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Autore: Jane Ale    19/08/2016    0 recensioni
L'incomprensibile ironia del globo, ovvero come Evanna perse il senno per colpa di Will
Evanna Dawson vive felice con i genitori e la sorella minore. Ha due migliori amiche che adora, un ragazzo che ammira da lontano perché troppo timida per avvicinarsi, e un cane che non ama particolarmente. Ma poi arriva Will. William Reddington è uno dei tanti teppisti che la madre di Evanna cerca di aiutare. Così la famiglia Dawson si trova ad ospitare il giovane bullo nella loro dimora.
Cosa succederebbe se Evanna e Will fossero così incompatibili da non poter stare nella stessa stanza per più di qualche minuto? E se lei volesse sbattere fuori di casa "un brutto ceffo come lui"? E se lui la rendesse oltremodo acida e scontrsa?
Ma soprattutto, cosa succederebbe se Will non fosse così brutto e Evanna fingesse di essere acida? Strane cose stanno per succedere nella perfetta vita di Evanna Dawson.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'incomprensibile ironia del globo,

ovvero come Evanna perse il senno per colpa di Will

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Previously on L'incomprensibile ironia del globo:

Eve scopre che Dean e Pearl non avevano mai smesso di vedersi e che, anche la sera precedente, erano finiti a letto insieme; inoltre, scopre che Will era a conoscenza di tutto ciò. I due litigano e, dopo parole abbastanza forti, Eve dice a Will di andarsene. E lui obbedisce. Dopo due settimane non ci sono ancora notizie del ragazzo, così Eve, preoccupata, decide di fare una telefonata...

 

 

 

 

 

 

Now:

 

9. Illuminazione

 

 

 


Uno squillo. Due squilli. Ti prego. Tre squilli.

-Pronto, Eve?-

-Ross! Sì, sono io, non pensavo avresti risposto.-

Accennò una risata. –C’è un motivo in particolare per cui pensavi che non avrei risposto?-

Almeno un milione. –Forse..-

-Senti, Eve, so perché..-

-No, Ross. Lasciami parlare, altrimenti non riuscirò a spiccicare parola e avrò fatto questo sforzo inutilmente. Ho sbagliato, ok? Non volevo dire quelle cose e non credo debba spiegarti a quali cose mi riferisco. Non volevo che se ne andasse..almeno non sul serio. E mi sono pentita. Adesso ho capito e tu devi aiutarmi perché sono passate settimane e non ho la più pallida idea di dove sia!- dissi arrivando in fondo quasi senza fiato.

-Eve, anche se volessi aiutarti, e di ciò non sono sicuro, non potrei farlo al momento.-

-T-tu non vuoi aiutarmi?- balbettai sorpresa.

-Non credo che meriti il mio aiuto, Will è il mio migliore amico.-

-Ross..-

-Fammi finire, Eve. Io non so dove sia in questo momento. All’inizio stava da me, poi se ne è andato, ma non mi ha voluto dire dove. Qualche volta l’ho incontrato in giro per il quartiere, ma negli ultimi giorni non ci siamo visti. Mi dispiace.- ammise. Dal suo tono seppi che stava dicendo la verità.

-E se gli fosse successo qualcosa?- domandai con una punta di apprensione che mi fece assomigliare a mia madre.

Ross scoppiò a ridere. –Sei davvero preoccupata per lui, Evanna? Will sa badare a se stesso, non è la prima volta che scompare. Stai tranquilla, se lo dovessi vedere ti farò sapere e non lo informerò della telefonata.-

-No, aspetta...tu glielo devi dire!- dissi alzando la voce. –Non deve pensare che non l’ho cercato.-

-Non credo sia una buona idea.- obiettò lui.

-Senti Ross, non me ne frega niente di ciò che credi. Scusa la brutalità, ma ho sbagliato e sto cercando di rimediare, non ostacolarmi così.- dissi più sinceramente di quando avessi voluto.

-Eve, lui non era molto ben disposto nei tuoi confronti quando è arrivato qui, ecco.-

Quella volta fui io a ridere. –Credi che mi aspetti che non mi odi? So benissimo che in questo momento sono il primo essere umano che vorrebbe far sparire dalla faccia della terra, ma non posso arrendermi. L’ho combinata grossa stavolta.-

-Su questo siamo d’accordo.- mi prese in giro.

-Quindi posso contare su di te?-

-Un sms. Niente di più. Un sms se lo dovessi vedere.-

-Grazie Ross!-

 

Erano passati quattro giorni e ancora nessuna notizia da Ross.

Sapevo di dover essere paziente, ma non ne potevo più di tutta quella situazione, a partire da mia madre che mi teneva all’oscuro di qualsiasi informazione riguardasse Will e mia sorella che mi accusava di averlo fatto scappare. Avevano ragione, lo ammettevo, ma stavo facendo di tutto per rimediare. Anzi, non appena avessi ricevuto quel benedetto sms da Ross, sarei corsa da lui e mi sarei fatta perdonare in qualche modo.

Certo, sempre se avessi ricevuto quell’sms.

Se Ross mi aveva detto la verità e non sapeva dove fosse Will, allora era probabile che avesse qualche difficoltà a rintracciarlo. Eppure una piccola parte di me era ancora convinta che, per fedeltà al suo migliore amico, Ross non mi avrebbe mai rivelato la sua attuale dimora. Era una cosa stupida, lo sapevo, perché Ross non avrebbe avuto problemi a mandarmi a quel paese, ma non lo aveva fatto, quindi dovevo stare tranquilla ed aver fiducia in lui.

Una piccola e lontana voce nella mia testa mi diceva che se non avessi combinato quel casino, non mi sarei trovata immersa in una quotidiana piscina d’ansia e rimorso, ma una voce più possente la sovrastava e la istigava a tacere con la scusa che fosse inutile piangere sul latte versato. Insomma, la mia coscienza stava facendo di tutto per alleggerirsi di quel macigno di cui l’avevo caricata.

Quando suonò la campanella della fine delle lezioni, mi avvicinai alle mie amiche.

-Ancora niente?- domandò Jean.

Scossi la testa. –Continuo a pensare che non avrò mai sue notizie.-

-Non essere tragica.- mi brontolò Lisa. –Devi dargli tempo.-

-Ma se Ross sapesse dove si trova?-

-Allora te l’avrebbe già detto.- disse Jean.

-Oppure ti avrebbe mandata a fanculo dicendoti di non cercarlo più.- aggiunse Lisa con la sua solita schiettezza.

Le loro parole, pur non confortandomi del tutto, erano riuscite a calmarmi.

-Avete ragione, non mi devo far prendere dal panico. Prima o poi Ross mi scriverà, io andrò da Will, ovunque lui sia, mi scuserò, implorerò per il suo perdono e tutto andrà per il meglio.- dissi per autoconvincermi.

-E poi, finalmente, sarete liberi di darci dentro come ricci!- esultò Lisa.

-Lisa!- gridammo in coro io e Jean. Era senza speranze quella ragazza.

-Cosa c’è? È la verità, nessuna di noi può negare l’attrazione che c’è tra voi.-

-La mia priorità adesso è scusarmi, tutto il resto è secondario.- asserii convinta.

-Quindi reputi secondario anche il fatto che, la sera prima del vostro litigio, ti abbia fatto capire che gli piaci da impazzire?- mi stuzzicò ancora la mia amica.

-Sì, adesso conta solo il suo perdono.-

Jean sorrise guardandomi intenerita. –Tranquilla Eve, andrà tutto per il meglio, ne sono convinta.-

 

Quando arrivai a casa, trovai mia madre a sedere sul divano con un fascicolo del lavoro aperto sulle gambe. Era la prima volta dalla “fuga” di Will che ci trovavamo da sole in casa, faccia a faccia. Non che avessi paura di un confronto diretto, ma l’idea di doverle spiegare come si fossero svolti realmente i fatti mi creava un’agitazione non indifferente all’altezza dello stomaco.

-Ciao mamma!- la salutai cercando di risultare il più tranquilla possibile.

-Ciao Evanna.- mi rispose senza neppure alzare la testa. Aveva utilizzato il mio nome per esteso, non prometteva bene.

-Tutto bene a lavoro?- le chiesi.

Lei alzò lo sguardo e mi fissò per qualche secondo. –Non lo so, non direi bene.-

Stavo iniziando a preoccuparmi. -È successo qualcosa?-

-Oggi ho ricevuto una lettera in cui mi avvertivano che se Will non tornerà sotto la mia tutela entro una settimana, mi toglieranno il suo caso e verrà affidato ad una famiglia secondo le regolari pratiche.- mi spiegò con tono glaciale.

-Significa che dovrà andare a vivere con dei perfetti sconosciuti.- mormorai.

-Esattamente. E sai perché, Evanna? Perché sono diciassette giorni che se ne è andato da questa casa e non sono ancora riuscita a scoprire dove si trovi.-

Abbassai la testa. Era inutile che la mia coscienza cercasse di addolcire la pillola, ero stata una stronza egocentrica che aveva cacciato di casa un ragazzo pieno di guai solo per una stupida cotta adolescenziale finita male.

-Mi dispiace.- sussurrai sperando che mi sentisse.

-Non me ne faccio niente del tuo dispiacere, Evanna.- mi disse tagliente alzandosi in piedi e avvicinandosi. –Quello che voglio è una spiegazione.-

-Adesso sei ingiusta, mamma.- le dissi cercando di trattenere il magone che mi si era formato in gola. –Ho sbagliato, lo so, non avrei dovuto litigare così con lui, ma non puoi trattarmi così.-

Il suo sguardo parve addolcirsi un poco. –Eve, non ti sto incolpando della sua fuga, quello che voglio capire è perché abbia deciso di andarsene. Cosa è successo tra voi?-

Rimasi stupita. –Lui non ti ha detto niente?-

-No, mi ha soltanto mandato qualche sms per dirmi che stava bene e che se ne sarebbe andato da qui, ma che dovevo stare tranquilla perché aveva un posto dove stare.-

-Nient’altro?- chiesi pensando al nostro litigio.

-No, è per questo che volevo avere spiegazioni da te, mi pare più che evidente che debba trattarsi di un qualcosa che è avvenuto tra voi.- asserì convinta.

Annuii. –La mattina in cui se ne è andato abbiamo discusso in maniera piuttosto pesante. Gli ho detto cose tremende, cattiverie irripetibili, ma ero così arrabbiata con lui. E poi, alla fine, gli ho gridato di non farsi più vedere.- confessai.

-E qual è stata la causa scatenante della discussione?- domandò lei.

Distolsi lo sguardo e arrossii. –È complicato da spiegare.-

Mia madre mi fissò e poi, sorprendentemente, sorrise.

-Perché ridi?- le chiesi perplessa.

-Vedi, Eve, in queste due settimane sono stata preoccupata perché ho pensato che Will fosse ricaduto in un brutto giro e che tu sapessi qualcosa, ma non tu me lo volessi dire. Adesso, però, capisco di aver sbagliato tutto e mi è chiaro anche il perché tu non volessi parlarmene.- mi spiegò.

-E questo ti fa sorridere?- domandai continuando a non capire.

-Oh, sì!- sogghignò lei. –Ovunque sia, credo che Will stia bene, magari sarà arrabbiato e inondato di emozioni a lui sconosciute, ma non sono convinta che sia un male.-

-Stai dicendo che non ti importa più che sia scomparso?-

-Non sto dicendo questo, Eve! Ovviamente voglio ritrovarlo e convincerlo a riportarlo a casa, ma penso che sarai più che in grado di farlo tu.-

-Io?-

-Vorresti dirmi che non hai provato a cercarlo?- chiese con l’aria di chi la sapeva lunga.

Arrossii di nuovo. –Come fai a saperlo?-

Questa volta rise apertamente. –Ti sembrerà strano, ma sono stata giovane e con il cuore in fermento anche io.-

Mi si avvicinò e mi abbracciò. –Vedrai che riuscirai a sistemare tutto.- mi disse.

Ricambiai l’abbraccio sorpresa: mia madre non era arrabbiata con me perché lo avevo fatto fuggire, aveva solo creduto che le stessi nascondendo qualcosa. Per di più, con il suo solito fiuto da investigatrice, aveva anche capito che Will non mi era indifferente, ma al momento era il minore dei miei problemi.

Mi sentii un po’ meglio, anche se non del tutto, e sperai che avesse ragione lei, che sarei riuscita a sistemare quel casino e la situazione sarebbe tornata alla normalità.

 

Dopo cena mi misi sul letto a riflettere: Ross non mi aveva ancora scritto niente, ma non potevo aspettare ancora a lungo perché, sebbene fosse più tranquilla, mia madre rischiava di perdere la tutela di Will e io non volevo che lui fosse affidato a degli estranei. Il mio desiderio che tornasse a vivere con noi, in parte per il lavoro della mamma, ma non potevo negare di sentire la sua mancanza in casa.

Se Ross mi aveva detto la verità, non sapeva davvero dove fosse e, a detta di Lisa, neppure Adam aveva la più pallida idea di dove potesse essere, per cui anche l’idea di andarlo a cercare al campo da basket poteva essere scartata a priori. Certo, avrei sempre potuto vagare senza meta per il suo quartiere nella speranza di vederlo comparire, ma non sembrava un’idea molto saggia, soprattutto dopo che mi aveva raccomandato di non andare in giro da sola per quelle strade.

Ma allora come avrei fatto a trovarlo?

La mamma aveva detto che lui le aveva scritto di avere un posto dove stare e, conoscendo a grandi linee la sua situazione, non poteva essere la casa in cui era cresciuto, ma se non era neppure dai suoi amici, chi lo stava ospitando.

Rifletti, Evanna. Rifletti.

Se fossi fuggita e avessi cercato rifugio, sarei sicuramente andata da una delle mie amiche. O, perlomeno, da qualcuno di cui mi fidavo, che conoscevo da tanto tempo e che sapevo mi avrebbe accolta senza fare troppe domande. Quindi, per via deduttiva, anche Will doveva trovarsi da qualcuno che gli voleva bene e che lo avrebbe accolto senza fare troppe domande, qualcuno che non era uno dei suoi amici.

Ma, mi illuminai, i suoi amici avrebbero dovuto sapere di chi si trattava!

Presi il cellulare dalla scrivania e avviai la chiamata senza preoccuparmi dell’orario.-

-Pronto, Eve?-

-Ross, scusami per l’ora, ma ho bisogno di farti una domanda.-

-So quello che vuoi chiedermi, ma ancora non..-

Lo interruppi. –Non sai dove si trovi Will, ma non è questo che voglio sapere, o meglio, posso scoprirlo se rispondi a questa domanda.-

-Va bene, spara.- mi disse.

-Conosci qualcuno a cui Will sia particolarmente legato, una persona che conosce da tanto tempo e che lo accoglierebbe senza troppe obiezioni?-

-Ci stai parlando.- mi rispose immediatamente ridacchiando, m capii che si era un po’ offeso per non averlo preso in considerazione.

Mi detti della stupida per la mancanza di delicatezza. –Hai ragione, Ross. Volevo dire a parte te, conosci qualcuno da cui potrebbe andare a cercare rifugio?-

Tacque per qualche secondo, forse per riflettere. –Potrei sapere dove si trova, ma non sono sicurissimo: è vero, la conosce da sempre, ma per come erano andate le cose tra loro, non so..ma sì, lo avrebbe accolto senza dubbio.-

Ignorai il battito accelerato del mio cuore quando Ross mi aveva fatto capire che si trattava di una ragazza e che tra loro era successo qualcosa e, invece di perdere la testa per uno stupido accenno di gelosia ingiustificato, cercai di restare focalizzata sulla questione principale: il ritrovamento di Will.

-Come si chiama?- chiesi in tono pratico.

-Kris Martin.-

-Puoi farmi avere il suo indirizzo?-

-Penso di sì, ti mando un sms appena ho la conferma.- mi rispose.

-Ti ringrazio davvero, Ross.-

-Eve?-

-Dimmi.-

-Non ho intenzione di impedirti di andare da lei, ma sappi che potresti trovare..qualche resistenza, diciamo così.- mi disse con difficoltà.

-Ross, posso immaginare ciò che stai cercando di dirmi, ma adesso la mia priorità è trovarlo e parlargli. Tutto il resto è secondario.-

-Credo che, nonostante il vostro litigio, tu sia una persona fantastica.- mi disse e avrei giurato che stesse sorridendo.

Accennai una risata. –Ricorda di dirlo anche al tuo amico quando lo vedrai, la tua intercessione per me è una delle poche speranze di perdono.-

-Hai più speranze di quante tu creda.- mi disse prima di chiudere la comunicazione.

 

La mattina seguente, al mio risveglio, trovai il messaggio di Ross con l’indirizzo di questa misteriosa Kris. Sebbene cercassi di non pensarci, avevo capito che dovesse trattarsi di qualcuno di veramente importante per lui, qualcuno che non si era limitato ad essere una semplice amica per lui. Però non potevo lasciarmi distrarre da questo pensiero, soprattutto ad un passo dalla soluzione del casino che avevo combinato.

Scesi le scale ed andai in cucina.

-Buongiorno a tutti.- salutai la mia famiglia con un sorriso.

-Buongiorno Eve!- mi salutarono in coro.

–Vuoi qualcosa da mangiare?- chiese mio padre.

-No, grazie, non ho fame.- Ero troppo agitata per buttare giù qualcosa. –Volevo parlare con la mamma.-

-Vuole dei soldi.- si intromise la mia sorellina con il suo solito tono da donna vissuta.

La guardai male. –Mathilda Dawson, sai che chi si fa gli affaracci suoi, vive cent’anni?-

Lei non si scompose. –Oh, ma io ho intenzione di vivere più di cento anni e poi non mi faccio gli affari tuoi, è che sono intelligente e capisco le cose al volo.-

Quella bambina aveva dei seri problemi! Avevo sempre più dubbi sul nostro effettivo legame di parentela, probabilmente la sua culla era stata scambiata con quella di un’altra bambina all’ospedale. Quanto era probabile? Okay, forse così ero troppo cattiva.

Mi limitai ad incenerirla con un’ultima occhiata, poi mi rivolsi alla mamma, -Puoi venire un attimo in salotto?-

Lei annuì e ci spostammo nella stanza vicina.

-Potrei sapere dove si trova Will e sto andando da lui, quindi oggi non andrò a scuola. Non ti sto chiedendo il permesso, perché lo farò comunque, però ti prego, lasciamelo fare senza arrabbiarti!-

Sì, in poche parole la stavo informando che avrei saltato la scuola e stavo implorando affinché mi giustificasse. Mi sarei persino messa in ginocchio se fosse stato necessario.

-Va bene.-

-Mamma, ti pre…aspetta, hai detto che va bene?- chiesi stupita.

-Sei sicura di sapere dove si trova?-

-Ho avuto un’intuizione e al novanta percento sono sicura di trovarlo lì, ma…-

-Perfetto, non ho bisogno di sapere altro, mi fido di te, Eve.- e mi sorrise.

-Grazie mamma.- le dissi abbracciandola.

 

La casa di Kris si trovava a qualche strada di distanza dal campo da basket in cui ero stata con Will quella volta in cui avevo conosciuto i suoi amici. Era una casa a schiera bianca e con un piccolo giardino poco curato davanti. Parcheggiai accanto al marciapiede e scesi dall’auto. Tutta la sicurezza e la buona volontà che mi avevano accompagnata durante il viaggio stavano lentamente fuggendo lontani da me, lasciandomi in preda alla paura e all’ansia.

E se non l’avessi trovato?

O peggio, se l’avessi trovato e non avesse voluto parlarmi?

In fin dei conti, avrei dovuto prendere in considerazione anche lo scenario peggiore, il quale sembrava farsi sempre più reale via via che mi avvicinavo all’abitazione.

Salii i due gradini del portico e, senza rifletterci troppo, suonai il campanello.

Ecco, l’avevo fatto, il mio destino era segnato!

Quando la porta si aprì, la figura che mi trovai davanti mi lasciò a bocca aperta: si trattava di una ragazza alta, un bel pezzo più alta di me, dalla pelle abbronzata in maniera uniforme, lunghi capelli lisci color platino, due grandi occhi marroni e labbra carnose coperte da un lucidalabbra color carne. Per farla breve, era una delle più belle ragazze che avessi mai visto!

-Chi stai cercando?- mi chiese con aria sorpresa.

-Oh, ehm…sei tu Kris?- le chiesi sentendo le mie guance andare a fuoco.

Lei annuì. –E tu sei?- Il suo tono non era propriamente amichevole, si vedeva che era sulla difensiva.

-Mi chiamo Evanna, Evanna Dawson.- mi presentai.

Vidi i suoi occhi spalancarsi, ma solo per un attimo, perché tornò immediatamente ad accigliarsi. –Non mi dice niente il tuo nome.-

Il suo sguardo mi intimoriva, ma non mi lasciavo ingannare dal suo atteggiamento, avevo capito che aveva già sentito parlare di me.

-Secondo me sì, anche se è molto più probabile che tu mi conosca come Eve o…Enny.- dissi facendo una pausa prima di pronunciare quel soprannome.

-E anche se fosse?- chiese con aria di sfida.

-Ho bisogno di parlare con Will e sono convinta che tu lo stia ospitando.- le dissi senza tanti giri di parole.

-Cosa ti fa pensare che sia da me?-

Le sue domande stavano cominciando ad irritarmi, ma non dovevo perdere la calma. –Chiamala intuizione.-

Kris accennò una specie di sorriso che, però, somigliava ad un ghigno. –Sai, se non pensassi che sei una stronza, direi che hai una bella testa, Enny.-

Probabilmente si trattava di un mezzo complimento, ma non riuscivo a percepirlo come tale, considerato il tono con il quale mi si rivolgeva.

-Non mi importa quello che pensi tu di me!- dissi mostrando più coraggio di quello che avevo in realtà. –Voglio parlare con Will, so che è qui e non mi muoverò da questo portico finché non avremo chiarito!-

-Allora auguri, ragazzina!- mi rispose lei con una risata derisoria.

-Non ne ho bisogno.- le risposi. –Vuoi chiamarmi Will o devo farlo io con il rischio di farmi sentire da tutto il vicinato?-

Mi fissò senza parlare per qualche secondo, poi spalancò la porta e mi fece passare.

-Grazie.-

-Lo faccio solo per vederlo mentre ti manda a fanculo di persona.- mi disse con la leggerezza di chi ti sta augurando buona giornata.

Quella ragazza era completamente fuori di testa. Bella, ma pazza da legare!

Mi fece accomodare nel un piccolo salotto al di là della porta.

-Stai qui, vado a chiamarlo.- mi disse senza un briciolo di cortesia.

La sentii salire le scale ed aprire una porta. Qualche parola sussurrata, una risposta troppo lontana per essere colta e poi il rumore della porta che si chiudeva. Scese di nuovo le scale e tornò da me.

-Scende tra poco, gli ho detto che c’è qualcuno per lui. Io vado in garage, mi piacerebbe vederlo mentre ti prende a calci nel culo, ma non gli piace che mi immischi troppo nelle sue faccende. Per cui, ciao Enny, buona fortuna!- mi disse prima di voltarsi e dirigersi verso la porta.

-Ciao Kris, è stato un piacere!- risposi ironicamente.

Lei si voltò con lo stesso ghigno di prima e poi chiuse la porta.

Ma cosa cavolo ci aveva trovato Will in una così? Quella ragazza era una pazzoide maleducata e instabile, aveva bisogno di uno bravo che la aiutasse a rivedere le sue priorità!

Avevo ancora lo sguardo rivolto alla porta quando sentii dei passi sulle scale e, quando mi voltai, Will era a pochi passi da me, sull’ultimo scalino.

La sua prima reazione fu di sorpresa, come rivelavano i suoi occhi dilatati e la sua bocca spalancata; poi, però, assunse un’espressione completamente diversa, come se avesse fatto calare una maschera impenetrabile sul volto.

-Cosa ci fai qui, Evanna?-

Fino a quel momento non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancata la sua voce, ma quando pronunciò il mio nome capii che avevo seriamente sottovalutato la sua importanza nella mia vita.

Stavo cercando le parole giuste, ma mi accorsi che tutti i discorsi che mi ero preparata durante il viaggio in macchina sembravano stupidi e inutili. Quindi mi lasciai guidare dall’istinto.

-Sono qui perché sono una cretina e voglio scusarmi con te.- dissi cercando il suo sguardo.

Guardami.

-Non le voglio le tue scuse, sei stata piuttosto chiara l’ultima volta che ci siamo parlati.- rispose senza guardarmi negli occhi.

-Will, perfavore, guardami e ascolta quello che ho da dire!- lo pregai.

-Non mi interessa.-

-Ti prego!-

-No, non voglio ascoltarti, puoi anche andartene!- disse alzando il tono della voce.

-Will, guardami!- implorai.

E mi guardò. Ma lo sguardo che speravo di trovare non c’era. –Forse non sono stato abbastanza chiaro, Evanna. Non mi interessa niente né di ciò che hai da dire, né delle tue scuse, ma, soprattutto, non mi interessa che tu sia qui, non mi interessi tu!-

Boom, colpita e affondata.

No, a questo non ero preparata. E capii come si dovevano sentire i civili che si ritrovavano coinvolti in una guerra che non avevano visto arrivare.

Disarmati e senza possibilità di uscirne vivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:

 

Ciao a tutti!

Come state? Dopo tutto questo tempo quasi mi vergogno a tornare fuori così. Sono stata assente per tanto tempo, ne sono consapevole. Potrei stare qui ad elencarvi le ragioni, ma sarebbe inutile e poi non voglio trovare troppe giustificazioni: saprete benissimo come va la vita, ci sono alti e bassi, momenti migliori ed altri peggiori. Sebbene non abbia mai pensato di abbandonare la storia (e MAI lo farò), ho passato un periodo di "buio" per quanto riguarda la scrittura, un momento in cui il solo pensiero di scrivere qualcosa mi faceva stare male. E non perché avessi perso l'ispirazione per la trama o perché non mi piacesse più, ma perché mi portava alla memoria ricordi che avrei preferito restassero sepolti. Mi sembra così difficile da dire, ma sento che almeno una piccola spiegazione ve la dovevo.

Comunque sia, questa sera, mentre mi facevo la doccia, Eve e Will sono piombati all'improvviso nella mia testa e non se ne sono andati finché non ho buttato giù il nuovo capitolo. So che magari non è quello che vi aspettavate, ma era necessario che, almeno per questa volta, Will comparisse soltanto alla fine, in una piccola parte. Ovviamente nel prossimo capitolo ci sarà "il grande scontro" tra i nostri due protagonisti.

Come sempre, se avete voglia di farmi sapere cosa ne pensate, lasciate una piccola recensione. Ringrazio tutti coloro che hanno continuato a seguire la storia dopo tutto questo tempo e anche tutti coloro che l'hanno appena scoperta, spero che continuerete a seguirmi (nonostante tutte le mie "paturnie" :D).

Un bacio,

Jane

  
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