Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: JennaHerondale    11/08/2016    1 recensioni
Le istruzioni erano semplici: sedurre e distruggere Harry Styles. Non hanno mai pensato alla possibilità che Louis potesse innamorarsi davvero. Quindi, naturalmente, è esattamente quello che ha fatto.
________
“Sai qualcosa su di lui?” chiede Louis dopo un attimo.
[…]
“È un bravo ragazzo, il nostro Harry Styles. Reputazione pulita. Non vuole frequentare nessuno – è concentrato sui suoi studi e basta.”
Oh, oh, oh. La situazione si fa molto, molto,
molto più interessante.
“Questo è il motivo per cui è migliore di te,” Louis sorride, e il ghigno scivola via dal viso di Liam.
“Rovinalo, Louis,” dice Liam dopo un attimo, e tutta la delicatezza è evaporata dalla stanza. “Distruggilo in qualsiasi modo tu voglia. Ti sto dando carta bianca.”
“Perché?”
“Perché non mi hai mai deluso.”

________
[Louis/Harry] [Zayn/Niall] [201k] [LeRelazioniPericolose!AU] [HighSchool!AU]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



~Prologo~

 
Gods and Monsters -- Lana del Rey



Le porte in mogano dell’ascensore si aprono con un leggero ding, i pulsanti d’oro luccicanti. Louis vorrebbe riempirli di impronte, rendere meno perfetta quella lucentezza eccessivamente curata – ha ancora le dita oleose di patatine che ha trovato nel frigo di quel ragazzo. Qualsiasi fosse il suo nome. Lucas? Qualcosa di simile.
Esce dall’ascensore, camminando sul liscio pavimento di legno color cioccolato fondente, strisciando le scarpe ad ogni passo. Lo sporco lascia macchie sulla cera fresca, il che è piacevole. È sempre appagante mandare le cose un po’ a puttane. Le persone – specialmente queste persone – sono troppo immacolate. Troppo piene di sé, preoccupate di come le cose potrebbero apparire, di come loro potrebbero essere percepite.
Chi se ne fotte, sinceramente.
Sorridendo compiaciuto dalle strisciate, prosegue lungo l’ingresso, Kurt Cobain che grida “Where did you sleep last night?” dalle cuffie infilate dentro le orecchie. Il migliore, quel Cobain. È come se, qualsiasi cosa cantasse, caricasse le corde vocali con ogni sprezzante, tremenda e schifosa sensazione abbia mai sentito, strappandola fuori dal corpo, buttandola fuori e poi giù per le gole altrui. È puro, sapete? E reale. Così fottutamente… reale.
A Louis piacciono le cose reali.
Nonostante questo, probabilmente ora dovrebbe uscire dalla sua realtà ed entrare nel mondo dove si trova attualmente – quello falso. Ironico, no?
Si toglie le cuffiette, infilandole nella schifosa giacca in jeans che puzza di fumo pungente e nicotina stantia. Con i suoi piccoli buchi e le cuciture strappate. Consumata per tutte le volte in cui è finita sul pavimento. Squarciata dalle continue fughe attraverso recinzioni in ferro arrugginito. Sapete… il solito. Una vita incantevole. Glielo scriveranno sulla tomba: ‘Qui giace Louis Tomlinson. Ha vissuto una vita incantevole.’
Ad essere onesti, comunque, è probabilmente il modo in cui verrà ricordato. Incantevole. Forse un paio di altre cose, ma incantevole è sicuramente il primo della lista.
“Torneremo stasera, tesoro,” dice improvvisamente una voce altolocata di donna, mentre Louis continua a camminare all’interno dell’appartamento. Suona come se fosse costituita da diciotto carati d’oro e raso. Ricorda crema anti rughe e profumo costoso. Immacolata.
“Va bene, mamma,” dice la voce di Liam, indifferente. “Tornerete per cena? O mando qualcuno a prendermi qualcosa?”
Prendergli qualcosa? Louis non può fare a meno di sbuffare – Liam è proprio un fottuto principe. Piccolo principe preppy e viziato. Sexy principe preppy e viziato. È irritante, ma dal momento che a Louis piacerebbe succhiargli il cazzo di nuovo e la casa pullula di carte di credito, può mettere da parte i suoi capricci. Liam sa di soldi: il sapore preferito di Louis.
“Sarà meglio,” dice sua madre, e Louis sente un fruscio di vestiti e il tintinnio di una borsa. “Ti faremo sapere se ceneremo qui in zona.” Dice con evidente disgusto non appena Louis entra nella stanza, scacciando le sue stesse parole con un rapido gesto della mano. Non appena lo scorge, inarca un sopracciglio con disgusto pari a quello di un cattivo Disney, squadrandolo con occhi nocciola che gridano parole che il rossetto delicato non potrebbe mai dire.
Louis non prova neanche a camuffare il sorrisetto quando incrocia il suo sguardo. Lei lo odia.
Louis è povero, vedete. Proviene dall’altra parte della città (umph) ed è “sporco” e “rozzo” e “pericoloso” e “poco rispettabile” e tutte quelle altre fottute parole che vengono associate a chi non possiede un autista o una casa estiva.
Fanculo, signora, grazie.
“Salve, Martha,” saluta Louis allegramente, assicurandosi di mostrare i denti e sollevare le guance nel sorriso meno sincero che riesce a fare. Fa scivolare le mani nelle tasche della giacca – e, Dio, lei odia quella giacca ancor più di quanto odi Louis. Le sue labbra sono completamente arricciate mentre traccia i suoi movimenti, le narici contratte. Come se potesse annusarlo, o qualcosa del genere. Sentire il sudore e l’abuso di droga e l’amarezza e lo sperma secco e i vicoli ciechi.
Louis spera che lo senta.
“Tomlinson,” riesce a proferire prima di superarlo – percorrendo la via più lunga, la via che la porta il più lontano possibile da Louis. Non vuole toccare gli animali selvatici, e tutte quelle cose lì.
Louis ride a voce alta quando lei esce, lanciando la testa all’indietro. Non è così divertente, ma Louis vuole esprimere il proprio pensiero. Stupida vacca.
Quando si calma, abbassando la testa, incontra lo sguardo di Liam, che sta sorridendo a sua volta, compiaciuto e annoiato. Come sempre. Oggi è particolarmente preppy – indossa una delle sue polo e quei ridicoli jeans che sembrano logori e rovinati perché è stato detto ai bambini delle fabbriche clandestine di strapparli proprio così. Le sue scarpe da ginnastica sono enormi e immacolate, il suo orologio rifinito di pietre preziose, e i suoi capelli sono sistemati alla bell’e meglio, considerando che non c’è poi tanto da sistemare.
“Tomlinson,” fa eco Liam, ma il suo tono, rispetto alla strega del mare, è tinto con intrigo e diletto e tutti gli altri accenni di uno a cui hanno appena portato il piatto principale.
“Mi hai chiamato?” comincia Louis, sbattendo le palpebre e inclinando la testa di lato in maniera civettuola, solo per sicurezza, perché sa che i suoi occhi sono più belli alla luce, sa che i suoi zigomi tagliano l’aria. È un buon seduttore, deve essere sincero. Se c’è una cosa che Louis possiede, è il sex appeal. Nessuno gli ha mai detto di no.
Liam osserva i suoi movimenti con gli occhi che si illuminano – Louis non se lo fa scappare, mai – e allarga il sorriso, occhieggiando irrefrenabilmente il ragazzo davanti a lui. Il che va bene. A+, persino. È solo questione di tempo prima che Louis riesca a fare suo Liam. Il ragazzo non è fatto di acciaio – cederà. Lo fanno sempre tutti.
Ed è quello di cui Louis ha bisogno.
“I tuoi capelli,” risponde Liam, camminando lentamente verso di lui, le mani nelle tasche di quei jeans orrendi. Non è proprio la tipica camminata impettita – è quella della ricchezza, della popolarità, del potere. Liam cammina come se avesse il potere nelle sue mani. È una cosa che irrita Louis tanto quanto lo eccita. Ha bisogno di potere, ha bisogno di ricchezza. Non ha uno straccio di soldi né uno scopo nella vita, non ha neanche una casa – dorme sui letti dei ragazzi o sui divani degli amici, e ha un lavoro di merda come barman/aiuto-cameriere perché ha mollato la scuola, perché… be’. Questa è la sua storia.
Il fatto è che a Louis serve uno come Liam. Non è pratico di amore e romanticismo e normalità – la gente è spregevole, ad essere onesti – ma non è contrario a trovare una regolare fonte di guadagno che si accosti a del sesso eccellente. E no, non ha mai fatto sesso con Liam, ma.
Ma cederà.
“Sembri un teppista di strada,” continua, occhi sicuri e ricchi e rilassati quando raggiunge Louis, toccando i suoi capelli acconciati che gli hanno portato via più tempo del solito, arruffati e tirati su in uno stile anni cinquanta, perché a Louis piace fare colpo, gli piace essere in ordine.
Louis scaccia immediatamente via la mano – non si tocca. A meno che non sia una zona erogena, nessuno può toccarlo, cazzo. Spazi personali, grazie. “Che cazzo sarebbe? Un teppista di strada,” lo imita, percependo una scintilla di divertimento quando Liam sbatte le palpebre sorpreso. Non sei così potente ora, eh?
Un’ombra attraversa il viso di Liam mentre esamina la mano scacciata, le spesse sopracciglia corrugate in un’espressione irritata. “Una puttanella,” dice bruscamente.
“Ah,” annuisce Louis tranquillamente, osservando Liam flettere le dita con completa indifferenza. “Be’. Non ho mai detto di non esserlo.”
Le labbra di Liam si incurvano in un ghigno. A Louis non frega proprio un cazzo.
“Quindi,” comincia Liam, allontanandosi, e la sua voce non è più maliziosa, ma dritta al punto. Si comporta sempre così quando non riesce ad avere la meglio su Louis. Proprio un piccolo principe viziato. E non è una sorpresa, davvero – l’unico figlio di due signori della guerra malefici e disgustosamente ricchi e il Golden Boy della città? Con il futuro spianato da promesse e leccaculo? Liam è solo un prodotto del suo ambiente. Forse è per questo che Louis non lo odia completamente – anche lui è un suo prodotto.
“Ti ho chiamato qui per un motivo, Louis,” continua Liam, abbandonandosi in una delle sedie lussuose disseminate per la stanza. Il sole si riversa dalle porte finestre. Tutto vetro e oro luccicante. Tipico.
“Lo immaginavo,” dice Louis, impaziente. Sta cominciando ad annoiarsi, ad irritarsi. Gli piace Liam, davvero, ma stare attorno a qualsiasi essere umano per troppo tempo è un test di resistenza. E qui, in questo appartamento freddo ed elegante… si sente soffocare ed è estremamente a disagio; fuori posto. Anche se non lo ammetterà mai. Col cazzo. Mai.
“Giochiamo,” è tutto quello che dice Liam dopo un momento, è tutto quello che ha da dire, davvero, sorridendo lascivamente a Louis dalla sua sedia, tamburellando con le dita sul bracciolo dove sono ricamati spessi grappoli dorati e marroni. Appare sfacciato e pulito e teso.
“Ah,” la tipica risposta di Louis arriva nel momento in cui si rende conto di quel che Liam gli ha appena detto, e una nuova, strana sensazione si insinua in lui. Non è più eccitante – una volta lo era, quando iniziarono questo gioco. Era una sfida e dava a Louis… qualcosa da fare. Ma ora, dopo innumerevoli vittorie da parte di Louis… ora, sente solo una strana sensazione e non è sicuro di cosa significhi, o se gli interessi saperlo. Si sente solo strano. Quindi fa spallucce, mantenendo lo sguardo di Liam. “Chi è stavolta, quindi?”
Il tamburellare delle dita di Liam risuona per tutta la stanza silenziosa. A Louis inizia a dare sui nervi. Si rende conto che ha cominciato a contrarre la mascella.
“È nuovo in città.”
Nuovo in città? Be’, cazzo. È un po’ più difficile del solito, allora. Forse questo sarà divertente. Una sfida di sorta, di nuovo. Forse.
“Nuovo in che senso?” chiede Louis, interessato.
“Si è trasferito poco prima dell’inizio della scuola.”
“Ha la tua età?”
Yep.” Enfatizza la ‘p’. Louis odia quando lo fa. Fottutamente irritante.
Con un lento cenno del capo, Louis cammina verso di lui, sedendosi sulla sedia opposta e appollaiandosi sul bordo. Non c’è bisogno di sporcare il cuscino – è un pensiero secco.
“Qual è il motivo?” chiede poi, incrociando le dita mentre appoggia i gomiti sopra il tessuto sottile che copre le sue ginocchia. Si mette alla stessa altezza di Liam con lo sguardo fisso su quest’ultimo, riuscendo decisamente a notare lo stesso scintillio nei suoi occhi quando Louis fa scorrere la lingua sulle proprie labbra. Solo per inumidirle. Ovviamente. “Perché lui?”
“Perché è affascinante,” risponde Liam all’istante, e un nuovo genere di lampo attraversa ora i suoi occhi castani. Qualcosa di oscuro, qualcosa di più insistente e minaccioso. È un po’ animalesco e così strano che qualcosa spinge sullo stomaco di Louis, crescendo nella sua cassa toracica. Nonostante questo, non lo dà a vedere.
“È il nostro obiettivo perché è affascinante?” domanda Louis in maniera piatta.
Liam si acciglia. “È appena arrivato ed è già il preferito di tutti, tutti conoscono il suo nome, è appena stato nominato Vice Presidente del coro – non mi serve un Vice Presidente, grazie – e ha avuto il voto più alto in due dei nostri corsi. Più alto del mio, entrambe le volte.” Il suo sguardo si assottiglia, acciaio in metallo ancor più freddo. “Di un punto.”
Louis sorride, incapace di contenere il suo divertimento verso un Liam chiaramente agitato. Troppo, troppo divertente vedere un principe imbronciato.
“I professori se la sono bevuta,” continua Liam, e tutto l’umorismo è sparito. Il sorriso di Louis si allarga. “Sono tutti in una stracazzo di estasi nei suoi confronti, lo amano, e si dice che voglia unirsi alla squadra di calcio. La gente pensa che voglia diventare capitano. Lars ha detto che l’ha sentito vantarsi di quanto non abbia neanche bisogno di fare le selezioni per la squadra – lo nomineranno e basta .” Oh, questo è troppo bello. “I suoi voti al momento sono i più alti dell’intera scuola. Tiene tutti sul palmo di una mano. È qui solo da due mesi, Louis, e mi ha già rotto i coglioni.”
“Ohhh,” Louis ride, sfacciato, e si appoggia sulla sedia con l’umore a mille, sbattendo rumorosamente entrambe le ginocchia. “Oh, quindi il piccolo Liam si sente in pericolo? Il Principe ha paura di una rivolta nel suo regno?” Liam lancia uno sguardo velenoso a Louis, ma questo lo porta solo a ridere più forte. “È arrivata la concorrenza, Payne. Golden Boy Numero Due ha appena girato l’angolo e sta arrivando. Per te.” Punta il dito in modo accusatorio con enfasi, perché può, perché Liam odia quando lo fa.
“Occupati di lui,” risponde Liam teso, digrignando i denti. Non è neanche più divertente insultarlo. È, onestamente, irritante.
“Perché?” chiede Louis, sorridendo. “Potrei trovare estremamente divertente guardare te in difficoltà, per una volta. Specialmente dal momento che non sei più la prima scelta per la tua piccola università, no?” Le parole si perdono nell’aria e Louis lo sa – Louis conosce Liam, sa che cosa potrebbe compromettere tutta questa storia: il futuro di Liam, la sua reputazione, tutta la sua vita.
“Non è ‘una piccola università’,” Liam gli lancia un’occhiataccia, serrando le dita sul bracciolo. “È l’unica università. Ne accettano solo uno dalla nostra scuola.”
“E probabilmente sceglieranno il Ragazzo Nuovo.”
“No. Non lo faranno. E tu dovrai assicurarti che sia così.”
“Ed esattamente come dovrei riuscirci?” Louis sospira, poggiando di nuovo i gomiti sulle ginocchia. “Di solito vuoi soltanto che me li scopi e li coinvolga in uno scandalo, o quel che è. Sollevare un polverone o far incazzare qualcuno. Che, okay, figo. Facile, pure. Ma esattamente come cazzo dovrei far smettere questo tizio di essere perfetto?”
“Fallo espellere. Distrailo. Manda a puttane la sua reputazione – fai quel che devi.”
Louis sbuffa, alzando gli occhi al cielo. “Cioè, vuoi proprio che me lo scopi? Devo essere beccato a fottermelo nell’ufficio del preside?”
“L’hai già fatto prima,” replica Liam dolcemente. “Niente di nuovo.”
Sì, okay. E va be’.
“Sai qualcosa su di lui?” chiede Louis dopo un attimo.
Liam contrae le labbra, compiaciuto. Il suo tono cambia, suona meno aggressivo e più pacifico mentre le parole scivolano dalle sue labbra. “Il suo nome è Harry Styles. Viene da una famiglia ricca, da quel che ho sentito. Vive con sua mamma e sua sorella. Non so niente su suo padre. Si è appena trasferito qui da una piccola città di merda di cui non ricordo il nome. Non ho ancora capito chi siano i suoi amici. Non sta frequentando nessuno – a proposito, è vergine…”
“Non ci credo,” lo interrompe Louis a quel punto, incredulo, e scoppia a ridere sorpreso. “È vergine? Quanti anni ha? Diciassette?”
Liam fa un largo sorriso, divertito. “Qualcosa del genere, sì. È un bravo ragazzo, il nostro Harry Styles. Reputazione pulita. Non vuole frequentare nessuno – è concentrato solo sui suoi studi.”
Oh, oh, oh. La situazione si fa molto, molto, molto più interessante.
“Questo è il motivo per cui è migliore di te,” Louis sorride, e il ghigno scivola via dal viso di Liam.
“Rovinalo, Louis,” dice Liam dopo un attimo, e tutta la delicatezza è evaporata dalla stanza. “Distruggilo in qualsiasi modo tu voglia. Ti sto dando carta bianca.”
“Perché?”
“Perché non mi hai mai deluso.”
Questo è vero. Non per vantarsi – ma è vero.
Louis annuisce, fingendo di ammirarsi le unghie. Sono schifosamente sporche, come se raccogliessero tutti i suoi peccati. Sorride al pensiero, canticchiando Losing My Religion dei REM. Magnifica canzone. Magnifica band. Lo fa sentire come se fosse vivo, quando l’ascolta.
“Se riuscirai nell’impresa,” dice improvvisamente la voce di Liam, rompendo il silenzio contemplativo. Louis alza lo sguardo, e gli occhi di Liam sono taglienti, decisi su Louis. E un po’… avidi. Prevedibile – hanno sempre ceduto. “Avrai una ricompensa.”
Louis si raddrizza di scatto, perdendo interesse per la sporcizia di mani e unghie. “Una ricompensa?” ripete, incuriosito.
Liam annuisce lentamente, mantenendo gli occhi su Louis. Si alza, cauto e ponderato, e Louis nota le sue labbra arricciarsi mentre cammina verso di lui, occhi ancora cupi.
“Se riuscirai nell’impresa…” respira con le labbra arricciate e gli occhi lucidi, sfiorando con dita delicate la mandibola di Louis. “Avrai me.”
Il contatto è comunque sgradito, andando ad infrangere la ferrea regola di Louis sugli spazi e il contatto fisico, ma questa volta non scaccia la mano di Liam, limitandosi ad afferrarla con la propria, le dita a premere nella carne.
Rimangono a fissarsi intensamente, Louis ponderando, Liam sorridendo.
“Sei serio?” chiede Louis in un soffio, con il tono che funziona sempre, alzandosi in piedi. Lo osserva, inflessibile, avvicinandosi tanto da annientare la distanza tra i loro corpi.
Hanno sempre ceduto.
Liam annuisce senza esitazione, gli occhi marroni e profondi. Due piccoli buchi neri, che attirano il mondo dentro di loro. Solo per distruggerlo.
“Sono serio.” Preme in un lampo le labbra contro quelle di Louis, troppo velocemente per poter rispondere, prima di indietreggiare, le labbra curvate in un ghigno crudele. “Rovinalo, Louis,” dice, e Louis sente una scarica di desiderio, lo stordimento per il premio e il bisogno di vincere. “Rovinalo, e avrai me.”
Louis annuisce, sentendo il sangue pompare più velocemente mentre stringe i pugni, mantenendo lo sguardo e sentendosi irretito. “D’accordo, allora.”
Sfida accettata.




 



 
Holaaa!
Lo ammetto, è la prima volta che mi imbarco in una traduzione, ma non ne ho potuto fare a meno. Questa fanfiction è troppo, troppo bella per non essere condivisa con il mondo! Sono diciannove capitoli più Prologo, spero di riuscire ad aggiornare ogni due/tre giorni!
Angst come se piovesse, quindi tenetevi di fianco un pacchetto di fazzoletti!
La storia originale di Velvetoscar la trovate qui.
La traduzione la trovate anche su Wattpad.
Le canzoni all'inizio di ogni capitolo sono quelle consigliate dall'autrice.
Grazie alla mia beta Giadina per correggermi gli strafalcioni di traduzione!
All the love.

Giulia

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: JennaHerondale