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Autore: eleCorti    20/08/2016    1 recensioni
[Fanfiction partecipante alla challenge ieri, oggi e domani... indetta da magicaemy sul forum di efp]
1) Remember: Era già sera inoltrata quando madre e figlio giunsero nella piccola cittadina di nome Storybrooke e nel solo vedere la scritta benvenuti a Storybrooke la mente della giovane Swan fu pervasa dai ricordi. Una piccola lacrima solcò il suo viso roseo: Emma si stava commovendo, come quando – qualche anno fa – aveva trovato la sua collana a forma di cigno e si era persa nei suoi ricordi.
2) Birthday
3) Prediction
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prediction






 
In fiera: quel giorno la giovane Emma Swan e la sua famiglia avevano deciso di andare alla fiera della città per divertirsi un poco. Nella piccola fiera – oltre a delle bancarelle in cui si vendeva di tutto e di più – c’erano anche dei giochi, come delle piccole montagne russe, la casa dei fantasmi e il tunnel dell’amore.
Fu così che, in mezzo a così tanti giochi per svagare la propria mente, l’allegra combriccola si divise: Henry, assieme a Killian decise di provare le montagne russe, mentre Snow e David decisero di entrare nel tunnel dell’amore.
La giovane Swan, così, si ritrovò da sola a vagare per quella lunga via ricolma di bancarelle. A lei non piacevano quel tipo di cose, motivo per cui era stata restia nel venire quel giorno. Se ora era lì, lo doveva a suo figlio che aveva insistito tanto; vedrai mamma ti divertirai! Hai bisogno di un po’ di svago, le aveva detto la sera prima e lei si era fatta convincere.
“Venite! Venite fatevi predire il futuro!” una vecchietta alla sua destra attirò la sua attenzione. Predire il futuro... che cosa sciocca! Non poté fare a meno di pensare.
“Ehi tu signorina, non vuoi sapere il tuo futuro?” Emma si guardò sia a destra sia a sinistra, notando che non ci fosse nessuno accanto a lei. Possibile che stesse parlando con lei?
“Sì, cara sto parlando con te!” rispose l’anziana donna, dopo che Emma aveva indicato se stessa con l’indice destro.
Conscia che se non si fosse fatta predire il futuro, la vecchietta non si sarebbe stata zitta, si sedette di fronte a lei, con un’aria assai annoiata: quella storia le sembrava così assurda.
“Bene, bene... cosa vedo? Un uomo! Seduto a tavola! Dei bambini... sì tanti bambini... tre per la precisione!” agitando le mani su quella sfera di cristallo, l’anziana iniziò a leggere nel futuro di Emma. La giovane Swan alzò un sopraciglio. Stava scherzando, vero?
“Una donna! Sì... proprio tu! Si è appena seduta a tavola di fronte all’uomo da una sola mano! Ridono. Sì stanno proprio ridendo, mentre lei gli racconta la sua giornata!” disse ancora, mentre agitava le mani su quella sfera.
“Nient’altro?” quella doveva essere una truffa. Non ci voleva molto a prendere una sfera di cristallo e dire le prime baggianate che ti venivano in mente.
“No, cara. Prego 10 dollari...” congiunse le mani a mo’ di preghiera, chiedendo il suo denaro.
“Dieci dollari? Ma è un furto!” si lamentò la salvatrice, mentre tirava fuori dal suo portafoglio una banconota da dieci.
“Grazie e arrivederci!” ignorando ciò che aveva appena affermato la giovane, con una finta gentilezza la salutò.
La giovane Swan si alzò, imprecando contro se stessa per essersi fermata al bancone di quella vecchietta. Grazie alla sua predizione, si era messa a pensare: ma lei era certa che un giorno lei e Killian avrebbero formato una famiglia? No, non l’era. Nonostante ormai avesse abbattuto tutte le sue barriere, non era certa del suo futuro, perché – a causa dei vari nemici che mettevano a rischio la pace a Storybrooke – nulla garantiva che avrebbero potuto costruirsi una famiglia. Lei avrebbe voluto, ma ciò significava mettere a rischio le vite di bambini innocenti.
Il futuro è sempre davanti a noi, invisibile. Getta la sua ombra ai nostri piedi, inavvertita, questa frase che sua madre le diceva spesso, le tornò in mente: se così fosse, allora significava che – a poco a poco – lei e Killian un futuro se lo stavano costruendo e, magari, quella cialtrona aveva ragione. Un giorno, quindi, lei e Killian avrebbero formato una famiglia.





 
****




 
Quella giornata era passata in fretta, ed era giunto, così, il momento di andare a dormire. Anche se non ne aveva fatto cenno al suo compagno, la giovane Swan aveva ripensato alle parole di quella vecchietta, finendo col credere a quel futuro.
Quando si addormentò, perciò, aveva in testa solo un pensiero: costruire una famiglia insieme a Killian, finì tra le braccia di Morfeo con quest’immagine di lei, Killian e i loro possibili figli.
Un suono: la giovane Emma lo percepì chiaramente, la sua sveglia stava suonando. Con un sonoro sbuffo, poiché voleva dormire ancora di più, spense il piccolo marchingegno digitale, poi facendosi forza, si rigirò dall’altro lato. Dopo vari ripensamenti, si decise ad alzarsi; doveva andare a lavoro e non poteva assolutamente fare tardi.
Entrò nel piccolo bagno incorporato alla camera e s’infilò sotto la doccia, dalla quale uscì dopo pochi minuti; s’infilò poi il solito jeans, la canottiera bianca e gli stivali neri, per poi scendere a fare colazione.
“Buongiorno Ki...” si bloccò proprio davanti all’ingresso della piccola cucina –  in cui vi erano un tavolo rotondo, ricolmo di varie leccornie, il frigo a muro, il piano cottura di fronte al tavolo, il lavandino accanto alla cucina, due credenze colore beige sopra e sotto e un piccolo televisore a muro accanto al frigorifero bianco – poiché aveva visto un’insolita scena: accanto a Killian, proprio seduti al tavolo, vi erano due bambini che non conosceva, un maschio e una femmina per la precisione.
“Mamma, va tutto bene?” un Henry ormai adolescente – poteva avere sedici o diciotto anni – la ridestò dai suoi pensieri. Che cosa diavolo era successo?
“Sì...” sbatté più volte le palpebre, sperando che si era immaginata tutto. No, era tutto vero, poiché i due bambini erano ancora lì, che trangugiavano i loro pancake.
“Killian, puoi venire di là un momento?” ci doveva essere una spiegazione plausibile a tutto quello e Hook gliel’avrebbe fornita. Killian, con un’aria assai stranita, si alzò da tavola, seguendo la giovane salvatrice.
“Chi sono quei due bambini? La figlia di Zelena e il figlio di Belle?” sì, dovevano essere proprio loro, non c’era altra spiegazione.
“Aahah, no ma che dici? Hai sbattuto la testa, love? Sono i nostri pargoli!” adorava quando sua moglie lo prendeva in giro in quel modo.
Per poco, la giovane Swan non svenne; i suoi figli? Si era forse persa qualcosa, vero? Che cosa le aveva fatto quella mentecatta di una vecchiaccia? Quando sarebbe tornata in sé, gliene avrebbe dette quattro!
“Andiamo love, sennò ti si raffredda tutto!” Killian le afferrò il braccio, riconducendola nella piccola sala, dove c’erano ancora quei bambini. La fece sedere proprio a capotavola, di fronte a lui, mentre accanto a sé aveva il suo cosiddetto figlio.
Si sentiva un pesce fuor d’acqua, poiché tutti sorridevano e parlavano in una maniera così sciolta da sembrare una vera famiglia; in fondo, però, si sentiva a casa, in quanto lei da sempre aveva desiderato vivere in un ambiente famigliare così caloroso.
“Emma. Emma. Emma!” una mano: Killian le stava scuotendo la mano. Voleva rispondere, ma non ci riuscì; Killian, Henry e i due bambini divennero sempre più sfumati e la voce di Killian si assottigliava sempre più, fino a scomparire.
“Emma!” ecco, la sentì di nuovo. Aprì gli occhi, trovando il suo uomo di fronte a lei in camera loro. Si alzò di scatto, mettendosi seduta sul letto, guardandosi a destra e a manca. Possibile che fosse stato solo un sogno?
“Dove sono?” alla fine ebbe il coraggio di chiederglielo.
“Chi?” proprio non capiva. Le sembrava strana e assai.
“I bambini...” disse con un tono assai titubante.
“Quali bambini?” domandò, mostrando un sorriso. Lo stava prendendo in giro, doveva capirlo fin da subito.
“Niente, lascia stare!” un sogno: ecco ciò che era stato. Lei, però, era felice di essere tornata nella realtà dal suo Killian, che abbracciò calorosamente.
Mentre stringeva il suo uomo, che non ci stava capendo più niente, ripensò a un’altra frase che sua madre le diceva sempre: un futuro che non racchiude nulla di desiderabile è impossibile, ciò che aveva visto, lei lo desiderava ardentemente, per cui quel futuro non sarebbe mai stato impossibile. Lei avrebbe rivisto quei bambini, lo sapeva.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: e siamo arrivati alla fine di questa piccola raccolta. Ringrazio: magicaemy per aver indetto questa bellissima challenge, di cui io mi sono divertita a scrivere. Poi Lady Lara e Lely_1324 per aver recensito la storia. Di nuovo ringrazio magicaemy per aver messo questa piccola raccolta tra le preferite. Chicca_21, erylovevolleyandmusic, kerry, mesrandjlaw e stella36 per aver messo la storia tra le seguite.
A presto.
 
 
   
 
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