Fumetti/Cartoni americani > Batman
Ricorda la storia  |      
Autore: Cherolain    25/08/2016    2 recensioni
The Joker/Harley Quinn Harleen sentì il ronzio della lampada a neon divenire sempre più forte, e si rese conto di non riuscire a staccar lo sguardo dai bianchissimi, squadrati e regolari denti del Joker.
"Ohh Harl-e-e-y Quinn, sei così divertente!"
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alfred Pennyworth, Harley Quinn, Joker
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                 ~MONOMANIA~
 
Harley aveva l' abitudine di focalizzarsi ossessivamente sui minimi particolari, e dettagli.
 
Il primo giorno di scuola lo passò piangendo, prendendosela con sua madre che aveva deciso di sistemarle la mollettina rosa sul lato destro della testa, e non a sinistra  come avrebbe voluto.
Alle elementari, durante la lezione d'arte, Andrew Mc'Roy le fece cadere per terra tutti i colori che aveva minuziosamente ordinato sul banco, facendola urlare fino allo sfinimento.
 
Quando arrivò al liceo iniziò a passare sempre più tempo ad osservare particolari singolarità, come il nastro per capelli azzurro di Susie Connor, o la sottile crepa sulla lavagna dell'aula di letteratura inglese.
 
L'incontro con il dottor M. le cambiò la vita, e non fu solo per la relazione clandestina tra i due, quanto per le illuminanti sedute con quest'ultimo.
"Non c'è nulla che non va in lei, signora Quinzel" le aveva detto, con tono pacato " La monomania, per quanto possa essere considerata una patologia, se ben canalizzata, determina un'attività mentale ben superiore alla media."
 
L'equilibrio emotivo portò Harleen ad una ottimale gestione, e consapevolezza, di sè.
Le focalizzazioni dirottarono verso aspetti preponderanti per la crescita dell'ego femminile, ma anche per il successo nel sociale.
Bellissima e brillante, si ritrovò a soli ventiquattro anni a svolgere praticantato ad Arkham, arrivando in cima ad una graduatoria che presentava più di quattrocento aspiranti psichiatri.
 
Terminata la specializzazione, e assunta a tempo indeterminato nel manicomio criminale, Harleen lasciò il dottor M., ormai conscia di essere al pieno delle proprie capacità e di aver raggiunto una quieta, e serena, consapevolezza del proprio io.
 
Si fece strada ad Arkham più che velocemente, grazie all'ottimale gestione, e risoluzione, di quadri clinici schizofrenici e paranoidi.
Furono proprio questo successi, infatti,  che la portarono ad aver assegnato un paziente molto particolare,con una sospetta sindrome di Tourette.
                           ~
Il Joker teneva lo sguardo basso, e ciò faceva risaltare incredibilmente la tagliente curvatura delle sue labbra, e un naso aquilino con una sottilissima cicatrice ancor più bianca della sua pelle.
 
Harleen si aspettava un soggetto terribilmente sfigurato dall'acido, e di certo non uno strampalato dai capelli verdi e dagli abiti piuttosto eleganti, per quando stravaganti.
 
Appena la dottoressa si sedette, il paziente 36983 alzò lentamente lo sguardo, schiudendo i denti in un sorriso sornione.
 
"Ha-rleeee-ee-n Quinzel...che nome ALQUANTO pittoresco" marcò lui, incrociando le dita delle mani sul tavolo.
 
Harleen sentì il ronzio della lampada a neon divenire sempre più forte, e si rese conto di non riuscire a staccar lo sguardo dai bianchissimi, squadrati e regolari denti del Joker.
 
" Cosa ci sarebbe di talmente tanto pittoresco, signor Joker?"
 
" Ohh Harl-e-e-y Quinn, sei così divertente!" cinguettò lui, inclinando leggermente la testa su un lato.
 
E lei, per tutta risposta, cercò con grandi difficoltà di non far tremare la penna nella sua mano sinistra, tentando  di scacciare dal suo sguardo i venosi serpentelli blu che percorrevano quella pelle glabra, e si insinuavano nei suoi occhi. 
                                 ~
La rosa aveva un gambo elegante, e sprigionava un profumo talmente tanto penetrante che la dottoressa Quinzel dovette sedersi per ammirarla.
 
"PER HA-HA-HARLEY"
 
Con il passare dei giorni, era sempre stato più difficile non ripetere quello sciocco nomignolo nella sua testa.
...HA
Gli occhi del Joker erano dello stesso colore del nastro di Susie, anche se il sinistro era leggermente screziato di verde.
...HA-HA
Ogni minima, dannata parte del Joker, era puro colore.
Tutti quei colori che Andrew le aveva fatto cadere per terra, sul freddo pavimento dell'aula, e che forse, in realtà, non era più riuscita ad ordinare.
....HA-HA-HARLEY
Ma forse, in realtà, non era una questione di ordinare, quanto di comprendere. 
....HA-HA-HARLEY QUINN
                             ~
Era stata Harley a far evadere il Joker da Arkham, ed era stata ancora Harley a prosciugare il conto corrente della dottoressa Quinzel per fuggire, andando incontro ad un futuro ignoto, con il clown psicopatico di Gotham.
 
"Fidati di me" le aveva detto lui, e glielo ripeteva ogni giorno, mentre la massacrava ridendo.
 
Quando le sue nocche pallide la colpivano ripetutamente, e sentiva il sapore metallico del sangue, Harley era felice.
 
La dentatura del suo Puddin' era ancora più bella screziata di vermiglio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: Cherolain