Josuke inspira, e si rende conto che Rohan aveva ragione. Il filtro è troppo umido, pieno di saliva. Non devi succhiarlo, aveva detto, poi si era passato una mano tra i capelli e aveva continuato a dire qualcosa a riguardo; Josuke aveva solo fatto finta di capire, troppo perso per poter ragionare. Rohan, i suoi capelli liberi di muoversi a piacimento perché - finalmente - quella cosa che chiamava “accessorio indispensabile per il suo look di nicchia” era stata accuratamente riposta da qualche parte, Rohan, la sua voce morbida, il fumo, la sigaretta, la luce artificiale delle lampade costose nello studio —
Josuke espira, e una nuvola indistinta di pallido fumo si dissolve davanti ai suoi occhi in pochi minuti. Rohan aveva accettato di farlo fumare a una condizione, per rendere le cose più interessanti, aveva detto; non fumerai con nessun altro, se non con me. Non gli era sembrata una gran cosa sul momento, quindi aveva sorriso - quel suo sorriso così sincero, così luminoso, quel sorriso che Rohan aveva sempre odiato perché lo costringeva a provare sentimenti - e aveva accettato. Non fumerò con nessun altro, è una promessa.
Josuke inspira di nuovo. Espira. Lascia che il tabacco consumi la carta della sigaretta e si limita a osservare come il fuoco distrugga tutto in pochi secondi. Un altro tiro, ed è tutto finito. Un altro bacio, ed è tutto finito.

Cosa hai intenzione di fare, Higashikata Josuke. C’era un rossore non familiare sulle guance di Rohan. Lo incuriosiva. Il suo profumo lo incuriosiva. Le labbra umide e l’odore del fumo lo incuriosivano.
N-non ti avvicinare di più. Aveva balbettato. Josuke non pensava che Rohan potesse suonare così indifeso.
J-Josuke. Rohan chiude gli occhi quando viene baciato.

Josuke suona il campanello e rimane ad aspettare per due minuti interi. Rohan sbadiglia aprendo la porta. Josuke non pensava davvero che Rohan potesse apparire così indifeso.
Ah, sei già qui? Entra, e aspetta che ti chiami prima di salire; devo finire delle tavole.
Josuke aveva rotto la promessa, e Rohan lo sapeva. Rohan sapeva molto di più di quanto Josuke non volesse ammettere. Rohan sapeva che Josuke continuava a suonare quel campanello, ogni giorno alla stessa ora, perché c’era qualcosa altro che lo spingeva a tornare. C’erano quegli occhi chiusi, quelle labbra umide e quel rossore sulle guance.
Josuke si accende la seconda sigaretta della serata e chiude gli occhi, inspira, si fa invadere dal fumo ed espira. Sente gli occhi di Rohan tagliarlo a metà; la sensazione che gli provoca lo rassicura.
Lo farai anche oggi. Josuke apre gli occhi, lascia che la sigaretta si consumi nelle sue mani. Gli occhi di Rohan hanno una venatura color nocciola che non aveva mai notato prima. Inspira di nuovo quando si rende conto di non poter vincere una gara di sguardi contro Rohan Kishibe.
Lo farà anche oggi.