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Autore: Kira Eyler    23/08/2016    5 recensioni
[Hinoe Shinozaki/Misuto Kiriya]
"[...]La castana piegò la testa di lato e gli regalò uno dei suoi sorrisi più belli, porgendogli una mano. Misuto non rispose, rimase in silenzio; per un attimo lasciò perdere il carattere della ragazza e scacciò dalla mente il ricordo della Heavenly Host, dei cristalli e di tutto il resto, beandosi del suo perdono. Sorrise di rimando e si stupì del suo gesto: era il primo sorriso che faceva che non era sadico o beffardo.
Dopo la sua morte aveva incontrato il suo angelo e ringraziò Dio per avergli fatto incontrare Hinoe, in modo da ottenere il suo perdono: ora avrebbe fatto un ultimo viaggio gioioso e con l’anima, quasi, in pace.[...]"
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinoe Shinozaki, Misuto Kiriya
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Perdono

“Hinoe aprì la porta della sua stanza, entrò e la richiuse alle sue spalle. Senza guardarsi intorno, si avvicinò al comodino, su cui aveva uno specchio, e prese a pettinarsi i lunghi capelli castani. Non urlò per miracolo alla vista di qualcuno seduto sul tavolo circolare, posto al centro della stanza. Si voltò di scatto verso la figura, lasciando cadere a terra il pettine.
-Misuto!- esclamò Hinoe, posandosi una mano sul petto e sentendo il battito del suo cuore accelerato.
Il ragazzo, che se ne stava seduto a gambe incrociate e con gli occhi chiusi, li aprì e fissò la ragazza con fare annoiato e infastidito.
-Puoi non fare tutto questo baccano?- le chiese -Mi stavo concentrando!-
Quando Misuto smise di guardarla, rivolgendo lo sguardo davanti a sé e chiudendo gli occhi, Hinoe sorrise; raccolse il pettine da terra e lo appoggiò sul comodino, sedendosi sul suo letto posto accanto al tavolo. Osservò Misuto sprigionare la sua aura, prestando attenzione ad intervenire se necessario.”
 
Era sempre stato il benvenuto nella stanza di Hinoe. Con lei si sentiva al sicuro e amato, amato sul serio. Era stata lei a permettergli di studiare la magia nera a casa sua, ed era stata lei ad aiutarlo a controllare il suo potere.
I genitori della ragazza nemmeno sapevano che lui, ogni giorno, entrava nella stanza della loro figlioletta per studiare, chiacchierare o fare altre cose; Hinoe manteneva quel segreto, il loro segreto.
Eppure, quella volta, davanti a lei provava quasi timore; Hinoe perdonava sempre tutti, ma sarebbe stata disposta a perdonare un assassino e colui che aveva ingannato la sua sorellina, Ayumi? Sarebbe stata disposta a perdonare colui che, anche in vita, l’aveva fatta soffrire più volte? Hinoe, per lui, era un essere di grande superiorità, e sperava con tutto il cuore in un suo perdono.
 
“-Voglio veder morire di paura coloro che, per anni, hanno perseguitato la mia famiglia.- disse Misuto, con la massima tranquillità, seduto sul letto di Hinoe.
La ragazza era seduta davanti a lui, su una sedia, intenta ad osservare le Coffee Gum* che aveva tra le mani, regalo tipico di Misuto. Udite quelle parole, alzò lo sguardo verso il giovane e gli sorrise.
-Sono questi i tuoi ideali? Uccidere col tuo potere gli esseri umani?- gli chiese dolcemente e con la sua solita calma.
Misuto annuì a quelle parole. Incrociò le braccia al petto e accavallò le gambe, puntando lo sguardo in ogni singolo angolo di quella stanza che conosceva bene.
-I tuoi ideali sono sbagliati, Misuto- gli disse. Appoggiò le Coffee Gum sul tavolo e chiuse gli occhi, unendo le mani sul pantalone, perdendo il sorriso; continuò, sentendo lo sguardo di Misuto su di lei: -Devi saper perdonare. Loro hanno ucciso la tua famiglia, ma se tu li uccidi, i loro discendenti uccideranno te. La ragione per cui ci sono sempre guerre e morti, è perché nessuno perdona, ma si vendica-
-Come faccio a perdonare chi ha portato alla pazzia mio nonno!? Come posso perdonare chi ha fatto suicidare i miei genitori e mi ha perseguitato per fare delle stupide interviste sul paranormale!?- sbottò d’improvviso il ragazzo, pieno di collera.
Si alzò in piedi, stringendo i pugni lungo i fianchi e guardando la ragazza davanti a lui con gli occhi che bruciavano di rabbia.
-Misuto...- cercò di dire la ragazza, ma il diretto interessato la interruppe.
-Mi è impossibile. Il perdono, per gli esseri umani, non esiste! La crudeltà è nel loro DNA!- esclamò il giovane.
Corse verso la finestra, aprendola, e mettendosi in piedi sul davanzale. Sospirò, e con lui anche Hinoe: il primo per calmarsi, la seconda perché nessuno era entrato in camera sua, attirato dalle urla di Misuto. La fanciulla lo guardò indossare il suo cappuccio e saltare giù dalla finestra senza salutare.”
 
Hinoe lo guardava: sembrava felice di rivederlo dopo tutto quel tempo. Lui, però, non lo era.
Oltre al timore provava anche rabbia, una rabbia che difficilmente sarebbe sparita. Odiava e ammirava Hinoe allo stesso tempo per quel suo cuore pieno di gentilezza, dolcezza e voglia di perdonare: la ammirava perché non aveva mai più incontrato persone come lei, e la odiava perché, se avesse pensato a se stessa invece che agli altri, si sarebbe salvata la vita. Hinoe pensava davvero troppo agli altri e lui la odiava per questo: quella volta, sacrificandosi per salvare la sorella e Naomi, non aveva pensato a lui e al dolore che la sua morte gli avrebbe causato.
Hinoe però era felice di quel gesto e non se ne pentiva. Si avvicinò a lui e gli tolse il cappuccio, prendendo poi a toglierli i ciuffi di capelli dal viso. Lui la lasciò fare, ma poi due parole uscirono velenose dalle sue labbra: -Ti odio-
La ragazza si staccò da lui, perdendo il sorriso. Lo fissava coi suoi occhioni azzurri prossimi al pianto; Misuto non le aveva mai detto quelle parole, nemmeno nei momenti più burrascosi della loro relazione segreta.
-Perché sei così, Hinoe!?- le urlò contro.
Hinoe si portò una mano alle labbra e lo guardò sempre più stranita e confusa. Cosa voleva dire?
-Perché pensi sempre agli altri!? Perché perdoni anche chi non lo merita!?- continuò ad urlare.
Nel silenzio di quell’infinito e vuoto spazio grigiastro, le parole di Misuto rimbombarono e Hinoe sussultò; sentì il suo cuore accelerare, mentre le parole del ragazzo le rimbombavano nelle orecchie.
-Perché quella volta non hai pensato anche a me!? Non hai pensato al dolore che mi avresti causato!? Perché, Hinoe?- concluse.
Strinse i denti e si passò una mano tra i suoi capelli arruffati, lunghi fino alle spalle, puntando lo sguardo altrove per non incrociare quello della ragazza. Odiava quando piangeva, soprattutto se era lui a farla piangere, ma quelle parole gli erano uscite da bocca da sole come quella volta, in cui l’aveva lasciata da sola col suo dolore.
 
“Misuto era in piedi, fuori la porta del bagno di Hinoe, ad attendere con impazienza l’uscita della ragazza. Il suo cuore batteva a mille per l’ansia e l’agitazione, e si stava distruggendo il labbro inferiore. Quando Hinoe finalmente uscì, la prima cosa che Misuto fece fu osservare la sua aura in silenzio: sembrava normale, senza nessuna presenza al suo interno. Eppure Hinoe aveva uno sguardo affranto e faceva quasi difficoltà a parlare.
Consegnò a lui l test e fissò l’espressione di Misuto mutare da una super agitata ad una sollevata.
-Fortunatamente il test è negativo!- gli sentì dire.
Hinoe annuì. Lo sentì parlare ancora e lei se ne stava in silenzio; le parole che sentì erano rivolte più a se stesso che a entrambi. Misuto parlava del guaio in cui si sarebbero cacciati nel caso avessero avuto un figlio appartenente a due famiglie di streghe e stregoni diverse, e la goccia che fece scoppiare a piangere la fanciulla furono le sue parole successive: avrebbe ucciso lui stesso suo figlio, se necessario.
La ragazza scoppiò a piangere, coprendosi il viso con le mani.
-Mi dispiace...- sussurrò tra i singhiozzi -Mi dispiace!-
Misuto gettò a terra l’oggetto e si avvicinò a lei.
-Non scusarti, non devi- le disse, in un tentativo di calmarla.
Hinoe scosse la testa e continuò a scusarsi. Misuto non sapeva cosa fare o perché Hinoe stesse  piangendo; essendo in difficoltà, se ne uscì in silenzio dalla casa della ragazza.”
 
Hinoe lo abbracciò all’improvviso, e lui si ritrovò col viso spiaccicato sul seno di lei a causa della sua bassa statura. La ragazza scoppiò a ridere e si abbassò alla sua altezza per abbracciarlo meglio, senza che lui si sentisse a disagio; Misuto, però, non ricambiò l’abbraccio, ma rimase rigido e fermo, attendendo una risposta.
-Ho visto tutto ciò che succedeva alla mia sorellina- sussurrò Hinoe, staccandosi da lui, malinconica; continuò a parlare, fissandolo dritto negli occhi: -Avrei voluto essere lì a difenderla e a consigliarla. Avrei voluto essere lì con te, per farti capire i tuoi sbagli. Ma se perdono tutti, da come dici, e se ho salvato qualcuno sacrificandomi, è perché il mondo ha già abbastanza crudeltà, e Ayumi e la sua amica potevano fermarne una parte-
Misuto abbassò lo sguardò.
-Mi dispiace, Hinoe- sussurrò, per la prima volta con tono realmente dispiaciuto.
I suoi sbagli li aveva capiti, ma non era Hinoe: lui non avrebbe mai perdonato nessuno. Hinoe gli sorrise di nuovo e lui si sentì immediatamente bene, più sollevato e felice; Hinoe creava in lui sentimenti che non aveva mai provato con nessun altro essere umano. Gli bastava un suo sorriso per sentirsi bene e amato, e gli bastava guardarla negli occhi per ritrovare la sua vera natura.
Lesse la sua aura in silenzio e scoprì che l’aveva perdonato, di nuovo. Non riusciva a crederci: aveva perdonato un essere ignobile come lui. Non sapeva se sentirsi felice o arrabbiato, e questo perché Hinoe mescolava sempre le sue emozioni. Quella ragazza era la sua vita, e la sua morte era stata la sua maledizione.
-Ora siamo insieme, Misuto- gli disse.
La castana piegò la testa di lato e gli regalò uno dei suoi sorrisi più belli, porgendogli una mano. Misuto non rispose, rimase in silenzio; per un attimo lasciò perdere il carattere della ragazza e scacciò dalla mente il ricordo della Heavenly Host, dei cristalli e di tutto il resto, beandosi del suo perdono. Sorrise di rimando e si stupì del suo gesto: era il primo sorriso che faceva che non era sadico o beffardo.
Dopo la sua morte aveva incontrato il suo angelo e ringraziò Dio per avergli fatto incontrare Hinoe, in modo da ottenere il suo perdono: ora avrebbe fatto un ultimo viaggio gioioso e con l’anima, quasi, in pace.
Afferrò la mano di Hinoe e la strinse, con il terrore di perderla di nuovo. La luce bianca e luminosa con cui era apparsa Hinoe li avvolse in un caldo abbraccio, fino a farli sparire insieme, come si erano promessi tempo fa.
 
“Hinoe sentì una folata d’aria gelida accarezzarla. Si coprì col piumone e si voltò di lato, cercando di riprendere sonno; aprì gli occhi di scatto, quando si ricordò che aveva chiuso la finestra prima di andare a dormire.
Si sdraiò a pancia in su; il letto si trovava davanti alla finestra e, mettendosi a sedere, poté notare il ragazzo seduto sul davanzale, illuminato solo dai raggi della Luna. Restarono a fissarsi per alcuni minuti e Hinoe lo sentì dapprima ridere e poi dire con sarcasmo: “Forse avrei dovuto chiudere la finestra”. La ragazza si spostò verso il muro, togliendosi il piumone di dosso e indicando una parte di letto vuota accanto a lei; sapeva che Misuto, da un po’ di tempo, aveva degli incubi dovuti all’uso della magia nera, e varie notti l’aveva sentito intrufolarsi nella sua stanza per mettersi a fissarla. Tanto valeva farlo accomodare!
Misuto non si fece ripetere l’invito due volte: scese dal davanzale con un salto e chiuse la finestra, avvicinandosi successivamente al letto di Hinoe. La ragazza si sdraiò, appoggiando la schiena contro il muro e cercando di fare più spazio possibile al ragazzo. Quest’ultimo si sdraiò accanto a lei di lato, per poterla fissare negli occhi, e coprì entrambi.
-Sai che per te ci sarò sempre- gli disse Hinoe in un sussurro, ricordandogli che avrebbe sempre potuto contare su di lei.
-Noi staremo sempre insieme, te lo prometto- disse in risposta, chiudendo gli occhi.
Si addormentarono uno affianco all’altro, con tutti i pericoli al di fuori e senza pensieri nell’anima, fatta eccezione per uno: vivere per sempre uno accanto all’altra.”

*Coffee Gum: sono le gomme/caramelle preferite di Misuto, le regala ad Ayumi all'inizio del gioco.

Angolo Autrice:
Prima cosa: perché tra i personaggi non c'é il pinguino (Misuto)!? Vi fa così schifo 'sto povero ragazzo di venticinque anni alto 1.54? D=
Seconda cosa: sono la prima ad aver pubblicato una Minoe, yeeeee!
Terza cosa: complimenti a chi ha letto questa schifezza, perché solo così si può chiamare. So che ci saranno numerosi errori (che vorrei segnalaste in una recensione) e che Misuto è super OOC, ma non ce lo vedo fare il sadico, bugiardo e doppiogiochista con Hinoe. La parte del test, comunque, appartiene ad un Extra del gioco (auguri, Hinoe xD stavi per avere un figlio!) e... beh, non ho nient'altro da aggiungere. Ringrazio chi ha letto e chi commenterà questa cosa <3
Un abbraccio pinguinoso,
Kira <3

 
   
 
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