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Autore: Greatad    23/08/2016    2 recensioni
Brevissimo racconto che avrebbe dovuto partecipare ad un concorso... Non mi fossi scordato della scadenza.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«La costellazione della giraffa.» Asserisce Umberto, appoggiando il bicchiere appena svuotato.
Lo guardo dubbioso. «Della giraffa? Ma non esiste.»
Umberto sorride, facendosi riempire di nuovo il bicchiere. «Vengo ogni anno in questo campeggio. Ogni 5 anni si verifica una misteriosa sparizione. I locali evitano di parlarne, ma con sufficienti boccali di birra ti racconterebbero pure di tutti gli ex della loro madre.»
«Sarà, ma stento a credere di una costellazione che si vede solo una notte di agosto ogni 5 anni. È astronomicamente impossibile!» Dico battendo un pugno sul bancone. Il legno produce un attutito thud.
«Davvero pensi di poter fare un’affermazione simile al sesto shot?»
«Vai al diavolo.» Faccio cenno al barista che non ne ho ancora abbastanza.
«Oh, se mai mi capiterà di vedere quella costellazione, volente o nolente…» Bisbiglia il mio amico, stravaccandosi sullo sgabello fingendosi morto.
Un brivido mi corre lungo la schiena. «E piantala!»
Esco dal bar, scocciato. Umberto fa capolino dall’ingresso, e ridendo mi augura un sonno tranquillo.
Di solito non sono così impressionabile, ma l’alcool amplifica sempre le mie percezioni extrasensoriali. Una maledizione che mi porto avanti dalle superiori, quando dopo aver bevuto un bicchiere di troppo ad una festa ho visto il fantasma della madre di un mio amico nel frigorifero. Era gentile però, mi ha pure indicato dov’era il bagno impedendomi di rovinare gli interni dell’elettrodomestico ed evitandomi così una figura di merda con suo figlio.
Ecco, per esempio. Tra la luna e quelle nuvole, a Nord-Ovest come mi ha appena raccontato quel coglione, la costellazione della giraffa. Con le sue inquietanti stelle rosse affisse alla volta celeste. Sospiro, e mi lascio cadere a terra. Il mio sedere mi sgriderà domattina.
Con la coda dell’occhio noto una ragazza. Ferma, in mezzo alla strada, con lo sguardo fisso in alto. Barcollando, mi alzo. Sembra non avere notato questo povero derelitto d’uomo. Fissando le stelle, cammina decisa. Verso Nord-Ovest. Sto per muovere le mie corde vocali, sperando di catturare la sua attenzione, quando mi accorgo che sì sta camminando verso Nord-Ovest. Ma pure verso l’alto, come se stesse salendo una ripida gradinata. Mi lascio ricadere a terra, perdendo i sensi mentre la ragazza si avvicina sempre di più, a quella giraffa tanto affamata di uomini.
  
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