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Autore: angelo_nero    12/08/2016    4 recensioni
Provi ad alzarti dalla posizione in cui ti trovi, ma una volta in piedi le gambe ti cedono e ricadi in ginocchio sputando altro sangue. Punti allora il tuo sguardo al cielo, che quel giorno si è tinto di uno strano colore rossastro, quasi si fosse imbevuto del sangue che voi, guerrieri di un altro pianeta, di un’altra razza, state versando per poterlo rivedere azzurro ancora una volta. Buffo come esso ti ricordi il tuo pianeta natale, quando di Vegeta-sei la Terra non aveva neanche lontanamente le sembianze. Per questo storci il naso fissando le nuvole arancioni che corrono felici, incuranti di cosa stia succedendo sotto di loro.
[...] -Non è da te arrenderti.-
La voce femminile sfonda il muro dei tuoi pensieri e ti riporta alla realtà mentre una candida mano entra nel tuo campo visivo.
Alzi il viso e con sconcerto ti specchi in altre due pozze azzurre, quali sono gli occhi della tua donna. Cosa ci fa lei in mezzo al campo di battaglia!?
-Non dovresti essere qui, è pericoloso.-
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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["Adesso che non ci sei più
Adesso che non ci sei più
Proteggimi perchè puoi farlo
Solamente tu."
Sent - Angelo custode]

Sputi a terra saliva mista a sangue, passi poi il dorso della mano guantata sulla bocca per eliminare i residui del liquido cremisi dalle tue labbra. Fissi poi quasi schifato il rosso del sangue macchiare il bianco dei tuoi guanti.
Alzi lo sguardo ringhiando e ti guardi intorno, facendo il punto della situazione: Goku è riverso a terra poco lontano, la sua aura è talmente debole da sembrare impercettibile; Gohan è nello stesso stato del padre da qualche parte che non riesci a vedere. Sei rimasto solo tu, se escludi i due piccoli mezzosangue che fremono alle tue spalle.
Senti gli sguardi pressanti di quella fastidiosa combriccola che ti sei ritrovato appicciata addosso da quando hai messo piede su quel pianeta. È come se i loro occhi ti stessero penetrando la schiena, tanto li avverti su di te.
Sguardi pieni di speranza e paura, che non si distolgono dal campo di battaglia.
Sai benissimo che ora che il loro eroe è k.o. l’esito dello scontro è tutto sulle tue spalle. Ne senti il peso da quando Goku è scomparso dalla tua vista.
Fai un sorriso amaro, non sicuro di riuscire a riportare la pace sul pianeta azzurro che ti ha adottato, come se fossi uno dei suoi figli naturali.
Provi ad alzarti dalla posizione in cui ti trovi, ma una volta in piedi le gambe ti cedono e ricadi in ginocchio sputando altro sangue.  Punti allora il tuo sguardo al cielo, che quel giorno si è tinto di uno strano colore rossastro, quasi si fosse imbevuto del sangue che voi, guerrieri di un altro pianeta, di un’altra razza, state versando per poterlo rivedere azzurro ancora una volta. Buffo come esso ti ricordi il tuo pianeta natale, quando di Vegeta-sei  la Terra non aveva neanche lontanamente le sembianze. Per questo storci il naso fissando le nuvole arancioni che corrono felici, incuranti di cosa stia succedendo sotto di loro.
Sposti le iridi scure di fronte a te ma non riesci a distinguere nulla, a causa del polverone che lo scontro ha innalzato e della fitta nebbia. Però percepisci distintamente l’aura del tuo nemico, forte e pronta all’attacco. Non riesci a dargli una posizione precisa, dato che sembra confondersi con il circondario, ma sai che è nei paraggi. E che ti attaccherà quando meno te lo aspetti.
Riporti lo sguardo sul terreno e ti specchi nella pozza d’acqua sotto di te, riconoscendo i tipici colori della tua razza e non l’oro del Super Saiyan che avrebbe dovuto avvolgerti.
Perfetto, neanche la trasformazione riesci a reggere più.
Sorridendo amaramente di rendi conto che è la fine.
-Non è da te arrenderti.-
La voce femminile sfonda il muro dei tuoi pensieri e ti riporta alla realtà mentre una candida mano entra nel tuo campo visivo.
Alzi il viso e con sconcerto ti specchi in altre due pozze azzurre, quali sono gli occhi della tua donna. Cosa ci fa lei in mezzo al campo di battaglia!?
-Non dovresti essere qui, è pericoloso.-
Lei ti sorride ignorando il tuo tono di disappunto e muove leggermente la mano, invitandoti ad afferrarla.
Piuttosto riluttante nel farti aiutare da lei, afferri la sua mano e ti lasci aiutare nel rimetterti in piedi, per quanto possa farlo. Fissi le vostre mani intrecciate, riconoscendo con piacere il calore sprigionato da quella di Bulma.
-Come mai sei tornato normale?-
Aggrotti le sopracciglia a quella domanda e incastoni le tue iridi alle sue, trasmettendole tutta la rabbia che ti pervade.
-Il mio corpo non regge più neanche il Super Saiyan.-
I tuoi denti stridono mentre pronunci quelle parole. Li stai digrignando da così tanto tempo che neanche ti accorgi di averlo fatto mentre parli.
Sposti lo sguardo sui tuoi stivali, un tempo bianchi ora coperti di terra e sangue.
-Io credo in te.-
Ancora una volta agganci il tuo sguardo scuro a quello limpido di lei e la scopri sorridente mentre ti posa una mano sulla guancia. Ti sfiora la ferita sullo zigomo ancora sanguinante senza staccare gli occhi dai tuoi.
Perché ora ti senti rinvigorito? Come se le tue ferite fossero state sanate e il tuo potere ripristinato.
Perché vedi una luce di speranza in fondo a tutta quell’oscurità?
Cosa sta succedendo dentro di te da farti sentire così fiducioso nelle tue capacità, quando poco prima eri pronto a dichiarare forfè?
Posi la tua mano su quella di lei e le regali un sorriso timido, un ringraziamento speciale a cui solo voi due avete accesso. E il resto sembra scomparire mentre una nuova e potente voglia di combattere si fa largo dentro di te, ricordandoti che non lo stai facendo per te ma per la tua famiglia. Per poter vedere la prossima alba assieme a loro.
Ma il tuo mondo perfetto si frantuma nell’esatto istante in cui Bulma sbarra gli occhi e comincia a sputare sangue per poi crollare tra le tue braccia inerme.
Rimani immobile con gli occhi spalancati mentre il suo sangue ti imbratta la tuta da capo da piedi.
Ti lasci poi scivolare a terra, tornando ancora una volta in ginocchio –sembra che non ci sia verso per te di rimanere in piedi oggi – e adagi il suo corpo sulle tue gambe sostenendole la testa con un braccio. I tuoi occhi si fermano sul foro che la tua donna ha sul petto. 
Lei tossisce con forza e sputa sangue a fiotti. Cerchi di sollevarle la testa, in modo da farla respirare meglio anche se già sai che, oramai, non puoi fare più niente. Le è stato inferto un corpo mortale e tu non hai nessun potere in grado di sanarlo.
La sua mano tremante si stende, alla ricerca di un contatto con te, forse l’ultimo. L’afferri con prontezza e te la porti sul viso, stringendola con forza ma senza farle male.
Lei ti sorride in modo stanco.
-Non piangere.-
La sua voce è a mala pena udibile.
Scuoti la testa con forza mentre le prime lacrime solcano il tuo viso.
-Non lasciarmi.-
Il sussurro che ti esce è spezzato. Persino dalla tua voce trapela la disperazione e la paura nel vedere l’unica persona che ami scivolare via senza che tu possa fare nulla per impedirlo. 
Mai avresti creduto che il cuore ti potesse fare così male. Forse era meglio quando non sapevi di averlo, quando eri semplicemente insensibile a tutto ciò che ti circondava. Quando eri tu a fare del male.
Quel dolore non sarebbe mai scomparso, ne sei sicuro. Come fanno gli esseri umani a sopravvivere dopo la morte del proprio amato? Tu vorresti solo morire con lei.
-Mi dispiace.-
La sua mano scivola via dalla tua presa e cade pesantemente lungo il suo fianco. I suoi occhi azzurri si chiudono per non riaprirsi mai più e le sue ultime parole ti rimbombano nella testa.
E dentro di te senti un “crack” che ti risuona nel cervello.
Rimani per interminabili secondi immobile a fissare il corpo privo di vita di tua moglie. Ormai non cerchi più neanche di trattenerti, le lacrime scorrono veloci sul tuo viso contratto di un’espressione di puro dolore.
Abbracci il suo corpo un’ultima volta, la tieni stretta a te come se quello potesse bastare a riportarla indietro. Ti è impensabile di non poterla più avere a fianco, di non poterti più beare del suo odore dolciastro, di non poterti più specchiare in quelle iridi azzurre che ti hanno fatto perdere la testa.
I battibecchi, le notti di fuoco, gli sguardi che valgono più di mille parole. I “ti amo” sussurrati, quelli rimasti sulla punta della lingua.
Tutto finito. In un secondo.
Anni per costruirlo e un misero secondo per distruggerlo.
La rabbia comincia a montare dentro di te, mischiandosi al dolore per quella perdita creando una miscela esplosiva.
Ti hanno portato via l’unica cosa a cui tenevi più di te stesso. L’unica cosa che avresti voluto al tuo fianco fino alla fine dei tuoi giorni, che da Saiyan sarebbe avvenuta sul campo di battaglia.
Invece quella ad andarsene è stata lei, per uno stupido scherzo del destino. Lo stesso che te l’ha fatta conoscere.
E ora sei furioso con quella mano che prima ti regala tanto e poi te lo porta via, come si fa con i giocattoli di un bambino capriccioso.
La rabbia continua a crescere, così come il dolore che ti porti dentro. Stringi a te la tua donna che non rivedrai mai più.
La tua ira trova il suo sbocco e tu ti lasci andare ad urlo furibondo contro il cielo rosso, con il quale liberi tutta l’energia che hai in corpo. 
Il terreno si crepa, la tua aura si espande e travolge qualsiasi cosa. Non te ne frega niente se anche gli altri verranno coinvolti da quella rabbia.
La luce azzurra di un Dio ti circonda ma la tua ira ancora non si è placata. Perciò si espande sempre più, diventando grande e incontrollabile. La tua forza esplode mentre le lacrime continuano a bagnare il tuo viso.
Quando il tuo urlo si placa l’aura azzurra torna alle sue dimensioni normali, avvolgendo il tuo corpo come un mantello.
Posi il corpo senza vita della tua amata sul terreno polveroso con delicatezza. La guardi un’ultima volta prima di darle le spalle e scatenare la tua ira contro colui che l’ha provocata.
Con gli occhi lucidi fissi il tuo avversario impassibile, il dolore ti sta mangiando dentro non hai altro a cui pensare.
Ti avvicini al tuo avversario con passo fermo, la tua ira non si è esaurita e vorresti picchiare colui che ti sta davanti fino a vederlo riverso a terra privo di vita.
E così fai: lo pesti a sangue, sfogando la tua rabbia, il tuo dolore, i tuoi rimpianti e tutto il groviglio di sentimenti che ti blocca la bocca dello stomaco. Solo quando senti la sua testa rompersi al contatto con il tuo pugno ti fermi.
Torni normale e ti alzi dalla carcassa: il dolore non se n’è andato ma la rabbia è quantomeno scemata.
-Papà.-
Ti volti nell’udire la voce singhiozzante di tuo figlio, di cui ti eri momentaneamente dimenticato.
Nei suoi occhi azzurri rivedi la tua lei.
Ha gli occhi pieni di lacrime e il presente ti cade addosso come un macigno.
Bulma non c’è più.
Trunks singhiozza di fronte a te, il volto bambinesco stravolto dal dolore, rigato da quelle lacrime che mai avresti voluto vedere su di lui.
Sai che ha fatto di tutto per non farsi vedere in quello stato pietoso da te, ma le emozioni hanno avuto la meglio sul suo orgoglio.
Come biasimarlo? Eri tu quello che fino a poco fa stringeva il corpo di Bulma in lacrime, no?
-Trunks.-
La stessa sensazione di inutilità provata alla morte di Mirai Trunks, ti colpisce come un pugno dritto allo stomaco. Abbassi la testa e stringi pugni e denti.
Come puoi dire a tuo figlio che non sei riuscito a proteggere sua madre?
Il bambino sembra però non fare caso a quel piccolo dettaglio e si fionda tra le tue braccia alla ricerca di un conforto. A quel punto ti rendi conto che lui sa, tuo figlio è più sveglio di quanto sembri.  È anche suo figlio dopotutto.
Stringi a te il piccolo corpo del bambino tra le tue braccia e ti lasci scivolare in ginocchio, ancora una volta. Nascondi il viso sulla spalla di Trunks e ti lasci andare a un pianto silenzioso mentre lui singhiozza sul tuo petto, sfogando entrambi il vuoto che quella perdita ha lasciato.
 
["Non piangere, no
Quella persona adesso è in cielo
E se le vuoi bene per davvero,
Scioglierai da questo gelo.
Le sue grida suoneranno
Come note di canzone,
Il suo ricordo porterà dolore
Insieme alle emozioni."
Sent- Non devi piangere]





Angolo Autrice:
*evita pomodori, lattine, bottiglie di plastica, un gatto e una sfera del drago*
Sì ho ucciso Bulma e con lei la mia OTP. Non me ne vogliate sono disperata quanto voi!
Sono giorni, anzi mesi che mi gira in testa  ‘sta cosa. Diciamo più o meno da quando ho visto Vegeta scattare furibondo contro Bills, che aveva schiaffeggiato Bulma.
Poi ho visto un’immagine (che non trovo più ;3;) ed è stata la mia rovina.
Quindi vai di angst! *alza il pugno al cielo(?)* *le arriva una scarpa in faccia*
Okay non c’è niente di cui essere felici me sognavo di scrivere qualcosa del genere da taaaanto tempo.
Spero Vegeta non sia eccessivamente OOC, anche perché un’introspettiva e la morte di Bulma secondo me lo distruggerebbe.
Bene, siccome ho già rovinato per bene la giornata a tutti voi mi dileguo e vado a scrivere qualcosa di più fluffoso (?)
Hasta la vista!
angelo_nero
  
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