Libri > Fairy Oak
Ricorda la storia  |      
Autore: Kamala_Jackson    14/08/2016    1 recensioni
Dal testo:
"Ricordava ogni attimo, ogni più piccola sensazione, ogni respiro e ogni battito che l’avevano accompagnata in quegli anni felici.
E il suo ultimo ricordo, quello più caro e prezioso che avesse, era la pelle lattea e profumata di Shirley, i piccoli e soffici ciuffetti rossi che le ornavano la testolina minuscola, gli occhi di quel colore indefinito, tipico dei neonati, che l’avevano fissata per pochi minuti, prima che la bimba si addormentasse tranquilla."
L'ultimo saluto di Aberdeen a quella che per anni è stata la sua casa.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aberdeen Poppy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer:
I personaggi qui presenti non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Elisabetta Gnone.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
 


Whispering Words Of Lost Long Lullabies


 
Il bosco era silenzioso, quel giorno. Il vento aveva smesso di muovere l’erba smeraldina, il sole nascente filtrava tra i rami spogli, reduci di un lungo e ancora non del tutto concluso inverno, creando giochi di luci e ombre tra le pietre ricoperte di muschio.
Nessun uccellino, stranamente, cinguettava alla luce rosea che il cielo aveva assunto.
Aberdeen sapeva che il bosco le stava dando il suo ultimo, muto saluto.
Sfiorò uno dei secolari tronchi che incontrò nel suo lento e doloroso peregrinare, e la corteccia sembrò quasi fremere sotto il suo delicato tocco.
Bosco-Che-Canta.
La donna aveva a lungo amato quel posto. Agli abitanti di Fairy Oak non piaceva, lo temevano e ne stavano alla larga. Come tenevano le distanze anche da lei.
Oh, Aberdeen li sentiva benissimo quando, al suo passaggio, si mettevano a bisbigliare, sicuri di non essere uditi.
Strana. Diversa. Vagabonda. Stracciona.
Erano infiniti gli appellativi con cui l’avevano indicata. Le avevano dato persino della pazza.
Ma alla fine li aveva mai ascoltati veramente. Sapeva che se i suoi pensieri si fossero soffermati troppo su quelle parole, il suo piccolo regno incantato sarebbe scoppiato come una bolla di sapone.
Non poteva di certo permetterlo. Dacché ne aveva memoria, non si era mai sentita accettata o ben voluta da qualcuno. Anche sua madre era stata un Infinito Potere. Anche lei se ne era dovuta andare.
E Aberdeen aveva sempre saputo che un giorno sarebbe toccato a lei. In realtà, l’aveva capito il giorno in cui aveva incontrato Edgar. Il suo Edgar. Stava così bene con lui, nella loro fattoria, con gli animali e tutti i loro ricordi di viaggio che facevano capolino su ogni mobile.
Il dolce tepore della stufa nella serra, davanti alla quale Malva si sedeva a rammendare e cucire, il pavimento di legno di frassino sul quale i suoi piedi nudi scivolavano allegri ogni mattina.
Ricordava ogni attimo, ogni più piccola sensazione, ogni respiro e ogni battito che l’avevano accompagnata in quegli anni felici.
E il suo ultimo ricordo, quello più caro e prezioso che avesse, era la pelle lattea e profumata di Shirley, i piccoli e soffici ciuffetti rossi che le ornavano la testolina minuscola, gli occhi di quel colore indefinito, tipico dei neonati, che l’avevano fissata per pochi minuti, prima che la bimba si addormentasse tranquilla.
La giovane donna respirò profondamente, e la salsedine che impregnava l’aria le scivolò dentro i polmoni, così a fondo che sembrò toccarle l’anima.
I piedi nudi furono scossi da un solo, piccolo brivido di freddo, solleticati dall’erba bagnata di rugiada.
E poi un tintinnio, uno scricchiolio.
Aberdeen lasciò che gli occhi color dell’acquamarina si posassero sulla figura imponente di Barbo Tagix.
«E così te ne vai» non era una domanda.
La donna sorrise appena, malinconica.«Cosa potrei fare, se non questo? Vorrei così tanto rimanere, ma la legge è chiara…» la voce scivolò amaramente sugli scogli e poi giù, tra le onde.
Il vecchio mago annuì, aggrottando appena la fronte.
«La prima ha una macchia» borbottò appena, giocherellando con una piccola ampolla vuota.
Aberdeen sospirò, piena di stanchezza.«Lo so».
Si avvicinò al bordo della scogliera, osservando distrattamente una vecchia barca che scivolava placida sul mare.
Immaginò come sarebbe stato lasciarsi avvolgere dalle acque ghiacciate, come il freddo le avrebbe attanagliato le ossa e l’aria sarebbe scomparsa per sempre dal suo corpo.
«Non ancora» mormorò Tagix.
La donna si voltò a guardarlo, impassibile, mentre i riccioli rossi si agitavano al vento come chiome d’autunno.
«Vuoi un ricordo» sussurrò seria.
Barbo scrollò le spalle.«Per la bambina».
Aberdeen tornò a guardare il mare, per poi chiudere gli occhi, mentre il mago errante apriva l’ampolla, pronto a ricevere quella piccola testimonianza di una vita destinata a finire troppo presto.
Quando l’Infinito Potere schiuse le labbra e lasciò che le prime note della sua nenia spezzarono l’aria, il mondo circostante sembrò fermarsi, mettersi in ascolto.
Non un animale faceva capolino nella brughiera, non una goccia d’acqua sembrava muoversi e solo le nuvole plumbee ebbero il permesso di scivolare sulla chioma ramata della strega.
Barbo Tagix chiuse gli occhi, mentre Aberdeen lasciava affluire tutto ciò che provava nelle antiche parole, tutti i ricordi e le emozioni che aveva provato nella sua vita.
Erano poco più che un sussurro, ma erano un sussurro per lei. Tanto bastava a renderle uniche, tanto bastava a renderle importanti.
Quando Aberdeen finì di cantare aveva le guance rigate di lacrime. Emise un respiro tremante, strinse i pugni, non si guardò indietro.
Tagix non disse nulla, chinò solo il capo in segno di rispetto.
La donna si voltò verso il villaggio un’ultima volta.
«Prendetevi cura di lei» mormorò.
E poi, solo il vuoto.


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Kamala's Corner

Sono tornata, questa volta con una OS su Aberdeen. Non credo ci siano molte cose da dire, sinceramente. L'ho scritta un bel po' di tempo fa e l'ho ripescata fuori solo adesso, ma sono sempre stata molto affascinata dal legame tra Shirley e sua madre - e credo si veda in qualche altra mia fic.
Perciò, ciancio alle bande, e a presto.
Kam.



 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fairy Oak / Vai alla pagina dell'autore: Kamala_Jackson