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Autore: Jailer    21/08/2016    1 recensioni
"Quando il Maestro mi ha ordinato di intrattenere una corrispondenza regolare con te, al fine di tenerti al corrente dei fatti che avvengono nei territori sotto la mia giurisdizione, ho storto il naso – e tuttavia ho obbedito. Ancor tuttavia – e per sottolineare il contrasto userei l’espressione volutamente scorretta ma rafforzativa ma però – ma però il naso mi resta ancora storto. A che serve fare un resoconto quando non succede nulla?"
(...)
"Egregio Signor che non deve essere chiamato,
l’occasione fa l’uomo ladro; come la guerra, o questa stimolante corrispondenza, a quanto pare, fanno il
Nobile Manigoldo filosofo."
Storia di una corrispondenza poco formale tra due comandanti durante una Guerra Santa.
Manigoldo e Sisifo.
Genere: Generale, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer Manigoldo, Sisifo di Sagitter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La complicità estiva con Pennac e la Beauvoir mi ha portato a scrivere quanto riportato. È solo un incipit, ditemi voi se continuare. Da parte mia, mi sto divertendo un sacco, anche se non posso garantire sulla regolarità degli aggiornamenti.
Il calendario usato è quello gregoriano, già in uso dal XVI secolo. Per la cronologia mi sono affidata a questo sito: http://www.icavalieridellozodiaco.net/informazioni/articoli/CronoLC.htm . Pongo gli eventi all’incirca verso gli inizi della Guerra Sacra, poco prima. La vigilia in latino è il servizio di guardia notturna. Non so se diventerà una storia su una "coppia". 
E penso non ci sia nulla da dire: Sisifo una peppia, tanto quanto Manigoldo.

 

 

 

Enna, 13 luglio 1743

 

Quando il Maestro mi ha ordinato di intrattenere una corrispondenza regolare con te, al fine di tenerti al corrente dei fatti che avvengono nei territori sotto la mia giurisdizione, ho storto il naso – e tuttavia ho obbedito. Ancor tuttavia – e per sottolineare il contrasto userei l’espressione volutamente scorretta ma rafforzativa ma però – ma però il naso mi resta ancora storto. A che serve fare un resoconto quando non succede nulla?
Ebbene, Sisifo, tutto bene. Non ti chiedo scusa per il gioco di parole perché, dato che devo perdere tempo a scrivere lettere, devo riempirle abbastanza di futilità per far perdere a te il tempo per leggerle. Par condicio: non siamo noi i portabandiera della giustizia?
Quindi, niente di nuovo sotto al caldo sole di Sicilia. L’Etna borbotta un po’, come fanno i vecchi: senza più la forza di arrabbiarsi davvero. La cucina di qui mi piace ma gonfia.
Non uno Specter all’orizzonte: l’Italia non la vogliono nemmeno loro.
Questa  missione, chiamiamola così, non è che una veglia allucinata sul nulla. Una vigilia trascorsa nel deserto: riesci a immaginarla, tu, che sei rimasto ad Atene – l’ombelico del mondo?
L’ozio mi sta bene, comunque. Le cicale cantano forte e conciliano il sonno.
Mi hanno affiancato sei ragazzini – fin troppi: mi negano la quiete.

 

 

 

Athene, 20 luglio 1743

 

Nobile Manigoldo,

non avevo dubbi sul fatto che questa formalità ti risultasse una seccatura. Ti comprendo, ma ti prego di non farmi perdere tempo: io, a quanto pare diversamente da te, ho molto da fare.
Orde di Specters assaltano la Grecia dall’Ovest. Si sussurra che Ades sia risorto in un paesino dell’Italia centrale: le sue armate non si sono dimenticate la penisola, ma evidentemente non si sono ancora accorte della vostra presenza. Arriveranno anche in Sicilia e saranno tanto più feroci, perché combattono su un suolo che reputano essere loro.
Presso di noi si contano già i primi caduti, e sono numeri che non possiamo permetterci. Fa’ il tuo dovere di comandante e tutela le tue truppe: esse sono il corpo del loro generale.
I miei saluti,
Sagittarius

 

 

 

 

 

Enna, 1 agosto 1743

 

Sai, Sisifo? Saresti molto persuasivo se il sottoscritto credesse in un qualsiasi concetto olistico e avesse davvero paura della morte e della disfatta. Ma vedo le anime – è la morte che danza – e le faccio persino una carezza.
Inoltre, non credo in alcun modo che la parte debba sacrificarsi in favore del tutto, né, francamente, che un tutto ci sia.
Io e i sei ragazzini che mi sono stati affidati come codazzo non siamo un corpo solo, né io sono un capo, né loro i miei uomini. Serviamo la stessa causa, ma siamo individui singoli, egoisti e, devo dire, tutti quanti piuttosto riottosi.
Quando mi fanno discorsi del genere do loro una pedata sul sedere. Confesso che lo farei anche con te – confesso anche che, malgrado tutto, non mi permetterei mai. Ma ti chiedo, a mia volta, di non farmi perdere tempo: è inutile giocare agli esaltati, gli unici detentori del nostro credo siamo noi stessi. È solo un caso il trovarci tutti insieme. E non vorrei mai l’onere della loro vita sempre sul punto di essere offerta per la mia.
Sono tutte fanfaluche (buffe queste parole da vecchi, nevvero?)
Ho detto loro di non chiamarmi Nobile Manigoldo, perché è ridicolo. Perché, gli ho detto, insomma, guardatemi.
Il più sfacciato e pratico di loro mi ha chiesto come dovrebbero chiamarmi.
Non fatelo, ho risposto. Adesso mi diverto guardarli annaspare in cerca di un vocativo quando hanno bisogno di me. La cosa li mette così tanto in crisi che hanno imparato a cavarsela da soli.
Attendiamo i signori Specters come Roma ha atteso Annibale, il quale sulla capitale non è mai arrivato. Scettici ma trepidanti.
Dovrei forse far qualcosa per attirare la loro attenzione?
Auguro a tutta l’armata un buon bagno di sangue.

 P.S.:  non sembra anche a te ossimorico fino al ridicolo quel Nobile Manigoldo con cui hai esordito? O forse volevi fare del sarcasmo – quello è ben accetto.
Insomma, guardami.

 

 

 

 

Atene, 15 agosto 1743

 
Egregio Signor che non deve essere chiamato,
l’occasione fa l’uomo ladro; come la guerra, o questa stimolante corrispondenza, a quanto pare, fanno il Nobile  Manigoldo filosofo.
Ti allego i resoconti di El Cid affinché tu capisca come debba essere un resoconto come quello che ti viene richiesto.
Dieci giorni fa, quando mi hai scritto la lettera, abbiamo fermato un attacco su Megara. Non abbiamo subito perdite, ma gli assalti riguardano anche civili, ti prego di stare in guardia.
Per quanto riguarda quanto mi hai chiesto: al momento no, non fate nulla che possa attirare la loro attenzione. Se le cose qui in Grecia dovessero volgere al peggio potrei richiamare alcuni dei tuoi uomini.
Saluti,

Sisifo

 

 

   
 
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