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Autore: Yuki Kiryukan    14/08/2016    5 recensioni
[One-shot collegata alla storia principale "Rylen"]
Piccoli sprazzi dell'infanzia dei fratelli di Seryan, tanto diversi tra loro eppure accomunati da un affetto forte e sincero, cresciuto e rafforzato di anno in anno sotto l'occhio amorevole del maggiore che ama e protegge il suo tesoro
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tales of Justice and Revenge'
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Ben ritrovati e buona domenica a tutti! ^_^ 
Dopo queste due settimane di assenza – grazie per non avermi linciato – eccomi     qui a proporvi l'ennesima – penultima – One-shot della serie! 
Qui i protagonisti indiscussi sono i fratelli di Seryan, che troveremo in alcuni missing moments della loro infanzia con tanto, taaanto fluff. Mi sono divertita e intenerita parecchio nello scriverla, spero possa piacere anche a voi!

Ci vediamo domenica prossima con l'ultima shot, tutta dedicata a Feyra! (E Sael of course) ;)

Un bacione enorme,
Yuki!




 
 
L'Amore dei fratelli  


***



Argon guarda il piccolo Xander nella culla con occhi amorevoli e curiosi. Il suo fratellino ha il faccino rotondo, le guance piene e rosee. I capelli sono radi e biondissimi, proprio come quelli di Sael e Levi. 

  « Com'è piccolo »  commenta Erdich al suo fianco, i luminosi occhi d'argento fissi sul neonato con meraviglia. È l'amico più caro che ha, quindi Argon gli aveva proposto di accompagnarlo a visitare il più piccolo dei suoi fratelli.

Annuisce.  « È vero » 

È una balia Opsiale che si prende cura di lui e lo allatta, perché Ria non c'è più. Ad Argon piaceva tanto: anche se non era la sua vera mamma, l'aveva sempre trattato con amore e gentilezza, e si dispiace che Xander non potrà mai conoscere il calore delle sue carezze. 

Allunga una manina e gli tocca una guancia paffuta. Xander fa una buffa smorfia nel sonno e apre la boccuccia. Arriccia il naso e sbadiglia, continuando a dormire beato. A quella vista, Argon ed Erdich si scambiano uno sguardo complice e ridacchiano inteneriti.

  « È un amore, vero? »  esordisce la balia entrando nella stanza. Argon le sorride e annuisce.  « Molto »  conviene.

La donna si avvicina alla culla e lo prende in braccio.  « Visto che Sua Maestà è riuscito a ritagliarsi un po' di tempo, gli porto questo pargoletto da coccolare. Deve sentirsi triste dopo la morte della regina... » 

Argon si tortura le mani prima di dire:  « Emh, Sael e Levi non sono ancora venuti a vederlo, vero? » 

Lei lo guarda con rammarico e scuote la testa.  « Non ancora. Sono passati quasi due mesi e piangono ancora molto la morte della madre... credo ci vorrà un po' di tempo prima che vogliano vederlo » 

Argon annuisce perché è proprio quello che si aspettava di sentire. Ria non era sua madre e il suo dispiacere non può competere con il dolore di quelli di Levi e Sael, ma Xander è il loro fratellino e merita amore. 


“Se succedesse qualcosa ed io non potessi prendermi cura di Xander, ci sarai tu ad accertarsi che non si senta solo?”.


Solo adesso inizia a rendersi conto che il compito assegnatogli da Ria è molto più difficile degli esercizi che gli affida il nobile Griffens o degli allenamenti con la spada. 

Dopo che la balia è uscita, anche i due fanno lo stesso.

  « Perché i tuoi fratelli non vogliono vedere il principe Xander? »  domanda Erdich, ingenuamente.

  « Perché la regina Ria si è sentita male quando è nato lui »  risponde il principe  « L'ho sentito dire da Nasìr, il vecchio Guaritore »

  « Oh »  Erdich abbassa lo sguardo  « E tu hai provato a parlare con loro? » 

  « Non vogliono vedere nessuno. A stento le balie o nostro padre... »

Erdich fa un piccolo sorriso.  « Ma tu sei il loro fratello maggiore! A te daranno retta! »  lo dice con la sicurezza di chi afferma che il cielo è azzurro e l'erba verde e la leggerezza di un bambino di sei anni che crede che nulla sia così complicato da non poter essere risolto.

Argon arrossisce un poco, lusingato da quelle parole.  « Lo spero » 

Dopo essersi separato dall'amico, decide di seguire il suo consiglio e raggiungere i due gemelli. Sono nella loro stanza, non c'è nessuno che riesca a convincerli ad uscire dopo la morte della regina se non per brevi momenti.  

Hanno compiuto quattro anni appena una settimana prima – il primo compleanno senza la propria madre – e nemmeno quella è stata un'occasione per invogliargli a lasciare le quattro mura della loro camera.

Hanno avuto due modi differenti di reagire alla perdita. Levi si è chiuso nel mutismo, immune a qualunque stimolo esterno. Non parla con nessuno, nemmeno con loro padre.

Sael è rabbioso con chiunque provi anche solo ad avvicinarsi o a consolarlo. Urla e sbraita anche con Argon non appena lo vede:  « Vattene via! »

Lui sospira. Entra nella stanza nonostante le sonore proteste e qualche oggetto lanciato contro, e chiude la porta alle sue spalle. Levi è sul letto, le ginocchia al petto e la testa china. Non lo guarda neppure, sembra non si sia nemmeno accorto di lui. Sael invece ha gli occhi spumeggianti di rabbia.

Non sembrano bambini. Nessuno di loro tre.

  « Avanti, usciamo »  esordisce Argon  « Non vi fa bene restare chiusi qui. Oggi c'è il sole fuori, potremmo giocare nei giardini » 

  « No! »  si impunta Sael, battendo i piedi per terra  « Lasciaci in pace! » 

  « Sael... »

  « Zitto! »  urla, prendendo un cuscino e lanciandoglielo contro.

Argon lo afferra senza difficoltà e lo poggia su un mobile.  « Non è quello che vorrebbe Ria »

  « Non era la tua mamma! Quindi che ne ne sai! » 

Argon si morde un labbro.  « Anche io non ho più la mia mamma, Sael, da molto prima di voi »  ricorda le parole di Ria nel descrivergli la regina Marzya ma fa di tutto per non mostrare la propria tristezza ai fratelli  « Ed ero da solo » 

Quella frase fa calmare la rabbia di Sael e desta l'attenzione di Levi, che alza la testa e lo guarda. Con voce fievolissima chiede, dopo giorni e giorni passati nel più completo silenzio: « Cosa dobbiamo fare? »

Argon lo guarda, felice di vederlo finalmente reagire, e sorride. Risponde ciò che gli è stato detto poco tempo prima e, anche se non ha compreso del tutto il significato di quelle parole, le trova bellissime:  « Sostituire quel vuoto con l'amore »

Sael china la testa e tira su col naso.  « Cioè? »


“Il vuoto si riempie con l'amore, Argon”.


  « Siete nati voi e vi ho voluto bene. Così non mi sono sentito più solo »  è una risposta semplice ma allo stesso tempo complicatissima  « E noi insieme adesso dobbiamo amare tanto Xander »  aggiunge.

L'espressione di Levi si indurisce nuovamente e lo sguardo di Sael si rinfiamma di rabbia.   « Non voglio! È colpa sua se la mamma non è più con noi! Non gli vorrò mai bene! » 

Argon sospira e si avvicina ai fratelli.  « Si, invece. Xander è quello che più di tutti dovrà ricevere amore »  afferma con convinzione.  « Ma tanto tanto »

  « Perché? »  chiede Levi, guardandolo con diffidenza. 


“Io voglio affidarti Xander, Argon”. 


  « Perché lui non conoscerà mai la sua mamma »  risponde, sentendosi assalire da infinita tristezza  « Voi siete stati amati da Ria, ma Xander diventerà grande senza l'amore della sua mamma. È molto triste, no? » 

È un'eventualità alla quale non avevano minimamente pensato, perché sia Levi che Sael sgranano gli occhi, stupiti. 

  « E cosa dobbiamo fare? »  domanda Sael, adesso più incline a parlare del fratellino. 


“Te ne prenderai cura?”.


Argon gli sorride e gli accarezza la testa.  « Dobbiamo volergli così tanto bene da non fargli sentire la mancanza dell'amore di una mamma » 

I due gemelli non sembrano molto convinti ma Argon capisce che hanno superato l'astio iniziale.  « Più tardi, questa sera, facciamo visita a Xander tutti insieme, va bene? »

Annuiscono piano ed Argon è fiero di loro. 

Quando, al tramonto, arrivano nella stanza del piccolo principe – Levi attaccato alla mano destra di Argon e Sael alla sinistra –  la balia si mostra sorpresa e felice di vederli. Fingendosi ingenua, chiede:  « Siete qui per vedere il piccolo Xander? » 

Argon lascia che sia Levi a rispondere:  « Si »  

  « Avvicinatevi, allora. Guardate, si è appena svegliato. Non vedeva l'ora di conoscervi »

Sael e Levi lasciano la mano sicura del fratello maggiore e si avvicinano alla culla, guardandone l'interno come temessero di trovarvi un mostro. E invece ne rimangono meravigliati, perché il loro fratellino è un bambino bellissimo. 

Ha i loro stessi capelli biondi e grandi occhioni azzurri. Non appena li vede emette dei versi indefiniti e allunga le braccia verso di loro con gesti goffi e imprecisi. 

Sael e Levi sobbalzano e si guardano l'un l'altro, indecisi. Poi si girano e chiedono consiglio ad Argon con lo sguardo. Lui annuisce e sorride. 

La balia si avvicina.  « Potete prenderlo in braccio. Con delicatezza, mi raccomando. E attenti al collo »   

Sael da una gomitata al gemello che, lanciandogli un'occhiataccia, si sporge verso Xander prendendolo tra le braccia, aiutato dalla balia che lo istruisce su come tenerlo nella maniera corretta. È leggerissimo e si stupisce del sorriso che il piccolino gli rivolge, tutto gengive e niente denti. 

Levi sente una morsa al centro del petto. È il suo fratellino quello, che dipende solo da loro, dal loro amore.

  « Allora? »  interviene Argon, affiancando i due. Ha un sorriso consapevole, di chi è fiero di aver avuto ragione. 

Levi arrossisce e non risponde, preferendo fissare Xander che non ha smesso un momento di  fare versetti. 

  « Fallo tenere a me, adesso »  dice Sael. 

Levi gli da le spalle.  « No » 

L'altro batte i piedi per terra.  « Non è giusto che lo tieni solo tu! »

  « Aspetta il tuo turno » 

Argon ride perché solo qualche ora prima non volevano neanche sentirlo nominare e adesso se lo contendono gelosi. 

  « Levi dammelo! »

  « Non vedi che sorride a me? »

  « Con me sorriderebbe di più! Argon, digli qualcosa! »  

Argon va a mediare il litigio senza smettere di sorridere. Non aveva nulla da temere: Xander sarebbe stato amato sicuramente molto.



 
***



  « Gon... Gon! » 

Argon termina l'allenamento e sposta lo sguardo su Xander. Ha da poco compiuto un anno e la cosa che preferisce in assoluto è osservarlo maneggiare la spada. Si muove come un forsennato tra le braccia della balia, tendendo le manine verso di lui e sorridendogli con occhi brillanti. 

Argon non può far a meno di addolcirsi e li raggiunge, carezzando i capelli biondissimi del fratellino.  « Ciao, Xan » 

Questi, tutto contento di ricevere finalmente le sue attenzioni, prende subito nei pugnetti le sue dita e inizia un monologo poco sensato fatto di sillabe e vocali.

  « Non riesce a stare troppo tempo senza vedervi, nobile Argon »  commenta la balia, intenerita  « Siete davvero il suo fratello preferito » 

Non che disdegni le attenzioni di Sael e Levi, ma il primo passa la maggior parte del suo tempo a stuzzicarlo e fargli “affettuosi” dispetti, mentre il secondo è troppo riservato per viziarlo di coccole e gentilezze come Argon.

Xander tende le manine verso di lui, in una chiara richiesta di essere preso in braccio. 

  « Prendetelo, su »  lo esorta la balia.

  « Ma sono tutto sudato e sporco... »  obietta Argon.

La donna sorride con bonarietà.  « Oracoli, credete che a lui importi? » 

Vista l'aspettativa impossibile da deludere che racchiudevano gli occhi azzurri del fratellino, Argon accontenta la sua richiesta e se lo stringe al petto. Xander inizia subito a passargli le manine sulla faccia, gli afferra la punta del naso ridendo alle smorfie del maggiore e poi circonda il suo collo con le piccole braccia, poggiando la guancia paffuta contro la sua spalla.

  « Vi adora! »  è l'esclamazione della balia.

Argon non può far altro che sorridere di fronte alle manifestazioni d'affetto del fratellino. Sente un piacevole calore al centro del petto, un calore che gli suscita sentimenti di amore e protezione verso quel pargoletto.

Poi gli occhietti vispi di Xander cadono sulla spada di legno che il fratello porta alla vita. Tutto emozionato, la indica esclamando un “Gon!” a pieni polmoni. 

  « Ti piace la mia spada, Xan? »  nota il maggiore. Se la sfila dalla cintura e gli permette di toccarne l'elsa, stando ben attento che non si faccia male.  « Quando sarai più grande potrai allenarti per diventare un cavaliere anche tu » 

Gli occhi di Xander brillano.  « Si, si, si »  ripete, inorgoglito. Come se il fratello gli avesse appena fatto un regalo immenso, lo abbraccia circondandogli la testa con le braccia.  « Gon! » 

  « Si, ti insegnerò io »  bofonchia Argon  « Diventerai bravissimo, vedrai »

Il minore intraprende un lungo discorso di cui l'erede di Seryan può solo immaginare il senso. Non si scolla dalla sua presa nemmeno per sbaglio e sono inutili i tentativi della balia di convincerlo di lasciargli almeno il tempo per rinfrescarsi.

  « Non c'è problema »  la rassicura Argon  « Vorrà dire che ci faremo una passeggiata per i giardini reali »

Si rivela una passeggiata più lunga del previsto e Argon decide di fare una deviazione nella serra, il luogo che inspiegabilmente lo fa sentire tanto a suo agio. Il sommo Nasìr non c'è e ne approfitta per spiegare al piccolo quello che ha imparato delle piante studiando. 

Xander se ne sta buono buono mentre ascolta il fratello parlare. Il suo tuono di voce lo rilassa e non ci vuole molto perché si assopisca, cullato nell'abbraccio di chi sa lo proteggerebbe da qualsiasi pericolo.

 


***



Quando Argon sente il frastuono di passi oltre la porta della sua stanza, si prepara all'inevitabile.

Accantona il libro che stava studiando e conta mentalmente fino a tre. Neanche un secondo più tardi, la porta della stanza si spalanca e Xander si fionda da lui come se in gioco ci fosse la sua vita.  « Salvami, fratello! »  è la sua disperata richiesta d'aiuto.

Argon lo guarda con sospetto.  « Che hai combinato 'sta volta? »

  « Niente! » 

  « Xan... »

Non può pronunciare altro che Sael compare sulla soglia, fumante di rabbia. Fulmina il più piccolo con lo sguardo.  « Sei morto! » 

Xander si nasconde dietro la schiena di Argon, aggrappandosi spasmodicamente alla sua maglia, e questi si vede costretto ad intervenire.  « Cosa è successo, Sael? » 

  « L'idiota ha scarabocchiato sui miei preziosi libri! » 

  « Non l'ho fatto a posta! » 

  « Non mi interessa! »

Argon sospira, chiedendo agli Oracoli quanta più pazienza possibile. È abituato a situazioni come quelle: se ne sono susseguite talmente tante nel corso degli anni da aver perso il conto.  « Sael, Xander ha solo quattro anni... »

  « Chi se ne frega! Smettila di difenderlo sempre con questa scusa! »  si inalbera  « Quei libri erano importanti, me li aveva regalati il sommo Nasìr! » 

  « Ti ho detto che non l'ho fatto a posta! »  protesta il fautore del danno. Le goti rosse e gli occhi un poco lucidi.

  « Come non hai fatto a posta a rompere le frecce di Levi l'ultima volta, vero? »  lo punge Sael  « E poi che vorrebbe dire che non lo hai fatto a posta? C'era forse qualcun altro che animava la tua mano, brutto scemo? » 

Xander stringe con più forza la maglia del fratello maggiore.  « Argon...! »  si lagna.

Questi gli scompiglia i capelli per rassicurarlo.  « Innanzitutto chiedi scusa a Sael, Xan »  

Lui pare indignato da ciò che gli è stato chiesto ma lo sguardo di Argon, pur rimanendo gentile, non ammette repliche. S'imbroncia e gonfia le guance, guarda storto Sael ma alla fine borbotta:  « …scusa » 

  « Cosa? Che hai detto? »  ricalca quest'ultimo, un ghigno malvagio sulle labbra.

  « Ho detto scusa! »  esclama Xander.

  « Oh, mi hai chiesto scusa! Bene, adesso aggiungi: “sono solo un povero scemo” »

  « Sael »  lo richiama Argon, esasperato. 

Lui sbuffa.  « L'idiota si sarà pure scusato ma i miei libri restano rovinati! »

  « Ti prometto che domani andremo a cercarne una nuova copia in città »  dice il maggiore  « Non torneremo a palazzo finché non l'avremo trovata, va bene? » 

Finalmente, il malumore abbandona anche il più pestifero dei gemelli di Seryan. Sorridendo con più genuinità, torna a dimostrare i suoi otto anni e dice:  « Grazie, fratello! »  Poi, in un nanosecondo, trafigge Xander con la sua peggiore occhiata intimidatoria.  « E tu non gironzolare più nelle mie stanze o ti taglio le mani! » 

Xander sbianca dalla paura e, guardando Argon con aria supplichevole, chiede una volta che Sael ha lasciato la stanza:  « Posso rimanere qui, fratello? » 

Argon sorride con pazienza e gli accarezza la testa.  « Certo. Ma lontano dai miei libri, okay? E si, anche dalla mia spada » 


 
***



  « Avvicinatevi, miei principi, avanti » 

Kasha ha un aspetto migliore di quanto Argon si aspettasse. Per aver partorito solo il giorno prima, la terza regina di Seryan appare piena di vigore ed energia. Tutto ciò che era mancato a Ria dopo la nascita di Xander. 

I quattro principi si sporgono sulla culla vicina al letto dove riposa la moglie del re. Ad attenderli, c'è una neonata bellissima, dai riccioli d'oro e le guance paffute.  « Vi presento vostra sorella. Il suo nome è Irys »  aggiunge Kasha, pronunciando il nome della sua bambina con un'amorevole tenerezza di cui solo una madre è capace.

Sorella. Qualcosa di così nuovo per loro che, nel guardarla per la prima volta, si sentono investire di un'emozione totalizzante, eppure conosciuta. 

  « Posso prenderla in braccio? »  chiede Xander. Nei suoi sei anni, è elettrizzato dalla consapevolezza di essere diventato anche lui il “maggiore” per qualcuno.

Sael lo spinge di lato.  « Fatti da parte, nanerottolo, sei l'ultimo nato qui. Ci penso io » 

  « Ma non è giusto! »  si lagna.

  « Voi siete troppo rumorosi e la spaventereste »  interviene Levi  « La prendo io » 

  « Ah no, non te lo lascio questo onore! »  si oppone il suo gemello.

Kasha sorride e media il litigio dicendo:  « Perché non facciamo che sia il maggiore a prenderla il braccio per primo? » 

Tre teste bionde si voltano verso Argon. Nessuno di loro obietta in alcun modo, per la prima volta un'idea che li mette d'accordo.

Il chiamato in causa arrossisce.  « Oh. Io... » 

Kasha lo incoraggia con un sorriso materno.  « Vieni, Argon »

Si fa avanti con un'emozione del tutto nuova che gli stringe il petto. Si sente investito di un onore troppo grande per i suoi dodici anni. Protende le mani nella culla e afferra la sorella con la delicatezza che si riserverebbe ad un cristallo.

Se la assicura al petto e guarda quel visetto adorabile mostrare una piccola smorfia prima che gli occhi si aprano sul mondo.

Irys guarda il proprio fratello maggiore per la prima volta ed Argon si sente tremare per l'emozione. La piccola non emette un solo lamento o gesto di protesta: come se sapesse di trovarsi in braccia sicure.

  « Ciao, Irys »  dice Argon con tono emozionato. Lei sbatte le palpebre più volte e poi struscia il visino contro il suo petto.

  « Sembra che tu l'abbia già conquistata »  commenta Kasha.

Argon arrossisce ma non ha tempo di ribattere perché Xander afferma:  « Il fratellone Argon è il migliore di tutti! » 

La regina annuisce in sua direzione.  « È vero »

Il minore degli eredi maschi di Seryan si appoggia ad un braccio di Argon e, mettendosi sulle punte, sporge il viso verso quello minuscolo di Irys. Sorride e dichiara con palpabile orgoglio:  « Ciao, Irys. Noi siamo i tuoi fratelli maggiori »

  « Lui è quello stupido »  interviene Sael, entrando nel campo visivo della neonata.  « Io sono quello bello e intelligente »

  « Stupido ci sarai tu! »  obietta Xander, gonfiando le guance.

Levi sospira. Accarezza delicatamente il dorso di una delle manine della principessa.  « Ha già capito che siete entrambi degli idioti »

Argon sorride sotto i baffi nell'assistere alle loro dispute. Abbassa lo sguardo su Irys, che li osserva come fossero dei poveri pazzi scampati alla pena capitale.  « Sta' tranquilla »  le dice, baciandole delicatamente la fronte  « Ci accomuna una cosa: quella di amarti di già » 

Non c'è più bisogno che insegni l'amore ai suoi fratelli; è qualcosa che nasce spontaneo nei loro cuori. Persino Sael, tramite i suoi continui insulti e dispetti, non fa che manifestare puro affetto nei confronti di Xander.

È orgoglioso di loro ogni giorno e considera la più grande delle fortune averli al suo fianco. Non avrebbe mai smesso di vegliarli e proteggerli, perché quello è il dovere di un fratello maggiore.

Loro sono e sarebbero sempre stati il suo tesoro.






 
Ӂ


 
Come avevo già detto, questa è la cosa più fluff che abbia mai scritto anche se, conoscendo cos'è accaduto alla fine della prima parte della storia principale, la frase finale della one-shot può suscitare un po' di angst...

Ah, caro Argon...

Vi aspetto domenica prossima con l'ultima One-shot! 

 
  
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