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Autore: SilviAngel    11/08/2016    3 recensioni
Stiles ha sempre un piano anche se riguarda una cosa normale e potenzialmente non mortale come un compleanno.
No spoiler
Future!Fic
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Piccola stupidaggine nata in un pomeriggio di agosto…
Buona lettura.
 
Happy Birthday
 
Stiles si mosse cercando di essere il più delicato possibile.
Riuscì a sollevare di qualche centimetro il braccio che per gran parte della notte lo aveva tenuto stretto e premuto contro il torace forte e caldo del suo fidanzato e riuscì addirittura a strisciare per circa una spanna sulle lenzuola stropicciate prima di essere riportato con decisione alla posizione di partenza mentre un piccolo grugnito di evidente disappunto andava a morire sulla pelle chiara della sua nuca.
“Dove vuoi andare?” la voce ruvida e ancora insonnolita di Derek si levò, spingendo il figlio dello sceriffo ad accantonare le proprie azioni.
“Bagno” decise di rispondere semplicemente il giovane.
A quell’unica parola, la morsa che lo avvolgeva si allentò magicamente e Stiles riuscì a lasciare il letto.
“Ma poi torna qui. È domenica” borbottò ancora il mannaro prima di girarsi completamente prono e affondare il viso tra i cuscini del grande letto matrimoniale, come a voler fuggire dalla luce che inesorabile iniziava a fare capolino nella stanza.
Di fronte allo specchio del bagno, lo studente al primo anno della facoltà di scienze investigative, disse con tono risoluto al proprio riflesso “Domani. Domani ce la farò” prima di tornare comunque con gioia tra le braccia del suo ragazzo.
 
***
 
L’umano ringraziò in silenzio l’orario del semestre che gli evitava assurde levatacce e, prendendo un piccolo respiro – non sia mai che il mero riempirsi e svuotarsi eccessivo dei propri polmoni avesse la capacità di rovinare i suoi piani – ritentò l’impresa.
Durante la notte appena trascorsa, Derek non lo aveva abbracciato e se, in qualunque altro giorno, quel pensiero lo avrebbe un pizzico intristito, quella mattina gli fece fare quasi le capriole.
Sollevando lentamente il piumone – troppo grande era il rischio di rimanerci incastrato strattonandolo poi di conseguenza – mantenendo la posizione supina, cercò nuovamente di sgusciare fuori dal letto.
Non accadde nulla per alcuni secondi e Stiles raggiunse indisturbato il bordo del materasso, arrivando a sentire sulle dita del piede il fresco dell’aria della camera, gongolando orgoglioso e felice tra sé e sé.
Chiuse per un attimo gli occhi, gustandosi la vittoria e fu in quel momento che il cacciatore calò sulla sua preda, bloccandolo contro il letto e imponendosi con tutto il proprio peso.
“A che ora hai lezione oggi?” soffiò Derek sulla pelle sensibile del collo di Stiles.
“Tra due ore”
“Bene, abbiamo tempo”
E anche per quella mattina i programmi del figlio dello sceriffo andarono in fumo, anche se di certo non se ne lamentò più di tanto: adorava il sesso mattutino.
 
***
 
La mattina successiva Stiles depose le armi e non tentò neppure di lasciare il letto per primo, rimanendovi fino a quando il suo fidanzato non uscì dal bagno completamente nudo e con la pelle ancora umida per la doccia.
Perché mai aveva accettato le avances di quel lupo da strapazzo con un corpo mozzafiato talmente eccitante da fargli scordare quale fosse il suo nome?
Alla fine decise di accantonare il suo diabolico piano anche per le due mattine successive. Tra lezioni e laboratori di studio era troppo stanco per pensare di avere speranze di riuscita e così giunse nuovamente il weekend e Stiles ritentò pieno di buone aspettative.
Quella mattina tutte le divinità stavano evidentemente facendo il tifo per lui perché lentamente arrivò al bordo del letto e come per miracolo riuscì ad andare oltre, poggiando il piede destro sul pavimento.
Standing ovation nell’alto dei cieli.
Poi, anche se solo per un secondo, evidentemente tutte le entità benevoli spostarono la loro attenzione altrove perché Derek grugnì infastidito dal fatto di non trovarlo accanto a lui e, sollevando di quanto necessario il busto, guardò da un lato e dall’altro fino a trovare il fidanzato intento a sgattaiolare fuori dal letto.
“Mi dici cosa diavolo stai facendo?” disse quasi irritato “Io non devo andare al lavoro e tu non hai lezione perché non te ne stai tranquillo?”
“Ecco, sai che non sopporto stare fermo senza nulla da fare e dato che mi sono svegliato…”
“Torna qui” ordinò con voce decisa e sguardo sicuro “Sono più che certo che potremmo trovare qualcosa da farti fare” ammiccò sfacciatamente Derek, sollevando le coperte e mostrando almeno una cosa che richiedeva a gran voce la sua più totale attenzione.
 
***
 
Il tempo stringeva e Stiles doveva necessariamente riuscire nel suo intento.
Quella mattina, si ripromise non appena uscì dal sonno, che ce l’avrebbe fatta, a qualunque costo.
Si mosse leggero, non produsse alcun rumore e, quasi senza capire come, si ritrovò in piedi fuori dal letto mentre Derek ancora se la dormiva tranquillo e beato.
Si trattenne dall’esultare e gettare alle ortiche il suo successo e, passo dopo passo – di certo non voleva inciampare in corridoio – raggiunse la cucina.
Dopo aver chiuso con cura la porta, Stiles si lasciò andare a un respiro di sollievo e mani sui fianchi, pianificò il da farsi.
Prima di tutto preparare la macchina del caffè.
Poi rompere con garbo le uova e prendere dal frigorifero il bacon.
Mentre uova e pancetta sfrigolavano e il caffè aveva iniziato a riempire la caraffa, il figlio dello sceriffo tirò fuori lo spremiagrumi manuale – così da evitare il fastidioso ronzio di quello elettrico – e ottenne il delizioso succo da quattro grosse arance.
Una manciata di minuti e tutto sarebbe stato pronto si rassicurò Stile quando, all’improvviso, due braccia spuntarono dal nulla, stringendolo con famigliarità ma facendolo comunque trasalire.
“Dannazione Derek! Stiamo insieme da più di un anno e non hai ancora capito che rischio l’infarto ogni fottutissima volta in cui appari dal nulla” strillò Stiles, cercando di uscire dall’abbraccio e riuscendovi solo quando fu l’altro ad allentare la presa e a permettergli di farlo.
“Come mai tutta questa roba?” domandò Derek indicando con un cenno del capo il cibo cucinato.
“Ho fame” rispose secco e veloce Stiles, recuperando dalla credenza tazze, piatti e posate necessarie per entrambi.
 
Derek aveva iniziato a preoccuparsi già da qualche giorno a causa dello strano comportamento mattutino del fidanzato, domandandosi cosa mai potesse portarlo ad agire così, soprattutto considerato che fino a poco prima era lui a strapazzarlo di coccole  e carinerie ogni mattina e per di più doveva poi essere trascinato fuori dal letto per non far tardi all’università.
“Mi dici che ti prende?”
“Niente” e, lasciata la colazione a metà, Stiles scappò dalla cucina, borbottando qualcosa su una ricerca in biblioteca.
Lo studente riuscì a lasciarsi alle spalle un fidanzato pieno di domande e l’appartamento e mentre camminava lungo il tragitto che l’avrebbe portato all’’università, decise di tentare il tutto per tutto e, preso il cellulare, chiamò Deaton.
A fine giornata tornò a casa più tranquillo e fiducioso stringendo nella mano infilata a fondo nella tasca dei jeans la soluzione a tutti i suoi problemi.
 
***
 
Era infine giunto il grande giorno e, fosse anche cascato il mondo, lui non avrebbe commesso errori.
Come gli era stato predetto dall’emissario, Derek dormiva profondamente, coricato di pancia quasi al centro del letto, indifferente ai suoi movimenti che, azzardati, non erano neppure troppo attenti e silenziosi.
Stiles entrò in cucina e, come il giorno precedente, iniziò a imbandire una succulenta colazione per sé e il suo meraviglioso ragazzo, addirittura arrischiandosi a fischiettare di tanto in tanto.
Quando tutto fu pronto, mise con cura quanto preparato su un capiente vassoio e, facendo attenzione a dove metteva i piedi, tornò silenzioso in camera.
 
Derek era ancora addormentato e spaparanzato mollemente sul loro letto.
Alla vista del grande e grosso lupo mannaro così indifeso, almeno apparentemente, il giovane sorrise e, dopo aver posato il vassoio sul comodino completamente sgomberato la sera prima, risalì sul letto, stendendosi su un fianco il più vicino possibile al moro.
“Derek” sussurrò all’orecchio del fidanzato, ottenendo in cambio solo un mugolio e un piccolo movimento.
“Sorgi e splendi bel lupone” e prima che potesse vedere un’altra reazione, sottovoce, Stiles iniziò a cantare.
“Happy birthday to you,
Happy birthday to-”
Venne però bruscamente interrotto a metà del verso dal movimento repentino dal capo di Derek che scattò all’improvviso verso l’alto.
“Che succede?”
“Buon compleanno” augurò felice e, non appena il viso del maggiore si volse dal suo lato, Stiles catturò le labbra del mannaro in un piccolo bacio.
Annusando l’aria, Derek sentì il profumo invitante del cibo mescolato a quello appetitoso del suo ragazzo e, realizzando di non aver udito nulla fino al canticchiare morbido di poco prima, rimase ancora più sconcertato.
“Come è possibile? Non ti ho sentito alzarti o armeggiare in cucina”
“Ti ricordi che ieri sera eri convinto che la zuppa avesse un sapore un po’ strano?” ammise a mezza voce Stiles.
“Mi hai drogato” comprese infine il lupo.
“Drogato! Che parolone! Ho solo aggiunto due, o forse erano tre, gocce di quello che Deaton mi ha assicurato essere, per voi creature soprannaturali, niente di più che un blando sonnifero. Infatti non hai postumi di nessun genere, vero?”
“No, ho solo dormito meravigliosamente”
“Tutto merito del tuo meraviglioso fidanzato” gongolò soddisfatto Stiles, rotolando sopra il corpo di Derek e baciandolo ancora.
“Perché?” chiese ancora frastornato da quanto accaduto.
“Perché volevo farti una sorpresa per il tuo compleanno e ho provato per giorni ad alzarmi per primo e a fare tutto in sordina, ma ogni volta tu mi bloccavi o mi scoprivi a metà dell’opera” rimarcò l’ovvio indicando con la testa il vassoio “Ho dovuto quindi ricorrere a un piccolo aiuto. Che ne dici di approfittare della mia ottima cucina e rimandare a dopo la ramanzina sul mio gesto assurdo e sconsiderato?”
“Tutto questo per me? Hai fatto tutto questo per me?” mormorò imbarazzato e incredulo il licantropo.
Stiles annuì andando a sfregare il naso su quello del moro.
“Ti amo” disse con naturalezza e sincerità disarmante Derek.
“Wow! Quelle gocce sanno fare miracoli”
“Scemo”
“Ecco, gli effetti sono già passati” aggiunse sconsolato e rammaricato Stiles scoppiando poi a ridere, mentre, con una unico movimento, Derek ribaltava le loro posizioni, premendo il corpo del giovane sulle coltri.
“Ti amo” ripeté Derek bisbigliando queste piccole parole sulla pelle fresca di una guancia.
“Anche io. Non hai idea di quanto io ti ami. Dato che oggi sarò a tua esclusiva e totale disposizione per tutto il giorno, che ne dici se ora mangiamo, recuperiamo le forze e poi ti faccio quella cosa che ti piace tanto?”
“Direi che questo è davvero un programma di tutto rispetto” disse il mannaro mordicchiandogli il collo
Sorridendo come un bambino la mattina di Natale, Derek si sollevò sulle ginocchia per poter raggiungere il vassoio e posarlo con cura sul letto.
Fatto ciò, si mise seduto con la schiena contro la testiera e sollevato, senza alcuno sforzo, Stiles – così da portarlo ad accoccolarsi comodamente tra le sue gambe – si apprestò a trascorrere il miglior compleanno della sua nuova vita.
   
 
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