Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: LarkaFenrir    26/08/2016    5 recensioni
Brevi racconti horror
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scivolai lentamente sotto le coperte, mentre un vago senso di torpore e calore si diffondeva dal petto agli arti. Mi voltai su un fianco, quel tanto che bastava per scorgere la figura già addormentata sotto il lenzuolo. Sospirai e sorrisi, grata che ci fosse ancora. Quell'ultimo periodo era stato un inferno, eppure lui era ancora lì. Per me. Sorrisi ancora. Forse quella notte l'incubi si sarebbe fermato. Quello era diventato il mio mantra, ormai. Quello e la voce di uno dei miei cantanti preferiti, nella speranza che riuscisse a rilassarmi quel tanto che bastava per non svegliarmi sudata e urlante.
Mi tolsi gli occhiali, puntai la sveglia e mi infilai gli auricolari. Sussurrai un vago «Buonanotte», mentre i respiri accanto a me si erano fatti più pesanti. Che invidia.
Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi sul testo della prima canzone. Comincia lentamente a scivolare nel dormiveglia, il corpo mosso da piccoli scatti... ma qualcosa frugò nella mia testa. Come la notte prima. Come ogni maledetta notte da una settimana a quella parte.


Mi sentii scivolare di lato, carponi, di fianco al mio letto. Ormai sapevo esattamente cosa avrei trovato una volta aperti gli occhi. Niente cambiava.
Ero in una radura, di notte, al gelo. La stessa maledetta radura. Stesso bosco. Stessa luna piena. Lo stesso maledetto clichè da film horror che la mia mente si rifiutava di abbandonare. Eccolo lì.
Qualcosa mi passò di fianco... non me la feci addosso come la prima volta. Il solito odore di pelle. Di muschio, resina e sudore, portati da una brezza fresca, dal bosco. Un coro lugubre proveniente dalla pineta, mentre il vento vi mormorava attraverso. Mi incamminai in quella direzione, come sempre.

Qualcosa mi fissava dal folto della vegetazione.

Qualcosa che, per fame o per gioco, mi avrebbe braccato fino ad abbattermi.
Un gioco mortale che si ripeteva ogni notte, ma la cui sensazione rimaneva sempre immutata. Così come tutto il resto. La paura. Il respiro mozzato. Sarei indietreggiata quel tanto che bastava per inciampare, vedere la bestia spiccare un balzo ed urlare. A quel punto mi sarei svegliata, terrorizzata e tra le sue braccia, per poi andare in cucina e farmi una tazza di tè.


Feci lentamente scivolare un piede sull'erba ghiacciata, presa dal panico. Forse questa volta potevo rimanere immbile. Forse mi avrebbe garantito una possibilità di riuscita, dopo notti passare a scappare. L'istinto di sopravvivenza ancora una volta ebbe la meglio.
Mossi ancora qualche passo indietro, aspettando di ferirmi il calcagno sulla pietra che mi avrebbe fatto perdere l'equilibrio. Niente. La bestia si era già accucciata.
Mi voltai e corsi, seguendo solo l'istinto di un animale che sente già sgorgare il sangue dalla sua gola, a fiotti. Non mi voltai indietro, per la paura che il coraggio mi venisse meno. Cercai con lo sguardo qualcosa, qualsiasi cosa potesse costituire un'arma. Un sasso abbastanza grosso. Un ramo. Una pistola... diamine, era il MIO incubo, non dovrei avere la possibilità di controllarlo, di far accadere cose assurde, cose così? Di potermi trasformare in qualcosa, qualsiasi cosa? Cambiare scenario, urlare, svegliarmi...


Una colpo secco mi svuotò i polmoni. Quella cosa maledetta si era avvinghiata alle mie spalle, facendomi sbattere le ginocchia per terra. Annaspai in cerca d'aria, mentre la bestia scalciava. Una zampa, guidata dal caso, trovò appiglio sulla mia coscia destra. Continuavo ad agitarmi, sentendo che cercava di afferrarmi la testa tra le fauci. Cominciava a spazientirsi, e forse fu quella o i miei movimenti convulsi che spinsero le sue unghie sui legamenti posteriori del ginocchio, recidendoli. Fantastico. I sogni sono fatti apposta per fare la figura del perdente. O per crepare.


Con quel poco di orgoglio che mi era rimasto cercai, se non di scrollarmi quell'ammasso di peli da dosso, almeno di voltarmi. Di fronteggiarlo. Di fare qualcosa oltre che agitarmi come un idiota, dannazione!
Diedi un colpo di reni, mentre col calcagno della gamba sana facevo leva sul terreno... capii troppo tardi che se non sei un genio da sveglia, non puoi pretendere di esserlo mentre russi. Una stilettata nelle clavicole, dove le unghie affondavano, cercando di fare presa mi strappò un gemito. Temetti di svenire, mentre le zampe posteriori si posavano sul mio ventre, e cominciavano a scavare con le unghie. Non mi stupii nemmeno troppo quando le zanne affondarono nel mio collo.


Aprii gli occhi appena in tempo per vedere il sangue che cominciava a schizzare... bagnando quel viso. Tossii, mentre un rantolo gorgoliante mi moriva in gola. Tentai ancora, e ancora una volta. Niente più che un febile strillo... quel tanto che bastava per svegliarmi. Per sentire il sangue che mi inzuppava la t-shirt, incollandola al corpo. Per vederti a cavalcioni sopra di me, con un coltello in mano.

 


Breve storia partorita nel dormiveglia, con cui ho deciso di tastare il terreno e di ricevere critiche qui su EFP. È la prima vera storia che scrivo con l'intenzione di pubblicarla, spero di ricevere consigli per fare in modo che non sia l'ultima! Divertitevi e non armatevi di troppe aspettative... ho dovuto scriverla di getto e pubblicarla prima di cambiare idea, come sempre.

~Larka


[Modifiche di formattazione in data 28.11.16]
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: LarkaFenrir