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Autore: La Mutaforma    26/08/2016    1 recensioni
Alphys pensa sia una buona idea piazzare una telecamera all'entrata delle rovine.
Alphys registra delle conversazioni. E delle barzellette.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphys, Sans, Toriel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mettere una telecamera all'entrata delle rovine all'inizio le era sembrata una buona idea. Per controllare che nessuno uscisse, e soprattutto, che nessuno entrasse.

Non che non si fidasse della guardia!

È solo che... non ispirava molta fiducia.

 

Sì, una telecamera di sicurezza. Ma solo per sicurezza! Sicuramente quello scheletro faceva tutto il possibile per fare un buon lavoro.

 

In realtà, Alphys non guardava mai quelle registrazioni. Doveano essere noiose. Cosa vuoi che succeda? Cosa ti aspetti di vedere? Solo neve, neve, neve. Persino la guardia aveva preso l'abitudine di recarsi alle porte delle rovine con un libro, per passare il tempo.

Doveva essere un lavoro noioso.

 

Poi per curiosità, Alphys aveva deciso di riavvolgere il nastro e guardare cosa aveva registrato ed era rimasta piacevolmente sorpresa da ciò che aveva visto. Quello scheletro aveva davvero uno spiccato senso dell'umorismo!

Il suo laboratorio non si era mai riempito così tanto di risate.

Dopotutto, non c'era modo migliore per sfruttare una grande porta in mezzo al nulla.

Davvero, davvero geniale.

Dopo un po', Alphys prese l'abitudine di sedersi davanti allo schermo e godersi quelle registrazioni, meglio di uno show comico, di sera, quando era troppo stanca per lavorare e Mettaton doveva ricaricare le batterie.

Anche quel triste laboratorio aveva bisogno di divertimento.

 

Suspence! Drama action!

Uno scheletro passa le sue giornate bussando ad una porta, ma non si aspetterebbe mai che qualcuno rispondesse.

Alphys provò un immediato senso di agitazione e in quei pochi istanti di esitazione desiderò sapere cosa sarebbe successo.

Dishes

“Dishes who...?”

Dishes a very bad joke

Alphys rise così forte da coprire la risata della persona dall'altro lato della porta.

 

Adesso Alphys aveva qualcosa da fare.

Seguire le vicende dello scheletro e il mostro misterioso dietro la porta.

Inizialmente si scambiavano battute.

Poi cominciarono a chiacchierare. Informazioni futili e private, Alphys non poteva riutilizzarle in nessun modo. Eppure era piacevole stare ad ascoltare.

E man mano, qualcosa sembrava crescere, nello sguardo di quello scheletro. Quelle ossa non erano più vuote, ma brillavano di una luce azzurra che faceva paura ma anche tenerezza.

E quando rideva, sembrava felice.

Anche l'altro mostro, sembrava non aver riso per una vita intera.

Forse era il suo spirito romantico abituato agli anime, ma lei vedeva qualcosa in più in quelle registrazioni.

E invidiava la loro felicità.

 

(Che bello, avere nulla ed essere felici. Forse è questa la chiave della nostra vita di mostri. Vivere di quello che abbiamo, ed esserne felici. È questo che abbiamo dimenticato? Ci serve davvero tornare in superficie?)

 

   
 
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