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Autore: Elizabeth9    26/04/2009    11 recensioni
Quando il signor Bennet lasciò definitivamente la casa,sapeva con certezza che avrebbe posto fine a qualsiasi speranza delle sue figlie di avere una vita felice e di poter essere sposate. Elizabeth, una delle sorelle maggiori perciò decide di lasciare la propria famiglia e stabilirsi presso il temuto e facoltoso Signor Darcy che le avrebbe offerto un guadagno. Una nuova storia di uno dei classici più intramontabili di tutti i tempi, dove forse non sempre l'apparenza è vermante l'unica realtà. Regole e pregiudizi verranno superati ed infranti per dichiarare un amore, per molti impossibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Orgoglio e pregiudizio: l’amore è un’altra cosa.

 

Me ne devo andare. E bene per me, e per tutta la mia famiglia. Riuscirò a mandare a casa qualche soldo: Kitty si curerà dalla polmonite, Jane avrà di che vivere e le mie altre sorelle minori soffrirano meno la fame. Siamo sempre state unite da un medesimo destino. Per quanto ingiustamente abbiamo condiviso lo stesso abbandono, la stessa solitudine che consolandoci a vicenda cercavamo di dimenticare dissotterrandola in chissà quale nostro sorriso, così falso e speranzoso. Ma, soprattutto, abbiamo condiviso la stessa fredda, agghiacciante, povertà.

Da quando è morto improvvisamente nostro padre, la famiglia Bennet aveva perso quella fievole speranza di non cadere nella miseria completa e di maritare tutte noi. Malgrado gli sforzi, l’impegno, spesse volte ci siamo trovate a condividere in sei un solo boccone di pollo: era in quei momenti che misteriosamente la mamma non aveva più fame. Sia alzava dalla sedia e si congedava nelle sue stanze con la consueta frase “ questa sera finirò per scoppiare se non ci do un taglio”. È sempre stata orgogliosa e tremendamente cocciuta, forse anche nevrotica alla volte. Non si è mai abbassata a mostrare il suo interesse per noi chiaramente, tranne se non per diventare mogli, ma spesse volte si è comunque tradita ed abbandonata all’affetto per noi tutte. Le mie valigie. Lì, sopra al letto. Pongo gli ultimi soprabiti dentro. Emanano uno strano profumo: così familiare e tremendamente straziante per il cuore di una figlia. Non posso di nuovo gettarmi nel dolore e dimenticare il mio orgoglio, devo salvare la mia famiglia e non permettere che mio cugino erediti tutto senza alcuna ragionevole motivazione. Vuole maritare una di noi, con la sua ripugnante presunzione, non certo con amore. È più di una volta che mi osserva di sottecchi, cercando con lo sguardo una mia attenzione, ma con prontezza mi volto dall’altro lato ed osservo un qualsiasi insignificante particolare della casa.   Come è ruvido questo baule. Emano un sospiro così pesante e sofferto. So che sto facendo la cosa giusta. Abbandonare la mia famiglia per il suo stesso sostentamento. Osservo un’ultima volta quel letto dove innumerevoli volte io e Jane abbiamo parlato di tutti i balli a cui abbiamo partecipato con ossessiva insistenza di nostra madre, ansiosa di trovarci marito,come se fossimo soprammobili da vendere all’asta in pochi giorni. Sembrava un avvoltoio girovagare per le sale con il suo fazzolettino bianco in mano pronta a spettegolare su tutte le dame di alto rango e a spianarci la strada per abbindolare un qualsiasi uomo con qualche sterlina in più di noi in tasca. In fondo lo ha fatto sempre per il nostro bene. E’ così difficile per me, dimenticare tutto questo ed andarmene per non so quanto tempo… Decido di accoccolarmi ancora, per l’ultima volta intorno alle lenzuola giallognole di cotone grezzo e recuperare qualche ricordo della mia infanzia.

Starò bene, lì.

Ne sono certa. Le mie lacrime sembrano smerigli al sole, i cui raggi penetrano dalla finestra opaca. Starò bene.

 Porto le mani al viso, cercando in tutti i modi di soffocare i miei singhiozzi così brucianti in gola. Li reprimo con una tale violenza da sentirmi mancare quasi il respiro.

Starò bene nella casa del Signor Darcy…o fingerò di esserlo.

Del resto sono l’unica in questa famiglia ad avere un minimo di istruzione adatta ai canoni richiesti dalla famiglia Darcy, in particolare da sua sorella di cui mi dovrò occupare personalmente assieme ad altre mansioni della casa.Sono l’unica speranza per la mia famiglia.

Starò bene.

Prendo in mano i miei bauli e mi accingo alla porta.

“ NOOO!!! Elizabeth, non te ne andare ti prego! N-non lasciarmi ti scongiuro…” Irrompe Jane in lacrime. Probabilmente era dietro alla porta, lì, da qualche minuto in preda ad un soffocante dolore. Continuava ad abbracciarmi. Mi stringeva come se fossi la cosa più preziosa al mondo. I suoi occhi erano rossi e gorgoglianti di lacrime. “Non farlo!!! Come faremo senza di te? E come ti troverai lì, da sola senza nessuno? Suppongo che ci siano altre soluzioni per la nostra famiglia…E poi il Signor Darcy…Ne parlano così male. Non è un uomo dabbene!!!”

Era strano sentire quel pizzico di malignità nelle parole di Jane sempre così coscienziosa e fiduciosa in tutti, anche nei riguardi del più grande impostore, primo fra tutti nostro cugino.

“ Sta tranquilla Jane! Scommetto che non sarà poi così terribile! Saprò badare a me stessa!”   

 

 

 

 

 

 

  
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