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Autore: _E r i s_    27/08/2016    3 recensioni
| per Giuli (perdona l'orrore di fic-) | presunto missing-moment della mia fiction "cacciatori di stelle cadenti", ma non c'è bisogno di averla letta per capirci qualcosa - lo spero |
'Calò improvvisamente il silenzio e si rese conto che quella era l'unica grazia concessagli; sentire la voce di Suzuno gli faceva troppo male.
Lo collegava spaventosamente alla realtà, gli faceva comprendere che era davvero lì, in un sudicio letto d'ospedale, a fissare un soffitto bianco senza nemmeno sapere perché.
Socchiuse gli occhi dorati, sperando invano che quel momento terminasse immediatamente ma al contempo durasse per sempre - non voleva affrontare i suoi fratelli, tanto meno rimanere lì -, che quel silenzio diventasse così solido e spesso da fargli male alle orecchie, impedendogli di sentire tutto ciò che gli avrebbero detto - "Ma cosa ti è saltato in testa?", "Sei impazzito", "Di questo passo finirai in cura", "Sei solo un drogato di merda".
E le sue preghiere non vennero accolte, come sempre - perché lui aveva davvero tanto sperato di avere una famiglia, di vivere bene, eppure era giunto al capolinea e non sapeva come tornare indietro.'
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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bangaze
| Linguaggio lievemente sporco in qualche punto - solo qualche piccola parolaccia, niente di più; mi serviva per rendere l'idea |
| Come detto nell'intro, missing moment di una mia precedente fic, ovvero Cacciatori di stelle cadenti - che non consiglio di leggere perché mi è stato detto che fa venire la depressione ;-; -, ma non c'è bisogno di averla letta, poiché dal testo si intuisce la trama da sé |


A Giuli/compagna di RinHaru (e KidStar) a vita, che non si merita ciò perché fa altamente schifo,
ma spiego le ragioni lì sotto-
Scusa per l'orrore, sappi che, nonostante ti abbia scritto una schifezza, ti voglio bene ;-;




<< accidentally >>


<< Haruya. >>


Voltò lievemente il capo verso la voce appena udita; le labbra schiuse in cerca di qualunque parola e gli occhi insensatamente strabuzzati.

<< Stai bene? >>

Non sapeva cosa avrebbe dovuto rispondere, nemmeno lui era sicuro di star bene. Avvertiva solo il calore premente delle coperte sulle ginocchia, il miasma proveniente dalla finestra aperta, un lieve brusio al di là della porta, e il vuoto più totale all'altezza delle tempie, nella testa.
Nel dubbio, rimase in religioso silenzio, attendendo che fosse la figura sulla soglia della porta a dir qualcosa. Ma la sagoma non proferì una singola parola, lo scrutò piena di aspettative. E lui non sapeva davvero cosa dire; si sentiva a metà, incompleto.

<< Sto... bene. >> non ne era convinto, faceva finta che non si notasse.
Avvertire quel vuoto alla testa significava stare bene? La sentiva più leggera, sì, ma come se fosse mancato qualcosa di essenziale.
Poi una domanda premette sul palato e strinse le labbra per evitare di porla, ma la curiosità della risposta crebbe.

<< Cos'è successo? >>

Si pentì subito dopo; non avrebbe dovuto chiedere. Lo comprese dal sussulto eccessivo della sagoma; solo pochi attimi dopo la riconobbe.

<< Un capogiro. >> mormorò Fuusuke, ma la sua voce era incrinata. Haruya sapeva che c'era qualcos'altro, doveva esserci qualcos'altro - quell'orribile sensazione di mancanza non poteva essere dovuta solo ad un banale capogiro -, di cui al contempo temeva l'esistenza.

<< Perché? >> chiese, ma al contempo aveva timore di saperlo.

<< Stanchezza. >>

<< Stai mentendo. >>

<< Tu dicevi di star bene. >> asserì l’albino, stringendo le labbra << Sei il primo a mentire. >> aveva un'espressione indecifrabile, una maschera di ghiaccio talmente spessa da far accapponare la pelle al fulvo.

<< Capisco. >>

Invece non capiva e non voleva capire. Sapeva che, se avesse capito, non sarebbe più riuscito a guardare negli occhi Fuusuke – e già da troppo tempo aveva difficoltà ad osservarlo per più di qualche minuto senza distogliere mai lo sguardo.
Portò le iridi dorate sulle nocche chiare, le quali stringevano convulsamente i lembi del lenzuolo. Non aveva voglia di parlare, non avrebbe saputo che parole utilizzare.

<< Tra un po' ti dimetteranno. >> udì, ma non se la sentì di rispondere. Annuì meccanicamente, senza nemmeno essere sfiorato da quelle parole. << Credo. Se la sta sbrigando Hitomiko-san >> aggiunse poi Suzuno, e Haruya si ritrovò a pensare che quella era probabilmente la conversazione più lunga che avessero mai avuto senza litigare.

Calò improvvisamente il silenzio e si rese conto che quella era l'unica grazia concessagli; sentire la voce di Suzuno gli faceva troppo male.
Lo collegava spaventosamente alla realtà, gli faceva comprendere che era davvero lì, in un sudicio letto d'ospedale, a fissare un soffitto bianco senza nemmeno sapere perché.
Socchiuse gli occhi dorati, sperando invano che quel momento terminasse immediatamente ma al contempo durasse per sempre - non voleva affrontare i suoi fratelli, tanto meno rimanere lì -, che quel silenzio diventasse così solido e spesso da fargli male alle orecchie, impedendogli di sentire tutto ciò che gli avrebbero detto - "Ma cosa ti è saltato in testa?", "Sei impazzito", "Di questo passo finirai in cura", "Sei solo un drogato di merda".
E le sue preghiere non vennero accolte, come sempre - perché lui aveva davvero tanto sperato di avere una famiglia, di vivere bene, eppure era giunto al capolinea e non sapeva come tornare indietro.

<< Si può sapere cosa ti è preso? >>

"Appunto".

<< Non mi è preso niente. >> lo pronunciò con tono talmente ovvio che, pensò, avrebbe potuto convincersene da solo.

<< Questo lo definisci "niente"? >> avvertì i passi di Fuusuke farsi più vicini e fu tentato di alzarsi e scappare via, ma il suo corpo era troppo stanco e non reagiva. << Sai che avresti potuto rimetterci, che so, la vita? O contrarre chissà quale malattia? >>

Nagumo lo scrutò in silenzio, scorse quella rara smorfia irata sul viso di Suzuno e non poté negarsi di pensare a quanto fosse buffo, così simile ad un bambino per giunta in una situazione così seria - non gli piaceva definirla "seria", se fosse stata tale avrebbe dovuto fare qualcosa e non voleva.

<< Ma non è successo, a quanto pare. >> ribatté, nonostante la voglia fosse poca. Voleva solo chiudere gli occhi ed addormentarsi; fissando l'albino, la testa aveva cominciato improvvisamente a dolere ed aveva dovuto spostare lo sguardo da lui. Non aggiunse altro, sentì solo il suono ovattato di un pugno schiantarsi contro il muro, echeggiando nel silenzio della camera. Non alzò nemmeno lo sguardo per controllare che cosa fosse successo.

<< Vaffanculo, Haruya. >>

Era raro che Fuusuke desse in escandescenza, si lasciò sfuggire un breve sorriso amaro mentre lo pensava.

<< E guardami mentre ti parlo. >>

Sarebbe finita male, lo sapeva, così fece come detto e si ritrovò a fissare insistentemente le iridi celesti di Suzuno, quasi pretendendo di non proferire parola. Era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto ribattere alle accuse, ma in quel momento non si sentiva né di parlare né di ascoltare l'albino fargli la paternale.

<< Cosa diamine avevi intenzione di fare, eh? >> per poco quello dell'altro ragazzo non era un ringhio, e ciò provocò un brivido lungo la schiena del fulvo, che quasi sussultò, tanta era la rabbia che impregnava la voce di quello che era stato il suo migliore amico. << Idiota. Sei solo un irrecuperabile idiota. >>

Se avesse avuto la forza di rispondere, probabilmente Nagumo gli avrebbe dato ragione. Forse quella era realmente la sua unica certezza. Si limitò ad arricciare le labbra, fingendosi ferito nell’orgoglio – orgoglio che, ormai, non aveva più; l’aveva perso tempo prima e Fuusuke non se n’era reso conto, non in tempo, almeno.

<< Se non fossi in un letto di ospedale, >> continuò l'albino, ed il fulvo si sentì in dovere di socchiudere gli occhi per non concentrare lo sguardo sull'espressione terribilmente divertente ed umana dell'altro. << giuro che ti picchierei così forte da ammazzarti! Anzi, sei già in ospedale e in condizioni pietose, potrei anche finirti qui di botte! >>

Ad Haruya venne quasi naturale lasciarsi scappare una risatina amara, forse perché dietro tutte quelle minacce vi era solo preoccupazione.
Pensare che almeno una persona - una persona come Fuusuke - fosse preoccupata per lui, lo faceva sentire in qualche modo meglio, più leggero.

<< Guardami, dannazione! Cos'è, ti sei incantato pensando a quanto sei coglione?! >>
Sapeva cosa ci voleva per fare sia arrabbiare che calmare Suzuno, quindi mugugnò un semplice "mh-mh" affermativo, che fece solo imbestialire l'albino di più.
Vederlo infuriato lo faceva stare terribilmente bene, perché era ridotto così a causa sua. Gli importava di lui. Era importante, significava qualcosa per qualcuno.

<< Sei un- dico, ma sei folle o cosa? Davvero non so che dire- sei totalmente andato! >>
Mentre parlava si era anche messo a gesticolare furiosamente, e Haruya rise, rise veramente e non per finta come faceva sempre in quel periodo.
Ridurre in uno stato così pietoso Fuusuke era davvero un'impresa, e stranamente ci riusciva solo lui.
Significava che una cosa sapeva farla, che riusciva a mettere in risalto il lato che a tutti era vietato vedere
di quell'albino tanto scorbutico, che quel qualcosa di indefinibile e costantemente nascosto in Fuusuke riusciva a smuoverlo e tirarlo fuori solo lui.

<< E adesso ridi? >> l'ex capitano dal cuore di ghiaccio fece una pausa, rimanendo in silenzio e meditando su cosa dire. << Ma che diamine di problemi hai? Ti fa ridere il fatto che ti stia urlando contro? Posso anche continuare per ore! >> asserì con talmente tanta ovvietà che scatenò un'altra fragorosa risata in Haruya.

Ma era una risata amara, e Suzuno non se ne accorse. Non riusciva mai a vedere oltre quegli occhi ambrati, separati dalla realtà da un muro fin troppo spesso per essere demolito a parole. Non riusciva a capire niente di lui.

<< Ma fai sul serio? >> ringhiò poi, e si mosse automaticamente verso la porta, a passo strascicante. << Perché ti sei cacciato in un casino del genere? >>

Si voltò nuovamente verso il fulvo, come a pretendere una risposta, infatti poi fece: << Guarda che sto aspettando. >>

Nagumo inclinò il capo di lato, riposando lo sguardo altrove. Teneva gli occhi fissi sulla finestra, e l'unica certezza di Fuusuke in quel momento era proprio il suo sguardo; sapeva solo che non stava veramente guardando lì, che la sua mente vagava altrove e non sapeva dove.

Udì solo un  "Inconsapevolmente", la rabbia gli fece attorcigliare lo stomaco e per poco non si gettò a capofitto sul fulvo, con l'intenzione di ferirlo talmente gravemente da non farlo uscire mai più da quel fottuto ospedale.


<< Davvero? >> sibilò allora, fulminando con gli occhi apparentemente vitrei il compagno. << Quindi dici che è successo e basta? >>

<< Sì. >> una risposta secca che gli fece gelare e ribollire contemporaneamente il sangue nelle vene; non capiva più se quella che stava provando fosse rassegnazione o furia incontrollata.

<< Non hai la più pallida idea di quanto ti stia odiando in questo momento. >> lo pronunciò automaticamente, senza pensarci; probabilmente quella frase premeva nella sua gola da anni, senza aver mai avuto il coraggio di uscire e librarsi nell'aria come avrebbe voluto. Forse non era nemmeno vero, forse era un pensiero di cui si era man mano convinto sempre di più per giustificare i loro litigi e battibecchi.

Poi d'improvviso posò gli occhi di nuovo sulla figura debole del compagno e l'unico suono udibile nella camera fu un suo sospiro, pesante e lungo.
Stava per continuare, stava per ricordargli che sei stato un emerito idiota, non aspettarti che la prossima volta ti venga a salvare il culo come ora, ma non fece in tempo a pronunciare nemmeno una parola.

<< Sfogato abbastanza? >> lo interruppe il fulvo in tono provocatorio, stringendo i lembi delle coperte.

Fuusuke lo squadrò silenzioso, con una smorfia seccata dipinta in volto, per poi mormorare, abbassando lo sguardo: << Bastardo. >>
Bastardo perché lo faceva sentire inutile, perché non si faceva aiutare, perché doveva fare costantemente di testa sua.

Haruya si mosse lievemente nel letto, scostandosi di lato e lisciando le lenzuola con una mano tremante. << Finito? >>

<< Sì. >>

Si sedette vicino a lui e rimase in silenzio.







Angolo autrice
Davvero, scusami, Giuli, per questa schifezza!
L'idea era comunque di Nagumo che finiva in ospedale per qualche altro motivo - gli voglio tanto bene ;-; -, e purtroppo finì così.
Spero che almeno non sia così indecente come penso, ma tanto lo sai che con me puoi essere sincera e dirmi che fa altamente cagar-
Passando ad altro... è incompleta e non si capisce quasi nulla, lo so, mancano diversi spezzoni che avrei voluto aggiungere - anche per rendere un po' di più l'idea di BanGaze, neh -, ma non ci sono riuscita. Come dire, rileggendo mi sono totalmente rattristata e demoralizzata - perché nella mia visione delle cose io sarei Fuusuke in tutto ciò ;-; - e penso che, se avessi continuato ad approfondire, non l'avrei mai conclusa e avrei totalmente scartato l'idea. Ed invece non volevo scartarla, perché ci sono davvero pochissime fiction che trattano di questo argomento bene - ok, io lo tratto abbastanza male, ma ho spiegato i motivi, eh! - e... non so, non mi va a genio. Perché è una cosa comune ma che a molti sembra lontana anni luce, ed invece è proprio dietro l'angolo ed insomma, mi sembra trattata con troppa leggerezza alle volte. Quindi mi è sembrato per certi versi originale come tema, ma più che altro l'ho scritta perché avevo bisogno di infilare il mio stato d'animo da qualche parte, quindi ecco qui l'obbrobrio incasinato che ne è venuto fuori.
Non ho la più pallida idea di cosa dovrei aggiungere, perché quando parlo di queste cose sono sempre a corto di parole.
Ah, e sì, il titolo si riferisce a quando Nagumo dice "inconsapevolmente", ma credo si fosse capito ._.
Ed ora ho rotto abbastanza le scatole al mondo e quindi penso di poter chiudere qui! 
Alla prossima_

- Naru

  
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