Prologo

Mio caro lettore, mia cara lettrice, come già saprai questo volume della mia autobiografia mi è più caro di ogni altro. Difatti è nelle pagine di questo tomo che mi accingerò a mettere per iscritto i tremendi delitti della tenuta Arlington, da molti ritenuti il punto più oscuro della mia carriera. Tante supposizione sugli accadimenti sono state avanzate, ma con il totale silenzio di coloro che hanno assistito alle atrocità compiute, la pubblica opinione è stata lasciata a brancolare nell’ombra delle speculazioni. Io stesso prima di questo momento non ho mai descritto interamente la triste vicenda, forse perché troppo pesante per la mia coscienza o forse per l’alone di mistero che ha donato alla mia reputazione. Effettivamente dopo quel caso nessuno ha più messo in dubbio le mie capacità investigative, avendo risolto un indovinello al quale solamente io sono riuscito a dare risposta in oltre trent’anni. Ti prego, caro lettore, di non lasciarti impressionare dalla crudezza delle descrizioni più macabre, poiché esse sono essenziali al raggiungimento della soluzione ultima e la loro fedeltà deve essere inequivocabile. Ma questa, oltre ad essere una storia cupa e malinconica, racconta come io, il grande detective Mc Clellan, il miglior investigatore dei miei tempi, sia solo il risultato delle azioni di mia sorella. I nostri sentieri si divisero immediatamente dopo gli avvenimenti e di questo ancoro mi struggo, ma è solo grazie a lei se ora godo di fama mondiale. Ora attento, caro lettore, poiché è giunto il momento di mettere alla prova le tue capacità deduttive. Riuscirai a svelare l’enigma prima di me?