Capitolo 1- “L’arrivo del Tuono”
Era
un caldo lunedì mattina di aprile ed il nuovo anno
scolastico
all'Accademia del duellante stava per riniziare. Il cielo era
azzurro, luminoso e limpido, con qualche scia bianca qua e
là, che
si muoveva lentamente sotto la spinta della brezza primaverile. Il
vento soffiava leggero tra le fronde degli alberi che circondavano
gli edifici, muovendo dolcemente le cime, mentre le onde dell'oceano
si inseguivano fino ad infrangersi sulla battigia della spiaggia o
sul muretto della banchina del piccolo porto. Quella mattina si
sarebbe tenuta la cerimonia di inizio anno, durante la quale il
cancelliere avrebbe tenuto un discorso di fronte a tutta la scuola,
per dare il benvenuto alle nuove matricole. Per questo motivo, anche
i vecchi studenti si erano dovuti svegliare presto, un po' a
malincuore.
-Accidenti!
Sono in un ritardo pazzesco! Se non riesco a raggiungere l'aula magna
in tempo, Crowler mi uccide!-esclamò la ragazza dai lunghi
capelli
castani, mentre agguantava in fretta e furia la giacca della divisa e
si precipitava a capofitto per le scale del dormitorio femminile,
cercando di non inciampare nel tappeto e rompersi l'osso del collo.
Era rimasta alzata tutta la notte per cercare nuovi indizi sulla
scomparsa degli studenti e si era addormentata solo poche ore prima
dell'alba. Ed adesso, con tante ore di sonno arretrato sulle spalle e
i capelli spettinati che non ne volevano sapere di stare al loro
posto, stava pregando una qualsiasi divinità,
affinché la facesse
arrivare in tempo per la cerimonia.
"Non
ho alcuna intenzione di beccarmi una strigliata subito il primo
giorno!" pensò, mentre entrava di corsa nell’atrio
dell’edificio principale, rischiando di travolgere
nell’impeto
della corsa alcuni studenti ritardatari.
“Poi,
Crowler non è l’unico di cui dovrei preoccuparmi
se arrivo in
ritardo…”
Ormai
si trovava a pochi metri dall'aula magna, quando inciampò e
cadde
lunga distesa nel bel mezzo del corridoio del piano terra, battendo
violentemente la faccia sul pavimento. Rimase diversi secondi
sdraiata in terra, cercando di non scoppiare a piangere dal dolore.
-Che
diamine...!-esclamò la ragazza, mentre si massaggiava la
fronte
ancora dolorante.
-Non
si corre nei corridoi!-fece una voce maschile. Il tono era pacato e
la studentessa sapeva bene a chi appartenesse. Infatti, come
alzò
gli occhi, si trovò di fronte Zane, a braccia conserte, come
faceva
sempre. La sua espressione era inespressiva, come sempre, e la
ragazza, come sempre, non capiva se fosse arrabbiato o meno e nemmeno
se la stesse rimproverando o avesse fatto una semplice osservazione.
-È
per questo che mi hai fatto lo sgambetto?!
-Questa
è bella! Perché mai dovrei farti cadere? Sei
solamente inciampata
in Faraone...-rispose l'altro, indicando il gatto terrorizzato che
stava correndo lungo il corridoio, miagolando disperato.-Comunque sei
in ritardo...
-Lo
so, non c'è bisogno che tu me lo dica! Secondo te
perché stavo
correndo?!-esclamò l'altra, mentre si rialzava e si
spolverava la
gonna della divisa.
-Avrei
preferito che tu non corressi. Se tu fossi cascata dalle scale, non
te la saresti cavata con un bernoccolo...
-Non
sono mica così imbranata!-esclamò
l’altra, accompagnando la frase
con una linguaccia.
-Sì
che lo sei. Ed è normale che mi preoccupi per te.
L'Obelisk
le sollevò una ciocca di capelli e avvicinò il
suo volto a quello
della studentessa, per osservare meglio l'ematoma.
-E’
proprio un bel bernoccolo…
-Non
mi porterai mica in infermeria, vero?!
-Perché?
Hai la testa così dura che è impossibile che tu
ti sia fatta
male...
-Come
siamo gentili!-esclamò l’altra, facendogli
l’ennesima
linguaccia. Poi entrò in aula, senza nemmeno aspettare il
Kaiser.
L'Obelisk la guardò per qualche secondo, leggermente
sorpreso, poi
accennò un mezzo sorriso e la seguì dentro. Ormai
era abituato al
caratteraccio della giovane e ai suoi improvvisi cambi
d’umore. In
fondo, era quasi un anno che la conosceva e dodici mesi erano
sufficienti per lui per imparare a conoscere una persona. Zane sapeva
quando la ragazza era seria e quando faceva solo finta; sapeva quando
era arrabbiata e sapeva anche cosa le frullasse per la testa. O,
perlomeno, lo sapeva nella maggioranza dei casi. Ed anche quel giorno
aveva capito il motivo per cui Yomi era in ritardo e la cosa non gli
piaceva molto. Aveva capito che la ragazza stava continuando a
cercare indizi sulla scomparsa degli studenti
d’elitè del
dormitorio blu, avvenuta pochi mesi prima. Da
quell’incidente,
tutti i dati sugli scomparsi erano diventati top secret ed
inaccessibili anche per un genio dell’informatica come Yomi.
Inoltre, anche l’area del dormitorio era diventata
inaccessibile
per chiunque, pena l’espulsione. L’edificio era
stato abbandonato
da tutti, persino da lui, e non era più permesso a nessuno
di
avvicinarsi, che fosse uno studente od uno del personale della
scuola. Nonostante tutti i divieti e le possibili conseguenze, la
studentessa del secondo anno continuava imperterrita la sua ricerca,
convinta che prima o poi qualcosa sarebbe saltato fuori. E Zane
temeva che, continuando in questo modo, avrebbe finito con il farsi
espellere.
“Spero
solo che non si cacci nei guai… Se continua a ficcare il
naso in
cose che non la riguardano, potrebbe farsi male. Però,
qualsiasi
cosa le dica, sarebbe inutile; non credo che possa riuscire a fargli
cambiare idea. Su certe cose non ascolta proprio nessuno!”
pensò
il giovane del terzo anno, mentre la guardava salire le scale degli
spalti.
“E
se dovesse cacciarsi nei guai, io cosa potrei fare?”
I
due si misero velocemente a sedere, l'uno accanto all'altra, su due
poltroncine che l’Obelisk era riuscito a tenere occupate
mentre
aspettava la ragazza. La sala si stava riempiendo velocemente e nel
giro di pochi minuti sarebbe iniziata la cerimonia di inizio anno
scolastico. Gli ultimi ritardatari si stavano facendo largo nella
calca per prendere posto, mentre tutti gli altri studenti erano
già
seduti e stavano chiacchierando tra di loro, mentre aspettavano
l’inizio.
Non
appena si furono accomodati, Yomi iniziò a guardarsi
intorno, come
se stesse cercando qualcuno.
-Chi
stai cercando?-le chiese il Kaiser.
-Chumley...
Ormai sono settimane che non lo vedo e ho paura che sia ancora
depresso per come si sono svolti gli esami finali.
-Non
credo che sia venuto...
-Come
fai a saperlo?-chiese la ragazza, sorpresa.
-Da
quello che mi hai raccontato sembra che abbia perso la voglia di
duellare, perciò non credo che oggi uscirà dalla
sua stanza e verrà
qui.
-Forse
dovrei parlarci...
-Non
credo che questa volta tu possa fare qualcosa. Deve trovare la forza
e la determinazione dentro di sè; non può
continuare a dipendere da
te e tu non puoi continuare a preoccuparti per lui.
-Non
posso mica abbandonarlo!-fece, risentita, Yomi.
-Non
sto dicendo questo; dico solo che non dovresti preoccuparti troppo
per lui...
La
studentessa fece per ribattere, quando fu interrotta dalla voce di
Crowler. Il vice-cancelliere stava cercando di riportare il silenzio
nell'aula, sopratutto tra gli studenti del primo anno, fin troppo
entusiasti per ascoltarlo. Al centro dell’aula si trovavano
già
tutti i professori, il cancelliere e tutte le altre persone che si
occupavano di far funzionare al meglio l’Accademia.
C’era anche
la donna a capo del Comitato Disciplinare. Yomi se la ricordava bene;
in fondo, era stato solo grazie al loro intervento se l’anno
prima
Makoto non era riuscito a fare del male ad altre persone.
“Però,
se non fosse stato per Crowler, non credo che sarebbero riusciti ad
intervenire in tempo e quel bastardo sarebbe riuscito a picchiare
anche Zane. Forse non è poi un così pessimo
professore… Ha un
pessimo carattere, questo è vero, ma presumo che ci sia di
peggio.
Però continuo a non capire come faccia Zane ad
adorarlo…”
L'uomo
dalla chioma bionda, intanto, aveva quasi raggiunto l'esasperazione,
quando Sheppard decise di intervenire e, preso il microfono e
schiarita la voce, esclamò:
-Ragazzi,
un attimo di attenzione!
Il
brusio scemò in un attimo e l'attenzione generale si
spostò verso
l'uomo pelato e tarchiato che era in piedi al centro della stanza.
-Bene,
adesso che ho ottenuto la vostra attenzione, posso iniziare.
Innanzitutto, voglio dare il benvenuto ai nuovi studenti
dell’Accademia. Sono fiero di tutti voi e del fatto che tanti
promettenti duellanti siano stati ammessi in una delle scuole
più
prestigiose del mondo. Spero che continuerete ad impegnarvi e a
studiare sodo per raggiungere i vostri obiettivi. Mi aspetto molto da
tutti voi, soprattutto da coloro che hanno frequentato le nostre
scuole medie. Mi aspetto soprattutto serietà e correttezza.
A tal
proposito, voglio ricordarvi che in questo istituto esistono delle
regole molto rigide e che chiunque non le rispetti, sia che si tratti
di un Obelisk blu, sia che si tratti di uno Slifer rosso,
verrà
punito adeguatamente. In alcuni casi vi ricordo che è
prevista
persino l’espulsione e chi di voi verrà espulso
non potrà più
essere ammesso in questa scuola. Spero che il regolamento sia chiaro
a tutti! Comunque sia, se avete qualche dubbio potete sempre chiedere
a uno degli insegnanti o direttamente al sottoscritto. Gradirei,
inoltre, che cercaste di andare d’accordo tra di voi e che
cercaste
di risolvere qualsiasi alterco con un bel duello.
-Sheppard
non cambierà mai… Perché sprecare
tempo con un duello quando puoi
picchiarlo!-fece Yomi, sottovoce, per non farsi sentire da nessuno.
Purtroppo per lei, Zane l’aveva sentita benissimo, tanto che
le
diede un leggero pizzicotto sulla guancia per redarguirla.
-Ahia!
-La
violenza non porta a niente…
-Sei
veramente antipatico…-gli rispose la ragazza, mettendo il
broncio.
Zane
non ribatté e tornò a concentrarsi
sull’uomo cicciottello che si
trovava al centro della stanza e che, terminato il suo discorso,
stava passando di nuovo il microfono al vice-cancelliere.
-Bene
ragazzi, la cerimonia è finita, per oggi siete liberi di
fare ciò
che volete. Domani inizieranno le lezioni; cercate di essere
puntuali! Adesso dileguatevi!-strillò Crowler, lanciando
occhiatacce
ad un gruppo di Slifer seduti in prima fila. Detto questo,
consegnò
il microfono a Dorothy ed uscì dalla stanza, mormorando
qualcosa tra
sé e sé, insieme al resto del personale ed al
cancelliere.
Nella
stanza, gli studenti avevano iniziato a raggrupparsi tra di loro, per
decidere come trascorrere il resto del tempo che era rimasto. La
cerimonia era stata particolarmente veloce e nessuno si aspettava di
avere a disposizione quasi tutto il giorno.
-Se
l’avessi saputo, sarei rimasta a letto! Stanotte non ho
dormito
molto…-esclamò Yomi, stiracchiandosi le braccia.
-Vuoi
fare qualcosa in particolare? Abbiamo praticamente tutto il
giorno…
-Non
saprei. Ho talmente tanto sonno che vorrei solo dormire un
po’!
-Se
la metti così puoi venire a dormire in camera mia.
-Cosa
stai dicendo?!-esclamò l’altra, arrossendo di
colpo.
-Perché
no? Se vuoi dormire un po’ non è un problema per
me.
-Non
credo che sia una buona idea!-esclamò l’altra,
sempre più rossa.
-Yomi,
hai frainteso; non voglio fare sesso con te. Non ancora…
-Ah,
beh, meglio così…-balbettò
l’altra, in preda all’imbarazzo.
Aveva completamente frainteso ed aveva paura che il ragazzo potesse
pensare male.
-Stavo
solo dicendo che se vuoi dormire, per me non ci sono problemi.
Inoltre, sono curioso di vedere che espressioni fai mentre dormi.
E’
un lato di te che non conosco. Atticus diceva che sembravi un
angelo…
-E
lui come fa a saperlo?
-Ti
ha vista una volta che ti sei addormentata in biblioteca. Ti ha anche
scattata una foto per farmela vedere. Dovrei averla in camera, da
qualche parte…
-Quello
stupido me la paga cara! Gli conviene tornare il prima possibile!
-Quando
sei sveglia, invece…-fece l’altro, cambiando
discorso.
-Invece
cosa?
-Sembri
un demone…
-Zane!-esclamò
l’altra, andando su tutte le furie. Non le piaceva quando
anche il
fidanzato la chiamava con quel ridicolo soprannome che le avevano
affibbiato gli altri studenti. Dopo quella storia con Makoto e dopo
aver visto con i loro occhi l’indole violenta della
studentessa, i
ragazzi del suo stesso anno avevano iniziato a chiamarla
“l’Oni
dell’Accademia” e ben presto anche quelli
più grandi avevano
preso quella brutta abitudine. A Yomi non piaceva e non piaceva
nemmeno l’idea che Zane la chiamasse in quel modo. Nemmeno
per
prenderla bonariamente in giro. Era come se mettesse in luce solo la
sua parte peggiore e oscurasse tutti i pregi che aveva.
-Un
bellissimo demone, per essere precisi.
-Non
pensare che per farti perdonare basta che tu dica che sono bella!
Il
Kaiser sorrise divertito, poi, alzandosi, fece:
-Comunque
sia, sarebbe meglio che tu dormissi la notte, invece di fare le ore
piccole per cercare indizi che non esistono.
-Guarda
che io non cerco proprio niente…
-Pensi
che non me ne sia accorto?-chiese l’Obelisk, alzando il
sopracciglio in segno di disappunto. Non
dovresti trascurare la tua salute per cercare indizi sulla loro
scomparsa.
-Sono
sicura che prima o poi troverò qualcosa! Devo solo
continuare a
cercare…
-Non
credo che sia una buona idea.
-Perché?!-fece
esasperata l’altra.
-Non
ti fa bene alla saluta dormire poco. Hai bisogno di riposare!
-Lo
so, ma-
-Mi
piacerebbe che quest’anno tu non finissi in infermeria.
-Guarda
che non mi diverto ad andare in infermeria!
-Yomi…
-Sì,
ho capito! Vedrò di riguardarmi.
Detto
questo, anche la ragazza si alzò e, insieme, scesero le
scale delle
tribune ed uscirono dall’aula magna. Avevano deciso di
dirigersi al
negozio di carte, per vedere se potevano acquistare qualcosa. Fra non
molto sarebbero entrati nel vivo della vita accademica ed era sempre
meglio prepararsi a dovere, nel caso di test pratici a sorpresa o nel
caso in cui qualcuno decidesse di sfidarli. Dovevano sempre farsi
trovare preparati, soprattutto Zane. Quello sarebbe stato il suo
ultimo anno all’Accademia e, visto che era considerato da
tutti
come il miglior duellante di tutta l’isola, avrebbe dovuto
difendere il titolo di Kaiser con i denti. Sebbene fosse rispettato
da tutti, poteva capitare che qualche studente gli lanciasse una
sfida che non poteva permettersi di rifiutare o perdere.
I
due ragazzi erano quasi giunti in prossimità
dell’ingresso, quando
videro un gruppo di tre Obelisk e uno studente Slifer intenti a
discutere nel bel mezzo del corridoio.
“Una
rissa? Non è nemmeno iniziato l’anno e stanno
già facendo a
botte?” pensò la studentessa, mentre osservava i
quattro discutere
ad alta voce. Non capiva il motivo del litigio, ma aveva capito che
non si stava mettendo bene per il povero Slifer. Uno dei tre Obelisk,
un ragazzo dai capelli corti e scuri che Yomi non aveva mai visto,
aveva afferrato per il colletto lo studente del dormitorio rosso,
continuando a minacciarlo.
“Quel
tipo non l’ho mai visto. Probabilmente è uno del
primo anno… Se
è un Obelisk, significa solo due cose: o è un
figlio di papà o è
dannatamente bravo. Dal suo modo di fare arrogante, direi che
è
quasi sicuramente un figlio di papà che non è in
grado nemmeno di
allacciarsi le scarpe senza qualcuno che glielo faccia.”
Gli
altri due Obelisk, probabilmente anch’essi del primo anno,
stavano
ridacchiando, fieri di quello che stava succedendo, mentre lo Slifer,
un compagno di classe della ragazza, stava quasi per mettersi a
piangere dalla paura. Nonostante fosse un anno più grande,
non
riusciva a difendersi dagli altri tre.
-A
quanto pare non hanno ascoltato molto quello che ha detto
Sheppard…
Quanto odio i bulli!-fece la ragazza, rivolgendosi al fidanzato.
-Cosa
vuoi fare?-le chiese il Kaiser, leggermente preoccupato,
trattenendola per un braccio. Aveva una brutta sensazione e
conoscendo l’indole della studentessa, temeva che potesse
dare in
escandescenza e fare qualcosa di cui si sarebbe potuta pentire. In
fondo, iniziare l’anno facendosi coinvolgere in una rissa non
era
l’idea migliore.
-Lo
sai che non riesco a rimanere indifferente davanti a dei bulli da
quattro soldi…
-Qualsiasi
cosa tu voglia fare, ricordati cosa ti ho detto prima.
-“La
violenza non porta a niente”, giusto? Non
preoccuparti!-fece l’altra, sorridendo. Poi si
liberò dalla presa
di Zane e si avvicinò al gruppetto. Una volta giunta a pochi
passi
da loro, si schiarì la voce ed esclamò:
-Cosa
pensate di fare, razza di deficienti?!
I
tre Obelisk si voltarono di scatto, leggermente irritati per essere
stati interrotti. Lo Slifer, invece, sembrava sollevato di vedere la
compagna di classe. In fondo, si trattava sempre dell’Oni
dell’Accademia; se interveniva in suo favore, avrebbe evitato
di
essere picchiato dagli altri tre e probabilmente sarebbe stata lei a
picchiarli. In ogni caso, lui ne sarebbe uscito del tutto illeso ed
estraneo alla vicenda.
-E
tu chi saresti?-esclamò il ragazzo dai capelli corvini,
lasciando la
presa sullo Slifer e voltandosi sorpreso verso la studentessa.
“Sembra
sorpreso… Probabilmente non si aspettava di essere
interrotto da
una ragazza. Che idiota!” pensò Yomi, sogghignando
di fronte alla
reazione della matricola. Poi, fece:
-Non
ti hanno insegnato a portare rispetto ai tuoi senpai, moccioso?
-Moccioso?!
-Sei
del primo anno, no? Perciò sei un moccioso!
-Non
sei del primo anno?-fece l’altro, sempre più
sorpreso.
-Esattamente!
Ed anche il tizio che volevi picchiare è del secondo anno!
Perciò,
moccioso, non ti hanno insegnato a portare rispetto a chi è
più
grande di te?
-Certamente,
ma non ho alcuna intenzione di portare rispetto a uno stupido Slifer.
Ovviamente il discorso non vale per te, visto che sei una ragazza e
che sei un Obelisk, ma questo tizio ha osato toccarmi con le sue
luride mani, perciò-
-Perciò
cosa?! Solo perché è uno Slifer non significa che
hai il diritto di
maltrattarlo. E’ un essere umano e merita lo stesso rispetto!
-Non
vedo cosa possa interessare a te. E’ solo uno
Slifer…
-Invece
mi interessa! Inginocchiati e chiedigli subito scusa!
Il
ragazzo del primo anno alzò il sopracciglio, sorpreso da
quella
strana richiesta. Poi incrociò le braccia al petto.
-Allora?!
-Non
ci penso nemmeno!
-Ti
stai rifiutando?
-E’
solo uno Slifer. Se non fosse per Sheppard, non sarebbe nemmeno qui!
Al massimo deve essere lui a chiedermi scusa per aver respirato la
mia stessa aria!
-Moccioso!
-Yomi,
adesso basta. Non puoi costringerlo a fare come vuoi
tu…-fece Zane,
intromettendosi nel litigio, cercando di convincere la ragazza a
desistere. Si era accorto che si stava scaldando un po’
troppo ed
aveva paura che potesse esplodere da un momento all’altro.
-Non
posso! E’ una questione di principio! Questo tipo mi
dà sui nervi!
-Lo
capisco, ma non puoi costringerlo a fare ciò che non
vuole…
-Dovresti
dare ascolto al Kaiser,
“senpai”…-commentò
l’altro. Il suo
tono era arrogante, come se si ritenesse superiore a tutti, una
specie di prescelto. Ed anche il tono con cui aveva pronunciato la
parola “senpai” era tutto tranne che serio;
sembrava quasi che la
stesse prendendo in giro. E Yomi non era molto disposta a passarci
sopra e chiudere un occhio.
-Adesso
hai passato il limite, moccioso! Ti sfido a duello e se ti rifiuti,
andrò a raccontare a tutta la scuola di quanto tu sia
codardo e
fifone!
“Santo
cielo! Solo un’idiota o un sempliciotto potrebbe cadere in
una
provocazione così penosa…”
pensò il Kaiser, mettendosi una mano
tra i capelli. Se la maggior parte delle volte non aveva problemi ad
intuire cosa frullasse nella testa della ragazza, certe volte
rimaneva completamente spiazzato da alcune sue uscite.
-Va
bene, accetto! Non so chi tu sia, ma se ti sconfiggo tutta la scuola
dovrà accorgersi del mio talento!-esclamò il
moro, puntando il dito
contro la studentessa.
-Perfetto!
Tra dieci minuti nell’arena… Vedi di esserci,
signor moccioso!
La
matricola sogghignò, senza aggiungere altro, poi si
voltò verso i
due amici e, dopo aver fatto loro cenno di seguirlo, si
allontanò.
-Dovevi
per forza sfidarlo?-chiese Zane, guardando leggermente contrariato la
fidanzata.
-Mi
sa che mi sono lasciata prendere un po’ troppo dalle
emozioni...-fece l’altra, sorridendo.
-L’ho
visto… Sai almeno chi hai sfidato?
-No.
L’Obelisk
del terzo anno la fissò per qualche secondo, poi, emettendo
un
sonoro sospiro di esasperazione, si mise una mano sulla faccia.
-Perché?
Chi sarebbe?-chiese la ragazza, cercando di mimare indifferenza. Se
fino a pochi secondi prima era sicura di quello che stava facendo,
adesso iniziava ad avere qualche dubbio.
-Chazz
Princeton… La matricola numero uno dell’Accademia.
-Stai
scherzando, vero? Oggi è il primo giorno
dell’anno; come fa ad
essere già il numero uno?
-Ha
frequentato le medie dell’Accademia ed era il migliore tra i
ragazzi. La sua è una famiglia molto ricca e influente;
possiede una
delle aziende leader nel mercato finanziario internazionale e, se non
sbaglio, uno dei suoi fratelli maggiori è anche un politico
molto
famoso. Ho sentito dire che la sua famiglia ha speso moltissimi soldi
per permettergli di avere le migliori carte in circolazione. So che
è
dannatamente bravo e, secondo alcuni insegnanti, potrebbe essere il
mio degno successore.
-Se
è bravo anche meglio! Le persone arroganti non le ho mai
digerite e
l’idea di un bel duello mi piace!
-Non
dovresti sottovalutarlo…
-E
tu non dovresti sottovalutarmi!
-Io
non ti sto sottovalutando; sto solo dicendo che devi fare
attenzione…
-Figuriamoci
se mi faccio battere da un moccioso con la puzza sotto il naso!
Detto
questo, la ragazza afferrò l’altro per un braccio
e lo trascinò
verso l’arena dei duelli. Una volta giunti dentro, videro che
i tre
Obelisk di pochi minuti fa erano già arrivati e stavano solo
aspettando loro. Il ragazzo dai capelli scuri come la notte si
trovava già al centro dell’arena, mentre i suoi
due amici erano
seduti in prima fila, pronti per godersi lo spettacolo. Oltre ai tre
del primo anno, non c’era nessun’altro. Ed in
fondo, a parte Zane
e lo Slifer, nessun’altro aveva assistito al diverbio tra la
ragazza e la matricola.
-Sei
in ritardo!-esclamò Chazz, con il solito tono arrogante con
cui si
rivolgeva a chi reputava inferiore.
-Sei
tu che sei in anticipo! Per caso non hai ancora imparato a leggere un
orologio, moccioso?
-Non
sono un moccioso!
-Finché
non ti decidi a portarmi il rispetto che merito, continuerò
a
chiamarti moccioso. Capito, moccioso?
-Bando
alle ciance! Duelliamo!
-Non
chiedo di meglio!
I
due accesero i propri dueling disks, inserirono il deck
nell’alloggio
e diedero il via alla partita, pescando ciascuno cinque carte.
-Se
non ti dispiace, “senpai”, inizio io!
Pesco!-esclamò Chazz,
mentre pescava la sua sesta carta.
-Mai
sentito il detto “prima le signore”?
-Ti
avrei fatta iniziare, se tu non avessi un pessimo
carattere…-le
rispose l’altro.
-Moccioso
arrogante…-mormorò la ragazza, lanciando
un’occhiataccia al suo
avversario.
La
matricola, intanto, stava osservando le carte che aveva in mano,
cercando di mettere a punto la strategia migliore. Non aveva idea di
cosa giocasse la sua avversaria, perciò avrebbe dovuto
giocare
cautamente, almeno finché non fosse riuscito a capire lo
stile di
gioco dell’altra.
“Anche
se è una Obelisk è solo una ragazza. Tutte le
ragazze sono Obelisk,
che siano brave o meno! Potrebbe essere una dilettante…
Però, se
va in giro con il Kaiser, potrebbe anche essere una duellante capace.
Non posso assolutamente sottovalutarla!”
-Posiziono
un mostro coperto ed una carta coperta. Poi termino il mio turno.
-Pesco!
Signor moccioso, ti presento uno dei miei mostri migliori! Evoco
“Yukimura, samurai fedele” in posizione di attacco.
Il
mostro dall’armatura rosso cremisi comparve dalla parte della
studentessa, brandendo una katana lucida e brillante come
l’acciaio.
-A
questo punto posso benissimo attaccarti… Vediamo un
po’ cosa hai
nascosto là sotto!-esclamò Yomi, lanciando
all’attacco il suo
mostro con un gesto della mano. Il samurai si lanciò in un
affondo,
distruggendo la carta coperta e il mostro che rappresentava.
-Non
crederai di esserti portata in vantaggio, vero?-fece Chazz, senza
riuscire a nascondere un sorriso.
-Non
crederai di essere più bravo di me, vero?-le fece eco la
ragazza.
-Per
caso mi stai prendendo in giro?!
-Perché
mai dovrei?
La
studentessa stava continuando a scimmiottare l’avversario,
facendolo innervosire.
-Sei
insopportabile! Chi ti credi di essere?!
-Questo
dovrei chiedertelo io?!-esclamò la ragazza, alzando
parecchio il
tono della voce.
-Io
sono Chazz Princeton, l’unico degno di succedere al Kaiser
quando
si sarà diplomato! Sono il numero uno! Nessuno
può sconfiggermi!
Yomi
lo fissò per qualche secondo, poi scoppiò in una
fragorosa risata.
Non era riuscita a trattenersi e si era accasciata a terra in preda
all’ilarità.
-Non
c’è niente da ridere!-esclamò
l’altro, arrossendo leggermente.
-Scusa,
ma è troppo divertente!-fece la ragazza, tra una risata e
l’altra.
Chazz
si stava innervosendo sempre di più. Non capiva
perché l’altra
stesse ridendo; non c’era niente di divertente in
ciò che aveva
appena detto. Per lui era una cosa seria e non sopportava che la
ragazza del secondo anno lo prendesse in giro.
-Non
c’è niente da ridere! Adesso muoviti a giocare!
-Yomi?-fece
Zane, avvicinandosi all’arena. Era leggermente preoccupato,
soprattutto perché era la prima volta che la vedeva ridere
così
tanto e temeva che si sarebbe sentita male.
-Lasciamo
perdere!-fece la studentessa, tra una risata e l’altra.
-Cosa
stai dicendo?!-disse Chazz, più irritato che sorpreso. Gli
sembrava
di essere finito al centro di un brutto scherzo.
-Sto
dicendo che mi è passata la voglia… Dovresti
esserne contento!-gli
rispose Yomi, mentre estraeva il deck dall’alloggio e
spegneva
l’apparecchio. Poi, come se niente fosse, scese
dall’arena e,
dopo aver scambiato mezza parola con l’Obelisk del terzo
anno, fece
per uscire dalla stanza.
-Ehi!
Aspetta un attimo! Cosa significa tutto questo?! Stai scappando, per
caso?!-esclamò la matricola, sempre più irritato.
-Io
non scappo, però preferisco lasciar correre… Sei
un moccioso
antipatico e arrogante, però ho l’impressione che
imparerai presto
dov’è il tuo posto.
-Cosa
significa?!
-Sai,
a pensarci bene, se io ti sfidassi a duello, mi comporterei da bulla,
esattamente come hai fatto tu con quello Slifer. In quanto
studentessa del secondo anno, dovrei dare il buon esempio, no? Ma se
preferisci, puoi considerarla come una resa… Comunque
sia, Chazz, la prossima volta che ti trovo a fare il bullo con
qualche altro studente del dormitorio rosso, ti prenderò a
calci in
culo!
Detto
questo, Yomi e Zane uscirono dalla stanza, lasciando da soli i tre
del primo anno, ancora sorpresi per l’improvvisa resa della
ragazza.
“Sono
proprio curiosa di sapere quanto realmente vale. Ha detto di voler
diventare il degno successore di Zane e sembrava molto convinto di
quello che diceva… Sarebbe un peccato se perdesse la voglia
di
duellare, solo per aver perso contro di me! Se è realmente
forte
come dicono, allora tanto vale aspettare un po’ e vedere
quanto
migliorerà!”