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Autore: goringo    27/08/2016    2 recensioni
Tutti conosciamo Naruto: capelli e occhi del padre, ma lineamenti e carattere della madre. E se per qualche scherzo del destino Naruto nascesse con un aspetto diverso? E se a cambiare non fosse solo l'aspetto? Quanto potrebbe cambiare la storia del nostro eroe?
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-Il mio nome è Naruto Uzumaki...- iniziò, con lo sguardo incollato al pavimento. -...mi piace leggere, allenarmi e mangiare Ramen...- continuò. "Il solito timidone" pensò Kakashi osservando il comportamento del neo-allievo. -... non mi piacciono i bulli o coloro che trattano le persone come se fossero spazzatura...- fece una pausa di diversi secondi, dopodiché alzò il capo e fissò con occhi pieni di energia il maestro. -...Il mio sogno è diventare abbastanza forte da guadagnarmi il rispetto del villaggio...- sul suo viso apparve un sorriso amaro che non passò inosservato dai presenti. -...e forse, un giorno, diventare il più grande Hokage della storia- terminò sfoggiando un sorriso genuino.
SOSPESA
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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INIZIA LA MISSIONE

 

 

Un gatto nero correva per le vie di Konoha schivando i passanti sulla sua strada, mentre era rincorso da Naruto e Sakura che sembravano avere non pochi problemi nel catturarlo a causa del grande numero di persone che stavano passeggiando, ostacolando, seppur involontariamente, l'inseguimento.

Mentre la ragazza gridava all'animale di fermarsi all'ennesima traversa, il felino si trovò all'improvviso bloccato da una rete caduta dall'alto. Il disgraziato si dimenò violentemente, cercando di liberarsi, ma per sua sfortuna trovò davanti a sé Sasuke, che era appena saltato giù da un tetto vicino.

-Bravo Sasuke-kun! Finalmente siamo riusciti a catturarlo.- cinguettò Sakura che gli corse incontro, felice che il compagno per cui nutriva una cotta fosse riuscito a completare l'incarico che il maestro aveva affidato alla squadra. -Non ce la facevo più.- aggiunse sospirando, mentre si asciugava la fronte sudata, con un panno che Naruto gli aveva posto.

 

A Konoha era ormai primavera e il caldo stava diventando una seccatura per Sasuke che lo odiava.

Svolgere queste missioni di livello D stava iniziando a stancarlo ed annoiarlo.

 

Il moro ignorò la ragazza e si accinse a prendere il gatto per il dorso del collo, in modo da renderlo inoffensivo ed evitare di essere graffiato dalle unghie affilate, poi si rivolse al compagno dai capelli rossi: -Naruto, dobbiamo parlare al maestro-.

Erano passati due mesi da quando erano diventati genin e il ragazzino aveva rivelato le sue capacità ai suoi compagni. Il giovane Uzumaki la metteva spesso a servizio della squadra nelle missioni che venivano affidate loro dal capo villaggio e malgrado non piacesse il fatto di utilizzarle per completare compiti così semplici, rispose senza tirarla per le lunghe. -Si trova nell'ufficio dell'Hokage.- disse, annoiato.

'Bene, questo ci risparmierà la fatica di cercarlo' pensò il moro dirigendosi verso la torre del capo villaggio con gli altri due che lo seguirono a ruota.

 

 

 

Kakashi non si sorprese quando vide i suoi allievi superare la soglia della porta dell'ufficio di Sarutobi con volti seri.

-Venti minuti. Siete migliorati rispetto all'ultima volta- scherzò l'uomo riferendosi al tempo che avevano impiegato per svolgere la missione e recarsi da lui, ma si rese conto dagli sguardi dei suoi studenti che erano poco interessati a quello che aveva appena detto.

 

Infatti, a quel punto, Sasuke ne aveva abbastanza.

 

-Risparmi i complimenti, sensei! Vogliamo missioni più impegnative, non questi compiti da mocciosi.- disse con il tono tagliente che lo caratterizzava.

 

'Per lui siamo mocciosi' pensò sarcastico Naruto. 'Anche se in una cosa Sasuke ha ragione: basta con queste missioni'

 

Il maestro, dal canto suo, non la prese male, ormai era abituato a trattare con il carattere dell'allievo. Egli non si fece sfuggire le reazioni degli altri di genin che sembravano concordare con il compagno.

 

 

Da dietro la scrivania Hiruzen rise bonariamente. -E così volete una missione di livello superiore, eh?- chiese retoricamente ai tre che annuirono comunque, senza esitazione. L'anziano rise nuovamente.

-Ti dispiace prenderlo, Naruto-kun?- chiese al ragazzino indicandogli fascicolo sulla sua scrivania.

Il ragazzo si avvicinò, osservandola attentamente capì e fece ciò che gli era stato chiesto. -Aprilo!- continuo l'uomo. Naruto la aprì e al cenno del suo interlocutore rovistò all'interno del plico, tolse fuori un documento e lo porse all'Hokage.

Dopo una veloce lettura del foglio il vecchio ninja esclamò: -Ma guarda un po'! Pare che avrete un po' di tregua da questo caldo.- dopodiché ordinò a bassa voce qualcosa al segretario che si diresse subito fuori dall'ufficio.

-Siete mai stati a Nami no Kuni?- chiese il capo villaggio per rompere il ghiaccio. Sakura e Sasuke negarono lentamente con la testa: non erano abituati a parlare con l'Hokage, non avevano la confidenza che il loro compagno rosso dimostrava nei suoi confronti e spesso si sentivano in soggezione quando dovevano rispondergli.

Nessuno dei tre era mai uscito da Konoha, non del tutto almeno. Naruto era un emarginato e, per il suo stato di forza portante, era sorvegliato da Anbu ventiquattro ore su ventiquattro, quindi si era rassegnato all'idea di non poter fare piccole escursioni anche solo un metro fuori dalla foresta del primo Hokage1; Sakura era cresciuta in una famiglia di civili e in quanto tali non uscivano mai dal villaggio per questioni di sicurezza. Il mondo Ninja era un posto pericoloso e per chi non era uno Shinobi viaggiare poteva rivelarsi fatale; Sasuke aveva passato parte della sua infanzia senza mettere un passo fuori dal quartiere Uchiha, salvo quando andava all'accademia ninja, e ciò aveva influito molto anche sul suo modo di vedere il mondo. Anche lui, come Naruto, si era spinto fino alla foresta ma solo durante le battute di caccia con suo fratello Itachi, all'epoca un Anbu di tutto rispetto.

 

-Allora iniziate a preparare i bagagli perché partirete domani mattina...- dalla porta della stanza entrò un vecchio uomo che sembrava avere una sessantina d'anni: aveva capelli grigi tirati indietro, un po' di barba che gli ricopriva il mento, portava degli occhiali da vista che non riuscivano a nascondere gli occhi di uno che non dormiva da giorni ed il suo corpo emanava un odore di Sake insopportabile per le narici dei presenti.

-....perché dovrete scortare il vostro cliente fino a lì- continuò Sarutobi.

-Vi presento il signor Tazuna. E' uno dei migliori capi carpentieri migliori del paese delle onde e necessita di una squadra che lo scorti fino al suo villaggio.-

Per un momento i tre genin e Tazuna credettero che fosse uno scherzo.

'Questo vecchio ubriaco sarebbe il nostro cliente?/Questi mocciosi sarebbero la mia scorta?' pensarono, contemporaneamente, rispettivamente il team 7 e il loro cliente.

 

Naruto per un momento guardo il suo maestro come se gli volesse dire 'Ma dai! Sul serio?' e Kakashi sembrò annuire con il suo occhio scoperto e lì il ragazzino sospirò.

 

-Io avevo chiesto qualcuno che mi proteggesse nel viaggio di ritorno, ma non mi aspettavo mica dei poppanti che giocano a fare i ninja!- si lamentò Tazuna, guadagnandosi un'occhiataccia da Sakura.

 

-Noi le abbiamo dato quanto lei può permettersi, Tazuna-san- gli rinfacciò semplicemente l'Hokage.

 

Tazuna, dopo aver udito le parole del capo villaggio, fece una smorfia di stizza, ma dovette rassegnarsi alla dura verità.

Kakashi sembrava assorto nei suoi pensieri, ma nessuno ci aveva fatto caso.

 

Uscendo dalla porta ricordò: -Vi aspetto domani mattina all'alba e vi raccomando la puntualità- dopodiché si congedò con l'Hokage e se ne andò.

 

-Ci saremo- rispose il jonin con aria preoccupata, al contrario dei suoi allievi che erano entusiasti del nuovo incarico.

 

 

 

 

 

Il mattino seguente...

 

I tre ragazzini non vedevano l'ora di partire. Il giorno prima Kakashi aveva raccomandato loro di andare a letto presto, ma per quanto si fossero sforzati, non era riusciti a chiudere occhio per l'entusiasmo. Erano alle porte del villaggio, ognuno con uno zaino, aspettando Tazuna e il loro maestro che stranamente questa volta non si fece attendere. Apparì proprio davanti a loro accompagnato da un vortice di foglie sotto lo sguardo sbalordito dei genin.

Kakashi si sorprese: non era la prima volta che usava il Shunshin no Jutsu per recarsi agli appuntamenti della squadra e infatti si chiedeva perché allora lo stessero guardando con tanto stupore.

 

A chiarire il suo dubbio fu Sakura.

 

-Maestro, lei è...in anticipo di due minuti!- disse. Non si sarebbe mai aspettata di poterlo dire.

-Forse non si sente bene?- aggiunse Sasuke prendendolo in giro. -Se si è rotto l'orologio, posso aggiustarglielo io- continuò Naruto, rincarando la dose. “Spiritosi” pensò l'Hatake, maledicendo se stesso per essere così sarcastico e cinico. I suoi allievi stavano diventando come lui, se non peggio.

 

Attesero per qualche minuto e alla fine videro arrivare anche il loro cliente. Dopo essersi salutati ed aver accertato che tutto fosse apposto, uscirono dal villaggio e iniziarono la loro missione.

 

Durante il tragitto, il ragazzino dai capelli rossi, così come i suoi compagni, non riusciva a staccare gli occhi da ciò che lo circondava. Tutto per loro era nuovo e diverso da ciò che erano abituati a vedere. La vegetazione che li circondava sembrava selvaggia, ben diversa da quella del parco dove giocavano quando erano più piccoli o da quella dei giardini del clan Nara.

 

Tazuna li osservava in silenzio. Capì che quei giovani erano veramente dei novizi del mondo ninja,

-Prima volta fuori dal villaggio?- chiese per rompere il ghiaccio. Non erano partiti col piede giusto e per quanto preoccupato sull'esito della missione, doveva cercare di sdrammatizzare, socializzando con quei ragazzini, che però non lo sentirono, concentrati com'erano.

 

Kakashi, da parte sua, era molto più teso di lui e anche se non lo dava a vedere, i suoi sensi erano all'erta. Aveva notato qualcosa che non lo convinceva durante il tragitto.

 

 

Ciò che accadde dopo le sue riflessioni fu talmente veloce che nessuno pote evitarlo:

da due pozzanghere emersero simultaneamente due figure armate di potenti braccia metalliche espandibili che avvolsero il corpo del jonin e lo strinsero fino a straziarlo e ridurlo in mille pezzi.

 

I genin rimasero senza parole davanti a tale scena e nella mente dei tre stava suonando incessantemente il campanello d'allarme.

In quella situazione era doveroso mantenere la calma per poter reagire.

 

I due carnefici rivolsero subito l'attenzione alla squadra e a Tazuna, attaccando nuovamente con le loro braccia metalliche verso quest'ultimo che inaspettatamente dopo essere stato stretto dalla morsa mortale si dissolse in fumo così come le altre tre figure.

 

Gli aggressori erano stati fregati.

 

Un kunai venne rapidamente in loro direzione e fu schivato da loro con estrema facilità, ma non potevano mica prevedere che si sarebbe sostituito ad un ragazzino dei capelli rossi armato di altri cinque kunai con altrettante carte-bomba attaccate che conficcò nelle braccia metalliche di uno degli shinobi nemici e che, come se non bastasse, dalla parte opposta, l'inconfondibile suono della combustione li avvertiva di un attacco diretto alle loro spalle.

 

I due si dissolsero divenendo acqua.

 

'Cosa?' pensò Naruto: questa non se l'aspettava proprio. ' Speriamo che Sakura e il signor Tazuna siano riusciti a scappare' lui e Sasuke erano riusciti ad elaborare un piano abbastanza velocemente da mettere momentaneamente in salvo Sakura e Tazuna, creando delle copie di se stessi e dandogli le fattezze della squadra, ma presto i nemici li avrebbero trovati. Iniziò a correre in direzione delle firme di chakra della compagna di squadra e del carpentiere. Sasuke gli stava davanti e anche lui non poteva nascondere la preoccupazione, a dimostrare ciò era il fatto che aveva iniziato a correre senza sapere nemmeno che direzione prendere, anche se, stranamente, aveva scelto proprio quella giusta.

 

Un inconfondibile grido li fece accelerare: era Sakura.

 

'Dannazione! Se solo sapessi usare il Shunshin no Jutsu!' imprecò mentalmente Naruto, maledicendo la carenza di ninjutsu nel suo repertorio. I suoi battiti cardiaci stavano aumentando ogni secondo che passava, ma lui aveva l'impressione che il suo cuore stesse smettendo di battere. Prima il maestro e ora anche Sakura?

 

-Quanto manca Naruto?- chiese Sasuke, girandosi verso di lui. Dall'espressione non pareva agitato quanto lui, anche se Naruto riusciva a captare il suo nervosismo.

-Ci siamo!- rispose l'Uzumaki.

 

Naruto e Sasuke arrivarono alla meta pronti ad attaccare i nemici e proteggere gli altri due, ma la scena che li si parò davanti fu tutt'altro che disperata.

Kakashi, vivo e vegeto, che si accingeva a legare i due shinobi ad un albero, mentre Sakura e Tazuna perfettamente incolumi si riprendevano da quella che doveva essere stata una corsa estenuante.

 

-Avete fatto un buon lavoro ragazzi!- si complimentò il maestro, sinceramente colpito dal loro lavoro di squadra

Naruto, però, era ancora scettico su quanto successo perciò espose i suoi dubbi:

-Maestro...pensavo fosse morto!- sussurrò. Quando il corpo del jonin era stato fatto a pezzi, niente, nemmeno le sue capacità sensoriali, gli avevano fatto intuire che quest'ultimo si fosse sostituito.

Kakashi si limito a sorridergli. Aveva ridotto al minimo la risonanza del suo chakra in modo da rendere la messa in scena più credibile possibile e c'era riuscito. Ciò dimostrava che l'abilità innata dell'allievo aveva dei limiti.

 

-Chi sono questi tizi?- domandò Sasuke, ripresosi dallo shock iniziale. Per fortuna Sakura e il maestro stavano bene.

 

-Loro sono i fratelli diavolo di Kirigakure no Sato: Uzo e Muzo. Sono dei ninja traditori specializzati in agguati omicidi- spiegò il maestro, senza staccare lo sguardo dai due. Li lasciò con un clone e il gruppo continuò il viaggio.

 

Durante il tragitto non riuscì a trattenersi dal chiedere delle spiegazioni al loro cliente.

-Tazuna-san....- iniziò il jonin, mentre l'interpellato iniziò a sudare freddo.

-...non mi è sembrato molto sorpreso di vedere questi due criminali. A che gioco sta giocando?- continuò, con un tono calmo, ma per chi lo conosceva era possibile notare emozioni negative.

 

Il carpentiere era con le spalle al muro e non gli restò che confessare.

 

-Il mio paese è in miseria a causa di un uomo d'affari senza scrupoli. Non avevo i soldi per pagare dei jonin che mi scortassero e potevo permettermi solo una missione di livello C. Mi dispiace per avervi mentito, ma dovevo tornare a Nami a qualsiasi costo...-

 

Kakashi rifletté attentamente sulle parole dell'uomo. Cosa fare? Non poteva mettere a rischio la vita dei suoi allievi in questo modo. Dopotutto erano genin usciti da poco dall'accademia e non erano pronti per affrontare una missione di cui non si sapeva ancora il livello. Inoltre c'era l'eventualità che loro cliente giocasse loro altri brutti scherzi.

 

Ad interrompere il silenzio che si era creato e i suoi dubbi fu Naruto.

 

-...è sincero...- disse il ragazzino, con aria assente.

“...e preoccupato” aggiunse mentalmente.

 

I suoi compagni lo guardarono incuriositi, ma non si stupirono più di tanto al commento del rosso: ormai si erano abituati alle situazioni in cui sua abilità anche senza accorgersene.

 

-Cosa ne dite ragazzi?- chiese infine il maestro. L'empatia dell'allievo poteva aiutare a prendere una decisione, ma il verdetto finale spettava alla squadra.

 

Sakura era incerta sulla decisione, ma l'uomo, per quanto sgradevole in alcuni comportamenti, sembrava una brava persona.

 

-Continuiamo- disse improvvisamente Sasuke rivolgendo uno sguardo complice a Naruto che capì che a parlare non era il lato compassionevole dell'Uchiha, ma quello sprezzante e affamato di avventura.

-Lo penso anch'io- diede manforte l'Uzumaki.

 

Kakashi li osservò: quei due assomigliavano a lui da giovane sotto tanti aspetti ed uno di questi era sicuramente la competitività. Sasuke non smetteva mai di lanciare, seppur in maniera implicita, sfide a Naruto che, nonostante il carattere calmo e riflessivo, accettava sempre.

 

-Tu, Sakura? Cosa ne pensi?- in risposta quest'ultima sorrise facendo cenno che era d'accordo.

 

Dopo l'ultimo momento di pausa riflessiva, Kakashi scrollò le spalle annunciò la sua decisione:

-Allora andiamo, Nami no Kuni è ancora lontana ed è meglio affrettarci prima che faccia buio-

 

Al carpentiere quasi scese una lacrima da quanto era commosso. -Grazie davvero....Mi dispiace per avervi messo in questa situazione-

 

Durante il viaggio, Naruto volle togliersi un dubbio:

-Senti Sasuke- iniziò

-Hn...- rispose come suo solito il moro. Il compagno di squadra però non ci fece caso.

-Come hai fatto fatto a sapere la posizione di Sakura e del signor Tazuna? Io non ti avevo detto niente.- la domanda attirò l'attenzione dei presenti che si girarono verso l'interessato che non tardò nel rispondere.

-Ho pensato che sarebbero fuggiti verso Konoha. Non eravamo ancora a metà del viaggio quindi sarebbe stato inutile cercare di arrivare a Nami- disse.

Tazuna rimase sorpreso: in effetti lui e Sakura avevano deciso tornare al villaggio e nell'eventualità di essere raggiunti dai nemici, trovare soccorso durante la via del ritorno. La capacità di deduzione del ragazzino moro era notevole.

Aveva sentito parlare del clan Uchiha e dei suoi membri quando era giovane, durante la Seconda Grande Guerra Ninja, da dei ninja del suo villaggio, quando ancora ne esistevano.

I membri del clan venivano descritti come freddi e calcolatori nell'elaborare trappole, feroci ed letali in battaglia ma capaci comunque di mantenere il sangue freddo in ogni situazione: delle vere e proprie macchine da guerra.

L'uomo, all'epoca, aveva dato poco peso a quelle parole, reputandole come semplici leggende metropolitane. Dopotutto, a suo dire, quasi tutti i ninja erano mostri e gli orrori della guerra potevano anche compromettere l'equilibrio mentale dello shinobi più forte, influenzandone il giudizio.

 

Naturalmente vedeva Sasuke come un ragazzino ancora inesperto e per certi versi presuntuoso, ma sentendolo ebbe un ripensamento: forse le voci sul suo clan non erano del tutto fasulle.

Il ragazzino era riuscito a proteggerlo, sebbene per un breve lasso di tempo e con l'aiuto del coetaneo, mantenendo sempre la calma.

Tazuna non era un ninja, ma da carpentiere di una certa età ed esperienza sapeva riconoscere i talenti e di sicuro Sasuke Uchiha era uno di questi.

 

Anche Sakura volle avere chiaro un dubbio:

 

-Scusi Tazuna-san!- chiamò.

 

-Dimmi ragazza- rispose l'uomo con tono stanco

 

-Perché deve tornare con tanta urgenza a Nami?- chiese. L'uomo non era stato del tutto chiaro sul motivo del suo rientro al paese natale.

 

-Dovete sapere che Nami no Kuni è un paese molto povero, ma non è sempre stato così. Un tempo i suoi abitanti erano in grado di sfamare le proprie famiglie grazie a dei pescati abbondanti e buoni raccolti, perciò non era necessario scambiare merci con altri villaggi. Tutto questo fino a dieci anni fa...- seguì un profondo sospiro.

-Un giorno ricco uomo d'affari si presentò nel paese. Il suo nome è Gatou.-

Alche Kakashi si sorprese: -Sta parlando di Gatou della “Gatou Enterprise”? Da quanto ho sentito è uno dei uomini più ricchi al mondo-

-Proprio lui- confermò Tazuna.

-Ci fece una proposta: inizialmente provò a comprare le piccole imprese dei pescatori per inglobarle nella sua-

-Come mai tanto interesse per queste imprese?- lo interruppe Naruto.

-Le acque che bagnano le nostre coste sono tra le più ricche della Nazione dell'Acqua. E' da lì che vengono pescati le specie che finiscono nelle Tavole dei Daimyo.- spiegò il carpentiere.

-Naturalmente, a tale proposta, gli uomini del villaggio, legati com'erano alla pesca, che è parte di noi, si rifiutarono, ma Gatou, approfittando della guerra civile di Kirigakure che in quel momento non sarebbe riuscito a proteggerci, assoldò dei mercenari e li uccise. Coloro che non ebbero il coraggio di ribellarsi, come me, ora sono condannati a vivere come suoi dipendenti sottopagati. Se io riuscissi a costruire un ponte che collegasse il paese alla terra ferma la nostra condizione di schiavitù finirebbe e l'economia si ristabilirebbe grazie agli scambi commerciali- finì e contemporaneamente a tale azione scese una nebbia molto fitta, quasi innaturale secondo Naruto che poi notò qualcosa di molto allarmante.

-Maestro...questa nebbia è impregnata di chakra- disse con un'aria talmente truce da preoccupare persino i compagni.

La nebbia aumentò talmente tanto che non era più possibile vedere a più di un metro davanti a sé.

Kakashì però non perse tempo: -Tutti giù!!!- ordinò.

Allievi e cliente non se lo fecero ripetere a udito l'ordine si buttarono a terra, appena in tempo per evitare un grossa mannaia che mirava alle loro teste.

 

Da lì in poi si sarebbe scatenato l'inferno, di questo Kakashi ne era certo.

 

 

 

 

 

 

 

Shunshin no Jutsu: Tecnica del trasferimento istantaneo.

Kirigakure no Sato: Villaggio nascosto della nebbia

Nami no Kuni: Paese delle onde

 

 

 

 

Scusate se non aggiorno da tempo, ma in questi ultimi 2 anni ho avuto diversi impegni. Cercherò di pubblicare il prossimo fra 30 giorni.

 

 

  
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