Fanfic su artisti musicali > Shawn Mendes
Ricorda la storia  |      
Autore: emmegili    25/08/2016    1 recensioni
- Comunque, io sono Shawn. –le tendo la mano.
- Amelia –sorride, stringendola.
E come la sua pelle tocca la mia, una scarica elettrica mi pervade il corpo. La guardo incantato, mentre i suoi occhi, azzurri, brillano curiosi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The way you’re lighting up the room
caught the corner of my eye,
we can both sneak out the back door,
we don’t have to say goodbye.

 

Non volevo venire alla festa. L’ultima volta Brian si era preso una bella sbronza e riportarlo a casa era stata un’impresa. Inoltre, avevo deciso di imparare un paio di canzoni. Eppure, Brian e Ian hanno messo tutto il loro impegno nella loro missione, finché alla fine, per farli smettere, ho accettato.
Inizia a fare caldo. Arrotolo le maniche della camicia a quadri rossi fin sopra il gomito. Cerco con lo sguardo i miei due amici. Sono entrambi impegnati a ballare con delle ragazze particolarmente attraenti. Sospiro, appoggiandomi al bancone.
Faccio vagare lo sguardo sulla folla, che balla a ritmo di musica ammassandosi al centro della stanza.
Sospiro, sorseggiando la birra.
E poi la vedo.
Sul perimetro della stanza, lontana da tutti quei corpi sudati che ballano. E’ con una sua amica, che sta ridendo piegata in due per quello che le racconta.
La ragazza si lascia sfuggire un sorriso, davanti alle risate fuori controllo dell’altra. Gesticola con la lattina di coca cola, continuando ad infierire sull’amica.
Continuo a guardarla, sorridendo. I boccoli scuri sono lasciati morbidi sulle spalle, indossa un semplice paio di jeans attillati e una camicetta bianca.
L’amica si scusa, ridendo, e si allontana, probabilmente diretta verso il bagno. Quasi sento la voce di Brian strillarmi nella testa: Vai, cosa aspetti?
Vado. Appoggio la birra sul bancone e mi faccio largo tra la massa, tenendo lo sguardo fisso su di lei che, appoggiata al muro, giocherella con il ciondolo di una collanina argentata.
Quando la raggiungo, fingendo disinvoltura, mi appoggio al muro, accanto a lei. Mi sorride timidamente, prima di tornare a guardare distratta la folla.
- Ti stai divertendo? –mi chiede all’improvviso, senza guardarmi.
Sbigottito, sorrido.
- Nah.
Si lascia scappare un risolino, poi mi guarda.
- Tu? –le domando, mentre intreccia le braccia al petto.
- Nah. –mi imita, per poi bere un sorso della sua bibita.
La osservo per un po’. Se ne rende conto e mi guarda, arrossendo.
- Comunque, io sono Shawn. –le tendo la mano.
- Amelia –sorride, stringendola.
E come la sua pelle tocca la mia, una scarica elettrica mi pervade il corpo. La guardo incantato, mentre i suoi occhi, azzurri, brillano curiosi.
- Piacere di conoscerti, Amelia. –mi schiarisco la voce, grattandomi il collo. Lei continua a sorridere dolcemente, ignara.
- Allora, Shawn, cosa ti porta a partecipare ad una festa alla quale non ti diverti? –mi chiede.
- Oh, i miei amici. –rispondo, osservandola con la coda dell’occhio.
- Incredibile quante cose abbiamo in comune –ride, accennando al gruppo di ragazze che sta ballando con Ian e Brian. Tra loro, noto, c’è anche la bionda che prima rideva con lei.
- Quelle sono le tue amiche? –chiedo stupito.
Annuisce.
- Be’, quelli sono i miei amici –confido, facendola scoppiare a ridere.
Dio, che bel suono. La osservo cauto, notando che è davvero bellissima. Ma la sua è una bellezza non convenzionale, di quelle rare e delicate che ti stregano.
- Senti... –inizio, catturando la sua attenzione –Non dobbiamo per forza restare qua, e non dobbiamo nemmeno salutarci. Possiamo andare a fare una passeggiata, magari.
Pare pensarci un po’ su, poi indica i nostri amici con la lattina.
- E con loro come facciamo? –mi domanda.
- C’è una porta sul retro. Possiamo usare quella.
Fa un sorriso grande, sincero.
- D’accordo.

Guardo le stelle, nel cielo, poi torno su Amelia, che cammina al mio fianco.
- La serata sta migliorando –sorride, per poi tornare a guardare i cuoi piedi.
- Decisamente.
La faccio ridacchiare.
- Così, suoni? –cambia argomento.
Annuisco.
- La chitarra. Ma ho intenzione di imparare a suonare anche il piano e magari la batteria.
- Suonavo il violino quando ero piccola –mi confida, sorridendo.
- Davvero? –le domando.
Conferma, continuando a camminare.
- Questa è casa mia. –indica una casa a lato del marciapiede.
- Ah.
Scruta per un po’ il mio volto, poi prende un profondo respiro e sorride. Cristo, quel sorriso.
- I miei non sono in città, questo fine settimana. Ti va di entrare?
Quasi non credo alle mie orecchie.
- Non c’è fretta –borbotto imbarazzato.
Mi guarda inarcando un sopracciglio, trattenendosi dal ridere.
- Shawn, ti ho solo chiesto se vuoi entrare a bere qualcosa. –puntualizza –Non farti strane idee.
- Certo. Scusa.
Amelia è divertita. Mi dà un piccolo spintone amichevole.
- Rilassati. –ride, salendo i gradini del portico. Non ci penso due volte, prima di seguirla.

- Scrivi, anche? –Amelia si siede sul divano, accanto a me, il bicchiere di acqua precariamente in equilibrio. Si sistema in modo da avermi davanti a sé, poi sorride.
- Sì –le rispondo, guardandola con gli occhi socchiusi.
- Mi faresti sentire qualcosa? –trilla eccitata, indicando una chitarra riposta delicatamente accanto alla televisione. Le lancio un’occhiata interrogativa. Si stringe nelle spalle.
- Era di mia madre. –sussurra, incitandomi a prenderla.
Obbedisco, prendo lo strumento e poi torno a sedermi accanto a lei.
La guardo indeciso, ma lei sorride raggiante e mi chiede di suonarle qualcosa, di nuovo.
Controllo l’intonazione della chitarra, poi pizzico le corde, pensando a quale canzone suonare.
Indeciso, decido di passare all’azione. Improvviserò. Le canterò quello che vorrei dirle.
- I know that we just met, and maybe this is dumb, but I feel like there was something from the moment that we touched, 'cause, it's alright, it's alright, I wanna make you mine... –canto, guardandola dritto negli occhi. Mi ascolta e capisce, abbassa lo sguardo arrossendo, un piccolo sorriso sulle labbra.
Smetto di canticchiare e appoggio la chitarra a terra.
- Be’? –la incalzo quando resta in silenzio –Mi hai chiesto di suonare ed ora non mi dici niente?
Alza lo sguardo e mi sorride timidamente.
- Difficile giudicare dalla prima strofa, non trovi?
- Be’, le altre strofe devo ancora scriverle. D’altronde, ti ho appena conosciuta. –le sorrido ammiccante, il che la fa arrossire violentemente e poi ridere sommessamente.
- Comunque –sussurra avvicinandosi –Non è per niente stupido, Shawn.
Si riferisce a quello che ho appena cantato. Le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi le carezzo una guancia.
Felina, in uno scatto, mi stampa un bacio veloce sulle labbra, poi si ritrae e mi sorride.
- Scusa –aggiunge, colpevole.
Sorrido come un deficiente, mentre mi sporgo e, chinandomi, poso dolcemente le sue labbra sulle mie. Una strana sensazione mi prende allo stomaco.
Sulle prime, Amelia è stupita. Poi risponde al bacio, e sento il suo sorriso contro la mia bocca.
Quando mi allontano, mi sorride. Mi alzo dal divanetto.
- Devo andare. –spiego a malincuore. Annuisce.
Le bacio la fronte, poi mi dirigo verso la porta. Poso una mano sulla maniglia, poi mi volto a guardarla.
- Notte, Shawn. –mi sorride.
- Notte, Amelia.
Mi scruta ancora per un po’.
- Shawn?
- Sì?
- Va tutto bene?
Abbasso per un secondo lo sguardo sulle mie scarpe, poi le rivolgo il mio sorriso più grande.
- Oh, sì. Forse sono solo un ragazzo innamorato.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Shawn Mendes / Vai alla pagina dell'autore: emmegili