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Autore: rinoa81    29/04/2009    4 recensioni
Il silenzio che regnava in quella foresta sembrava davvero surreale. Forse anche troppo, contando quello che era successo poco tempo prima. Eppure, almeno apparentemente, tutto era tornato alla normalità. Riuscivano a distinguersi soltanto pochi rumori; il verso di qualche uccello in lontananza, il fruscio delle foglie carezzate dal vento, lo scoppiettare di tanto in tanto del fuoco intorno al quale Naruto stava sveglio di guardia. Era stanco, doveva ammetterlo, ma si era comunque offerto di iniziare il turno, dopotutto gli altri meritavano il riposo più di lui, e di certo non avrebbe potuto prendere sonno tanto facilmente, i segni dello scontro precedente erano ancora impressi nella sua mente.
Sebbene fossero riusciti a liberarsi di Itachi, o meglio, del suo clone, temeva di vederlo riapparire da un momento all’altro, che lo imprigionasse di nuovo in una delle sue illusioni, facendogli rivedere ciò che in quel momento la sua mente gli riproponeva velocemente, come una carrellata di immagini che scorrevano dapprima lentamente, continuando sino a diventare sempre più veloci. Non era sicuro di poter reggere una seconda volta.
[V Classificata alla VI Minisfida di Criticoni]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Reality
Alla mia tesò.
Perchè gliel'avevo promessa per Natale,
perchè mi perdonerà se ha aspettato così tanto e alla fine forse non è valsa la pena. :P
A te, tesò, che sei uscita dalla tua "illusione", per vivere finalmente la tua realtà.
Ti voglio bene.









Disclaimer: I personaggi di Naruto non sono miei, ma appartengono a Masashi Kishimoto.
Nota: Questa storia non contiene spoiler, ma fa riferimento ai capitoli 259-260 del manga, dove appunto è ambientata. Inoltre, partecipa alla VI Minisfida indetta dal sito di Criticoni.    




Reality
#17. Jade Green (Verde Giada)



Il silenzio che regnava in quella foresta sembrava davvero surreale. Forse anche troppo, contando quello che era successo poco tempo prima. Eppure, almeno apparentemente, tutto era tornato alla normalità. Riuscivano a distinguersi soltanto pochi rumori; il verso di qualche uccello in lontananza, il fruscio delle foglie carezzate dal vento, lo scoppiettare di tanto in tanto del fuoco intorno al quale Naruto stava sveglio di guardia. Era stanco, doveva ammetterlo, ma si era comunque offerto di iniziare il turno, dopotutto gli altri meritavano il riposo più di lui, e di certo non avrebbe potuto prendere sonno tanto facilmente, i segni dello scontro precedente erano ancora impressi nella sua mente.

Sebbene fossero riusciti a liberarsi di Itachi, o meglio, del suo clone, temeva di vederlo riapparire da un momento all’altro, che lo imprigionasse di nuovo in una delle sue illusioni, facendogli rivedere ciò che in quel momento la sua mente gli riproponeva velocemente, come una carrellata di immagini che scorrevano dapprima lentamente, continuando sino a diventare sempre più veloci. Non era sicuro di poter reggere una seconda volta.

In realtà, gli sembrava di non essere mai uscito da quella trappola di immagini, di voci, di parole. Si era ritrovato completamente disarmato, impotente, tutto quello che era riuscito a fare era stato sperare che finisse tutto in fretta. Non voleva morire, non prima di aver salvato Gaara, non prima di aver riportato Sasuke al villaggio, non prima di essere diventato Hokage. Aveva desiderato fortemente che Itachi lo colpisse ancora cento volte in cento punti diversi, pur di non vedere, di non sentire. Avrebbe sopportato senz’altro il dolore fisico, ma Itachi non era il primo venuto, sapeva bene come e dove colpire. I suoi occhi, freddi e inespressivi,  il suo sguardo, concentrato e impassibile mentre aveva dato inizio alla sua tortura… non avrebbe dimenticato facilmente. Credeva di essere pronto ad un eventuale scontro con lui, aveva evitato di guardarlo negli occhi, ma non aveva funzionato. Era ben cosciente di essere caduto in una delle sue illusioni, sapeva che quello che stava accadendo non era reale, ma… faceva ugualmente male.

Portò una mano a toccarsi il collo, non era rimasto nemmeno il livido, ma aveva l’impressione che gli bruciasse. Istintivamente chinò la testa a guardarsi la pancia, voltandosi poi verso la sua spalla sinistra, finendo con l’alzare la mano, guardandone il palmo.

“Quella volta non sono riuscito a ucciderti.”

“Perché non hai fermato Sasuke? Io mi fidavo di te.”

“Non sei riuscito a difendere il tuo compagno. Mi aspettavo molto da te. Mi hai deluso.”

“Tutto il meglio tocca sempre a te. Perché anch’io non posso essere felice?”

Chiuse gli occhi stringendoli forte, scuotendo la testa per cancellare quelle immagini. Ci riuscì momentaneamente, distratto dal rumore di passi provenienti alle sue spalle. Provando a darsi un'aria abbastanza tranquilla, Naruto si voltò indietro, incontrando una Sakura dall'espressione incerta che si era fermata a pochi passi da lui. Le sorrise incoraggiante, ma lei non disse nulla, riprendendo a muoversi per prendere posto intorno al fuoco.

Qualcosa la turbava, gli sembrava evidente, dato che non dormiva e i suoi occhi apparivano inquieti.

Gli occhi di Sakura. Gli piaceva molto quel taglio particolare che avevano e il loro color verde giada, che spesso si perdeva ad ammirare riuscendo a recuperare la calma quando serviva. Avevano un effetto tranquillizzante su di lui, e in molte occasioni gli era bastato guardarli per capirla. Come in quel momento. Non sapeva se era perchè la conoscesse ormai così bene da poterlo fare, o se invece era merito suo che riusciva a farsi capire persino da uno stupido come lui, ma non gli importava poi molto, bastava riuscirci in qualche modo.

"Non hai sonno, Sakura-chan?" le chiese con un tono di voce cautamente basso da non disturbare gli altri che dormivano da lì a pochi metri, mentre tirava un legno sul fuoco.

Lei rimase in silenzio per qualche istante, con lo sguardo come ipnotizzato dalla luce rossa davanti a sè, scuotendo piano la testa in cenno negativo per risposta.

"Però dovresti provare a riposare, sai? Domattina riprenderemo il viaggio, e..."

"Naruto." lo interruppe lei, guardandolo in faccia per la prima volta da quando si era seduta. "Quello che ha detto la vecchia Chiyo..."

"Sakura-chan..." disse in sussurro, sorpreso dal fatto che si stesse preoccupando ancora per lui. Anche se la cosa da una parte lo riempiva di piacere, dall'altra non sopportava di vederla turbata. Il colore dei suoi occhi si era fatto più scuro e osservandoli, gli vennero in mente quelli che aveva visto nell'illusione di Itachi, freddi e arrabbiati, delusi e senza luce. Sakura non gli aveva mai rivolto uno sguardo di quel tipo, sebbene l'avesse fatta arrabbiare non poche volte, e fosse sicuro di averla delusa.
 
E mai lo avrebbe fatto, aggiunse una vocina dentro di lui, mentre le sorrideva per rassicurarla.

"Non devi preoccuparti, Sakura-chan... "

"Stupido... ti rendi conto della gravità della cosa o no?" lo rimproverò lei. Sapeva che Naruto tendeva a sminuire le difficoltà che lo riguardavano, ma quello le sembrava troppo. Si trattava di una cosa seria, ne andava della sua stessa vita, non riusciva a fare come se niente fosse.

"Stai tranquilla, andrà tutto bene." si battè un pugno sul petto con orgoglio, "Parola del futuro Hokage!" e le sorrise ancora, mentre lei sospirava rassegnata.

"Sei irrecuperabile..."

Naruto ridacchiò, buttando un altro legnetto sul fuoco, pensando che forse Sakura non aveva tutti i torti. Andò a sedersi accanto alla ragazza, notando il suo viso farsi più rilassato, e il colore dei suoi occhi tornare più chiaro. Si ritrovò a fissarli ancora senza accorgersene, mentre un senso di calma lo invadeva, mandando via la tensione che aveva accumulato durante quella giornata, durante quello scontro. Sentiva scivolare via di dosso l'ansia, la paura, i dubbi e le domande che quella maledetta illusione gli aveva portato, anche se non del tutto. Ma ce l'avrebbe fatta, perchè quella non era la realtà, sebbene avesse le idee un po' confuse al riguardo. Non voleva fare il gioco di Itachi; anche se non era sicuro che fosse quello il suo scopo, lo stava torturando anche fuori della sua illusione. Era quello il vero potere dello Sharingan? Non lo sapeva. E in quel momento, catturato dagli occhi di Sakura, non gli interessava.

"Naruto, vai a dormire, ci penso io qui." la voce della ragazza lo riscosse dallo stato di semi trance in cui era caduto, non facendo caso al lieve rossore sulle guance di lei, che probabilmente avrebbe detto fosse causato dal calore del fuoco.

Non obiettò, iniziando ad avvertire soltanto in quel momento tutta la stanchezza, gli occhi bruciare e farsi pesanti d'un tratto. L'idea di lasciare Sakura lì da sola non lo entusiasmava, ma restare e fare il testardo avrebbe potuto causare guai a tutti. E poi Sakura sapeva cavarsela benissimo da sola ormai, non c'era ragione di preoccuparsi. I due ragazzi si diedero la buonanotte, mentre Naruto andava a prendere posto in quello che doveva essere il suo letto. Notò lì vicino le coperte di Sakura ancora intatte, prendendone una.

Quella notte fu tranquilla, l'ultimo turno toccò alla vecchia Chiyo che diede il cambio ad una Sakura con la sua coperta sulle spalle, attenta che il fuoco non si spegnesse.

******

Il mattino seguente Kakashi diede alcune direttive prima di partire, si fermarono soltanto un paio di volte per mangiare qualcosa e riprendere un pò fiato. Non avevano incontrato nessun tipo di problema, l'unica cosa strana era Naruto che stava in silenzio e rimaneva da solo a chiudere la fila mentre correvano. Il Jonin rallentò il passo, lasciando andare avanti Chiyo e Sakura, accostandosi a Naruto e seguendo il suo ritmo.

"Tutto ok?" domandò guardandolo di sfuggita.

"Sì, credo di sì..."

"Naruto." Kakashi gli si avvicinò di più, guardando davanti a sè con la sua solita aria imperturbabile. "Non so cosa Itachi ti abbia fatto vedere, ma qualunque cosa sia, dimenticala."

Il ragazzo sgranò gli occhi, sorpreso che l'uomo avesse capito cosa lo tormentasse. La sera prima era riuscito momentaneamente a mettere da parte quei pensieri, che però erano tornati poco dopo essersi svegliato, maledicendo Itachi. Si arrabbiava anche con se stesso, perchè non avrebbe dovuto cascarci, invece c'era dentro fino al collo e non sapeva più come uscirne. Dimenticare... facile a dirsi, chissà se tutte le altre vittime di Itachi si erano sentite come lui, chissà se lo stesso Kakashi era riuscito a dimenticare in fretta...

Guardò il suo maestro per un attimo,  promettendosi di provare a fare come gli aveva suggerito. Si fermò su un ramo, dove Kakashi lo seguì.

"Va bene, ci proverò..."

L'uomo gli sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.

"Forza, Naruto."

Lui annuì, riprendendo a correre e saltare tra gli alberi con più velocità, raggiungendo Sakura che lo accolse con un lieve sorriso.

Proseguirono verso la loro meta imperterriti, fino a quando si fece sera e furono costretti a fermarsi. Ormai erano quasi arrivati, Naruto diventava man mano più impaziente e fortunatamente non aveva più pensato ad Itachi e alla sua illusione così spesso. O almeno si imponeva di non farlo. Tutte le volte che il ricordo riaffiorava, andava in cerca dello sguardo di Sakura, dei suoi occhi. E non poteva fare a meno di tornare in sè, come se ogni volta lo salvasse da quell'incubo, anche se inconsapevolmente. Guardare quegli occhi verdi era sufficiente per accantonare quelli visti nell'illusione, anche se le parole erano forse più difficili da dimenticare, questo doveva ancora capirlo. Nonostante ciò, l'idea che avrebbero potuto incontrare nuovamente Itachi lo preoccupava. L'Uchiha sembrava saper scavargli dentro con uno sguardo, aveva capito le sue debolezze, e non si era fatto nessuno scrupolo ad usarle contro di lui. Non era affatto corretto pensò, ma d'altronde cosa aspettarsi da una persona che aveva sterminato il suo clan senza battere ciglio? All'apparenza sembrava totalmente privo di emozioni... ma era veramente così, poteva esistere una persona del genere? Eppure, a ben pensarci, i suoi occhi non erano cattivi, anzi... gli era addirittura parso che fossero vuoti, tristi.

Cercò Sakura, voltandosi, stava seduta ai piedi di un alberò lì vicino. Rimase a fissarla per alcuni minuti, fino a quando Kakashi non fece segno ad entrambi di andare a riposare. La vecchia Chiyo iniziò il primo turno di guardia, seguita da Kakashi. Quando fu la volta di Sakura era già notte inoltrata, la ragazza si posizionò intorno al fuoco, simile a quello sera precedente, avvicinandosi più del dovuto a causa del freddo. La situazione appariva tranquilla, in realtà era tutto il contrario. Non aveva idea di cosa l'aspettasse, niente era come sembrava. Ma aveva intenzione di dare il meglio, sentiva una carica di energia non indifferente anche se non aveva idea da dove arrivasse.

O forse sì.

Da quando la vecchia Chiyo aveva rivelato come venivano sfruttate le forze portanti, e che cosa accadeva quando ad una di esse veniva sottratto il cercoterio, le si era smosso qualcosa, al punto da non riuscire a controllare le proprie emozioni, e aveva praticamente gridato a Naruto la sua preoccupazione per lui.
Al solo pensiero le tornava il groppo in gola, sentendo una stretta al cuore accompagnata da una strana sensazione alla bocca dello stomaco che non riusciva a controllare. Le mani appoggiate al terreno si strinsero in pugni, mentre sentiva la rabbia montarle per la prima volta in un modo che la sorprendeva. Non sapeva con chi prendersela, non sapeva cosa fare, il senso d'impotenza era schiacciante. Non avrebbe mollato, Naruto aveva saputo tranquillizzarla come al solito, e la sua determinazione l'aveva contagiata. Buffo, sì, teoricamente avrebbe dovuto essere il contrario, eppure le sembrava naturale così. Oltretutto non voleva più piangersi addosso, ed essergli di aiuto, il più possibile.

Scrollò le spalle per rilassarsi, mentre si allontanava di un poco dal fuoco, il cui calore si era fatto troppo intenso. Passò gran parte del tempo solamente a fissare quel piccolo falò, con i suoni naturali della foresta a tenerle compagnia, rimanendo sempre e comunque all'erta.

Alla fine del suo turno Sakura non si sentiva minimanente stanca, anzi pensava di non svegliare Naruto e di finire lei l'ultimo turno. Ma lui era già lì, le andava incontro sbadigliando e scompigliandosi i capelli. Gesto che la fece sorridere, spesso sembrava davvero un bambino.

"Vai pure, Sakura-chan." le disse mentre si stiracchiava, sgranchendo braccia e gambe.

La ragazza avvertì qualcosa di indefinito nel suo tono di voce, notando le occhiaie scavate sul suo volto.

"Non hai dormito?" domandò al ragazzo che andava a sedersi di fronte a lei.

"La vecchia russa..." tentò di scherzare il biondo, con un sorriso smorzato.

Sakura non fu per niente convinta da quella risposta, decisa a quel punto di capirci meglio.

"Strano, non mi è sembrato di sentirla particolarmente..."

Naruto alzò gli occhi sulla ragazza, per poi riabbassarli quasi immediatamente sul terreno sottostante.

"Ho fatto un incubo..." le confessò d'istinto.

Sakura rimase sorpresa, Naruto non le sembrava il tipo da farsi impressionare dai sogni, ma in quei giorni le era sembrato strano, pensava fosse per via di Gaara, adesso iniziava a credere di sbagliarsi.

"Che cosa hai sognato?"

"Itachi..."

"Itachi?"

Naruto annuì piano, mentre muoveva un piede avanti e indietro contro la terra. Ancora quell'uomo, ancora quegli occhi, ancora quelle parole. Voleva dimenticare in fretta, si stava impegnando, ma non aveva messo in conto gli incubi anche in sogno.

Soltanto in quel momento Sakura si rese conto di aver trascurato un dettaglio importante. Itachi. Per lei era finito tutto nel momento in cui aveva tirato fuori Naruto dall'illusione, e al termine dello scontro non ci aveva più pensato. Al contrario di lui, evidentemente. Non aveva idea di cosa Itachi gli avesse potuto fare vedere, non aveva il coraggio di chiederglielo, ma lo fece.  

Inizialmente Naruto non voleva dire nulla, poi si convinse. Forse parlarne a qualcuno, avrebbe esorcizzato tutto.

Fu davvero così, in un certo senso. Si sentiva più leggero anche se un pò stupido, quand'ebbe finito di parlare. Credeva di essere l'unico a sentire ancora la presenza di Itachi e i suoi occhi che non gli si staccavano di dosso, nonostante fossero a chissà quante miglia di distanza in quel momento.

Nessuno dei due ragazzi disse più una parola per diversi minuti. Sakura era rimasta ad ascoltare in silenzio, abbandonando definitivamente l'idea di andare a dormire, cercando di immaginare cosa Naruto avesse provato in quegli attimi. Strinse la stoffa della gonna tra le mani, per poi alzarsi e prendere posto accanto a lui.
Ricordava di aver vissuto una cosa simile, anche se non era stata opera di un Uchiha, e per quanto cosciente che si trattasse di un illusione, l'immagine di Sasuke infilzato da tantissimi kunai in vari punti del corpo, morente, non l'aveva più scordata.

Si voltò lentamente verso di lui, cercando di assumere un'espressione il più rassicurante possibile.

"Naruto..." iniziò, "so che sto per dirti una banalità, ma... quello che hai visto è solo un'illusione."

Naruto corrucciò la fronte, attento a quello che la ragazza diceva.

"Solo un'illusione." ripetè lui.

"La realtà è ben diversa, Naruto. Chi usa le arti illusorie lo sa bene, e punta sulle paure... lo sai, no? Ti fa vedere ciò che tu temi, non vorresti mai vedere, o sentire."

Il ragazzo annuì. Gli stava dicendo cose che lui sapeva già, che si era ripetuto chissà quante volte.

"Hai paura che quella sia la verità o che possa diventarlo, non è così?" gli chiese la ragazza, inclinando leggermente la testa su un lato.

Naruto si trovò ad annuire ancora una volta, sentendosi un pò a disagio. Razionalmente, Sakura aveva ragione. Ma in quelle situazioni non riusciva a ragionare con la testa, si faceva trasportare dalle emozioni, o dai sentimenti, anche se gli avevano ripetuto che un ninja doveva metterli da parte.

A lui sembrava impossibile.

"Naruto... è normale avere paura, non c'è nulla di male in questo. So che sentire quelle cose ti hanno ferito, ma..." Sakura si fermò, sorridendogli.

"Non so cosa passi per la testa di Sasuke esattamente, ma non ti ha ucciso. Poteva farlo, no?"

Naruto sussultò leggermente, aprendo la bocca per dire qualcosa che però non uscì.

E Sakura continuò.

"Kakashi-sensei avrebbe potuto rimproverarti se tu avessi abbandonato Sasuke. Ma hai provato a fermarlo, come me, quindi non poteva essere deluso da questo, non credi? Lui ci ha insegnato di non abbandonare mai un compagno, e tu non l'hai fatto."

Naruto iniziava a capire ciò che Sakura voleva dirgli. Quello che lui, imprigionato dentro l'illusione di Itachi, non era riuscito a vedere.

La realtà.

"Non conosco molto Gaara, però... grazie a te aveva deciso di provare a cambiare in meglio la sua vita, non potrebbe avercela con te. Anzi, penso ti fosse riconoscente. Quello che è successo adesso... non è colpa tua, Naruto. Ti stai praticamente buttando tra le braccia di coloro che ti cercano, per lui."

A volte la realtà non è facile da vedere. Spesso i dubbi, le domande, le paure, appannano tutto e peggiorano le cose. Sembra di cadere in un circolo vizioso senza fine, in un labirinto senza uscita. Eppure la verità è lì, non si muove, resta in attesa di essere vista. Ci era voluto un pò, ma adesso Naruto vedeva tutto in modo chiaro. Non aveva bisogno di rassicurazioni, ma di qualcuno che gli mostrasse l'uscita reale dell'illusione.

E Sakura lo aveva fatto. Gli stava dicendo quelle cose perchè aveva capito che lui non riusciva più a vederle. Ed era sicuro che non gli stesse mentendo, lo si poteva capire solamente guardandola negli occhi. Quella luce, quel modo particolare di brillare, quel colore speciale che lui aveva imparato a conoscere bene, e che tanto gli piaceva, non erano un'illusione, non avevano niente a che vedere con quelli di Itachi che lo avevano catapultato più volte in quella specie di incubo.

"E... Naruto," la ragazza si fermò per qualche secondo, con lo sguardo sicuro ma morbido. "io mi fido di te, davvero. Forse più di chiunque altro." Distolse gli occhi portandoli sul fuoco subito dopo aver terminato la frase, non sapendo reggere l'espressione che Naruto aveva assunto in quel momento. Doveva essere veramente tremenda, se quando provava a mostrare che gli importava di lui, faceva quella faccia.

Le venne da sorridere, e tornando a guardarlo notò che si grattava una guancia con l'indice.

"Sakura-chan... grazie." disse finalmente lui. Forse non avrebbe mai dimenticato quell'illusione, la ferita che gli aveva provocato era ancora lì, ma iniziava a rimaginarsi. Non aveva più paura, non sentiva più inquietudine.

Era stato salvato per la seconda volta.

Sakura gli fece segno di no con la testa, sorridendo. Gli toccò un braccio in segno di rassicurazione, sentendo lo stomaco stringersi in quella strana sensazione a cui non sapeva dare nome.

"Perchè non riprovi a dormire, adesso? Abbiamo ancora un pò di tempo, vai!" lo esortò, alzandosi e prendendo un legnetto da bruciare.

"Scherzi? Questo sarebbe il mio turno, non il tuo! Via, sciò!" la cacciò scherzosamente il biondo, togliendole il legnetto dalle mani.

"Ti faccio compagnia. Non sia mai che ti addormenti come un citrullo..."

"Che cooosa? Ma Sakura-chan!"

"Ssssh... non urlare, stupido!" gli tappò la bocca lei, fiondandosi su di lui.

A quella vicinanza, Naruto si perse per l'ennesima volta nel verde degli occhi della ragazza, rendendosi conto che finiva così tutte le volte che li guardava. Che fossero secondi, minuti, ore, non faceva differenza. L'effetto lo spiazzava tutte le volte. Non c'era finzione, nessuna illusione.

Solo Sakura. Solo realtà.

"Naruto? Tutto bene?"

"Sì, è solo che..."
 
"Cosa?"

"I tuoi occhi..." sorrise della sua espressione stranita, facendola arrossire quand'ebbe finito la frase.

"I tuoi occhi sono bellissimi, Sakura-chan."

******

All'alba Kakashi svegliò la vecchia Chiyo. Il Jonin rimise a posto le proprie coperte, radunando poi gli altri. Avvertì subito un altro tipo di atmosfera nell'aria, più tranquilla, se così si poteva dire date le circostanze, segno che Naruto era di nuovo in forma.

"Siamo tutti pronti?" chiese l'uomo, lanciando un'occhiata generale per controllare la situazione.

La vecchia Chiyo annuì, mentre Sakura si scambiava uno sguardo con Naruto, che saltò su un albero, carico di energia.

"Vado avanti io!"

Kakashi scosse la testa con un mezzo sorriso, mormorando "sempre il solito" facendo poi cenno alle donne di andare.

Per tutto il viaggio Naruto guidò la fila con Sakura accanto, Kakashi e Chiyo dietro quasi sconcertarti dalla foga con la quale i due ragazzi correvano e saltavano.

Niente più dubbi e incertezze, niente più immagini e parole falsate a distoglierlo dalla realtà. Se in futuro avesse nuovamente incontrato Itachi non si sarebbe fatto cogliere impreparato, aveva trovato il suo metodo personale per contrastare il suo Sharingan.

Occhi color giada, e realtà.

******
Note dell'autrice: Vogliamo parlarne? Ma anche no! XD
Beh, che dire, ho scritto questa storia con non poche difficoltà a causa delle condizioni della Minisfida, mannaggia a Def e a Itachi. ù_ù Per chi ne vuole sapere di più. vada qui: http://www.criticoni.net/mini06
E' stato un modo in ogni caso per tornare a scrivere qualcosa, e mettermi alla prova. Non so quanto sia riuscita nell'intento, ma voglio ringraziare Lù per avermi convinta a partecipare, e ai continui incoraggiamenti dei miei amici. Mi sopravvalutate troppo, ma vabbè. XD
Spero di aver fatto un discreto lavoro. Tutto sommato mi piace, e lasciatemelo dire, è già tanto per me. Anche se le condizioni in cui ho scritto non erano delle migliori, carta e cellulare testimoniano. XD
Grazie a tutti per aver sopportato i miei scleri come al solito, un giorno vi saprò ripagare.
Grazie come al solito a Sakura84 alias la mia tesò che ha corretto come sempre, con cui mi scuso perchè non sono capace neanche di scrivere una dedica come si deve. ç_ç
Alla prossima! See Ya!
   
 
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