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Autore: Harryette    26/08/2016    0 recensioni
Di questi anni ci resteranno le litigate a vuoto a perdere e le urla senza senso, i mutismi forzati di chi ha invece fin troppo da dire, la paura di affrontare l’altro e il senso di colpa, l’inadeguatezza, il non sapere chi cazzo siamo e dove cazzo andiamo, convincersi che è normale – si, è normale – siamo giovani.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ai miei am(ne)mici


Di questi anni ci resterà l’eco delle nostre voci alla sera, quando fuori fa troppo freddo ed io chiedo a qualcuno (chiunque) di prestarmi la felpa perché rischiano di cadermi le braccia, resterà la scia della musica dei Modena City Ramblers ascoltata in macchina mentre si sfreccia ad una velocità improponibile.
Di questi anni ci resterà il profumo del dopobarba sulla pelle e i capelli sempre sfatti dal caldo e poi dal vento, senza vie di mezzo, e ci resteranno le sgommate con macchine sgangherate alle tre di notte e la puzza di alcool tutta intorno, e resteranno i diciotto anni, che ti fanno credere che  - chissà – magari qualcosa ancora cambia.
Di questi anni ci resteranno le litigate a vuoto a perdere e le urla senza senso, i mutismi forzati di chi ha invece fin troppo da dire, la paura di affrontare l’altro e il senso di colpa, l’inadeguatezza, il non sapere chi cazzo siamo e dove cazzo andiamo, convincersi che è normale – si, è normale – siamo giovani.
Ci resterà, di tutto questo tempo, il ricordo offuscato delle serate indimenticabili, della musica di Gabry Ponte sparata a tutto volume in una discoteca di provincia, della schiuma che d’estate ti finisce anche negli occhi, degli abbracci alterati e dei sorrisi distratti, ‘’balliamo insieme’’ e poi chissà.
Ci resterà la puzza di fumo e l’odore pungente del deodorante spruzzato un po’ a caso, delle corse quando l’orologio segna un’ora che non è quella prestabilita, delle marmitte arrugginite dei motorini che sfrecciano pur non potendoselo permettere, della puzza di vino nelle cene improvvisate.
Di questi anni ci resterà la puzza delle canne di sera, fatte di nascosto sotto i porticati con una birra in mano, ci resteranno le confessioni più inaspettate, le amicizie meno volute. Ci resteranno i baci regalati a caso, le mani che sfiorano ogni centimetro di pelle, la voglia di cambiare e migliorare e salvare – ma poi chi? Da cosa?
Ci ricorderemo del rumore dei suoi passi, dell’odore di quell’unica persona che riusciva a svoltarci la giornata, le chiacchierate e i pianti con la migliore amica, chiedersi se si è abbastanza e non rispondersi mai.
Di questi anni resteranno anche i fraintendimenti, i passaggi scroccati quando è ormai troppo tardi e la mamma freme, le biciclette arrugginite parcheggiate per ore sotto il sole di agosto, le telefonate improvvise e i messaggi che ti lasciano col magone. I cambiamenti, quelli che rimarranno, quelli belli e quelli brutti, quelli sbagliati e quelli giusti, quelli prevedibili e quelli inaspettati, e le persone che siamo diventate – quelle sì che ci ricorderanno di tutto quello che è stato.
E resteranno i capelli che cambiano colore troppo spesso, e le barbe che crescono a chi si e a chi no, e le canzoni tormentone, e le frasi inventate e dette a rotella –  ‘’chiacchierato’’
Resteranno le serate lente, quelle dove qualcuno piange o è particolarmente silenzioso, e resterà il silenzio perché non si fanno domande quando qualcuno soffre, prima regola.
Resteranno le foto sfuocate ma vivide nella mente, le polaroid perse in giro per i vicoli, le discussioni create per difendere un amico, gli spintoni dati a fin di bene – ‘’Ti stai rovinando la vita, coglione’’
Resterà chi è andato via per primo e chi se ne andrà probabilmente domani, resterà chi è arrivato da poco ma si sente già a casa e chi c’è da sempre ma muore lentamente soffocato. Resteranno gli esami di stato e gli esami all’università, resterà Wiz Khalifa in radio e un sacco di casino intorno perché la macchina è omologata per quattro e siamo già in sei, resterà la piastra costantemente attaccata alla corrente e le mani costantemente nei capelli. Resteremo ancora senza filtri e senza cartine nella nostra vita, probabilmente non avremo più qualcuno di noi accanto che ci offre una sigaretta, probabilmente le foto sbiadiranno ed inizieremo a confonderci sui nomi e sui cognomi, sul colore dei capelli, sulle figure di merda fatte da chi e dove. Resteremo ancora bloccati per strada, senza benzina o senza passaggio, e probabilmente non avremo nessuno che sarebbe disposto a mettersi in auto e partire. Resteremo ancora senza i soldi per comprare una birra, perché forse abbiamo dimenticato il portafogli sulla scrivania, e probabilmente non ci sarà nessuno a prenderci in giro e poi a prestarceli senza manco chiedere.
Di questi anni resterà soprattutto il ricordo di tutti noi, i passi pesanti sull’asfalto, le note di una chitarra scordata e gli amplificatori rotti, i tacchi troppo alti e i vestiti troppo leggeri, i gruppi su whatsapp e tutti i discorsi (diversi) che si fanno di persona. Resteranno le domande sul futuro e il continuo rimuginare degli adolescenti sul passato, e resteranno i venti anni – i tuoi, i suoi, i miei.
Chi è giovane non muore.
  
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