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Autore: Elsinor    19/08/2016    10 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Il compleanno più deprimente della mia vita fu quando compii undici anni e la lettera da Hogwarts non arrivò. Sorpresa!

Io a dire il vero me l'aspettavo. Avevo trascorso un'infanzia totalmente, platealmente non magica: non riuscivo a far esplodere i broccoli nel piatto quando non volevo mangiarli come mio cugino Chip, non sapevo fare le bolle di saliva colorate come mio cugino Chip e la mia scopa giocattolo volava solo se la inforcava mio cugino Chip. Papà aveva pure fatto finta di scordarsi la bacchetta sul tavolo davanti a me, io l'avevo provata e non era uscita manco mezza scintilla. La consapevolezza si era fatta strada piano piano e avevo centellinato la disperazione goccia a goccia, come se avessi un Dissennatore appollaiato sulla mia spalluccia da bambino. A undici anni, quando arrivò la conferma, ero già rassegnato.

I miei genitori no. Scrissero un mucchio di lettere di protesta ad Albus Silente, poi al Ministero della Magia. Credo siano tuttora in causa, ma dubito arriveranno mai al Wizengamot.
Niente e nessuno li ha mai convinti che io sia un Magonò. La loro teoria è che sono un mago un po' tardivo (un po' tanto) che con i giusti stimoli e un paziente insegnamento a Hogwarts avrebbe potuto sviluppare le sue dormienti capacità. A volte è più facile raccontarsi la verità che si sceglie.

Secondo la pacata lettera di risposta che mandò Silente, io posso avere una vita bella e piena sfruttando le mie vere capacità. Dev'essere per questo che sono finito a lavorare alla  Pinkerton Magiche Pulizie come un elfo domestico alcolizzato.
Potreste pensare che esageri per l'effetto comico, ma lavoro davvero insieme a un elfo domestico: si chiama Guzzle e appartiene alla famiglia Pinkerton. In teoria non viene pagato ma considerato quanto ruba, facendo la cresta sulle commissioni e sfilando roba dalle tasche e dai cassetti, racimola quasi il mio stesso salario. Lo spende tutto in Burrobirra, tra l'altro.

Come avrete intuito le Pulizie di Pinkerton non sono così Magiche quando le facciamo io e Guzzle. Le mie vere capacità non sono ancora venute fuori, e Silente non mi ha ancora scritto per elencarmele.

Ma veniamo alla mezzanotte del mio compleanno, dieci anni esatti dopo la mancata lettera da Hogwarts. La faccenda si prospettava analogamente triste: lavoravo, il collega di turno era Guzzle e ci avevano mandato a fare le pulizie al cimitero. Umidità, nebbia, croci di metallo storte, lapidi sempre storte ed erbacce che invece se la passavano proprio bene: insomma, un classico cimitero.
Dopo aver riempito qualche sacco di edera strappata, foglie e fiori marci dichiarai la pausa sigaretta. Io e l'elfo ci sedemmo sul bordo di un sarcofago sotto lo sguardo rassegnato di un angelo di pietra. Sì, avevamo la pietra sotto il culo e sì, era freddo: il fumo della mia sigaretta fatta a mano si confondeva coi vapori congelati dei nostri aliti. Guzzle scroccava qualche tiro facendo attenzione a non far cadere cenere sul suo "vestito" di cartone (era uno scatolone di Solvente Magico di Nonna Acetonella con tre buchi per testa e braccia). Ho già detto che era il mio compleanno?

«Ehi, Guzzle,» esordii con la vivacità più costruita del mondo «sai cosa fa un Mangiamorte al cimitero?»
Guzzle non rispose subito, ma del resto non era mai stato uno lesto a parole. Guardò l'orizzonte nebbioso e frastagliato e disse: «Silas pensa che quel signore lì è un Mangiamorte?» Silas è il mio nome. Quel signore lì, invece, non sapevo proprio chi fosse, e a dirla tutta non lo notai finché non seguii lo sguardo di Guzzle: qualcuno era sbucato da dietro gli alberi. La sagoma era quella di un uomo, decisamente più bassa e meno massiccia delle statue di pietra (inoltre si muoveva, il che capita di rado nelle statue di pietra, anche nel mondo magico). Troppo denso per essere un fantasma. Mantello scuro, cappuccio alzato.
«Era l'inizio di una barzelletta.» mormorai «ma lasciamo perdere.» lasciar perdere sembrava la cosa migliore. Stavamo riparati dietro le ali mezze aperte dell'angelo e l'incappucciato neanche guardava verso di noi. Camminava lento e da come teneva china la testa sembrava tutto preso da qualcosa che teneva tra le mani. Spensi la sigaretta contro la pietra del sarcofago. Guzzle sembrò preso da un identico istinto a immobilizzarsi e tacere.
Lo sapevo che non c'erano più Mangiamorte in giro da quando Voi-sapete-chi ci aveva lasciati, lo sapevo e volevo dirlo per convincere entrambi, ma rimasi zitto...abbastanza per sentire sopra agli scricchiolii delle foglie secche la voce profonda dell'uomo: «Il Signore Oscuro sorgerà di nuovo.»

Sorpresa!












Angolo dell'autrice: ma che storia è?! Magonò? Elfi domestici alcolisti? Bah, andrò a cercami una HarryxDobby per tirarmi su e NON seguirò assolutamente questa storia né lascerò una recensione. Comunque il prossimo capitolo arriva molto presto!
   
 
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