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Autore: DanieldervUniverse    28/08/2016    6 recensioni
Dopo Devilangel, anche per me è arrivato il momento di dare il benvenuto a Spiritus e Materia.
Genere: Dark, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gigantesca spada frantuma la terra, portando le voci spaventate o furiose a tacere, scosse dallo schianto.

-Silenzio mortali!- tuona con voce profonda il gigante, mentre il sudore fa risplendere la sua pelle color dell'ebano.

Persino il suo respiro esprime potenza, accompagnato dal movimento di quel petto forgiato dalla battaglia e dalla furia.

-Vi è stata data una scelta- continua il guerriero, scrutandoli con occhi fiammanti.

-Il destino del mondo è nelle mani di coloro che decideranno di combattere- interviene una voce femminile, dalla parte opposta.

La figura regge uno scettro, e si erge con i capelli setosi mossi dal vento e la pelle candida, fragile e innocente.

-Non c'è via che permetta un altro modo, questa guerra deve essere combattuta- continua, con voce rassegnata.

-Si- riprende il gigante nero, sollevando la spada e tagliando l'aria con un possente fendente -Questo mondo è in preda all'anarchia, serve un nuovo ordine! E starà a voi decidere.

-Unitevi a me e salvate il mondo- parla ancora la donna, quasi supplichevole.

-Unitevi a me e stabiliamo un nuovo ordine- risponde il guerriero.

Tutti tacquono, spostando lo sguardo dall'uno all'altra, confusi.

Gli dei attendono, rimirando i combattenti, i futuri protagonisti del conflitto, vinti e vincitori, codardi ed eroi, demoni ed angeli.

-E se non volessimo?

Stavolta sono io a parlare.

La mia voce si fa strada come l'acqua in una fessura, riportando i miei compagni al silenzio.

E se non volessimo?

-Non puoi sottrarti umano!- tuona il guerriero, battendo di nuovo lo spadone a terra, attirando la mia attenzione.

I suoi capelli bianchi sono raccolti in due ciuffi ai lati della testa, mentre il resto e riunito in una lunga coda dietro la testa; gli abiti orientali nascondono le sue possenti gambe, in quell'abbondanza di stoffa blu e rossa, e la spada sembra essere addirittura più grande di lui.

Ma non ho paura.

-Perché no?- insisto, mentre la mia voce passa, da un tono disteso e diplomatico, ad uno profondo e minaccioso, facendo arretrare coloro che sono nelle mie immediate vicinanze.

-Non puoi comprendere- interviene la donna.

Non mi spreco neanche a guardarla.

-Ciò che accadrà deve accadere. Il destino del mondo dipende da questo- continua.

-Senza di noi, il vostro mondo brucerà. Chi vincerà, potrà impedirlo!- dice con forza il guerriero, protendendosi in avanti.

-E perché dovreste essere voi?- chiedo -Perché non possiamo essere noi?

Perché non possiamo essere noi?

-Hai l'arroganza di paragonarti ad un dio, umano?!- minaccia il guerriero.

In un lampo, la spada che tengo miniaturizzata nel microchip sul mio collo è snudata, in tutta la sua gloria, e la punto contro il mio avversario.

-Quale dio ha l'arroganza di ergersi tra gli uomini?- rispondo, la voce ridotta ad un ringhio di rabbia.

Con un grido di battaglia, Spiritus balza contro di me, abbattendo la sua furia sulla mia spada.

È forte, come si addice ad un dio.

Ed è anche veloce.

Nonostante l'abbia bloccato con la sola forza bruta, insiste, muovendo quella lama che pesa come dieci uomini come se nulla fosse, elegante e potente.

La terra si spezza, i detriti vengono scagliati in aria, mentre le due possenti spade, la sua e la mia, si incrociano in temibili colpi.

La forza stessa dell'impatto sarebbe sufficiente a frantumare le montagne.

Ma non trova fessura nelle mie parate, non c'è colpo che vada a segno, respinto dalla mia lama o semplicemente schivato.

Perché io sono un uomo, e un uomo non cala la testa davanti agli dei.

L'ultimo attacco di Spiritus scivola accanto alla mia testa, colpendo il terreno, e un istante dopo il suo braccio è mozzato, cadendo a terra.

L'istante successivo la mia mano lo afferra per la carne, macellando quel petto possente ed invincibile, trovando la strada fino al suo cuore.

-Ricorda il mio nome, dio- dico, mentre la furia umana risuona con forza nelle mie parole -Perché oggi ti ho ucciso.

Vorrebbe parlare ma la sua forza è spezzata, la sua lama smussata, la sua trama annientata.

-Io sono Guardiano, e non c'è dio che possa regnare nella mia guardia- sussurro, mentre finalmente pongo fine alle sue sofferenze, maciullando la carne nella mia mano e lasciando che i suoi occhi rotolino all'indietro.

Quando stramazza a terra, non è più nemmeno riconoscibile: tutto il suo vigore si riduce ad un corpo morto dagli arti molli e flaccidi.

Non ho bisogno di voltarmi per sapere che Materia si è alzata in volo, ostile.

Percepisco in anticipo le scie di energia dirette verso di me, deviandole con un fendente della mia lama, per poi balzare su di lei, che volteggia in aria con grazia.

Si protegge con lo scettro, ereggendo una barriera che resiste ai miei colpi; ma quando la stessa forza del suo attacco le viene riflessa contro, quando quella stessa energia che voleva usare contro di me si abbatte impietosa sul suo scudo, geme di paura.

Il mio mantello nero frusta l'aria mentre il suo scettro si spezza, per un attimo la mia forma oscura si estende in tutta la sua possanza su di lei, prima che un ultimo fendente le stacchi la testa dal collo.

In pochi attimi il suo corpo giace a terra, sanguinante, morto, impotente.

Con lentezza ripulisco la mia lama, e mi volto a guardare quelli che sono quasi divenuti miei compagni, quegli spiriti che stavano per essere sacrificati come agnelli al nemico, e non provo pietà.

-La Terra è degli uomini. Nessun dio ha il diritto di reclamarla. Se il suo destino è di bruciare, che bruci. Ma sarà l'uomo a scegliere per se stesso.

  
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