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Autore: Black_cat_is_lucky    25/08/2016    0 recensioni
Fanfiction partecipante al contest "Story of our life" indetto da Elettra.C/eleCorti sul forum di efp.
Qui troverete Suguha e una lettera. E Kirito che gliela legge. E... *rullo di tamburi* ... notizie sul prossimo matrimonio di Kirito e Asuna!
No, ok, non ho idea di che scrivere nella presentazione. Leggetela comunque, please OwO
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuna Yuuki, Kazuto Kirigaya, Lyfa / Suguha Kirigaya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suguha non era il tipo di ragazza ossessionata dalla propria cotta. Affatto. Il problema però era che, per cause di forza maggiore, era bloccata nell’armadio dell’uomo che le piaceva mentre il suddetto si stava spogliando per andare a farsi una doccia. Il fatto che colui che le piaceva fosse suo fratello adottivo nonché cugino era solo un mero dettaglio.
Suguha sospirò: Kazuto era soprapensiero da quella mattina, il che voleva dire che ci avrebbe messo un secolo a cambiarsi. Aveva tempo da perdere a stare lì dentro. Con un nuovo sospiro si sedette tra gli abiti appesi, ma non appena ebbe poggiato la schiena al muro sentì qualcosa di duro e spigoloso che le pungolava un fianco.
Presa dalla curiosità afferrò il cellulare dalla tasca della felpa e accese la torcia. Accanto a lei, seminascosta da alcuni pantaloni, c’era una scatola. Suguha la prese in mano con timore reverenziale: era una cosa di Kazuto, sicuramente era importante e altrettanto sicuramente lei non avrebbe dovuto aprirla. Cosa che, nonostante tutto, fece. All’interno c’erano diversi fogli di carta: alcuni imbustati, altri no ma comunque tutti vergati dalla calligrafia ordinata di suo fratello.
La ragazza ne prese uno a caso e lo spiegò. Da come era impostato il testo capì subito che era una lettera. E capì subito anche a chi era rivolta. Asuna. Sempre lei. Anche se adesso aveva accettato che Kazuto vedesse in lei, Suguha, soltanto una sorellina da coccolare e che lei non era la ragazza che aveva occupato il suo cuore, Suguha comunque continuava a provare spesso una forte irritazione quando vedeva scritto il nome della sua rivale da qualche parte. E il fatto che di lì a una settimana non sarebbe più stata la sua rivale ma sua cognata la irritava ancora di più.
Ma Suguha era anche dotata di una curiosità senza limiti, quindi non si fece poi molti problemi a leggerla. O almeno provarci, perché d’improvviso la porta dell’armadio si spalancò e un Kazuto in boxer fece la sua apparizione. Suguha arrossì di botto mentre suo fratello fece una faccia stupita. Anzi, più che stupita: shockata.
< Sugu, che diamine ci fai nel mio armadio?! >
< Io... ehm... Io... > Suguha cominciò a balbettare e gesticolare. E fu allora che Kazuto vide la lettera.
< L’hai letta? > le chiese a bruciapelo. Suguha scosse la testa < Quindi non sai nemmeno cosa c’è scritto. > sospirò l’uomo. Suguha annuì.
< Scommetto che vuoi sapere quello che dice. > Aggiunse poi Kazuto. Ancora una volta Suguha annuì. L’uomo si sedette sul letto e le fece segno di raggiungerlo.
< Su, dammela, te la leggo io. > la giovane gli tese il foglio senza protestare, dimentica che lui era in boxer a meno di dieci centimetri da lei.
La lettera era piuttosto corta, ma, quando Kazuto cominciò a leggere, fu come se l’atmosfera divenisse improvvisamente più fredda. Le parole che uscivano dalla bocca del fratello erano tristi, malinconiche, piene di amarezza. Non sembravano parole adatte a lui.
 
01.01.2015
 
Asuna, amore mio
Ancora non ci credo. Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo aver vissuto insieme, pelle contro pelle, ancora siamo separati. E questa volta non è solo una separazione fisica. Tu sei ancora lì, in quel mondo maledetto che, nonostante tutto, mi accorgo ci ha segnato in maniera positiva. Ma tu sei lì. E io sono qua, costretto a vederti immobile in un letto d’ospedale con degli stramaledetti tubi attaccati alle vene che pure sono l’unica cosa che ti tiene in vita.
E ho paura. Ogni giorno vedo quell’uomo che ti si avvicina, ti sfiora, parla di progetti futuri a cui non voglio nemmeno pensare, perché anche solo l’idea che tu debba vivere la tua vita con un altro mi annienta. Noi che, anche se per poco, abbiamo potuto dire di essere veramente marito e moglie non possiamo farlo. Non adesso. Adesso è qua e qua è il mondo reale. Il mondo in cui siamo per forza separati. Separati dallo status sociale, separati da un matrimonio a cui parteciperai passivamente. Tu sposerai un altro. Un altro che non sono io. Io che posso dire di conoscerti forse meglio dei tuoi familiari, che avrei più che diritto di passare tutta la vita con te, non posso sposarti.
Ed è questo che mi squarcia il petto, che rende ogni respiro difficile, che mi fa venire voglia di tornare laggiù con te. Di non svegliarci più ma comunque stando insieme. Stranamente simili a quei due amanti di Verona. 
E lo so che, in fondo, tu non vorresti sentirmi dire queste parole così amare, ma devo. Devo perché non posso tenermi tutto dentro e perché, se lo facessi, non so cosa potrebbe accadermi. Probabilmente impazzirei. E se ciò accadesse, quando tu ti sveglierai, io non potrò esserti accanto. Perché sicuramente ti sveglierai e tornerai a vivere la tua vita. Ma anche se sarà senza di me spero che tu possa vivere felice. No, ho sbagliato a dirlo. Anche se sei felice, se non sei con me io non resisto. Sei tu che tiri fuori la parte migliore di me. Sei tu che mi illumini la strada. Senza di te sono bloccato: una macchina che smette di funzionare. Paragone azzeccato, non trovi?
Ma il mondo va avanti e adesso l’unica cosa che posso fare per aiutarti è aspettare. Aspettare e sperare che, quando aprirai gli occhi, io sarò lì con te.
 
Tuo,
Kirito

 
Suguha restò in silenzio per un bel pezzo dopo che Kazuto ebbe finito di leggerle la lettera.
Anche suo fratello era rimasto in silenzio immerso nei suoi pensieri, distante da tutto e da tutti. All’improvviso Suguha azzardò una domanda < Davvero ti sentivi così... incompleto senza di lei? >
Era l’unica parola che le era venuta in mente. Incompleto. Come aveva scritto lui: una macchina che senza la corrente smette di funzionare.
< Sai. > disse Kazuto dopo un momento < Incompleto è la parola giusta. Era come se mancasse una parte della mia anima. >
< Ma... > provò ad obbiettare la giovane.
< Sugu. > la interruppe lui < Ti sei mai innamorata di qualcuno senza cui non potevi stare? Come se non avessi più voglia di vivere? >
Suguha si morse un labbro, indecisa se rispondere o no < Si. > ammise poi sussurrando.
Kazuto fece un sorriso mesto e le scompigliò i capelli < Stare lontani è la cosa più difficile del mondo... Conosci quella leggenda cinese del filo rosso? Quella che qua in Giappone chiamiamo “Unmei no akai ito”? >
Suguha annuì < Si, perché? >
< Perché sono certo che anche tu hai qualcuno all’altro capo del tuo filo. Devi solo aspettare, perché non si può spezzare il filo e cambiare il destino. Wei della leggenda ci ha provato ed ha fallito, ma sua moglie dopo che le ha raccontato tutto lo ha amato ancora di più. Succederà lo stesso anche a te: potrebbero volerci anni, ma alla fine troverai anche tu qualcuno che sentirai di non poter lasciare. >
Suguha era ammutolita, ma prima che potesse dire qualcosa Kazuto si alzò e la buttò fuori con un sorriso divertito < E ora esci di qua che vado a farmi la doccia, Indiana Jones degli armadi! >
La giovane ci rimase con un palmo di naso ma, non appena la porta si richiuse dietro di lei, le sembrò di essere più leggera. Lo aveva capito: Asuna era la persona giusta per suo fratello e insieme erano la cosa più bella del mondo. Ma adesso era lei ad essere sola. Stranamente però non si sentiva male come era successo a Kazuto, era più come se un senso di liberazione si fosse impadronito di lei. Voltando lo sguardo verso una finestra vide che uno stormo di colombi si era alzato in volo. Sorrise: adesso era tutto a posto.
 
UNA SETTIMANA PIÙ TARDI
 
< ... lo sposo può baciare la sposa! > Kazuto prese il volto di Asuna, sua moglie, tra le mani e la baciò.
[ … ]
< Asuna. > le sussurrò sulla porta della chiesa mentre gli invitati tiravano loro del riso < Ti amo. > La donna accanto a lui non disse niente, ma si voltò a guardarlo e sorrise. Kazuto vide chiaramente riflessi nei suoi occhi l’ “anch’io” e il “per sempre” che cercava. Girando il viso verso la platea sorrise anche lui: adesso era sua, non sarebbero più stati divisi. Non l’avrebbe più permesso.
 
 
RISULTATI CONTEST:

Quinto posto -->

Grammatica: 8/10
Attinenza al prompt: 7.5/10
Originalità: 8/10
Gradimento personale: 7.5/10

 

ANGOLO DEL GATTO:
Buondì ragazzi ^^
Quest’oggi sono tornata con OS che partecipa a un contest. È il primo della mia vita: auguratemi buona fortuna, vi prego *Blacky Black si inchina*
Bene, che dire? Appena ho visto il prompt e gli anime/manga a disposizione il mio cervello a detto < Scegli SAO! SCEGLI SAO!!! >. Me lo ha urlato, in effetti. Ed ecco perciò come è nata questa OS. Sinceramente, non penso sia del tutto attinente al prompt, ma è uscita così e mi piace U.U
Ah, il titolo non mi convince affatto, per cui, se ne avete uno migliore, ditemelo. Kay?
Ciò detto tanti baci a tutti. Byyye (^-^)/
P.S. Eccovi il link della leggenda https://it.wikipedia.org/wiki/Filo_rosso_del_destino#Citazioni_nei_media  
   
 
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