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Autore: LaMusaCalliope    13/08/2016    1 recensioni
|Ambientata nella 1x11|
DAL TESTO: "Quando Alec era andato da Magnus per chiedergli di aiutare sua sorella nel processo, non si era di certo aspettato che lo Stregone avrebbe voluto qualcosa in cambio, tanto meno che avrebbe voluto lui."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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AKU CINTA KAMU*
 

«Voglio te.»
Erano solo due parole. Due sole parole che, se pronunciate con la giusta intonazione –e dalla persona giusta- facevano tutto un altro effetto.
Quando Alec era andato da Magnus per chiedergli di aiutare sua sorella nel processo, non si era di certo aspettato che lo Stregone avrebbe voluto qualcosa in cambio, tanto meno che avrebbe voluto lui.
Per questo, dopo quelle parole, allo Shadowhunter sembrò quasi che tutta l’aria presente nel loft di Brooklin fosse sparita, come sotto incantesimo di Magnus. Lo stesso Magnus che lo guardava con quella sua espressione seria che mal si addiceva a quel volto ambrato e sempre scherzoso. La sua voce era ferma mentre pronunciava quelle parole, sicuro che fosse il giusto prezzo per quel favore.
Non appena Alec riprese a respirare, si concentrò su ciò che lo Stregone aveva voluto dire.
«Che intendi?» chiese infatti, conquistando la distanza di sicurezza da Magnus; anche solo stare a pochi centimetri da lui mandava in fumo tutti i tentativi di rimanere lucido. Lo Stregone però non sembrava intenzionato ad allontanarsi da lui, infatti fece qualche passo in avanti. Ora lo guardava dritto negli occhi, ancora più serio di prima. Lo vide schioccare le dita per far sparire il cocktail rosa che teneva in mano. Ora che le aveva entrambe libere, le mise sulle guance di Alec, calde al tatto e leggermente arrossate.
«Tu hai sbloccato qualcosa dentro di me, Alexander. Te lo dissi la prima volta che venisti qui, nel mio appartamento, insieme a quei tuoi amichetti strampalati. Allora eravamo stati interrotti. Stavolta non sarà così». Il respiro dello Shadowhunter si stava facendo irregolare, così come i battiti forsennati del suo cuore; era sicuro che lo Stregone potesse sentire il sangue scorrergli velocemente sulle guance, appena sotto le sue dita ingioiellate e ambrate, decisamente in contrasto con l’incarnato pallido del suo volto.
«Nella mia lunga vita» riprese Magnus «non mi è mai capitato di provare qualcosa del genere per qualcuno. È sempre stato tutto molto superficiale. Tu, Alec, mi hai reso di nuovo vivo. Lascia perdere Lydia, il matrimonio, tutto. Fallo per me, ti prego.»
 Lo Shadowhunter chiuse gli occhi, abbandonandosi per un momento al tocco confortante delle dita dello Stregone. Quando li riaprì, il suo sguardo era serio, mentre le sue mani si stringevano attorno ai polsi di Magnus. Fu con sorpresa che sentì che il battito dello Stregone era accelerato tanto quanto il suo, i due cuori che pulsavano all’unisono.
Alec si chinò leggermente in avanti, quel tanto che bastava per azzerare completamente la distanza tra loro due, permettendo alle loro labbra di sfiorarsi per la prima volta; quelle di Magnus avevano ancora il sapore dolce del cocktail, ed erano morbide contro le proprie, che tremavano leggermente per l’emozione.
Ma non appena Magnus cercò di approfondire quel dolce bacio, lo Shadowhunter si allontanò da lui.
«Immagino che questo tuo ultimo gesto significhi che, nonostante tutto, sposerai Lydia perché, come dite voi Cacciatori, la Legge è dura ma è Legge. Non è così, Alexander?» nonostante la sua voce fosse ferma, Alec, con i polsi di lui ancora stretti fra le mani, poteva sentire il battito del cuore accelerare ancora di più.
«Mi dispiace, Magnus. Forse non averi dovuto farlo, io…» Magnus si liberò dalla stretta del ragazzo e, proprio come aveva fatto tanto tempo prima, gli poggiò delicatamente l’indice su quelle stesse labbra che fino a pochi minuti fa stava baciando.
«Non scusarti di ciò che hai fatto a me. Pensa piuttosto a quello che stai facendo a te» e il dito si spostò sul cuore dello Shadowhunter, che continuava a battere freneticamente sotto il tocco dello Stregone.
«Non è la mia vita che stai buttando via, ma la tua, Alexander.» così dicendo, si allontanò da lui quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi senza dover alzare la testa. In quelle iridi scure vi lesse tutta la tristezza che, fino a quel momento, aveva cercato di nascondere.
«Ora vai, Alexander, e di’ a tua sorella che prenderò le sue difese nel processo molto volentieri.»
Alec, non senza aver espresso di nuovo il suo dispiacere, fece ciò che gli era stato chiesto. Si girò e, molto lentamente, attraversò il grande atrio, fino alla porta. Prima di uscire, si guardò indietro, lanciando un ultimo sguardo dispiaciuto allo Stregone, che non aveva mai smesso di guardarlo.
Fu solo quando Alec se ne fu andato, lontano da lui e dal loft, che Magnus si ritrovò a pronunciare, quasi in un sussurro, delle parole mai dette prima, parole che nessuno avrebbe udito se non lui.
«Aku cinta kamu, Alexander».






*AKU CINTA KAMU: per chi non avesse letto i libri, vuol dire "ti amo" in Indonesiano.

 

   
 
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