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Autore: holocene    20/08/2016    2 recensioni
Ma quando la porta si apre – graziosamente – qualcosa assolutamente non quadra. Il mio cuore, che prima batteva velocemente, ora si è completamente fermato, per poi riprendere a battere ancora più forte. In più il mio palato si è del tutto asciugato, causa dovuta al fatto che la mascella sta toccando terra.
Perché al posto della figura tozza e accigliata della Hemmings, un bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli biondi mi fissa sulla soglia della porta. Regge in mano la maniglia e mi guarda aspettando che dica qualcosa. Rimango a boccheggiare ancora un po’ incapace di ragionare.

***
Babe Kelly è la ragazza più razionale, ambiziosa e incline agli affetti morali che il Norwest Christian College abbia mai ospitato. Ma quando fa la conoscenza di Luke, frontman della band più popolare del momento e detentore del record ‘Ragazzo Bellissimo’ indetto dalla mente di Babe stessa, i suoi piani sembrano prendere una piega piuttosto piacevole. Peccato che lui sia il figlio della sua professoressa di matematica.
***
Una storia basata sull'arte di guardare film horror in completa solitudine, vecchie canzoni britpop, imbarazzo totale, aspiranti Primi Ministri, pazze migliori amiche e, molto più importante, sulla bellezza di Luke Hemmings.
[Luke/Babe]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PICCOLO E BREVE RIASSUNTO
babe è andata con noah al ballo in quanto luke
era impegnato con un concerto; luke è ritornato a sorpresa e si è arrabbiato con babe
in quanto ha portato un altro al ballo; i due hanno infine chiarito, ufficializzato la loro relazione
e confessato amore reciproco; luke ha chiesto a babe di seguirlo con lui a auckland per
il concerto; babe ha supplicato leigh di venire con lei di nascosto;
leigh ha detto sì lmfao





XXI.

The Auckland Plan pt. 1 –
discovering the art of changing
(and being really sentimental about it)




 
 
 
  Rincorro Leigh giù per il lungo spiazzo del parcheggio. L’Aeroporto Internazionale di Auckland, a differenza del mastodontico Kingsford di Sydney, è piccolo e caotico. Le insegne, confuse e pressoché inesistenti, segnalavano un’area di sosta proprio fuori l’uscita principale. L’informazione, come volevasi dimostrare, era errata.
  “Leigh, puoi per favore fermarti? La tua valigia fa un rumore insopportabile” la imploro.
  Prima di partire le avevo consigliato – o meglio, ordinato – di munirsi di uno zaino da viaggio. La valigia sarebbe stata inutile per un soggiorno di soli due giorni, senza contare che Leigh non ha una percezione umana del carico del bagaglio. Alla fine la situazione si era sbiadita ai limiti dell’immaginabile: mentre Leigh avrebbe dovuto annunciare ai suoi che avrebbe soggiornato da me per un paio di giorni, io mentii a mamma dicendo che andavo a dormire da lei. Uscita di casa, avevo raccattato lo zaino che avevo nascosto tra i cespugli e concentrata ammiravo come gli ingranaggi del mio piano perfetto stavano funzionando a meraviglia. Presa dalla mia enfasi di gioia, per poco non mi accorgevo che Leigh se ne stava seduta sul marciapiede davanti alla mia porta di casa. Per nostra fortuna nessuno si era accorto della sua presenza, e mentre la insultavo pesantemente ci eravamo incamminate verso la stazione. Per tutta risposta Leigh mi aveva rifilato un irritato “Senti, sai che non sono brava a capire questi piani”. Come se questo non fosse sufficiente, mentre eravamo sul treno ci eravamo rese conto che il volo per Auckland sarebbe partito in meno di trenta minuti, il tempo esatto che ci serviva per arrivare in aeroporto. A questo punto della fantastica storia della mia vita, avevamo corso come non avevamo mai fatto prima, e per un pelo il tizio al check-in non chiamava la sicurezza. Finalmente abbattute sul sedile dell’aereo, Luke mi aveva avvisato che, una volta arrivate, un’autista di nome Steve ci aspettava nel parcheggio per portarci in hotel. Lì per lì il programma sembrava impeccabile, ma come sempre le situazioni ben organizzate non fanno per me.
  “Ci abbiamo messo venti minuti a trovare questo dannatissimo parcheggio” mi sgrida Leigh. “E tu mi dici di fermarmi?”
  Alzo gli occhi al cielo, e solo in quel momento mi accorgo del gigantesco bolide nero che ho appena superato in preda agli spasmi. L’autista, un probabile baby boomer dai capelli brizzolati, mi saluta con la mano. “Sei Babe?”
  “Steve?” chiedo titubante. Lo vedo annuire. “Finalmente, stavamo percorrendo l’intero perimetro dell’aeroporto!”
  “Forse tu no, ma la tua amica sì” mi dice, indicando il punto dove si trova Leigh. Non mi ero accorta che camminasse così velocemente, e in attimo la vediamo svoltare l’angolo senza neanche assicurarsi che io le stia ancora appresso.
  “Questo per farle capire quanto lei mi voglia bene e si interessi di me” spiego sarcastica all’autista, che accenna un lieve sorriso.
 
  Dopo aver recuperato Leigh ed essere montate nella fastosa auto da very important people, ci dirigiamo verso l’hotel. Dal finestrino scruto la downtown della più popolosa città neozelandese, domandandomi perché mai non mi sia saltato in testa di visitare quest’isola prima d’ora. Giusto dopo aver sorpassato la Sky Tower, Steve accosta davanti ad un magnifico edificio dai tratti moderni e lussuosi. “Siamo arrivati” annuncia mentre si slaccia la cintura.
  “Oh mio Dio” esclama Leigh quando scende dall’auto. “Questo è il mio momento, Babe. Scattami una foto davanti all’entrata, devo sembrare ricca.”
  “Non ora, Leigh, ora ho un tremendo bisogno di fare pipì.”
  “Dio, come sei mainstream” commenta acida. Mentre Steve ci aiuta a scaricare l’inutilissima valigiona di Leigh, il portiere ci accoglie con assoluto garbo, invitandoci ad entrare per raggiungere le nostre stanze.
  La stanza in questione è una gigantesca suite con vista sul quartiere affaristico della downtown. Io e Leigh abbiamo due stanze separate, tuttavia la sento squittire dall’altra parte del corridoio. Dopo aver fatto un breve tour della meravigliosa camera, mi lancio sul letto, un matrimoniale dal materasso più soffice su cui mi sia mai sdraiata. Mentre fisso il soffitto mi domando quanto possa costare soggiornare in un hotel simile, e di conseguenza inizio a sentirmi in colpa per tutti i soldi che Luke ha dovuto sborsare. Il pensiero tuttavia mi fa anche sorridere, perché significa che si è preoccupato abbastanza da far in modo che fossimo a nostro agio. Proprio come se pensarlo potesse farmelo comparire davanti, noto improvvisamente un piccolo bigliettino che giace in fondo al letto. Lo afferro curiosa, e subito riconosco la scrittura di Luke:
  BABE! SEI ARRIVATA! BENVENUTA A AUCKLAND :) OGGI ABBIAMO LE PROVE TUTTO IL GIORNO, MA STASERA CI VEDIAMO AL CONCERTO
  NON VEDO L’ORA DI VEDERTI NON RIESCO A SMETTERE DI PENSARTI
  un milione di baci
  luke :)

  Stringo il bigliettino stropicciato al cuore. Perché è così dannatamente.. Luke?
 
  L’ultima volta che partecipai al concerto dei 5SOS, io e Luke finimmo per baciarci per la seconda volta nel camerino. Ora invece la situazione è ben più stabile: sono la sua ragazza, il che mi dà lo speciale diritto di camminare per l’arena con un fare più sicuro e professionale: appena arrivate ho mostrato al tizio della sicurezza il mio pass, e poi gli ho addirittura detto, “Lei è con me”, indicando Leigh. Inutile dire che è stata proprio una pessima idea: anche Leigh aveva il pass appeso al collo.
  Dopo la scabrosa figuraccia ci siamo inoltrate nel vero e proprio backstage, un’infinità di corridoi dall’aria angusta e poco ospitale, dove tra l’altro i cellulari non prendono. Per circa dieci minuti abbiamo vagato alla ricerca di qualche persona vagamente simpatica alla quale chiedere informazioni, poi ci siamo arrese e ci siamo appollaiate in mezzo a uno dei corridoi.
  “Almeno morirò vestita bene” dice Leigh, appoggiando la schiena contro il muro piastrellato.
  Annuisco comprensiva. “Anche io.”
  “Lo dici solo perché ti ho vestita io.”
  Rido, tirandole un pugnetto sul braccio. “Sono contenta che sei venuta” le dico. “Non ti ringrazio mai per tutto quello che fai per me.”
  Leigh aggrotta le sopracciglia. “Come stai diventando sentimentale” commenta.
  “Dico sul serio. Sono davvero fortunata ad averti come amica, ma spesso mi comporto da vera ingrata. Non faccio la sentimentale, dico solo la verità.”
  Lei mi sorride sincera. “Grazie. Anche tu fai tanto per me. Nel senso, non so se te ne sei accorta, ma il mio livello di acidità si è abbassato drasticamente negli ultimi mesi. Almeno da quando Luke è entrato nella tua vita.”
  “Hai ragione” osservo. “Ma forse stiamo solo crescendo. Sai, il fatto che stiamo per diplomarci è davvero.. wow.”
  Leigh fa una faccia schifata e gesticola con le mani. “Zitta, non farmi pensare al diploma. Godiamoci il momento.”
  “Quale momento? Noi sedute in mezzo a al corridoio deserto di un’ignota arena? In una città altrettanto sconosciuta e a circa quattro ore di distanza da casa?”
  Annuisce vividamente. “Certo! Ti sembrerà una cavolata, ma in futuro sorriderai ricordandoti di questo momento.”
  “Forse hai ragione” rido.
  Nel frattempo sentiamo il pubblico esplodere in boati di urla, il che significa che non siamo poi molto lontane dal palco. Infatti, proprio in quel momento, sentiamo delle voci provenire dal lato destro del corridoio. Dall’angolo sbucano un paio di uomini della sicurezza, tra cui lo stesso Dave, e infine i 5SOS in persona. Ci alziamo di scatto, e quando Luke ci vede spalanca gli occhi.
  “Ma dove eravate finite?” ci urla. “Vi abbiamo cercato per tutti i corridoi!”
  Io e Leigh ci guardiamo divertite. “Scusateci, questo posto è un labirinto” cerco di spiegare.
  Non faccio in tempo ad aggiungere altro: Luke si avvicina e mi abbraccia talmente forte da farmi staccare i piedi da terra. Ashton e Calum lo prendono in giro, ululando degli ‘oowh’ molto che ci fanno imbarazzare e ridere allo stesso tempo. Mentre gli altri tre proseguono per raggiungere il palco, io e Luke rimaniamo un pochino più indietro, scambiandoci quelle effusioni che fino a qualche mese fa, se mi capitavano di osservare in una coppia, mi avrebbero irritato.
  “Luke, ti muovi?” gli urla Michael dal fondo del corridoio. “Non possiamo salire senza di te!”
  “Arrivo” intima in risposta. Si volta verso di me, sorridendomi. “Se vi va di guardare lo show potete seguire Dave, vi dirà dove andare” spiega a me e Leigh.
  “Buona fortuna” gli dico. “E divertiti.”
  Si abbassa di parecchi centimetri e mi stampa un bacio sulle labbra. “Grazie, babe. Anche tu.”
  Mentre lo guardo raggiungere gli altri e scomparire dietro una grande porta scura, Leigh mi affianca e mi fa, “Secondo me quel ‘babe’ l’ha usato come nomignolo.”

 
 
  

HERE I AAAAM

E' passato circa UN ANNO da quando ho pubblicato l'ultima volta,
vi rendete conto? Io stento a crederci lmfao
Vi devo delle scuse profondissime, ma il punto è che sono cambiate un paio di cose
dall'ultima volta che ci siamo sentite e non ho avuto modo di trovare la motivazione
e l'ispirazione necessarie per proseguire questa storia. Stavo quindi per mollarla
definitivamente, ma poi una sera di luglio mi sono rimessa a rileggere gli ultimi capitoli
(i primi no, sono troppo osceni lmfaoo) e mi sono detta, ma perché devo fare sempre
la testa di minchia?
lol e quindi ho ripreso a scrivere tipo tre giorni fa.
Ovviamente non mi aspetto che nessuna di voi riprenda la lettura, anzi, mi sorprenderei
se lo facesse. Ci tenevo comunque a continuarla perché scriverla mi fa sentire bene e Babe
è un personaggio che mi sta molto a cuore. Inoltre devo dire che non manca molto
alla conclusione, quindi sarebbe stato davvero idiota (molto da me, quindi) abbandonarla.


Come vi dicevo, ci sono un po' di cose diverse nella mia vita (tipo due lol)
- ho compiuto diciotto anni tipo a gennaio
- ho fatto la frangia ai capelli
- l'entrata plateale di arzaylea ha completamente distrutto l'OTP di Buke (almeno nella mia testa) per almeno nove mesi
- ho sviluppato una fissa immane per calum (forse ve l'avevo già scritto)
- SONO ANDATA A VERONA PER IL COCERTO DEI 5SOS LMFAOOO sì li seguo ovunque
- ora che il LMFAO e il LOL sono entrati nella mia vita non li mollerò mai più
- hO VISTO BEYONCE' LIVE E VEDERLA ENTRARE SUL PALCO
MI HA TIPO CURATO LA MIOPIA ORA VEDO BENISSIMO
e basta questo è quello che mi è successo in un anno lol 
ah e poi sono andata scuola

beh cos'altro posso dirvi?
nulla a parte un grazie tremendo per l'amore e la pazienza (!!!)
che avete regalato a questa piccola storiella un po' buffa
(tra l'altro è ancora tra le più popolari del sito I MEAN)
e vi mando un grandissimo bacione
(also sentitevi libere di recensire e commentare come più vi pare
questo capitolo un po' strano lol sempre se vi va)
fede


 
  
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