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Autore: Megara_Umbreon    25/08/2016    0 recensioni
Racconta di come Tosca ha vissuto, dopo che Salazar ha abbandonato Hogwarts.
Ship: Salazar/Tosca
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tassorosso, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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In apparenza, tutti pensavano fosse ritornata la normalità. Tutti pensavano che, anche se il corpo docenti era stato sfoltito, ognuno sarebbe ritornato alla sua vita. Come se Salazar non fosse mai vissuto, come se fosse un vecchio ricordo, prossimo all'oblio.
Era questo che sembravano trasmettere tutti, persino Grifondoro e Tassorosso, le persone più legate a lui. 
Tosca, infatti, sembrava essere cortese e gentile come sempre, anzi, forse lo era diventata di più, visto che si ritrovò a fare da mentore pure ad alcuni studenti di Serpeverde.
Era radiosa come sempre, dispensava melodiose parole a tutti, fece subito intendere che la scuola senza Salazar poteva continuare perfettamente. Lui non era una parte importante di Hogwarts, non lo era mai stato.
L'unica vera differenza dello stile di vita di Tosca, lo si riscontrò dal fatti che, anche se dimostrava di amare particolarmente la compagnia, si ritrovò chiusa più spesso dentro il suo ufficio a cui ognuno era proibita l'entrata. E tutti pensavano che la donna faceva così perché, la mancanza di un fondatore, le aveva conseguentemente portato ad una mole di lavoro in più, come c'era da aspettarselo. Magari fosse stato il lavoro.

Una volta rinchiusa nella sua camera, si ritrovava sempre a piangere e piangere, con un flusso così continuo che pareva non lacrimasse, bensì formasse, con pura naturalezza, dei ruscelli con occhi come sorgente.
Lei non era arrabbiata con Salazar, non lo detestava per la sua scelta, anche se voleva veramente provare quel sentimento verso di lui. Ogni giorno in lei cresceva sì un'emozione negativa, ma indirizzata esclusivamente verso di lei. Tosca Tassorosso, la paladina dell'amore e dei sentimenti candidi, provava odio puro verso di lei, verso quella maschera di felicità che avrebbe dovuto portare ogni giorno per non disturbare i giovani maghi e Godric e Rowena.
Pensava di avere una tempra forte, di riuscirsi a piegarsi sempre al dolore (se serviva), ma quella volta no, quella volta venne spezzata. Ma forse, forse, poteva ancora salvarsi, poteva trovare un modo per riportarlo da loro.

[…]

Aspettò che calasse la notte, tenebrosa quanto bastava per oscurare il suo cammino.
Raggiunse il salone d'ingresso, con una grande velocità, per poi dirigere l'attenzione e verso la stalla, che si trovava poco più avanti. Stava già immaginando il cavallo che avrebbe scelto e la velocità con cui avrebbe sellato, ma tutto quello rimase nella sua mente, una pura progettazione vana.
« Lumos.»
Disse Godric, con lo sguardo fermo sulla ragazza colta sul posto nel commettere l'azione che già da tempo si aspettava che avrebbe fatto: scappare per trovare Salazar, abbabdonando così la scuola.
« Ne avete messo di tempo per mettere in atto questo piano: proprio vero che siete paziente.»
E non ottenendo alcuna risposta da parte di lei, si avvicinò, con l'aria un po' delusa, un po' empatica, forse perché Tosca era riuscita a trovare il coraggio necessario per iniziare ad attuare quella pazza azione.
« Non vi ascolterà. »
« Certo che non mi ascolterà, se rimango bloccata in queste mura.»
« Tosca—»
« No, Tosca /no/. Voi non inizierete un discorso che non vi convince, solo per far fare a me la giusta azione, intesi? »
« E invece inizierò: come pensate di trovarlo? Da quanto ne so, non ha lasciato nessun indizio di dove sia andato. E, nel caso fortuito in cui lo troviate, cosa direste? "Salazar, ritornate da noi, anche se non rispettiamo i vostri ideali e non condividiamo le regole che avete proposto." Ritornerà senz'altro, se gli direte una frase geniale come questa.»
« State zitto, Godric. State zitto. »
Il capo chinato aveva uno solo scopo: oscurare i sentimenti di rabbia che avidi stavano prosciugando la sua energia, facendo marcire lentamente il suo pacato e dolce carattere.
« Voi, voi— voi non avete nessun diritto di farmi la paternale. Voi non avete nemmeno il diritto di riuscir a vivere così splendidamente anche se Salazar non è più con noi. Era vostro amico! Vostro amico! E non l'avete fermato, l'avete lasciato solo nel momento del bisogno. Avete idea di come si possa essere sentito Salazar nel vedersi le vostre e le mie porte bloccate? Lo avremo distrutto, probabilmente.
E il buffo della situazione è che, anche se è lui quello danneggiato, sembra che sia io quella che ha bisogno di essere salvata dalla sofferenza. Quindi, per piacere, Godric, lasciatemi andare da lui!»
«— Non, posso.»
«Invece puoi. PUOI.»
«No e vi spiegherò il motivo: se voi andrete da lui, morirete di dolore e non lo posso permettere.»
«Forse voi non avete capito ancora: io sto già morendo di dolore e Salazar è l'unico veleno e antidoto che può guarirmi

   
 
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