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Autore: tessieofficial    21/08/2016    0 recensioni
Tyler aumentò la velocità, sfruttando l'aria creata dal movimento per rinfrescarsi di poco. Si stava dirigendo verso la casa di Josh, il suo migliore amico, per passare del tempo insieme nel parco dietro casa. Le strade erano deserte e questo significava totale tranquillità, niente schiamazzi, niente urla di ragazzine e nessun rumore di palle rimbalzanti.
[...]
"Tyler. 10/11/2009. Avevi freddo così ti ho coperto con la tua coperta dei Pokémon. Vorrei tanto abbracciarti e sentire com'è addormentarsi accanto a te. Vorrei sapere cosa si prova a baciarti..."
Tyler strinse la foto fra il pollice e l'indice e sentì una stretta allo stomaco. Perché aveva scritto quelle cose? Che significava? Josh era... Era... Non riusciva neanche a pensarlo. Prese un respiro profondo, tremando mentre espirava.
Angst, fluff e altro. È una sorta di AU? I twenty one pilots non esistono e Josh ha i capelli castani. Viva l'angst, enjoy. | 3374 words.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Columbus, Ohio. 26 Luglio 2010.

Si poteva dire che Columbus fosse una grande città. Nel centro non mancavano i grattacieli caratteristici delle città americane, ma allo stesso tempo, il paesaggio presentava zone verdi e il fiume Scioto attraversava la città regalandole un look ancora più particolare.

In periferia, le case erano quasi tutte ville con tanto di giardino sul davanti, i vicini si conoscevano fra di loro e ogni tanto si organizzavano barbecue a cui partecipava tutto il vicinato.

Nelle sere d'estate, i ragazzi andavano in giro per le strade in skateboard o a piedi, giocavano a basket o semplicemente se ne stavano a parlare nei vari parchi sparsi per la città.

Quella sera però, erano tutti chiusi in casa, climatizzatore acceso e porte e finestre sbarrate. L'aria calda umida del posto faceva questo effetto e i residenti ritenevano che quella fosse la soluzione migliore.

Tyler era solo, aveva i piedi appoggiati sul suo skateboard rosso ormai quasi distrutto e sfrecciava lungo la strada infinita di cui faceva parte casa sua, sulle spalle, teneva la custodia del suo ukulele, al suo interno c'era anche il suo diario dove scriveva canzoni. Il sole era tramontato da poco e un azzurro chiaro colorava l'orizzonte. I lampioni ai lati della strada illuminavano la sera di un bianco quasi inquietante. Non c'era silenzio assoluto, l'unico rumore era quello del motore esterno dei climatizzatori.

Tyler aumentò la velocità, sfruttando l'aria creata dal movimento per rinfrescarsi di poco. Si stava dirigendo verso la casa di Josh, il suo migliore amico, per passare del tempo insieme nel parco dietro casa. Le strade erano deserte e questo significava totale tranquillità, niente schiamazzi, niente urla di ragazzine e nessun rumore di palle rimbalzanti.

Aveva conosciuto Josh perché avevano amici in comune; un pomeriggio, si erano radunati tutti nella cantina dove Tyler passava maggior parte del suo tempo. Il padre gliel'aveva messa a posto quando aveva sedici anni. Il pavimento era rivestito di parquet scuro, le pareti erano bianche ma erano quasi tutte ricoperte di poster. C'era molto spazio, contro il muro c'era il suo piano/scrivania dove componeva la maggior parte delle canzoni e accanto c'era il suo letto, sopra il quale di solito c'era il suo diario e il suo ukulele. Non usava spesso la chitarra, ma la teneva comunque appesa al muro, gliel'aveva regalata sua madre per il suo quattordicesimo compleanno. Ormai quella era diventata la sua camera, la sua casa.

Quella sera Tyler fece sentire a Josh qualche demo e al ragazzo piacquero subito. Josh gli spiegò che suonava la batteria ma che non aveva mai lavorato come batterista. Da quel momento, iniziarono a frequentarsi, giocavano a Super Smash Bros, parlavano di musica, dei loro sogni, mangiavano takeaway di Taco Bell; in due anni Josh era diventato il suo migliore amico.

Una volta raggiunta casa di Josh, suonò il campanello e si portò la mano destra alle labbra per mordicchiare le unghie. Fissò la porta per un po' finché non si aprì per rivelare il suo migliore amico con in mano il suo skateboard nero. Tyler gli sorrise.

"Ehi." Lo salutò Josh, sorridendo.

"Ciao." Ricambiò il saluto, e poi iniziò a percorrere il vialetto all'indietro, sorridendo. "Ho un'idea per una canzone." Lo informò, continuando ad indietreggiare.

"Sì?" Chiese Josh seguendolo e aumentò il passo per raggiungerlo. L'altro annuì e inciampò, sarebbe caduto se Josh non avesse lasciato cadere il suo skateboard e l'avesse preso velocemente per le braccia.

"Wow, che riflessi!" Disse Tyler ridendo. Josh gli diete una pacca sul braccio. "Rischi sempre la vita, tu. Dovresti smetterla di fare cose pericolose." Disse Josh seriamente.

Tyler riprese a camminare normalmente, standogli di fianco. "Josh, stavo camminando all'indietro, mica facendo il triplo salto mortale sull'orlo di un vulcano pieno di lava. Guarda, sono vivo. Senti?" Gli prese la mano e se l'appoggiò sul cuore, che batteva normalmente.

Josh lo guardò male, ma mentre il cuore di Tyler batteva come tutti i cuori normali, il suo stava impazzendo per il modo in cui Tyler gli teneva stretta la mano. Per un momento si sentì come una ragazzina.

 

Josh spostò la mano e rise per poi andare in strada e iniziare a sfrecciare sul suo skateboard. Sentì uno sbuffo divertito dietro di sé e successivamente un suono di rotelle che si muovevano sull'asfalto. Girarono all'angolo e attraversarono la strada. Si fermarono e presero gli skate.


"Vuoi parlarmi di questa canzone oppure vuoi tenerla per te come le altre?" Gli chiese Josh cautamente, guardandosi le mani e giocherellando con un filo d'erba.

Erano entrambi sul prato. Josh era seduto a gambe incrociate mentre Tyler era sdraiato ma aveva le ginocchia piegate e i piedi appoggiati sull'erba.

Tyler sospirò. "Lo sai che alcune sono molto personali, dovrei spiegartele e non mi va." Disse e si alzò mettendosi nella stessa posizione di Josh, davanti a lui.

"Lo so, e lo rispetto. Chiedevo soltanto." Josh alzò le spalle.

"Ti ricordi quando mi dicesti che volevi rasarti i capelli ai lati e magari tingerli di un altro colore?" gli chiese Tyler prendendo la borsa con l'ukulele e tirando fuori il suo diario.

"Sì, mi ricordo... Non sono ancora sicuro però." Gli spiegò l'altro guardandolo mentre toccava con possessione il suo diario. Quanto voleva sfogliare quelle pagine, poter conoscerlo sotto un altro punto di vista.

"Beh a me non importa." Disse Tyler alzando gli occhi e guardandolo.

Josh lo guardò confuso. "Cosa?" Chiese. Tyler sorrise e aprì il diario, prendendo l'ultima pagina, glielo porse e Josh lo prese un po' incerto, alzò lo sguardo e Tyler annuì, come per incoraggiarlo.

La scrittura di Tyler era sempre stata incasinata ed era difficile riuscire a leggerla, ma dopo anni Josh aveva imparato a decriptarla. 

"We don't believe what's on TV
Because it's what we want to see
And what we want we know we can't believe
We have all learned to kill our dreams"

Josh sentiva lo sguardo di Tyler fisso su di lui e lo sentì prendere un respiro profondo. Era a disagio perché aveva appena messo tutta la sua vita nelle mani del suo migliore amico e Josh non poté fare altro che sentirsi sotto pressione. Continuò a leggere.

"I need to know
That when I fail you'll still be here
'Cause if you stick around, I'll sing you pretty sounds
And we'll make money selling your hair"

Josh fece una risata nasale e alzò il viso per guardare Tyler. Tyler sorrise e si passò una mano fra i capelli.

"I don't care what's in your hair
I just wanna know what's on your mind
I used to say I wanna die before I'm old
But because of you I might think twice"

Josh lesse più volte quelle parole e sentì una stretta allo stomaco.

Non gli importava dei suoi capelli? Questa canzone era chiaramente scritta per lui; non sapeva se ridere, piangere, abbracciare Tyler o dirgli che per lui ci sarà per sempre, anche quando fallirà.

Era tutto quello che c'era scritto sulla pagina quindi decise di chiudere il diario per alleviare quella tensione che c'era. Glielo porse e Tyler lo guardò, per poi prenderlo.

"Non ti piace." Disse Tyler. "Pensi che io sia strano, vero?" Continuò.

Josh scosse la testa energicamente. "No! Mi piace tantissimo... Lo sai che io-io ci sarò sempre per te." Disse sentendo le proprie guance riscaldarsi leggermente.

Tyler sorrise. "Davvero?" Chiese stringendo il diario nelle mani.

"Sì, davvero. E che musica hai intenzione di usare?" Chiese strappando fili d'erba e spezzandoli fino a ridurli a tanti pezzettini.

Tyler non rispose e prese l'ukulele dalla custodia. Lo posizionò e iniziò a strimpellare, cercando di ricordare le note. Una volta preso il ritmo, iniziò a cantare le parole della canzone che gli aveva scritto.

Josh lo osservò attentamente, aveva i capelli soffici, almeno così sembrava; sarebbe stato strano se avesse allungato la mano e glieli avesse toccati, no? Aveva gli occhi chiusi e le ciglia lunghe creavano ombre sulle sue guance. La pelle scura faceva contrasto con la canotta bianca che indossava, le gambe magre erano incrociate e lui era curvato, teneva l'ukulele delicatamente fra le braccia. La sua voce era soffice e roca allo stesso tempo.

Josh sorrise e sentì il cuore battere forte al pensiero che quelle parole fossero per lui. Quando Tyler finì la mezza-canzone, si affrettò a dire "Ovviamente è solo una bozza e voglio comunque cambiare qualche nota, nel ritornello non mi sembra ci vada molto bene il RE, penso che dovre-" Si fermò quando vide Josh piegarsi e ridere, Tyler lo guardò confuso e sorridente. "Cosa?" Chiese.

"Non ti ho mai visto così agitato, tranquillo! Mi piace questa canzone ed è una delle poche mi hai fatto ascoltare, ma è la mia preferita." Disse. Prese la sua borsa e tirò fuori la polaroid. "Ora facciamoci una foto per immortalare questo momento. Così quando canterai questa canzone al Madison Square Garden, io avrò la foto della sera in cui l'hai scritta e saprò che è per me." Disse e si sedette accanto a lui. 
Posò per un attimo la polaroid e iniziò a fargli il solletico ai fianchi, Tyler iniziò a ridere cercando di scansare la mani di Josh. Josh rise vedendo Tyler piegarsi e si fermò di botto, prendendo la polaroid e posizionandosela di fronte. Tyler si alzò e portò lo sguardo all'insù per vedere cosa stesse facendo Josh, ancora sorridente vide la polaroid e Josh, appoggiando la testa sulla spalla, scattò la foto e aspettò che uscisse.

"Volevo fosse spontanea." Spiegò Josh e la scosse per un po', aspettando che l'immagine si sviluppasse. La tenne fra le dita e sospirò.

Tyler la vide e sorrise ancora. "Mi fanno male le guance." Spiegò, toccandosele.

"Come mai?" Chiese Josh, posando la foto a terra.

"Ho riso troppo." Gli disse.

"Allora non è un dolore spiacevole." Josh disse, prendendo un pennarello. "Firmami la foto, Tyler Joseph."

"Dove sono finite le buone maniere, Dun?" Lo guardò con un finto sguardo indignato, ma poi prese il pennarello e firmò la foto. "Ecco a te, sei il mio primo fan." Disse porgendogli il pennarello.

Tyler prese il diario e strappò la pagina dove aveva scritto la canzone e gli porse il pezzo di carta.

"Tienila tu. È per te, in fondo."

Josh prese il pezzo di carta e lo guardò. "Grazie..." Disse.

Tyler annuì e posò il diario.

"Vado un attimo al bagno, okay?" Disse alzandosi e pulendosi i pantaloni. L'altro annuì ancora e si sdraiò, guardando il cielo. Josh intanto stava già camminando verso i bagni pubblici che erano ancora aperti, per qualche strano motivo.

Tyler intanto si alzò e prese la borsa di Josh per vedere se avesse dell'acqua, sentiva la bocca secca anche se aveva cantato pochissimo. Rovistò fra le sue cose e mentre lo faceva vide qualcosa uscire dal diario di Josh. Troppo curioso, tirò fuori le due polaroid e vide che erano due foto. Erano due foto di sé. Tyler rimase sorpreso per un secondo, in una stava dormendo nel letto nella cantina, e in un'altra stava ridendo mentre guardava al PC. Su entrambe le foto c'erano piccole macchie che avevano sbiadito i colori. Tyler non capiva perché Josh avesse quelle sue foto o almeno perché non le aveva mai viste prima. Le girò cautamente e controllò che Josh non stesse tornando. Su entrambe le foto c'era scritto qualcosa con una penna stilografica, anche le parole erano sbiadite. Lesse quello che c'era scritto sulla prima foto.

"Tyler. 10/11/2009. Avevi freddo così ti ho coperto con la tua coperta dei Pokémon. Vorrei tanto abbracciarti e sentire com'è addormentarsi accanto a te. Vorrei sapere cosa si prova a baciarti..."

Tyler strinse la foto fra il pollice e l'indice e sentì una stretta allo stomaco. Perché aveva scritto quelle cose? Che significava? Josh era... Era... Non riusciva neanche a pensarlo. Prese un respiro profondo, tremando mentre espirava. Procedette a leggere la nota sull'altra foto.

"Tyler. 28/11/2009. Quel sorriso è l'unica cosa che mi fa stare bene. Ma mi fa stare ancora meglio quando io ne sono la ragione. Spero non dovrò mai smettere di provare a farti sorridere, Ty."

La vista di Tyler venne offuscata dalle lacrime, una cadde sulla foto, che fece sbiadire i colori e andò a formare una macchia, come quelle che già c'erano. Josh aveva pianto guardando le sue foto? Forse pensava che non lo ricambiasse... Beh, pensava bene perché era proprio così.

Tyler gettò le foto a terra e si asciugò le lacrime. Che cazzo?! Josh era gay? Era pure innamorato del suo migliore amico, Tyler non avrebbe mai saputo niente se non avesse ficcanasato. Per quanto tempo avrebbe ancora mantenuto questo segreto?

Un suono di passi si fece sempre più vicino e Tyler si girò, vedendo Josh con un'espressione confusa sul viso. Tyler alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi, l'altro subito aprì la bocca per dire qualcosa.

Tyler prese le foto e gliele mostrò.

"Ty-"

"Perché?" Lo interruppe Tyler, sentendo le lacrime rigare le proprie guance. "Che cazzo significa?" Gli chiese buttando di nuovo le foto a terra.

Josh si sedette di fronte a lui e lo guardò. "Nulla, Tyler... Non è- non significa nulla." Sospirò Josh, stringendo i pugni per non mostrare il tremore.

Tyler rise amaramente. "Sei serio? Guarda che io non sono stupido."

Josh rimase per un attimo in silenzio. "Tyler... Io non potevo dirtelo." Disse, la sua voce non si sarebbe udita se non ci fosse stato tutto quel silenzio.

"Perché?" Gli chiese Tyler, una nota di disperazione nella sua voce. Sembrava tutto un incubo.

"Perché... Per questo. Lo so che tu non... Non mi vuoi come ti voglio io e non esserne sicuro era meglio che sentirtelo dire." Gli spiegò, tenendo gli occhi bassi, sentendo le lacrime bagnare le proprie labbra, ci passò sopra la lingua, assaporando il gusto salato.

"Sei gay?" Gli chiese sottovoce.

Josh alzò lo sguardo e rise. Il contrasto fra il suo sorriso finto e gli occhi lucidi provocò a Tyler una stretta allo stomaco. "Sei serio? Ti ho appena detto che- che provo qualcosa per te e tu mi chiedi se mi piace il cazzo?" Disse duramente, non l'aveva mai sentito parlare così.

Tyler alzò le spalle. "Che devo dire?" Si asciugò le lacrime.

Josh gli rivolse uno sguardo ferito. Dov'era finito il suo migliore amico? La persona che lo conosceva meglio di tutte? Non vedeva altro che una persona insensibile davanti ai suoi occhi. La stretta al cuore di Josh si fece sempre più opprimente. Ecco, il momento che aveva temuto di più. Il suo cuore si stava frantumando lentamente. Era la fine di tutto. Josh si chiedeva già quanto tempo ci sarebbe voluto per voltare pagina, per dimenticare tutto questo, il suo amore, probabilmente la sua amicizia, lui.

"Io... Da quando ti ho visto... Io-" Disse, poi scoppiò a piangere e crollò definitivamente, le mani fra i capelli, sul viso, il cuore intrappolato nel suo petto, batteva sempre più forte. Era come se Tyler lo tenesse in mano e lentamente aumentava la stretta. La sua mente era offuscata, non riusciva a pensare coerentemente.

"Ma smettila. Sono tutte cazzate! Smettila di piangere." Disse Tyler, come se avesse spento le emozioni, Incurante del suo migliore amico che stava crollando proprio davanti a lui.

Josh sentì quelle parole e lo fulminò con lo sguardo. "Che cazzo ne sai tu?! Sei mai stato innamorato? Sei mai stato costretto a nasconderlo e vedere quella persona ogni giorno e sapere che ti vede soltanto come un amico? No! Quindi chiudi il becco e non provare a dire ancora che sono cazzate. Io. Sto. Soffrendo. Per te, Tyler. Perché so che non- non potrò mai..." Prese un sospirò profondo. "Averti come voglio davvero."

Tyler ascoltò le sue parole in silenzio. Mi fa pena, pensò. Non poteva essere ancora suo amico sapendo che provava quelle cose per lui. Niente sarebbe stato più come prima, Tyler doveva mettere fine a tutto.

"Non possiamo più vederci, né come amici, né come nient'altro. Non posso convivere con il fatto che sei innamorato di me. Soffriresti solamente e io mi sentirei a disagio. Non sono gay, bisessuale o cose del genere." Disse, lentamente. "Mettiamo le cose in chiaro, non potrò mai volerti, amarti, essere qualcosa di più di un amico." Continuò, cercando di non far notare il nervosismo. "Se pensavi il contrario, beh erano solo illusioni. Non voglio rendere le cose difficili, non voglio rovinare quello che avevamo, quindi finiamo tutto qui e ricordiamo la nostra amicizia per come era e basta. Potrebbe finire peggio di così e non lo voglio." Finì, guardandolo poi negli occhi.

"No! No, Tyler. Io- Io posso... Cambiare, posso fare finta di nulla, davvero. Certo, all'inizio sarà... Difficile però poi mi passerà," si morse il labbro e si asciugò le lacrime. "Non andare via da me." Disse, quasi implorandolo.

"No." Disse Tyler. "Non mi cercare più. Non scrivermi, niente. Per favore."

Josh riprese a respirare affannosamente, sentiva di nuovo gli occhi riempirsi di lacrime.

Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Non te ne andare, ho bisogno di te. Ti amo, Tyler.

"Ti prego..." Le parole gli uscirono in un sussurro e Tyler quasi non le udì.

"Addio, Josh." Tyler gli appoggiò una mano sulla spalla e Josh subito appoggiò la propria sulla sua. Tyler allontanò la mano e si alzò. Josh rimase con la propria mano sulla propria spalla e guardò Tyler dargli le spalle. Il suo cuore ormai in tanti piccoli frammenti.

Tyler prese le sue cose e iniziò a camminare, non voltandosi neanche una volta. Prese una sigaretta e l'accese, inspirando il fumo con tutta la forza che aveva. Il leggero bruciore in gola non riusciva a coprire quello che occupava tutto il suo corpo. Guardò avanti, c'era tanta strada per arrivare all'uscita, ciò significava che avrebbe avuto gli occhi di Josh puntati su di sé per almeno due minuti. 
Doveva andarsene, doveva scappare.
Quello che lasciava dietro di sé non era soltanto il suo migliore amico, beh ex migliore amico. Era una parte della sua vita, forse la più importante, quella più speciale, stava abbandonando la persona che più gli donava gioia, la persona con cui aveva condiviso i ricordi più belli; ma doveva farlo, poteva sembrare egoismo, ma Tyler non poteva essere la causa del suo dolore, anche se significava soffrire. Tyler non lo amava, Josh era un fratello, cazzo. Doveva lasciarsi tutto alle spalle, letteralmente e metaforicamente.

Josh intanto era rimasto lì, ad osservare la figura di Tyler allontanarsi, mentre sentiva la testa scoppiare e il corpo tremare.

Cazzo. Era finito tutto, era stato beccato. Tyler sapeva dei suoi sentimenti e se n'era altamente fregato, lasciandolo lì come la carta di una caramella dopo averla scartata.

Cosa sarebbe stato di lui adesso? Tyler era tutto quello che aveva e tutto l'amore che provava l'aveva allontanato per sempre. Tyler scomparve nella notte, lasciando un vuoto dentro di Josh, lasciandolo vuoto, immerso nei loro ricordi appena creati, proprio su quel prato.

Cercò di asciugarsi gli occhi, ma le lacrime continuavano ad uscire e sembravano non fermarsi. Ma da quando piangeva così tanto? Cazzo. Fanculo.

Con la vista ancora annebbiata, vide la loro foto scattata da poco e il pezzo di carta con la canzone che Tyler gli aveva scritto. Li prese e si sdraiò sul prato, appoggiò i pezzi di carta sul suo petto e puntò lo sguardo nel cielo stellato. Strinse forte quei due oggetti al petto, come se potesse farli entrare nel suo cuore e tenerli lì per sempre. Iniziò a piangere, fregandosene di tutto. Il respiro gli mancava per il dolore che provava e si ripeteva che niente poteva andare peggio di così.

Due ore e innumerevoli lacrime dopo, con lo sguardo fisso nel nero della notte, i loro sorrisi stampati su una foto stretti al suo petto, la canzone di Tyler che risuonava nelle orecchie, il cuore in mille pezzi, Josh chiuse gli occhi e pregò che qualcuno lo prendesse e lo portasse via, via dal dolore e dai giorni che sarebbero venuti, giorni senza Tyler, giorni vuoti, vuoti come lui.

Sperò anche che il sorriso di Tyler, non il proprio, sarebbe ritornato al più presto sul suo viso, sperò anche che l'altro sarebbe potuto essere felice senza di lui, perché Josh sapeva, che da quella notte in poi, non avrebbe più saputo cosa significasse essere felice.

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Ciao! Spero che questa breve one shot vi sia piaciuta, spero che commentiate e mi facciate sapere cosa ne pensate. 

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