Videogiochi > Fire Emblem
Ricorda la storia  |      
Autore: _Lakshmi_    26/08/2016    1 recensioni
[LeoxKamui]
La luna piena illuminava col suo bianco pallore il castello, eppure non riusciva a raggiungere una presenza quasi spettrale di un comandante esausto, oppresso dalla crudeltà della guerra: camminava a passi lenti all'ombra degli edifici, con gli occhi cremisi persi in ricordi ancor più sanguinari.
Perché sangue richiama solo altro sangue; vendetta richiama solo altra vendetta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Insomnia

Insomnia

[Fire Emblem: Fates One-shot]

Conquest Route


Give sorrow words:

The grief that does not speak Whispers the o'er-fraught heart, and bids it break

(Macbeth)


La luna piena illuminava col suo bianco pallore il castello in cui riposavano tranquilli i soldati, dopo un'ennesima battaglia; la ronda guardava svogliata oltre le sicure mura, passeggiava, ammazzava il tempo bevendo quella birra dannatamente insapore, ma utile per dimenticare il massacro compiuto.
La luna piena illuminava col suo bianco pallore il castello, eppure non riusciva a raggiungere una presenza quasi spettrale di un comandante esausto, oppresso dalla crudeltà della guerra: camminava a passi lenti all'ombra degli edifici, con gli occhi cremisi persi in ricordi ancor più sanguinari; le occhiaie erano marcate, violacee, segno di troppe notti insonni, eppure il riposo tardava, ostacolato da mille pensieri.
Il primo tra tutti, se avesse realmente scelto la via “giusta”.
Era sotto lo stendardo del Nohr la morte sia del re Sumeragi, sia della regina Mikoto; erano sotto lo stendardo del Nohr tutti i folli ordini di Garon, o di quella creatura che lo manipolava.
Aveva ucciso, aveva condannato a morte migliaia di soldati Hoshidesi; certo, finché era in suo potere, aveva cercato di salvarne il maggior numero possibile, ma non avrebbe mai potuto compensare la distruzione che aveva causato la sua decisione.
Sangue richiama solo altro sangue; vendetta richiama solo altra vendetta.
L'unica sicurezza di quella guerra, sarebbe stata la pazzia che stava già nascendo, o era già nata, in lei.
<< Da come camminavi, ti avevo scambiata per un Senzavolto.>> sospirò una voce fin troppo familiare proprio davanti a lei.
La giovane nobile sobbalzò spaventata, alzando lo sguardo come destata da un sogno, o in questo caso da un incubo: guardava fisso il viso di suo fratello minore Leo con un misto di stupore e terrore, dopo aver creduto fino a quel momento di essere completamente sola nelle proprie riflessioni.
Da quanto tempo la stava osservando? Si sentì quasi stupida per aver lasciato trapelare quella parte debole di sé.
<< Che complimento gentile, Leo, vedo che ti sei impegnato.>> brontolò in risposta lei, accarezzandosi una delle due code cremisi, mentre cercava di pensare ad un modo per non mostrare il suo tremendo aspetto.
Il primo e unico stratagemma che le venne in mente fu quello di abbassare il capo e camminare dalla parte opposta: avrebbe allungato la strada per i suoi appartamenti, vero, ma tutto pur di non sentire un rimprovero anche da parte del suo fratellino; le bastavano Jakob, Azura e Kaze, che in modi diversi le avevano raccomandato di riguardarsi, iniziando col mangiare con più regolarità e recuperare ore preziose di sonno.
<< Le tue stanze sono dalla parte opposta.>> le fece però notare Leo con un tono saccente, divertendosi anche un po' quando sentì il respiro seccato della giovane.
<< Infatti voglio visitare l'armeria, per vedere che tomi sono disponibili: è bene poter attaccare anche da distanza, oltre che corpo a corpo.>>
<< Tu che sei così ottusa, vuoi applicarti alla magia?>>
<< Per tutti i draghi, Leo, mica voglio rubare nel mio stesso castello!>>
Si era voltata a fulminare con sguardo truce il fratellino troppo invadente, ma ebbe l'impressione di essere caduta nella sua trappola: infatti lui, con il suo sorrisetto superiore, la osservava, concentrandosi su alcuni dettagli che andarono a confermare i suoi sospetti.
<< Non è un libro quello di cui hai bisogno.>> si limitò tuttavia a proferire, trattenendo ogni suo altro tipico commento per schernirla.
<< La mia stanza è diventata troppo soffocante.>> mormorò stancamente la giovane, gettando a malincuore la maschera che celava le sue debolezze << Credo che passerò la notte in bianco.>>
Leo balzò allora giù dalla cavalcatura bardata, avvicinandosi a lei a grandi passi.
<< Come se l'idea di dormire su un albero non fosse abbastanza stupida.>> disse, fermandosi proprio a breve distanza.
Seppur fossero alti uguali, Leo la superava grazie al lieve tacco degli stivali in armatura e, per questo, in quella situazione la ragazza si sentì ancor più in soggezione: sapeva di essere tremendamente nel torto, sapeva che il principe aveva solo argomenti a favore, ma non riusciva a tornare tra quelle quattro mura, cercando di recuperare un sonno che non sarebbe mai arrivato.
<< Ti ammalerai.>> continuò, riuscendo a estorcerle un lieve rossore di vergogna, grazie al proprio semplice sguardo di un caldo castano.
<< Lo so. Lo so...>> sospirò lei, incrociando le braccia al petto << Ma non voglio tornarci. Preferisco accamparmi qui.>>
<< Qui?>>
Leo guardò la giovane nobile scivolare via con grazia e stendersi sul prato, sotto ad un albero tipico del Nohr.
<< Già, qui.>> continuò lei, raggomitolandosi su un fianco.
Il principe, dopo un attimo di incertezza, si sedette accanto alla giovane, liberando un lunghissimo sospiro come per sottolineare tutta la pazienza che stava impiegando. Non era mai stato socievole, anzi, spesso era stato dipinto o era voluto apparire come un ragazzo freddo, spietato; tuttavia non riusciva a ignorare un suo parente in difficoltà e, anche non era per lui naturale, si sforzava di essere piuttosto comprensivo.
Sapeva bene che Aika non era sua sorella di sangue, eppure quel sentimento puro che lega due fratelli non era andato a perdersi, anzi, si era rafforzato; e vederla in quello stato, sentiva quasi la necessità di sapere chi o cosa la tormentasse.
<< Parla. Cosa c'è che non va?>> iniziò quindi Leo, guardando quel riccio umano.
Seguì un eterno attimo di silenzio, in cui soltanto i grilli e pochi altri animali notturni decisero di accompagnare i loro respiri.
<< Io... è da un po' che mi tormenta...>> mormorò la giovane, stringendo i pugni << Mi stavo... domandando se avessi realmente fatto la scelta giusta...>>
<< È tardi per dei ripensamenti.>>
<< Lo so... solo che... Io... Io sono un mostro, Leo.>> la voce di Aika vacillò pericolosamente, quasi come strozzata, prima che il suo autocontrollo riuscisse a prevalere << Io... ho ucciso troppe persone... se avessi fermato Hans...>>
Leo era sul punto di prendere parola per ricordarle che non era sua la mano che aveva guidato l'ascia e che erano inoltre ordini irrevocabili di loro padre; tuttavia si bloccò non appena sentì un muto singhiozzo. E assieme a quel singhiozzo, sentì una stretta al cuore.
Non era più quella forte leonessa sul campo di battaglia, non era più quel comandante risoluto che spronava i propri soldati a dare il massimo; era bensì una ragazza troppo giovane, troppo inesperta, gettata in un mondo ben più feroce di lei.
E lui sentiva il forte desiderio di proteggerla, di aiutarla in quell'ambiente spietato.
Che fosse qualcosa in più dell'amore fraterno? Probabile, il carattere deciso e ottuso di quella ragazza era in grado di conquistare qualsiasi persona, tanto che anche lui alla fine, combattendo al suo fianco, era finito per infatuarsi; tuttavia avrebbe tenuto gelosamente quel sentimento per sé, anche perché aggravare ancor di più la mente della ragazza con una futile storia d'amore, in quel periodo di guerra, gli sembrava fuori luogo, nonché quasi dannoso.
Aika doveva concentrarsi sul campo di battaglia, non seguire i desideri di un fratellino egoista.
<< Mi dispiace...>> sussurrò Aika, asciugandosi le lacrime e mettendosi seduta, con la schiena contro al tronco dell'albero << Sono patetic-...>>
Un mantello le cadde sul capo, ricoprendola.
Lei alzò il capo e vide Leo con il viso poggiato sulla mano, voltato dalla parte opposta a fissare chissà cosa; per un attimo le sembrò addirittura di vedere del rossore sulle sue guance, ma poi escluse quella possibilità, ricordando quanto fosse possessivo riguardo le emozioni.
<< Piangi, se ti fa sentire meglio.>> borbottò il ragazzo, continuando ad evitare di guardarla.
La nobile sorrise debolmente al fratellino, poggiando il capo contro la sua spalla e stringendosi di più nel suo mantello; era caldo, confortante, con un dolce profumo che le ricordava tanto le terre del Nohr. Terre che sembravano tanto inospitali, ma popolate da persone di buon cuore, un po' come il carattere di quel principino scorbutico.
Le lacrime scivolarono sulla nera corazza del ragazzo, liberando il cuore di Aika dal peso di tutte le preoccupazioni, di tutte le morti che fino a quel momento aveva tenuto per sé; poter finalmente condividere quel dolore con qualcuno che non la reputasse patetica, era l'aiuto più prezioso che potesse mai ricevere.
<< Grazie, Leo.>> gli sussurrò infine piano, quando aveva nuovamente controllo sulle proprie emozioni, stringendosi a lui.
Non seguirono più parole, solamente la notte la cullò fino al sonno profondo, perduto nei giorni precedenti, ora ritrovato grazie alla comprensione del fratello.


Fine One-Shot!


Ecco piccoli, importanti (forse) dettagli prima di concludere definitivamente questa breve one-shot!

Allora, innanzitutto ho voluto tenere il nome Aika (il nome del mio reale personaggio di una mia partita di Conquista), perché dopo il parto gemellare per superare diversi capitoli, ormai mi sono affezionata a lei (e poi ho preferito non chiamarla Kamui o Corrin per renderla un po' più personale).
In secondo luogo, volente o nolente tutti i miei personaggi di Fire Emblem Fates si ritrovano ad essere ottusi e anche questo dettaglio ho voluto mantenerlo nella fanfiction.
In terzo luogo... mi auguro vivamente di aver reso plausibili i caratteri di Leo e della protagonista: non nego di averla scritta “di getto”, però è anche vero che ho cercato di aggiustarla il più possibile per cui... beh, spero che l'abbiate apprezzata!

Alla prossima!

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Fire Emblem / Vai alla pagina dell'autore: _Lakshmi_