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Autore: Sia_    23/08/2016    2 recensioni
"Tu eri morto, lo capisci?" gli dici ancora, tirandogli un pugno al petto: non lo fai con tanta forza, non è un colpo che può provocargli dolore, ma gliene tiri altri, "Eri fermo e tutti stavano sopra di te, ti chiamavano e tu non rispondevi. Lo sai? George pregava, Ron piangeva e Percy se ne stava zitto ammutolito. Ginny ti guardava da lontano, mentre Harry l'abbracciava sconsolato."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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It's all good
 

 

Gli scricchiolii della Tana nella notte fonda ti hanno sempre un po' tranquillizzato. Ti appoggi al divano esausta e cominci a sentire le braccia più pesanti e la testa persa nel vuoto. Senti la lancetta che continua a girare imperterrita, ma non ti dà fastidio: culla i tuoi pensieri e ti aiuta a catalogarli.
C'era stato Ron che i primi giorni dopo la guerra ti aveva detto che non lo capiva perché Lavanda era morta così, in solitudine e spaventata. Magari aveva urlato, magari si era dimenata per salvarsi la vita, ma era morta. Avevi provato a fargli capire che si va avanti, che si trova un modo per attaccarsi alla vita, ma al suo posto non avresti comunque saputo come viverla, saresti immediatamente crollata.
Poi era arrivato Harry, gli avevi ancora una volta riparato gli occhiali rotti e ti aveva sorriso ingenuamente. Era passato così il primo momento dopo la guerra, riportandovi indietro ai tempi in cui tu e loro eravate tranquilli.
Molly e Arthur per un po' di tempo avevano lasciato le loro mansioni primarie, permettendo che la casa diventasse meno calda di come fosse prima della guerra: gli aggeggi babbani erano rimasti in una camera dimenticati e il pranzo era risultato sempre più cadente. Il resto della famiglia si stava leggermene componendo: Percy amava il suo lavoro e ci correva non appena ne era in grado, evitando lo stesso di mancare troppo da casa. Li aveva persi per un lungo periodo della sua vita, ma questo non significava abbandonarli nel momento del bisogno.
Ginny si era ritrovata presto nelle braccia di Harry, che aveva lasciato perdere i suoi timori stupidi e si era tenuto la più piccola della famiglia Weasley. Passavano il tempo a parlare della loro vita, della loro fortuna. Lei gli prendeva la mano, lo guardava appena poteva per paura di vederlo scomparire di nuovo davanti ai suoi occhi, come già aveva fatto. Si era detta che lei non lo poteva perdere e lo controllava, disseminando le sue più vivide paure.
Poi c'erano stati i gemelli che, piano piano, avevano fatto fruttare il negozio più di quanto facessero prima. Scappavano di casa appena si presentava l'occasione e rimanevano tutti e due a lavoro fino a tardi. Da quando Fred aveva rischiato di morire quella notte, non erano riusciti a lasciarsi andare nemmeno un secondo: erano diventati la coppia più unita dopo Ginny ed Harry e la situazione aveva regalato un po' di felicità alla famiglia.
Tu eri rimasti a fissare tutti: camminavano per la casa come se il loro passo fosse leggero e quasi inesistente, correvano pensando di essere utili prima qui e poi là, sapendo benissimo di farlo solo per diminuire la loro adrenalina in corpo.
Sarebbe potuta andare peggio: Fred sarebbe potuto morire e Harry lo avrebbe potuto seguire velocemente, senza lasciare alla famiglia un attimo per disperare di una sola delle due morti.
Per giorni alcuni erano stati zitti, altri non avevano smesso un momento di parlare. Nessuno di loro aveva più dato per scontato anche solo un minimo gesto, una carezza o una stretta di mano. Ai morti non avrebbero più potuto dare nulla e, per quelli che rimanevano, non risultava mai troppo poca la quantità di affetto che ricevevano.
Uno scricchiolio più impreciso degli altri ti scuote dai tuoi pensieri e vedi Fred scendere per le scale con un sorriso beffardo. Dai uno sguardo più accurato, ma noti con sorpresa che George non è con lui. Ti scorge immediatamente grazie alla luce della finestra che punta leggermente verso di te e sorride nella tua direzione.
Non si avvicina, ma per qualche secondo devia verso la cucina dove poi spunta insieme a dei biscotti e due bicchieri di latte; questa volta sei stata tu a sorridere.
"Siamo rimasti soli." esordisce il gemello, addentando il cibo che ha fra le mani. Mastica con molta calma, come se non abbia fretta di tornarsene a dormire. O forse vuole solo parlare?
"Tu hai George." precisi, ricordando come tu avessi pensato per qualche tempo di vederci doppio perché, appena uno metteva piede in una stanza, compariva anche l'altro tutto pimpante.
"È uscito da quella fase." chiarisce con calma, finendo il biscotto, "È preso da Angelina, non fa altro che parlarmi di lei e di come non veda l'ora d'incontrarla." fa spallucce nel buio, sorseggiando il suo bicchiere di latte e tu finisci per imitarlo, "Quindi, siamo rimasti soli." specifica nuovamente, appoggiando il bicchiere mezzo vuoto sopra il tavolo e sospirando. Addenti un biscotto anche tu.
"C'è sempre Ron."
"Lui dorme, lui non conta." ti dice sorridendo amaramente, sapendo che il sonno di suo fratello non è poi così calmo: succede che spesso si dimeni, chiami Lavanda. Sa anche lui che bisogna tirarlo su di morale, che ci deve essere un modo per portarlo alla vita reale, fuori dalla sua stanza, ma non ha ancora trovato nulla che possa scuoterlo. Sorridi anche tu, consapevole dei suoi pensieri.
"Allora siamo proprio rimasti soli." constati amaramente e ti sistemi sul divano come meglio puoi, senza cercare di toccarlo.
"Come si fa quando si è soli, Hermione?" non lo sai, sei stata sola per due settimane: vedevi gli altri muoversi, ma tu stavi ferma. Aprivi un libro e stavi immobile nella speranza che quel libro ti desse qualcosa. Così non gli rispondi e sei tu a fargli spallucce, dimostrandogli la tua perplessità.
Fred ti fissa appena, un'ombra di un mezzo sorriso gli pervade il volto. Ti vede così piccola nel tuo pigiama, a mangiare l'ennesimo biscotto e a startene su un divano in piena notte. Ti sta guardando come ti ha vista nelle ultime due settimane, quando ti beccava in una delle stanze della casa dove, da una parte Harry e Ginny si tenevano per mano e tu stavi comoda, godendoti lo spettacolo.
Sbuffa per un attimo e si alza in piedi, costringendoti a guardare verso l'alto, "Vieni con me." dice con calma, porgendoti la mano. Fissi il tuo biscotto e non ci pensi due volte a ingurgitarlo in un solo boccone e prendergli la mano. È calda e morbida e la sua stretta ti riporta piano piano alla realtà. È forte e deciso, ma non ti fa male mentre ti tira su per le scale: le fate lentamente per evitare di svegliare qualcuno durante la notte.
Ti porta davanti alla tua stanza e ne apre la porta: come al solito Harry si è approfittato del silenzio della sera per intrufolarsi nella camera e andare a dormire con Ginny. Se ne stanno abbracciati insieme, coordinando i loro respiri per cullare a vicenda i sogni dell'altro. Sorridi inconsciamente e lui ti segue a ruota. Vi guardate negli occhi e chiudete la porta, sentendovi due ladri.
Ti fa segno di procedere verso la camera di Ron e di Harry, che è già leggermente aperta, probabilmente per permettere a Harry di scappare il più silenziosamente possibile. Chissà se anche gli altri sono a conoscenza di questo segreto. Scuoti il capo e cominci a guardare Ron dormire: ti sembra di essere stata riportata indietro di qualche mese, mentre controllavi il suo respiro nella speranza che non stesse morendo e la ferita si stesse curando. Il suo volto è più rilassato, non parla, non si contorce.
La prima sua notte di sonno dopo la guerra sembra essere così lontana: si era svegliato urlando il nome di Lavanda, cercando di capire dove si trovasse e perché lei non fosse lì o, per lo meno, non fosse viva. Ora era calmo, i capelli arruffati gli incorniciavano un'espressione di pace.
Vanno avanti, pensi dentro di te. Il tempo comincia a scorrere per tutti, la sabbia della loro clessidra si muove. Fissi Fred, il suo sguardo è puntato verso Ron, ma non è preoccupato. Scorgi nei suoi occhi un attimo di affetto che non avresti creduto potesse donare al fratello. Gli prendi la mano, ma smetti di guardare il suo volto, spaventata di aver rubato un altro momento unico.
Poi ad un tratto Ron si divincola dalle coperte e comincia a muoversi nel sonno e pronunciare parole sconnesse. Ridete entrambi, senza causare troppo baccano e scappate lentamente da quella stanza per lasciare un po' di privacy al povero Weasley. Chiudete la porta dietro di voi e ridete ancora: è una risata liberatoria, di quelle che non fai da tempo.
"George?" gli chiedi leggermente, troncando la risata.
Dorme anche lui, più tranquillamente dell'altro fratello. Il respiro ti ricorda più quello della prima stanza: è calmo e rilassato. Sorridi nella sua direzione, mentre Fred rompe il silenzio.
"Non volevo la prendesse così, speravo che dopo qualche giorno gli passasse." sussurra ingenuamente, passandosi una mano sul volto.
"Sei quasi morto Fred, come pensavi che potesse reagire?" scuoti il capo, incredula.
"Quando ha perso l'orecchio, io ho fatto una battuta."
"Una battuta di pessimo gusto, devo ammetterlo. Ma tu non respiravi, sei stato immobile per qualche secondo." la tua mente si colora, neanche il tempo di finire la frase che rivivi il momento. Il muro che si infrange al suo lato, Percy che si gira a guardare Fred, George che non comprende. E poi sono tutti sul suo corpo, Harry tiene ferma Ginny, i tre fratelli rimasti si buttano sul corpo immobile e chiamano il suo nome. Vedi Ron che alza lo sguardo su di te, implorandoti di fare un qualsiasi miracolo, di tirare fuori dalla tua mente un rimedio per riportarlo indietro, ma tu rimani ferma. Qualcosa si è spaccato, oltre al muro.
Non fa in tempo a risponderti, che sussurri che lui non respirava, che era immobile.
"Tu eri morto, lo capisci?" gli dici ancora, tirandogli un pugno al petto: non lo fai con tanta forza, non è un colpo che può provocargli dolore, ma gliene tiri altri, "Eri fermo e tutti stavano sopra di te, ti chiamavano e tu non rispondevi. Lo sai? George pregava, Ron piangeva e Percy se ne stava zitto ammutolito. Ginny ti guardava da lontano, mentre Harry l'abbracciava sconsolato."
Fred si becca tutti i pugni che gli tiri e gliene sei grato. Il tempo scorre e anche tu cominci a muoverti, esci da quella terribile sensazione di solitudine e smarrimento in cui eri entrata nelle ultime settimane. Poi lui ti prende le mani, che rimangono a mezz'aria.
"E tu dov'eri Hermione?" ti sorprende mentre te lo chiede e un calore comincia ad accerchiare i tuoi occhi. E tu dov'eri?
Guardavi Ron che ti implorava, vedevi Ginny urlare tra le braccia e di Harry e gli altri due sul corpo possibilmente senza vita di Fred ed eri in piedi. Ron ed Harry si erano messi a correre verso di lui, tu eri rimasta ferma. Nell'esatto momento in cui l'hai visto morto, tu ti sei fermata.
"Ero lì, ti guardavo." sussurri piano, guardando il pavimento.
"Precisamelo, dimmi dov'eri, dimmi perché non eri davanti a me quando ho riaperto gli occhi."
Un altro colpo nel passato. Eri in piedi, le lacrime di Ron ormai erano cadute sul volto di Fred, avevano portato via la polvere che ricopriva la sua pelle. George gli aveva stretto la mano e Percy aveva cominciato a parlargli piano. E il suo petto era lievitato leggermente, tornando giù poco dopo. Un miracolo. E mentre accadeva il miracolo, tu eri ferma a guardarli.
Avevi passato la lingua sulle tue labbra, bagnandole leggermente e ricordando l'ultimo bacio che Fred ti aveva rubato, prima di trovarsi lì per terra. Quanto tempo prima era stato? Prima di partire dalla Tana insieme a Harry e Ron, durante il matrimonio ti aveva rapito dalla folla e ti aveva baciato, prima leggermente, poi sempre e sempre più forte.
"Ero ferma davanti a voi, guardavo la scena."
"Piangevi?" alzi improvvisamente gli occhi su di lui. , stavi piangendo. Annuisci, mentre fa ricadere le mani lungo il tuo corpo e ti abbraccia, ti abbraccia. È così caldo.
"Tu eri morto... " sussurri un'ultima volta, lasciandoti andare a un pianto disperato. Sorride, mentre fa sparire il tuo volto per portarlo verso il suo petto. Senti il suo cuore che batte forte, un colpo dopo l'altro quel rumore ti riporta alla vita.
Ti porta sul suo letto, vi sdraiate uno accanto all'altro. Il tuo sospiro si calma leggermente, la voce non viene più interrotta da i tuoi sussulti improvvisi. E lui può baciarti ora, ruba le tue labbra più volte. Il corpo di Fred è così caldo, ti trovi a pensare colpevole.
Baci la sua pelle, tocchi con le labbra ogni centimetro della sua faccia e del suo collo per continuare a sentire il suo calore, per percepire il suo respiro sul tuo corpo. Ha le pupille così vive, limpide e vivaci anche in tarda notte. Ti fissa sorridendo intreccianeo le tue dita con le sue e chiudendo gli occhi al tuo fianco. Rannicchiandoti di fianco a lui, lo imiti.
Il silenzio vi abbraccia con calma, dandovi la possibilità di riconoscere i vostri corpi. Ti ha lasciato stare per due settimane, ti ha osservato per tanto tempo, ha aspettato che tu fossi pronta per lui e poi è venuto a prenderti. È venuto per scaldare il tuo corpo freddo di paura, per rassicurarti sulla sua vita e mandare avanti anche te.
"Fred?" una domanda sussurrata dall'altra parte della stanza ti sorprende, ma rimani immobile nelle braccia del ragazzo. George, nell'altro letto, si è girato a fissarvi e si è messo a sorridere.
"George." risponde di rimando il fratello, facendo comparire sul suo volto una smorfia malandrina.
"Va tutto bene?" sta guardando verso di te, anche se non lo puoi capire. Ti guarda, stavolta è lui il complice di un amore notturno. Ti guarda riconoscendo in suo fratello un'enorme stima per averti rubato dalla tua vita ed essersi impossessato di te in poco tempo. Consapevole, fin dal primo momento, delle vostre risate nascoste, dei vostri baci veloci e del vostro amore segreto è rimasto indifferente nei tuoi confronti per anni, mentre vi proteggeva da occhi indiscreti.
"Ora va tutto bene." risponde Fred, guardando il tuo volto fermo, disturbato appena dal tuo respiro calmo. Ti accarezza la guancia e sposta dietro l'orecchio una ciocca scappata e ti bacia la pelle.

Ora va tutto bene.


Sia.

   
 
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