Fumetti/Cartoni americani > I Guardiani della Galassia
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Autore: _musette_top_    15/08/2016    1 recensioni
Dal testo:
“Possiamo intrufolarci dentro a quel cancello senza farci notare dalle guardie, ma ho bisogno di tre cose: il mantello del nanerottolo…”
“Ehi!” si lamentò Sam.
“…cinque dei sassi più grossi che riuscite a sollevare, e l’occhio di quello lì.”
Il procione puntò decisamente il dito verso l’orribile occhio fiammeggiante che torreggiava al centro regno di Mordor.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I GUARDIANI DELL'ANELLO

CAP. I

 

“È la tua ennesima Draxata! Guarda cosa hai fatto!”

Lamiere fumanti attorniavano quel che restava della carcassa della Milano, provocando piccoli fuochi sull’erba secca e arida della prateria sulla quale la nave si era appena schiantata.

“Porco cacchio! Non riuscirò mai a farla ripartire!” esclamò Rocket frustrato, infilandosi le zampine nella pelliccia.

“È colpa tua invece, stupido ratto!” ribatté furioso Drax, flettendo i possenti bicipiti.

“Smettetela voi due! – li interruppe scocciata Gamora – Non vedete che precipitando abbiamo fatto delle vittime? Abbiamo spappolato un gruppo di persone.”

Un piede peloso sbucava inerte da sotto uno dei motori, e un grosso cappello grigio fu trasportato via da un lugubre soffio di vento, volteggiando insieme alle ceneri del combustibile xandariano.

Peter Queel giaceva in ginocchio di fronte ai resti della sua astronave, senza riuscire a staccarne gli occhi. Sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.

“La mia nave… - mormorò – Avevo appena fatto il tagliando…”

 

Qualche ora prima l’avvenente capitano della Milano aveva pronunciato le seguenti parole: “Un po’ e un po’!”*

Subito dopo i propulsori avevano lanciato la nave e tutto il suo equipaggio lontano dalla sede della Nova Corps, verso l’immensità dello spazio. Non avevano ancora superato la nebulosa Neeto quando Drax e Rocket cominciarono con i loro soliti bisticci: l’ex cacciatore di taglie balzò con gli artigli protesi puntando al faccione del guerriero ma quest’ultimo, grazie ai suoi riflessi infallibili, lo acchiappò al volo e lo scagliò via. Le chiappette pelose del procione atterrarono per errore sul quadro di comando attivando l’acceleratore ultraprotonico che deviò la rotta verso un insidioso buco nero a due sistemi di distanza. Nessuno poté impedire al gruppo di finire risucchiato in quanto Peter, walkman alla mano, tentava di far danzare la ritrosa Gamora negli scompartimenti posteriori, mentre il povero Groot, nelle sue condizioni “invasate” non avrebbe potuto fare molto.

 

 

Da un cespuglio apparve un paffuto ragazzo in miniatura che saltellava trafelato reggendosi maldestramente i calzoni.

“Padron Frodo!” – chiamò con voce strozzata.

I Guardiani si voltarono all’unisono verso di lui.

“Per la pipa del vecchio Gaffiere! Che è successo qui? E voi chi siete?”

Avvicinandosi al luogo dello schianto, Sam contemplò inorridito la misera scena: i suoi compagni erano ormai diventati schiacciatine sotto il peso di quella…cosa.

Un tintinnio cristallino catalizzò l’attenzione di tutti i sopravvissuti: un grosso anello dorato rimbalzò facendo risuonare i rottami della Milano.

Ormai era chiaro che Pipino non avrebbe spippettato mai più.

*Riferimento alle ultime parole del film “ I Guardiani della Galassia”

 

“ Allora, che cosa facciamo adesso? Qualcosa di buono?... Di cattivo?... Un po’ e un po’? ”

“ Seguiremo te, Starlord.”

“ Un po’ e un po’ ”.

 

 

   
 
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