata.

Ma anche il fratello iniziava ad irritarsi -Non era nulla di così importante alla fine, perché ti preoccupa tanto se ho qualche segreto?-

-Perchè l'ultima volta sei quasi morto!-

Sbottò infine Nikki, e le tre poterono quasi vedere le lacrime premerle per avere libera uscita sulle guance. Trattennero il fiato, in attesa di una qualche risposta che però non arrivò.

Un silenzio pesante, quasi opprimente calò tra i due fratelli, quasi come se nessuno dei due sapesse più come continuare quella discussione ormai degenerata. Miel, Shino e Lillian si sentirono in colpa, quasi come se non avessero dovuto assistere a quella conversazione.

-In ogni caso...- Nikki cambiò argomento, improvvisamente -C'è qualcos'altro di cui vorrei parlarti.-

Sho la incitò con lo sguardo a continuare.

-Ho visto che sei milto vicino a Miel, che intenzioni hai?-

La guardò come se non la riconoscesse, chiedendosi cosa avesse voluto dire con quell'affermazione.

-Non ho davvero idea di cosa tu stia parlando.-

-Invece lo sai. Insomma, mi fa piacere che tu stia tornando ad interessarti ad una ragazza, però...-

Sho la fermò, prima che continuasse a parlare e incappasse in qualche discorso imbarazzante -Non mi sto interessando a Miel in quella maniera. È una brava ragazza, mi diverto a stuzzicarla, ma nulla di più.-

-Sei sicuro? Non ci sarebbe nulla di male se tu...-

-Lo sai no? Esiste una sola donna che io posso amare.-

Lo sapeva, proprio per quello era felicemente sorpresa di vederlo così preso da Miel, dopo tutto quel tempo. Evidentemente aveva preso un abbaglio.

- Be, credevo che dopo tre anni...-

-Che siano mesi o anni, lei resterà l'unica.-

E non vi fu bisogno di aggiungere altro.

Da dietro il balconcino, Miel aveva smesso di ascoltare, nell'esatto momento in cui Shoichi aveva confermato che per lei non provava nulla.

D'altronde lo sapeva no? Era normale che non potesse provare attrazione per una perfetta sconosciuta, quando probabilmente aveva una donna più bella ad aspettarlo da qualche parte, forse addirittura quella Cana.

Lo sapeva sin da subito... e allora perché faceva così dannatamente male?










































*Note Autrice*

Sarò breve, anche perchè in molti starete premeditando di attentare alla mia vita e preferirei sopravvivere >-<
Tra massimo due capitoli inizieranno gli scontri, e qui apriti cielo non ce la farò mai. Spero di non aggiornare una volta all'anno, perchè altrimenti sono messa davvero male xD
Spero che nonostante la lunghezza il capitolo vi possa piacere, nel prossimo appariranno tutti gli OC divisi nei vari gruppetti, se avete preferenze di maestro... beeh, potete anche dirlo, ma tanto alla fine sceglierò io xD
Chi si aspettava che Cornelia fosse quella? La moglie di Gildarts e la madre di Cana? u.u sono riuscita a stupirvi almeno un po'?
Inoltre nel prossimo capitolo avremmo un flashback sui knights di mille anni fa, e l'entrata in scena di un personaggio molto particolare xD
Perchè ve lo dico? Be... perchè dovreste poter aspettare un po' per vederlo...


Bacione a tutti e alla prossima!!

Jeo 95 =3

   
 
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