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Autore: Nazuhi    21/08/2016    2 recensioni
Sequel di "Tutte le mie prime volte" (ripostata su gentile richiesta di una lettrice, che ringrazio di cuore)
****
Yomi è riuscita, non con poche difficoltà, a superare il suo primo anno all'Accademia del Duellante. Il ricordo del suo primo anno e la scomparsa dei suoi amici, però, continuano a tormentarla. Si sente inutile e vorrebbe scoprire cosa è realmente successo agli studenti d'élite, ma le indagini si risolvono tutte in un buco nell'acqua e la ragazza inizia ad esserne ossesionata, al punto da allontanarsi sempre più dai pochi amici rimasti. Tuttavia l'arrivo del fratello e il suo burrascoso ingresso in Accademia la aiuteranno a ritrovare la sua strada e ad allontanare i fantasmi che continuano a perseguitarla. Non tutto però è rosa e fiori; nell'ombra si nascondono dei nemici impensabili, pronti a tutto pur di portare alla luce segreti antichie dimenticati dai più, e che minacceranno la felicità degli studenti e dei due fratelli Yuki.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Jaden/Judai Yuki, Nuovo personaggio, Zane Truesdale/Ryo Marufuji
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- “L’arrivo del Tuono


Era un caldo lunedì mattina di aprile ed il nuovo anno scolastico all'Accademia del duellante stava per riniziare. Il cielo era azzurro, luminoso e limpido, con qualche scia bianca qua e là, che si muoveva lentamente sotto la spinta della brezza primaverile. Il vento soffiava leggero tra le fronde degli alberi che circondavano gli edifici, muovendo dolcemente le cime, mentre le onde dell'oceano si inseguivano fino ad infrangersi sulla battigia della spiaggia o sul muretto della banchina del piccolo porto. Quella mattina si sarebbe tenuta la cerimonia di inizio anno, durante la quale il cancelliere avrebbe tenuto un discorso di fronte a tutta la scuola, per dare il benvenuto alle nuove matricole. Per questo motivo, anche i vecchi studenti si erano dovuti svegliare presto, un po' a malincuore.
-Accidenti! Sono in un ritardo pazzesco! Se non riesco a raggiungere l'aula magna in tempo, Crowler mi uccide!-esclamò la ragazza dai lunghi capelli castani, mentre agguantava in fretta e furia la giacca della divisa e si precipitava a capofitto per le scale del dormitorio femminile, cercando di non inciampare nel tappeto e rompersi l'osso del collo. Era rimasta alzata tutta la notte per cercare nuovi indizi sulla scomparsa degli studenti e si era addormentata solo poche ore prima dell'alba. Ed adesso, con tante ore di sonno arretrato sulle spalle e i capelli spettinati che non ne volevano sapere di stare al loro posto, stava pregando una qualsiasi divinità, affinché la facesse arrivare in tempo per la cerimonia.
"Non ho alcuna intenzione di beccarmi una strigliata subito il primo giorno!" pensò, mentre entrava di corsa nell’atrio dell’edificio principale, rischiando di travolgere nell’impeto della corsa alcuni studenti ritardatari.

Poi, Crowler non è l’unico di cui dovrei preoccuparmi se arrivo in ritardo…”
Ormai si trovava a pochi metri dall'aula magna, quando inciampò e cadde lunga distesa nel bel mezzo del corridoio del piano terra, battendo violentemente la faccia sul pavimento. Rimase diversi secondi sdraiata in terra, cercando di non scoppiare a piangere dal dolore.
-Che diamine...!-esclamò la ragazza, mentre si massaggiava la fronte ancora dolorante.
-Non si corre nei corridoi!-fece una voce maschile. Il tono era pacato e la studentessa sapeva bene a chi appartenesse. Infatti, come alzò gli occhi, si trovò di fronte Zane, a braccia conserte, come faceva sempre. La sua espressione era inespressiva, come sempre, e la ragazza, come sempre, non capiva se fosse arrabbiato o meno e nemmeno se la stesse rimproverando o avesse fatto una semplice osservazione.
-È per questo che mi hai fatto lo sgambetto?!
-Questa è bella! Perché mai dovrei farti cadere? Sei solamente inciampata in Faraone...-rispose l'altro, indicando il gatto terrorizzato che stava correndo lungo il corridoio, miagolando disperato.-Comunque sei in ritardo...
-Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica! Secondo te perché stavo correndo?!-esclamò l'altra, mentre si rialzava e si spolverava la gonna della divisa.
-Avrei preferito che tu non corressi. Se tu fossi cascata dalle scale, non te la saresti cavata con un bernoccolo...
-Non sono mica così imbranata!-esclamò l’altra, accompagnando la frase con una linguaccia.
-Sì che lo sei. Ed è normale che mi preoccupi per te.
L'Obelisk le sollevò una ciocca di capelli e avvicinò il suo volto a quello della studentessa, per osservare meglio l'ematoma.
-E’ proprio un bel bernoccolo…
-Non mi porterai mica in infermeria, vero?!
-Perché? Hai la testa così dura che è impossibile che tu ti sia fatta male...
-Come siamo gentili!-esclamò l’altra, facendogli l’ennesima linguaccia. Poi entrò in aula, senza nemmeno aspettare il Kaiser. L'Obelisk la guardò per qualche secondo, leggermente sorpreso, poi accennò un mezzo sorriso e la seguì dentro. Ormai era abituato al caratteraccio della giovane e ai suoi improvvisi cambi d’umore. In fondo, era quasi un anno che la conosceva e dodici mesi erano sufficienti per lui per imparare a conoscere una persona. Zane sapeva quando la ragazza era seria e quando faceva solo finta; sapeva quando era arrabbiata e sapeva anche cosa le frullasse per la testa. O, perlomeno, lo sapeva nella maggioranza dei casi. Ed anche quel giorno aveva capito il motivo per cui Yomi era in ritardo e la cosa non gli piaceva molto. Aveva capito che la ragazza stava continuando a cercare indizi sulla scomparsa degli studenti d’elitè del dormitorio blu, avvenuta pochi mesi prima. Da quell’incidente, tutti i dati sugli scomparsi erano diventati top secret ed inaccessibili anche per un genio dell’informatica come Yomi. Inoltre, anche l’area del dormitorio era diventata inaccessibile per chiunque, pena l’espulsione. L’edificio era stato abbandonato da tutti, persino da lui, e non era più permesso a nessuno di avvicinarsi, che fosse uno studente od uno del personale della scuola. Nonostante tutti i divieti e le possibili conseguenze, la studentessa del secondo anno continuava imperterrita la sua ricerca, convinta che prima o poi qualcosa sarebbe saltato fuori. E Zane temeva che, continuando in questo modo, avrebbe finito con il farsi espellere.

Spero solo che non si cacci nei guai… Se continua a ficcare il naso in cose che non la riguardano, potrebbe farsi male. Però, qualsiasi cosa le dica, sarebbe inutile; non credo che possa riuscire a fargli cambiare idea. Su certe cose non ascolta proprio nessuno!” pensò il giovane del terzo anno, mentre la guardava salire le scale degli spalti.
E se dovesse cacciarsi nei guai, io cosa potrei fare?”
I due si misero velocemente a sedere, l'uno accanto all'altra, su due poltroncine che l’Obelisk era riuscito a tenere occupate mentre aspettava la ragazza. La sala si stava riempiendo velocemente e nel giro di pochi minuti sarebbe iniziata la cerimonia di inizio anno scolastico. Gli ultimi ritardatari si stavano facendo largo nella calca per prendere posto, mentre tutti gli altri studenti erano già seduti e stavano chiacchierando tra di loro, mentre aspettavano l’inizio.
Non appena si furono accomodati, Yomi iniziò a guardarsi intorno, come se stesse cercando qualcuno.
-Chi stai cercando?-le chiese il Kaiser.
-Chumley... Ormai sono settimane che non lo vedo e ho paura che sia ancora depresso per come si sono svolti gli esami finali.
-Non credo che sia venuto...
-Come fai a saperlo?-chiese la ragazza, sorpresa.
-Da quello che mi hai raccontato sembra che abbia perso la voglia di duellare, perciò non credo che oggi uscirà dalla sua stanza e verrà qui.
-Forse dovrei parlarci...
-Non credo che questa volta tu possa fare qualcosa. Deve trovare la forza e la determinazione dentro di sè; non può continuare a dipendere da te e tu non puoi continuare a preoccuparti per lui.
-Non posso mica abbandonarlo!-fece, risentita, Yomi.
-Non sto dicendo questo; dico solo che non dovresti preoccuparti troppo per lui...
La studentessa fece per ribattere, quando fu interrotta dalla voce di Crowler. Il vice-cancelliere stava cercando di riportare il silenzio nell'aula, sopratutto tra gli studenti del primo anno, fin troppo entusiasti per ascoltarlo. Al centro dell’aula si trovavano già tutti i professori, il cancelliere e tutte le altre persone che si occupavano di far funzionare al meglio l’Accademia. C’era anche la donna a capo del Comitato Disciplinare. Yomi se la ricordava bene; in fondo, era stato solo grazie al loro intervento se l’anno prima Makoto non era riuscito a fare del male ad altre persone.

Però, se non fosse stato per Crowler, non credo che sarebbero riusciti ad intervenire in tempo e quel bastardo sarebbe riuscito a picchiare anche Zane. Forse non è poi un così pessimo professore… Ha un pessimo carattere, questo è vero, ma presumo che ci sia di peggio. Però continuo a non capire come faccia Zane ad adorarlo…”
L'uomo dalla chioma bionda, intanto, aveva quasi raggiunto l'esasperazione, quando Sheppard decise di intervenire e, preso il microfono e schiarita la voce, esclamò:
-Ragazzi, un attimo di attenzione!
Il brusio scemò in un attimo e l'attenzione generale si spostò verso l'uomo pelato e tarchiato che era in piedi al centro della stanza.
-Bene, adesso che ho ottenuto la vostra attenzione, posso iniziare. Innanzitutto, voglio dare il benvenuto ai nuovi studenti dell’Accademia. Sono fiero di tutti voi e del fatto che tanti promettenti duellanti siano stati ammessi in una delle scuole più prestigiose del mondo. Spero che continuerete ad impegnarvi e a studiare sodo per raggiungere i vostri obiettivi. Mi aspetto molto da tutti voi, soprattutto da coloro che hanno frequentato le nostre scuole medie. Mi aspetto soprattutto serietà e correttezza. A tal proposito, voglio ricordarvi che in questo istituto esistono delle regole molto rigide e che chiunque non le rispetti, sia che si tratti di un Obelisk blu, sia che si tratti di uno Slifer rosso, verrà punito adeguatamente. In alcuni casi vi ricordo che è prevista persino l’espulsione e chi di voi verrà espulso non potrà più essere ammesso in questa scuola. Spero che il regolamento sia chiaro a tutti! Comunque sia, se avete qualche dubbio potete sempre chiedere a uno degli insegnanti o direttamente al sottoscritto. Gradirei, inoltre, che cercaste di andare d’accordo tra di voi e che cercaste di risolvere qualsiasi alterco con un bel duello.
-Sheppard non cambierà mai… Perché sprecare tempo con un duello quando puoi picchiarlo!-fece Yomi, sottovoce, per non farsi sentire da nessuno. Purtroppo per lei, Zane l’aveva sentita benissimo, tanto che le diede un leggero pizzicotto sulla guancia per redarguirla.
-Ahia!
-La violenza non porta a niente…
-Sei veramente antipatico…-gli rispose la ragazza, mettendo il broncio.
Zane non ribatté e tornò a concentrarsi sull’uomo cicciottello che si trovava al centro della stanza e che, terminato il suo discorso, stava passando di nuovo il microfono al vice-cancelliere.
-Bene ragazzi, la cerimonia è finita, per oggi siete liberi di fare ciò che volete. Domani inizieranno le lezioni; cercate di essere puntuali! Adesso dileguatevi!-strillò Crowler, lanciando occhiatacce ad un gruppo di Slifer seduti in prima fila. Detto questo, consegnò il microfono a Dorothy ed uscì dalla stanza, mormorando qualcosa tra sé e sé, insieme al resto del personale ed al cancelliere.
Nella stanza, gli studenti avevano iniziato a raggrupparsi tra di loro, per decidere come trascorrere il resto del tempo che era rimasto. La cerimonia era stata particolarmente veloce e nessuno si aspettava di avere a disposizione quasi tutto il giorno.
-Se l’avessi saputo, sarei rimasta a letto! Stanotte non ho dormito molto…-esclamò Yomi, stiracchiandosi le braccia.
-Vuoi fare qualcosa in particolare? Abbiamo praticamente tutto il giorno…
-Non saprei. Ho talmente tanto sonno che vorrei solo dormire un po’!
-Se la metti così puoi venire a dormire in camera mia.
-Cosa stai dicendo?!-esclamò l’altra, arrossendo di colpo.
-Perché no? Se vuoi dormire un po’ non è un problema per me.
-Non credo che sia una buona idea!-esclamò l’altra, sempre più rossa.
-Yomi, hai frainteso; non voglio fare sesso con te. Non ancora…
-Ah, beh, meglio così…-balbettò l’altra, in preda all’imbarazzo. Aveva completamente frainteso ed aveva paura che il ragazzo potesse pensare male.
-Stavo solo dicendo che se vuoi dormire, per me non ci sono problemi. Inoltre, sono curioso di vedere che espressioni fai mentre dormi. E’ un lato di te che non conosco. Atticus diceva che sembravi un angelo…
-E lui come fa a saperlo?
-Ti ha vista una volta che ti sei addormentata in biblioteca. Ti ha anche scattata una foto per farmela vedere. Dovrei averla in camera, da qualche parte…
-Quello stupido me la paga cara! Gli conviene tornare il prima possibile!
-Quando sei sveglia, invece…-fece l’altro, cambiando discorso.
-Invece cosa?
-Sembri un demone…
-Zane!-esclamò l’altra, andando su tutte le furie. Non le piaceva quando anche il fidanzato la chiamava con quel ridicolo soprannome che le avevano affibbiato gli altri studenti. Dopo quella storia con Makoto e dopo aver visto con i loro occhi l’indole violenta della studentessa, i ragazzi del suo stesso anno avevano iniziato a chiamarla “l’Oni dell’Accademia” e ben presto anche quelli più grandi avevano preso quella brutta abitudine. A Yomi non piaceva e non piaceva nemmeno l’idea che Zane la chiamasse in quel modo. Nemmeno per prenderla bonariamente in giro. Era come se mettesse in luce solo la sua parte peggiore e oscurasse tutti i pregi che aveva.
-Un bellissimo demone, per essere precisi.
-Non pensare che per farti perdonare basta che tu dica che sono bella!
Il Kaiser sorrise divertito, poi, alzandosi, fece:
-Comunque sia, sarebbe meglio che tu dormissi la notte, invece di fare le ore piccole per cercare indizi che non esistono.
-Guarda che io non cerco proprio niente…
-Pensi che non me ne sia accorto?-chiese l’Obelisk, alzando il sopracciglio in segno di disappunto. Non dovresti trascurare la tua salute per cercare indizi sulla loro scomparsa.
-Sono sicura che prima o poi troverò qualcosa! Devo solo continuare a cercare…
-Non credo che sia una buona idea.
-Perché?!-fece esasperata l’altra.
-Non ti fa bene alla saluta dormire poco. Hai bisogno di riposare!
-Lo so, ma-
-Mi piacerebbe che quest’anno tu non finissi in infermeria.
-Guarda che non mi diverto ad andare in infermeria!
-Yomi…
-Sì, ho capito! Vedrò di riguardarmi.
Detto questo, anche la ragazza si alzò e, insieme, scesero le scale delle tribune ed uscirono dall’aula magna. Avevano deciso di dirigersi al negozio di carte, per vedere se potevano acquistare qualcosa. Fra non molto sarebbero entrati nel vivo della vita accademica ed era sempre meglio prepararsi a dovere, nel caso di test pratici a sorpresa o nel caso in cui qualcuno decidesse di sfidarli. Dovevano sempre farsi trovare preparati, soprattutto Zane. Quello sarebbe stato il suo ultimo anno all’Accademia e, visto che era considerato da tutti come il miglior duellante di tutta l’isola, avrebbe dovuto difendere il titolo di Kaiser con i denti. Sebbene fosse rispettato da tutti, poteva capitare che qualche studente gli lanciasse una sfida che non poteva permettersi di rifiutare o perdere.
I due ragazzi erano quasi giunti in prossimità dell’ingresso, quando videro un gruppo di tre Obelisk e uno studente Slifer intenti a discutere nel bel mezzo del corridoio.

Una rissa? Non è nemmeno iniziato l’anno e stanno già facendo a botte?” pensò la studentessa, mentre osservava i quattro discutere ad alta voce. Non capiva il motivo del litigio, ma aveva capito che non si stava mettendo bene per il povero Slifer. Uno dei tre Obelisk, un ragazzo dai capelli corti e scuri che Yomi non aveva mai visto, aveva afferrato per il colletto lo studente del dormitorio rosso, continuando a minacciarlo.
Quel tipo non l’ho mai visto. Probabilmente è uno del primo anno… Se è un Obelisk, significa solo due cose: o è un figlio di papà o è dannatamente bravo. Dal suo modo di fare arrogante, direi che è quasi sicuramente un figlio di papà che non è in grado nemmeno di allacciarsi le scarpe senza qualcuno che glielo faccia.”
Gli altri due Obelisk, probabilmente anch’essi del primo anno, stavano ridacchiando, fieri di quello che stava succedendo, mentre lo Slifer, un compagno di classe della ragazza, stava quasi per mettersi a piangere dalla paura. Nonostante fosse un anno più grande, non riusciva a difendersi dagli altri tre.
-A quanto pare non hanno ascoltato molto quello che ha detto Sheppard… Quanto odio i bulli!-fece la ragazza, rivolgendosi al fidanzato.
-Cosa vuoi fare?-le chiese il Kaiser, leggermente preoccupato, trattenendola per un braccio. Aveva una brutta sensazione e conoscendo l’indole della studentessa, temeva che potesse dare in escandescenza e fare qualcosa di cui si sarebbe potuta pentire. In fondo, iniziare l’anno facendosi coinvolgere in una rissa non era l’idea migliore.
-Lo sai che non riesco a rimanere indifferente davanti a dei bulli da quattro soldi…
-Qualsiasi cosa tu voglia fare, ricordati cosa ti ho detto prima.
-“La violenza non porta a niente”, giusto? Non preoccuparti!-fece l’altra, sorridendo. Poi si liberò dalla presa di Zane e si avvicinò al gruppetto. Una volta giunta a pochi passi da loro, si schiarì la voce ed esclamò:
-Cosa pensate di fare, razza di deficienti?!
I tre Obelisk si voltarono di scatto, leggermente irritati per essere stati interrotti. Lo Slifer, invece, sembrava sollevato di vedere la compagna di classe. In fondo, si trattava sempre dell’Oni dell’Accademia; se interveniva in suo favore, avrebbe evitato di essere picchiato dagli altri tre e probabilmente sarebbe stata lei a picchiarli. In ogni caso, lui ne sarebbe uscito del tutto illeso ed estraneo alla vicenda.
-E tu chi saresti?-esclamò il ragazzo dai capelli corvini, lasciando la presa sullo Slifer e voltandosi sorpreso verso la studentessa.

Sembra sorpreso… Probabilmente non si aspettava di essere interrotto da una ragazza. Che idiota!” pensò Yomi, sogghignando di fronte alla reazione della matricola. Poi, fece:
-Non ti hanno insegnato a portare rispetto ai tuoi senpai, moccioso?
-Moccioso?!
-Sei del primo anno, no? Perciò sei un moccioso!
-Non sei del primo anno?-fece l’altro, sempre più sorpreso.
-Esattamente! Ed anche il tizio che volevi picchiare è del secondo anno! Perciò, moccioso, non ti hanno insegnato a portare rispetto a chi è più grande di te?
-Certamente, ma non ho alcuna intenzione di portare rispetto a uno stupido Slifer. Ovviamente il discorso non vale per te, visto che sei una ragazza e che sei un Obelisk, ma questo tizio ha osato toccarmi con le sue luride mani, perciò-
-Perciò cosa?! Solo perché è uno Slifer non significa che hai il diritto di maltrattarlo. E’ un essere umano e merita lo stesso rispetto!
-Non vedo cosa possa interessare a te. E’ solo uno Slifer…
-Invece mi interessa! Inginocchiati e chiedigli subito scusa!
Il ragazzo del primo anno alzò il sopracciglio, sorpreso da quella strana richiesta. Poi incrociò le braccia al petto.
-Allora?!
-Non ci penso nemmeno!
-Ti stai rifiutando?
-E’ solo uno Slifer. Se non fosse per Sheppard, non sarebbe nemmeno qui! Al massimo deve essere lui a chiedermi scusa per aver respirato la mia stessa aria!
-Moccioso!
-Yomi, adesso basta. Non puoi costringerlo a fare come vuoi tu…-fece Zane, intromettendosi nel litigio, cercando di convincere la ragazza a desistere. Si era accorto che si stava scaldando un po’ troppo ed aveva paura che potesse esplodere da un momento all’altro.
-Non posso! E’ una questione di principio! Questo tipo mi dà sui nervi!
-Lo capisco, ma non puoi costringerlo a fare ciò che non vuole…
-Dovresti dare ascolto al Kaiser, “senpai”…-commentò l’altro. Il suo tono era arrogante, come se si ritenesse superiore a tutti, una specie di prescelto. Ed anche il tono con cui aveva pronunciato la parola “senpai” era tutto tranne che serio; sembrava quasi che la stesse prendendo in giro. E Yomi non era molto disposta a passarci sopra e chiudere un occhio.
-Adesso hai passato il limite, moccioso! Ti sfido a duello e se ti rifiuti, andrò a raccontare a tutta la scuola di quanto tu sia codardo e fifone!

Santo cielo! Solo un’idiota o un sempliciotto potrebbe cadere in una provocazione così penosa…” pensò il Kaiser, mettendosi una mano tra i capelli. Se la maggior parte delle volte non aveva problemi ad intuire cosa frullasse nella testa della ragazza, certe volte rimaneva completamente spiazzato da alcune sue uscite.
-Va bene, accetto! Non so chi tu sia, ma se ti sconfiggo tutta la scuola dovrà accorgersi del mio talento!-esclamò il moro, puntando il dito contro la studentessa.
-Perfetto! Tra dieci minuti nell’arena… Vedi di esserci, signor moccioso!
La matricola sogghignò, senza aggiungere altro, poi si voltò verso i due amici e, dopo aver fatto loro cenno di seguirlo, si allontanò.
-Dovevi per forza sfidarlo?-chiese Zane, guardando leggermente contrariato la fidanzata.
-Mi sa che mi sono lasciata prendere un po’ troppo dalle emozioni...-fece l’altra, sorridendo.
-L’ho visto… Sai almeno chi hai sfidato?
-No.
L’Obelisk del terzo anno la fissò per qualche secondo, poi, emettendo un sonoro sospiro di esasperazione, si mise una mano sulla faccia.
-Perché? Chi sarebbe?-chiese la ragazza, cercando di mimare indifferenza. Se fino a pochi secondi prima era sicura di quello che stava facendo, adesso iniziava ad avere qualche dubbio.
-Chazz Princeton… La matricola numero uno dell’Accademia.
-Stai scherzando, vero? Oggi è il primo giorno dell’anno; come fa ad essere già il numero uno?
-Ha frequentato le medie dell’Accademia ed era il migliore tra i ragazzi. La sua è una famiglia molto ricca e influente; possiede una delle aziende leader nel mercato finanziario internazionale e, se non sbaglio, uno dei suoi fratelli maggiori è anche un politico molto famoso. Ho sentito dire che la sua famiglia ha speso moltissimi soldi per permettergli di avere le migliori carte in circolazione. So che è dannatamente bravo e, secondo alcuni insegnanti, potrebbe essere il mio degno successore.
-Se è bravo anche meglio! Le persone arroganti non le ho mai digerite e l’idea di un bel duello mi piace!
-Non dovresti sottovalutarlo…
-E tu non dovresti sottovalutarmi!
-Io non ti sto sottovalutando; sto solo dicendo che devi fare attenzione…
-Figuriamoci se mi faccio battere da un moccioso con la puzza sotto il naso!
Detto questo, la ragazza afferrò l’altro per un braccio e lo trascinò verso l’arena dei duelli. Una volta giunti dentro, videro che i tre Obelisk di pochi minuti fa erano già arrivati e stavano solo aspettando loro. Il ragazzo dai capelli scuri come la notte si trovava già al centro dell’arena, mentre i suoi due amici erano seduti in prima fila, pronti per godersi lo spettacolo. Oltre ai tre del primo anno, non c’era nessun’altro. Ed in fondo, a parte Zane e lo Slifer, nessun’altro aveva assistito al diverbio tra la ragazza e la matricola.
-Sei in ritardo!-esclamò Chazz, con il solito tono arrogante con cui si rivolgeva a chi reputava inferiore.
-Sei tu che sei in anticipo! Per caso non hai ancora imparato a leggere un orologio, moccioso?
-Non sono un moccioso!
-Finché non ti decidi a portarmi il rispetto che merito, continuerò a chiamarti moccioso. Capito, moccioso?
-Bando alle ciance! Duelliamo!
-Non chiedo di meglio!
I due accesero i propri dueling disks, inserirono il deck nell’alloggio e diedero il via alla partita, pescando ciascuno cinque carte.
-Se non ti dispiace, “senpai”, inizio io! Pesco!-esclamò Chazz, mentre pescava la sua sesta carta.
-Mai sentito il detto “prima le signore”?
-Ti avrei fatta iniziare, se tu non avessi un pessimo carattere…-le rispose l’altro.
-Moccioso arrogante…-mormorò la ragazza, lanciando un’occhiataccia al suo avversario.
La matricola, intanto, stava osservando le carte che aveva in mano, cercando di mettere a punto la strategia migliore. Non aveva idea di cosa giocasse la sua avversaria, perciò avrebbe dovuto giocare cautamente, almeno finché non fosse riuscito a capire lo stile di gioco dell’altra.

Anche se è una Obelisk è solo una ragazza. Tutte le ragazze sono Obelisk, che siano brave o meno! Potrebbe essere una dilettante… Però, se va in giro con il Kaiser, potrebbe anche essere una duellante capace. Non posso assolutamente sottovalutarla!”
-Posiziono un mostro coperto ed una carta coperta. Poi termino il mio turno.
-Pesco! Signor moccioso, ti presento uno dei miei mostri migliori! Evoco “Yukimura, samurai fedele” in posizione di attacco.
Il mostro dall’armatura rosso cremisi comparve dalla parte della studentessa, brandendo una katana lucida e brillante come l’acciaio.
-A questo punto posso benissimo attaccarti… Vediamo un po’ cosa hai nascosto là sotto!-esclamò Yomi, lanciando all’attacco il suo mostro con un gesto della mano. Il samurai si lanciò in un affondo, distruggendo la carta coperta e il mostro che rappresentava.
-Non crederai di esserti portata in vantaggio, vero?-fece Chazz, senza riuscire a nascondere un sorriso.
-Non crederai di essere più bravo di me, vero?-le fece eco la ragazza.
-Per caso mi stai prendendo in giro?!
-Perché mai dovrei?
La studentessa stava continuando a scimmiottare l’avversario, facendolo innervosire.
-Sei insopportabile! Chi ti credi di essere?!
-Questo dovrei chiedertelo io?!-esclamò la ragazza, alzando parecchio il tono della voce.
-Io sono Chazz Princeton, l’unico degno di succedere al Kaiser quando si sarà diplomato! Sono il numero uno! Nessuno può sconfiggermi!
Yomi lo fissò per qualche secondo, poi scoppiò in una fragorosa risata. Non era riuscita a trattenersi e si era accasciata a terra in preda all’ilarità.
-Non c’è niente da ridere!-esclamò l’altro, arrossendo leggermente.
-Scusa, ma è troppo divertente!-fece la ragazza, tra una risata e l’altra.
Chazz si stava innervosendo sempre di più. Non capiva perché l’altra stesse ridendo; non c’era niente di divertente in ciò che aveva appena detto. Per lui era una cosa seria e non sopportava che la ragazza del secondo anno lo prendesse in giro.
-Non c’è niente da ridere! Adesso muoviti a giocare!
-Yomi?-fece Zane, avvicinandosi all’arena. Era leggermente preoccupato, soprattutto perché era la prima volta che la vedeva ridere così tanto e temeva che si sarebbe sentita male.
-Lasciamo perdere!-fece la studentessa, tra una risata e l’altra.
-Cosa stai dicendo?!-disse Chazz, più irritato che sorpreso. Gli sembrava di essere finito al centro di un brutto scherzo.
-Sto dicendo che mi è passata la voglia… Dovresti esserne contento!-gli rispose Yomi, mentre estraeva il deck dall’alloggio e spegneva l’apparecchio. Poi, come se niente fosse, scese dall’arena e, dopo aver scambiato mezza parola con l’Obelisk del terzo anno, fece per uscire dalla stanza.
-Ehi! Aspetta un attimo! Cosa significa tutto questo?! Stai scappando, per caso?!-esclamò la matricola, sempre più irritato.
-Io non scappo, però preferisco lasciar correre… Sei un moccioso antipatico e arrogante, però ho l’impressione che imparerai presto dov’è il tuo posto.
-Cosa significa?!
-Sai, a pensarci bene, se io ti sfidassi a duello, mi comporterei da bulla, esattamente come hai fatto tu con quello Slifer. In quanto studentessa del secondo anno, dovrei dare il buon esempio, no? Ma se preferisci, puoi considerarla come una resa… Comunque sia, Chazz, la prossima volta che ti trovo a fare il bullo con qualche altro studente del dormitorio rosso, ti prenderò a calci in culo!
Detto questo, Yomi e Zane uscirono dalla stanza, lasciando da soli i tre del primo anno, ancora sorpresi per l’improvvisa resa della ragazza.

Sono proprio curiosa di sapere quanto realmente vale. Ha detto di voler diventare il degno successore di Zane e sembrava molto convinto di quello che diceva… Sarebbe un peccato se perdesse la voglia di duellare, solo per aver perso contro di me! Se è realmente forte come dicono, allora tanto vale aspettare un po’ e vedere quanto migliorerà!”

  
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