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Autore: ryuga hideki    27/08/2016    1 recensioni
Aprì gli occhi e si guardò davanti, le postazioni di Sulu e Chekov erano vuote; rimase immobile a fissare quella del russo, poi si alzò e vi si avvicinò con sguardo malinconico. Posò una mano sulla testata del sedile e sospirò a malincuore. Gli occhi gli si fecero lucidi, abbassò la testa quando ad un tratto la sua attenzione venne chiamata da una voce familiare.
-Spero tu abbia qualcosa di buono con te...- commentò il biondo con un sorrisetto compiaciuto sul viso.
(After Star Trek Beyond)
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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GOODBYE CAPTAIN
 
In Memoria di Anton Yelchin


 

-Da quella parte, signore!- indicò una guardia al giovane moro.

 

L'USS Enterprise era completamente deserta, non vi si udiva alcun rumore, nulla. Solo una persona era presente al suo interno e che vagava tra i corridoi senza dire nulla, come se stesse ascoltando qualcosa di udibile solo ed esclusivamente alle sue orecchie. I suoi piedi lo condussero presso la plancia: vi entrò e si guardò intorno. Accennò un lieve sorriso e camminò lentamente fino ad arrivare alla postazione del capitano, la sua postazione. Si sedette come era sempre solito fare durante tutte le loro spedizioni intergalattiche. Posò le braccia sui braccioli e chiuse gli occhi, portando all'indietro la testa. La sua immaginazione incominciò a riportarlo in uno di quei momenti ad inizio viaggio: poteva sentire l'eccitazione scorrergli nelle vene; la curiosità di scoprire nuovi mondi; l'emozione d'intraprendere una nuova avventura...quante ne avevano affrontate, lui e il suo equipaggio. Aveva vissuto così tante imprese, arrivando persino a morire pur di salvare i propri compagni.

Aprì gli occhi e si guardò davanti, le postazioni di Sulu e Chekov erano vuote; rimase immobile a fissare quella del russo, poi si alzò e vi si avvicinò con sguardo malinconico. Posò una mano sulla testata del sedile e sospirò a malincuore. Gli occhi gli si fecero lucidi, abbassò la testa quando ad un tratto la sua attenzione venne chiamata da una voce familiare.

-Un tuffo nei ricordi prima di andartene?- il biondo si voltò e lo vide: era appoggiato, con le spalle e con un piede, contro il muro della nave spaziale e con le braccia conserte. Quando sentì gli occhi color oceano del capitano posarsi sopra di sé, alzò lo sguardo per incrociare il suo. I due si sorrisero, cercando di alleggerire l'atmosfera che vi era nella stanza. -Non ti facevo una persona sentimentale!- annunciò. James rise e poi gli fece un cenno con la testa.

-Come mai sei qui, Bones?- il dottore alzò le spalle e gli si avvicinò.

-Volevo passare un po' di tempo con te prima della tua partenza...sai, un po' come i vecchi tempi! Brindare e parlare del più e del meno!-

-Spero tu abbia qualcosa di buono con te...- commentò il biondo con un sorrisetto compiaciuto sul viso.

-Beh, sì...ma ce l'ho in infermeria...seguimi!- disse il dottore, facendogli cenno con la testa di seguirlo nel mentre usciva dalla plancia.

S'incamminarono verso le sale mediche di Leonard senza dire alcunché; riuscivano a percepire un aria gelida e triste tra le vie della nave; era così forte da bloccarli.

Una volta giunti a destinazione, Bones fece accomodare il capitano nel mentre si avvicinava ad una dispensa dove vi erano posti medicinali di ogni tipo; poco dopo trovò ciò che cercava. Si avvicinò a James e stappò una bottiglia di un vecchissimo Assenzio. Jim alzò un sopracciglio nel vedere lo strano colore della bevanda.

-Bones...ma che è sta cosa? Non sarà mica uno sciroppo per chissà quale tosse spaziale, spero!-

-Ma piantala! Non spreco mica un farmaco per momenti del genere! È un liquore che ho trovato per caso durante una spedizione, era in una vecchia nave distrutta...l'etichetta è un po' sbiadita, ma credo che sia Assenzio...da quel che si può ancora intuire...- rispose nel mentre versava il liquido nei bicchieri, per poi mostrargli la scritta sulla bottiglia.

-Mmh...chissà da quanti anni è invecchiato...- prese il bicchiere ed annusò. -Dall'odore si direbbe che sia abbastanza forte e gustoso.- arricciò il naso.

-Beh, allora un brindisi!- esclamò Bones, alzando il bicchiere. -Al capitano più valoroso e inusuale che ci sia in tutta la galassia, anzi universo!- rise, seguito a ruota dall'amico che fece scontrare i bicchieri per un classico cin-cin e poi bere il primo sorso. Il primo goccio di assenzio iniziò a scendere giù lungo la gola, rendendola sempre più calda, gli sembrava quasi di poter sputare fuoco.

-Cazzo! È fortissimo!- commentò Jim.

-Forte ma decisamente gustoso!- continuarono a bere ed a parlare di sciocchezze irrilevanti. Finirono il primo giro ed incominciarono subito un secondo.

-Sei sicuro che ci faccia bene?- chiese il capitano. -Insomma, sarà vecchio di qualche secolo...ok, forse no, ma un centinaio di anni sì!-

-Beh, sicuramente non avrà benefici sul nostro organismo se ci scoliamo tutta la bottiglia, ma per qualche bicchiere non credo che moriremo...- seguì un momento di silenzio, fino a che Jim non prese a parlare di nuovo.

-Io me ne andrò...e tu, invece, che farai?- Bones lo guardò negli occhi, perdendosi per qualche istante in quell'oceano azzurro. Se doveva essere sincero non c'aveva ancora pensato.

-Rimarrò qui, pagano bene...almeno posso pagare la mia ex moglie senza dover morir di fame io! Quella dannata...-

-A Leonard e alla sue ossa! Che come disse: “Si è portata via tutto lasciandomi solo le ossa!”- fece un brindisi il capitano con aria divertita e sul punto di ridere.

-Tu ridi, ma il mio conto in banca mica tanto! Fatti un favore, cerca di non sposarti o se ti vuoi sposare evita di farti prosciugare come un vampiro fa con le sue vittime!- bevve dell'altro assenzio assumendo uno sguardo abbastanza amareggiato. Jim rise e lo seguì a ruota bevendo anche lui.

-Aah, Bones! Mi mancheranno le tue metafore assurde!- Bones si fermò a guardarlo e sorrise. Ogni volta che Jim rideva o sorrideva s'illuminava di una luce speciale e i suoi occhi sembravano onde del mare baciate dal sole estivo.

Continuarono a parlare per ore intere con la compagnia del loro amico assenzio. Iniziarono a farsi strada i ricordi delle loro avventure, degli scherzi fatti tra i compagni di viaggio, parlarono di Spock e del suo modo di essere strano, di Scott e del suo genio bizzarro...

-Ricordi quando ci incontrammo per la prima volta, Bones?- gli chiese il biondo guardando avanti a sé. Il dottore versò altro liquore per poi voltarsi verso Jim che in quello stesso momento si voltò non sentendo alcuna risposta, allora il dottore gli fece cenno di prendere il bicchiere e Jim sorrise. -Esattamente come accadde nel nostro primo incontro...- bevvero insieme.

Si sentirono accaldati e le menti farsi sempre più leggere. L'alcool stava incominciando a fare effetto.

-Jim... perchè vuoi andartene?- gli chiese all'improvviso nel mentre stavano ridendo per qualche sciocchezza. Allora l'aria incominciò a tornare fredda e malinconica. Il capitano rimase in silenzio per un secondo prima di rispondergli. Non lo guardò, si limitò soltanto a rispondergli tenendo lo sguardo fisso avanti a sé.

-Lo sai benissimo il motivo...-

-Jim...-

-Era giovane, così giovane, Leonard...aveva tutta la vita e la carriera davanti a sé. Sarebbe potuto diventare il braccio destro di Scotty....- rimase in silenzio, sentendo un nodo alla gola. -E invece a causa mia...è... Non potrà diventare niente per colpa della mia spavalderia come capitano...- il moro lo guardò con lo sguardo comprensivo. -Ho sempre cercato di riportare a casa tutti quanti nel corso delle nostre spedizioni quinquennali...ma ho fallito. È morto tra le mie braccia nel mentre cercavo di rassicurarlo, dicendogli che sarebbe andato tutto per il verso giusto...menzogna più grande...- strinse i pugni e rimase in silenzio per un altro secondo. -Riesco a sentirlo ancora sulle mie mani, il suo sangue che scorre, caldo e denso...e la sua pelle candida farsi gelida...Sono consapevole che il nostro compito può essere pericoloso, ma Pavel...- Bones non sapeva cosa dire poiché anche lui provava un certo vuoto dentro di sé ogni volta che pensava a Chekov. Era il più giovane dell'equipaggio ed era ben voluto da tutti per via della sua genuinità. La sua morte aveva scosso tutti, persino Spock.

-Jim non devi darti colpe per questo...- il biondo si voltò e lo guardò con gli occhi lucidi.

-Non...dovrei? Come?- tornò a guardare avanti a sé e finì il terzo bicchiere di assenzio. Sentì la testa girargli di botto, ma non gli importava poiché sembrava che il dolore fosse più leggero.

-So benissimo che è difficile...ma tu hai fatto del tuo meglio, sono sicuro di questo.- il biondo sentì quelle parole rimbombargli nella testa nel mentre continuavano ad essere ripetute. Allora si voltò e lo guardò aggrottando le sopracciglia verso l'alto. -So che non è nemmeno facile vedere una persona a cui tieni tanto perdere la vita...e noi siamo una famiglia ormai, tutti quanti dell'equipaggio...-

-Come fai tu? Come fa un medico a vedere e a convivere così tanto con la morte?- Bones rimase un po' spiazzato dalla domanda, rimase in silenzio per qualche istante, guardando altrove.

-Beh, si cerca di non piangere sul latte versato. Quando sei medico sei abituato a certe cose e sai che devi rimanere lucido sempre e non rimanere fermo nel compianto. Anche se non sembra, i medici in una nave spaziale sono dei pilasti importanti...se un membro vede il proprio medico vacillare insorge un effetto domino che può portare all'insicurezza di tutti. E questo vale anche per un capitano...- bevve l'ultimo sorso di assenzio.

-Tu ti sentiresti sicuro al mio fianco?- Bones si voltò verso di lui con uno sguardo sorpreso, non era certo di aver capito la domanda poiché non sapeva se era stato l'effetto del liquore o aveva compreso benissimo.

-C...come?-

-Ti sentiresti al sicuro con me?- i due si guardarono negli occhi per un lungo secondo che sembrò interminabile per entrambi. Bones s'incantò nei zaffiri di Jim e Jim s'imbambolò in quelli profondi di Leonard.

-Ovviamente...- il capitano sospirò ed abbassò il capo massaggiandosi il collo. Seguirono alcuni secondi in silenzio i quali Bones li passò ad osservarlo. Si sentiva leggero, la testa gli girava ma non gli importava, aveva caldo e sapeva che oramai era un libro aperto e tutto ciò che aveva dentro e aveva nascosto poteva essere liberato con facilità.

Il biondo alzò lo sguardo su di lui, come se sapesse che il dottore stava per chiamarlo ed attirare la sua attenzione.

-Mi mancheranno i nostri discorsi, Bones...Le nostre bevute segrete...-

-Mi mancherai tu...- sbottò il moro, impedendogli di terminare la frase. Il biondo sorrise, non capendo completamente le parole del dottore. -Mi mancherai tantissimo Jim. Sento un vuoto enorme che s'ingrandisce sempre di più da quando ci hai avvisato della tua decisione.- a quel punto Jim comprese ed arrossì leggermente. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, poi Leonard si avvicinò al suo viso e lo baciò senza esitazione. Il capitano rimase sorpreso, il viso gli si tinse completamente di rosso e il cuore incominciò ad accelerare sempre di più e capì molte cose che da sempre aveva cercato di assopire. Allora si lasciò andare e ricambiò il bacio che si fece sempre più spinto fino a che non rimasero senza fiato, solo allora il dottore si staccò, rimanendo con la fronte appoggiata su quella del biondo. -Non sono mai stato bravo con le parole...- sussurrò il moro.

-Allora ribaciami...- senza farselo ripetere due volte, il moro riprese a baciarlo, tirandolo di più a sé. Jim avvolse le braccia attorno al suo collo e si lasciò trasportare.

Passarono la notte assieme, prima di separarsi definitivamente. Volevano che quel momento rimanesse per sempre nelle loro menti, volevano renderlo speciale e così fecero.

Il mattino seguente si svegliarono abbracciati l'un l'altro tra il disordine completo della sala medica. Jim aveva la testa poggiata sul petto di Bones, intento ad ascoltargli il battito del cuore mentre il dottore lo stringeva stretto a sé come se volesse proteggerlo da qualsiasi cosa. Poco dopo il biondo ruppe il silenzio.

-Non ci vedremo spesso...Anzi, credo che sarà una cosa rara...- sentì il cuore di Bones battere diversamente, come se un coltello lo avesse colpito e ferito mortalmente.

-Cosa vuoi dire con ciò?-

-Tutto questo...noi...sarebbe impossibile...- si guardarono negli occhi e Jim avrebbe voluto uccidersi pur di evitare di vedere quel tipo di sguardo che assunse Bones. Sembrava che avesse un'aria impassibile, ma i suoi occhi dicevano che stava soffrendo. Il dottore gli accarezzò una guancia e lo baciò, aveva bisogno di sentirlo vicino a sé, aveva bisogno di sapere quale fosse la verità che si celava dentro Jim. Il biondo ricambiò al bacio e poco dopo il moro si staccò dalle sue labbra e gli sussurrò.

-Non m'importa se dovrò aspettare cinque anni per vederti...finalmente mi sono tolto questo peso che portavo da anni dentro, e non voglio che tutto ciò finisca...-

-Bones...-

-La scelta è mia, sono adulto e vaccinato...la vita è mia e decido io se aspettare una persona per cinque anni ogni volta che parto...- il biondo sospirò. Gli faceva piacere sentire quelle parole, ma allo stesso tempo si sentiva triste. -Resta qui...-

-Io non...-

-Non devi scappare dalle paure e dal dolore, devi affrontarle...e io sono qui per aiutarti...- Jim rimase in silenzio; si mise seduto e guardò avanti a sé: Sarebbe dovuto restare? O avrebbe dovuto intraprendere la sua nuova carriera? Cercò di valutare ogni opzione possibile e valutare i pro e i contro, fino a che Bones non si mise seduto e gli disse:-Ti amo, Jim....- allora il biondo si voltò sorpreso, con le guancia rosse. Sorrise e lo baciò con passione. Ormai era quasi certo di sapere cosa doveva fare.



Salve gente! Questa è la mia prima storia scritta per questo fandom e spero vivamente che i personaggi non siano troppo OOC, in tal caso avvisatemi che andrò a mettere l'avvertenza!
La storia mi è venuta in mente dopo aver visto Beyond e volevo ricordare la scomparsa di Anton e dedicare a lui questa storia! Spero vi piaccia!

Ryuga Hideki
   
 
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