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Autore: I_love_villains    18/08/2016    1 recensioni
Storia scritta a quattro mani con AnnyWolf99.
Gli animatronics adorano stare con i bambini, ma l'arrivo dei Toy glielo impedisce. Loro faranno di tutto per riprendere il loro posto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Solita serata dal Freddy’s: i cuochi preparavano le pizze, i camerieri le servivano ai clienti e gli animatronics intrattenevano i più piccoli. Il locale era poco affollato e i bambini presenti si potevano contare sulle dita.
“Oh, che ci fanno qui dei bambini?” domandò Bonnie al gruppetto.
“Vogliamo giocare! Con te!” gridarono entusiasti.
“Mentre aspettate la pizza possiamo giocare” rispose felice Freddy.
“Yeee!”
“Seguite Goldie allora, noi ci prepariamo a fare un concertino.”
“Shii! Bonnie, mi teni Bonnie pittoo?” domandò una bambina di due anni mostrando un peluche viola.
“Va bene” l’accontentò il coniglio, prendendo il se stesso più piccolo e morbido.
L’orso dorato chiese i loro nomi mentre li conduceva al Pirate Cove.
“Ahr, una nuova ciurma!” esclamò Foxy. “Pronti a depredare qualche nave?”
“Sìììì!”
“E il pappagallino?”
“È scappato?”
La volpe restò per qualche attimo in silenzio, poi rispose: “Sì … Ora, all'arrembaggio!”
Corse dall’altra parte della nave, seguito dai piccoli pirati.
“Fedeli al vostro capitano” commentò distribuendo bende, cappelli e sciabole di plastica.
I bambini li indossarono contenti. Alcuni bisticciavano sul gadget da prendere, altri duellavano con le armi finte.
“Ciurma” li richiamò Foxy. “Vi siete meritati parte del bottino. Ma dobbiamo trovarlo!”
“Ti aiuto io! Ci siamo noi!”
“Bene. Ho una mappa, aiutatemi a decifrarla.”
La volpe la fece guardare a tutti e la consegnò al più grande, che venne subito circondato. Insieme i piccoli unirono i puntini, scoprendo come arrivare a una grande X rossa. Foxy riarrotolò la mappa.
“Pronti a fare fuori chi ci ostacola!” annunciò rimettendosi in cammino, subito seguito dalla sua ciurma.
“Eccolo! Lo scrigno! E ora?”
“Apritelo” comandò il capitano.
I bambini trovarono tante monete di cioccolato.
“Riempitevi le tasche, prima che ci attacchino!”
I piccoli si affrettarono, prendendone più che potevano.
“Ora scappate. E se raccontate dov'è il tesoro vi do in pasto agli squali.”
“Saremo muti! Tranquillo! Ciao!”
I bimbi tornarono in sala mostrando gioiosamente il bottino ai genitori. Intanto le pizze erano arrivate e tutti mangiarono soddisfatti.
“Doè Bonnie pittoo?” fece la bambina di prima, che ormai doveva tornare a casa.
Bonnie non rispose, sudando freddo.
“Prima di andare ascoltate il nostro concerto” disse Freddy fermando i pochi clienti.
“Avanti, coniglio, alla chitarra!” lo spronò l’orso.
Bonnie salì sul palco ma non prese il suo posto. Si avvicinò a Freddy e sussurrò: “Aiutami, ho perso il peluche.”
“Cosa? Come hai fatto?”
“Non lo so, prima era con me e ora ... puff!”
“Beh, noi qui ci arrangiamo con Goldie, tu ritrova il peluche, inutile ammasso di bulloni!” ordinò Fazbear pensando in fretta a una soluzione. Poi alzò la voce: “Goldie, sali anche tu.”
Golden Freddy prese il posto di Bonnie, che si mise a cercare disperatamente il peluche pensando: “Se non lo trovo sono morto.” Il concerto riscosse successo. Gli animatronics ringraziarono e si inchinarono agli applausi.
“Allora?” chiese Freddy affacciandosi dietro le quinte.
“La bambina mi uccide ...”
“Volete il bis?” domandò Freddy non sapendo che altro fare per guadagnare tempo. “È gratis!”
Per i bambini però era ora di andare a letto e i genitori preferirono riportarli a casa. Mentre i clienti si mettevano cappotti e altro, Freddy trascinò dietro le quinte Goldie, Chica e Foxy per raccontare tutto.
“Ragazzi, l'ho trovato” avvertì Bonnie.
“Meno male” sospirò l’orso.
“Però ...”
Il coniglio mostrò il peluche: una zampa si era scucita e staccata.
“Foxy, gettalo in mare!” ordinò Freddy.
“Ahr, agli ordini capitano!”
Bonnie scappò urlando.
“Te avee fato a Bonnie?” chiese la bimba.
Erano rimaste solo la sua famiglia e un’altra.
“Si è ammutinato” spiegò Foxy.
“Doè i mio Bonnie pittoo?”
“Prima volete vedere l'ultimo acquisto?” la distrasse Freddy. “Venite, è nell'altra sala.”
Freddy condusse la bimba, suo fratello e l’altro ragazzino davanti a un grande carillon. Gli altri, nel frattempo, cercavano di riparare il peluche.
“Dovete girare la manovella” disse Fazbear.
I bambini girarono. Si sentì della musica, poi sbucò fuori Puppet, spaventandoli tutti.
“Ciao bambini!”
“Tao. Pecchè tai nela tatola?”
“È la mia casa.”
“No è stetta?”
“Per me no.”
“Tu tei u bibo toe noi?”
“No. Ma lo è lui” rispose Puppet indicando Baloon Boy.
I piccoli furono attirati dai palloncini.
“Se li volete mi dovete dare un dollaro.”
I genitori furono supplicati e tutti ebbero il loro palloncino.
“Ma che fine ha fatto Bonnie?” chiese Chica.
“Sono qui” disse il coniglio.
“Non sappiamo cucire” lo informò Goldie.
“Quindi ora ti assumi le tue responsabilità” continuò Freddy.
“Quella bambina mi odierà” piagnucolò depresso il viola.
“Su, su” lo incoraggiò Chica.
“Dovevi pensarci prima” lo rimproverò il capo.
“Ma non l’ho fatto apposta.”
“Hai perso una cosa immobile come una pizza e poi l'hai rotta ...”
“Non l'ho rotto io, era già rotto quando l'ho ritrovato!”
“Ah, sì? E chi l'avrebbe rotto?”
“Non lo so, ma tanto non mi credete quindi vado a dire la verità a quella bambina.”
Gli altri lo seguirono per sostenerlo. Bonnie si avvicinò alla famigliola.
“Devo dirvi una cosa ... horottoilpupazzo! Ma non l'ho fatto apposta!”
La bimba lo guardò senza capire.
“Amore, non hai capito che ha detto Bonnie?” intervenne il padre.
“No, to ha fato?”
Bonnie le diede triste il peluche senza zampa.
“Coa è ucceso?”
“L'ho rotto ... mi dispiace ...”
La piccola sbarrò gli occhi, sconvolta, comprendendo cosa era successo al suo pupazzetto.
“Dì qualcosa, cucciola” la incoraggiò la madre.
“Ti ... è ... tato?” domandò con lo sguardo basso.
“Sì, piccola. Bonnie è un pasticcione” rispose Chica.
“Scusa, non l'ho fatto apposta” ripeté Bonnie.
La bambina lo abbracciò.
“Fa niette, peddonato.”
Il coniglio ricambiò sollevato, ringraziandola di cuore. La madre disse che lo poteva ricucire a casa e tutti salutarono contenti.
Quella notte Freddy&co. tentarono di uccidere la guardia notturna. Durante uno dei giri, Chica notò dei strani volantini e li portò dagli altri.
“Ragazzi, che significano?”
“Oddio, ci vogliono sostituire!” esclamò Freddy orripilato.
Osservarono i Toy, trovandoli brutti.
“Dobbiamo capire che succede. Foxy, corri nella stanza con l’endoscheletro e prendi il pasticcino.”
La volpe obbedì, certa che Freddy avrebbe spiegato a che serviva.
“Bene. Ora inseriamo un microfono e la portiamo nell’ufficio del direttore, così scopriremo tutto.”
L’indomani mattina gli animatronics ascoltarono attentamente il colloquio fra il signor Fazbear e un suo dipendente.
“Ehm, è vero che intendete sostituire gli animatronics?”
“Sì, i vecchi modelli hanno problemi tecnici gravi.”
“Eppure ieri erano perfetti, perfino Foxy.”
“A volte funzionano, ma altre sono pericolosi. Foxy ha morso una bambina che è finita in ospedale e gli altri sparano scintille.”
“Non potreste riparare i vecchi? Insomma, hanno tanti fans …”
“Non più come prima. Non vorrei sostituirli, ma mi conviene di più così.”
“Ma questi Toy sono inquietanti e …”
“Basta così, mi ha fatto perdere abbastanza tempo! E porti via questo dolcetto!”
Gli animatronics si guardarono fra loro senza sapere che fare. Quella sera non si esibirono. Vennero rinchiusi nel magazzino, mentre i Toy furono portati in sala e festeggiati. Dopo circa una settimana …
“La pizzeria ha il mio nome, dobbiamo riprendercela! Distruggeremo i Toy!” affermò Freddy, infuriato.
“Ci sto!” si aggregò subito Foxy.
“D’accordo!” si unì Golden Freddy.
“Facciamolo!” gridò Chica.
“Nessuno può prendere il mio posto e passarla liscia!” esclamò Bonnie.
“Dimostreremo che siamo insostituibili!” li incoraggiò Freddy.
Buttarono giù la porta.
“Sentito? Ci sono intrusi” si allarmò Toy Freddy, sospendendo la partita di briscola.
“Cosa facciamo?” domandò spaventato Toy Bonnie.
“Niente, la guardia notturna che ci sta a fare?”
“Che ne so.”
“Difende la pizzeria” rispose Toy Chica.
“Difendeva …” corresse Mangle.
“Che vuoi dire?” chiese il coniglio blu.
“Beh, non c'è più.”
“Come non c’è più?! Dov’è finito?” si agitò Toy Bonnie.
“Sono entrata, gli ho infilato un costume e non si è più mosso. Però è uscito un sacco di liquido rosso” spiegò la volpe bianca.
“Sugo” concluse il coniglio.
“Perché si era riempito di sugo?” domandò Toy Chica.
“Forse voleva farsi una pizza gigante.”
“Allora adesso possono entrare i ladri” disse Toy Freddy tornando al problema principale.
Gli altri si strinsero tremanti.
“Sono rimasta senza musicaaa!” urlò Puppet dirigendosi dalla ex- guardia.
“Non voglio essere rapito” piagnucolò Toy Bonnie.
“Zitto! Proteggeremo la mia pizzeria!” dichiarò Toy Freddy.
“È la mia pizzeria!” proclamò Freddy avanzando con i suoi amici.
“E voi chi siete?” chiese Toy Bonnie sorpreso.
“Zitto usurpatore!” rispose il vero Bonnie.
“Siamo i veri animatronics che dovrebbero lavorare qui. Voi siete brutte copie” spiegò Fazbear.
“Non è vero!” protestò Mangle.
“Invece si! Guarda solo il coniglio, è orrendo!” ribatté Bonnie.
“E la gallina? Peggio!” commentò Chica.
“Cosa? Io sono meglio!” protestò la Toy.
“Tornate da dove siete venuti!” minacciò Freddy.
“Qui ora ci stiamo noi, andatevene voi!”
“Ahr, useremo le maniere forti!”
“Se è la guerra che volete, che guerra sia” disse Toy Freddy.
“ ... Perché io non dono stato riprodotto?” li interruppe Golden.
“Scusa, ma tu non avevi un socio?” fece Bonnie.
“Che c'entra?”
“Avranno riprodotto lui.”
“Che idiota!” esclamò Toy Bonnie.
“Ehi! Nessuno può darmi dell'idiota a parte i miei compagni!”
“Basta così! Carica!” gridò Freddy.
Ogni animatronics si diresse verso la sua copia, tranne Goldie che aiutò un po’ tutti gli Old. Poi si mise a prendere a calci Baloon Boy. Dopo una mezz’oretta si resero conto di essere pari.
“Come la risolviamo?” chiese Bonnie a Freddy.
“Bella domanda …”
Prima che si scatenasse un altro litigio intervenne Puppet: “Perché non lasciate decidere gli umani?”
“Come?” fecero tutti.
“Fate una serata con Old e Toy e vediamo quanti vanno da una parte o dall'altra.”
“Va bene” accettarono entrambi i Freddy.
“Tanto preferiranno noi!” disse Toy Chica.
“Vedremo domani” replicò Bonnie.
La sera dopo gli Old si caricarono, dicendo che loro erano gli originali, avevano fan. Sarebbero stati i preferiti. Anche i Toy pensavano di essere i favoriti: erano nuovi, meno pericolosi, sofisticati.
“Voi andate a sinistra, noi saremo a destra” dichiarò Toy Freddy.
“Buona sconfitta” augurò Toy Bonnie.
“Vuoi assaggiare il mio uncino?” scattò Foxy.
“Calmati, la sconfitta gli farà più male capitano” lo bloccò Bonnie.
“Almeno quel coniglio lo posso massacrare ...!”
“Ehi!”
Cominciarono ad arrivare i clienti. I visetti dei bambini si illuminarono alla vista degli Old.
“Papà, guarda! Sono tornati! Che bello, sono di nuovo qui!”
I genitori però non erano altrettanto felici.
“Oh, i vecchi. Ma non erano pericolosi?”
“Siamo stati riparati” disse Bonnie per tranquillizzarli.
“Sì, come no” fece Toy Chica.
I bimbi andarono a salutare gli Old e Foxy li invitò a far parte della sua ciurma.
“Non volete giocare a montarmi?” chiese Mangle.
“No, vogliamo fare i pirati!”
“Vero che preferite noi?” domandò Freddy.
“Sì! Siete i migliori! Siete simpatici! Vi vogliamo bene!”
I genitori sorrisero a quelle manifestazioni di affetto per esseri metallici, e considerarono che in fondo gli Old erano la tradizione, dovevano essere conservati.
“Quanti fans ragazzi!” esclamò commosso Bonnie.
“Ovvio” fece contento Freddy.
“Come fanno a preferirli a noi?” si disperò Toy Bonnie.
“Noi che dovremmo fare se vogliono loro?” volle sapere Mangle.
“Giocate a fare buh” consigliò una bimba che li trovava spaventosi.
“Buh?” fece dubbiosa la volpe.
Alcuni bambini fecero un balzo e/o piansero. Furono subito coccolati dai genitori.
“Allora, avete capito chi comanda?” provocò Freddy.
“Che facciamo? Non possiamo andarcene” si preoccupò Toy Chica.
“Gente, non siamo adorabili?” tentò Toy Freddy.
“NO!” gridarono tutti in coro.
I Toy scoppiarono a piangere. Intervenne una signora: “Io avrei un'idea. Potreste lavorare nela casa degli orrori.”
“Ma noi siamo nati per fare allegria, no paura” protestò Toy Freddy.
“Sono davvero terrificante?” chiese Mangle.
“Un pochino” le risposero.
“Andiamo da Springtrap?” si arrese Toy Freddy.
“Tutto sistemato: voi verrete apprezzati come attrazioni horror e noi lavoriamo qui” riassunse Freddy, entusiasta.
“Va bene …” fecero i Toy.
“Sìììì!” esultarono gli Old.
“E ora stringetevi la mano come bravi animatronics” disse il signor Fazbear, richiamato dal chiasso.
Se la strinsero, senza più rancore. I bimbi applaudirrono euforici, congratulandosi con loro.
“Ciao! Ci vediamo al luna park! Buh!” salutarono i Toy.
I bambini saltarono di nuovo, ma stavolta risero del loro spavento.
“Vittoria! Festeggiamo!”
Gli Old cantarono e ballarono con i piccoli mentre i genitori potevano finalmente ordinare la pizza.
“Offre la …!” cominciò Chica, ma Fazbear la zittì e nessuno la udì.
Così Freddy&co. continuarono a lavorare al Freddy’s. I Toy si ambientarono nel luna park e diventarono presto una delle attrazioni più amate. Intanto …
“Trema, Fazbear! Condurrò alla rovina la tua pizzeria! Un omicidio oggi, la scucitura di un peluche domani, e ti farò chiudere! Muahahahahahaha!” rise psicoticamente the Purple Guy.
   
 
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