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Autore: Sora5    28/08/2016    1 recensioni
Fiction partecipante al contest "Story of our life" indetto da eleCorti/Elettra.C
“Chitoge ti andrebbe di fare una nuova promessa?”. Colsi il tuo sguardo interrogante e curioso. “ Di quale promessa parli?”.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chitoge Kirisaki, Nuovo personaggio, Raku Ichijou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A New Promise

13 luglio.Nonostante l’estate avesse ormai fatto il suo ingresso,di giornate così calde e piene di sole non se ne erano più viste nella città di Tokyo. La pioggia impetuosa, che nei giorni precedenti aveva ininterrottamente bagnato le aride strade, si era trasformata in lunga scia colorata, composta da sette tonalità differenti e nascosta fra le nuvole. L’arrivo dell’arcobaleno sanciva la fine della lunga e interminabile stagione delle piogge, mentre faceva la sua entrata in scena il sole, pronto come non mai a ridare un po’ di luminosità e calore alla città completamente bagnata. Sempre a Tokyo,e più precisamente nella periferia,verso la campagna, si trovava un uomo anziano, probabilmente sull’ottantina,che osservava con estrema attenzione ciò che lo circondava. Alle sue spalle c’era la sua grande dimora in legno che richiamava le tipiche abitazioni orientali del passato. Contava due piani differenti, collegati tramite un’enorme scala a chiocciola e un balcone,abbastanza grande,che affacciava sull’intera fauna che circondava la casa. Non per altro la casa era situata in un posto alquanto isolato, lontano dal caos quotidiano e dallo smog che si possono trovare in piena città. Era stata costruita nel mezzo dalla natura, circondata da soli alberi e inebriata dal profumo dei fiori. L’unico segno di antropomorfizzazione era rappresentato da una stradina in pietra che collegava la casa alla città e rendeva agibile un possibile percorso con la macchina. L’uomo sull’ottantina, più che alla sua casa, rivolgeva il suo sguardo lontano, verso il cielo, quasi come se volesse aggrapparsi a qualcosa e raggiungere quel qualcosa che non c’è più. Nei suoi occhi scuri come la notte si rifletteva il colore blu del cielo; era  come se gli restituisse quella luce che da tempo si era spenta. Osservava con attenzione ogni singolo movimento che gli si presentava davanti, da quello rapido delle rondini a quello lento delle poche nuvole rimaste. Era come se fosse attratto da quel colore blu del cielo, così intenso e così nostalgico. Ogni volta che si fermava a contemplarlo gli si disegnava in volto un sorriso che metteva in risalto le sue rughette di cui, da un po’ di tempo a questa parte, andava fiero. Era un meccanismo automatico, come quello di un semplice interruttore. Basta premere un semplice tasto per far sì che si abbia luce in una stanza; lo stesso avveniva per questo singolare vecchietto che alla sola visione del colore blu sorrideva. Cosa mai avrebbe potuto significare quel colore blu per quel vecchietto dai pochi capelli bianchi e il fisico mingherlino, pieno di acciacchi? Eppure i suoi occhi non potevano fare a meno di fissare quella infinità cerulea.

“Nonno! Nonno Raku! Sei qui?!”.
Una ragazzina tutto pepe dai capelli lunghi,biondi e lisci come la seta apparve dinanzi l’enorme ingresso in legno con l’intento di raggiungere il nonno in giardino. Suo nonno, Raku Ichiijou, era un uomo anziano che trascorreva  gli ultimi anni della sua vita nella pace della campagna. Nel corso della sua vita era sempre stato impegnato a causa del lavoro, dal momento che non ne aveva solo uno,bensì due. Oltre ad aver realizzato il suo sogno di diventare un onesto impiegato presso la Bonyari City Hall, era diventato il boss del clan Shuei, il clan yakuza di suo padre,ottenuto in eredità. Aveva sempre amato la sua professione, ma i numerosi impegni gli avevano tolto del tempo prezioso con la famiglia; per questo decise di trascorrere gli anni di pensione in tranquillità,in modo da dedicarsi a ciò che amava di più:i suoi due figli e la sua nipote adorata, Alicia. Alicia era una ragazzina quindicenne di bell’aspetto. Era alta e slanciata, aveva un fisico da modella e delle gambe molto snelle; inoltre aveva due occhi grandi azzurri color cielo, che al contatto col sole sembravano brillare come due zaffiri. Alicia era il frutto dell’amore tra la figlia maggiore di Raku, Anna, e suo marito Hideto, ormai sposati da diversi anni. I due vivevano con la loro figlia a Tokyo, e si erano conosciuti al lavoro, in quanto entrambi  professori. Il secondo genito, Keisuke,era invece ancora single a causa del lavoro, poiché questi non gli dava tempo per dedicarsi alle relazioni interpersonali. Era uno scrittore di grande fama e il suo tempo libero era impiegato alla ricerca della giusta ispirazione e storia da scrivere.

Da dieci anni a questa parte era diventata consuetudine, da parte di Alicia, di far visita al nonno in questa data. Il 13 luglio era un giorno importante per il nonno e lo sapeva bene. Quello stesso giorno di circa sessanta anni fa Raku aveva chiesto alla sua amata, Chitoge Kirisaki, di sposarlo. Allo stesso tempo però, sedici anni fa in questo stesso giorno,venne a mancare sua moglie a causa di un tumore che la colpì al seno. Vani furono stati i tentativi di salvarla, poiché la malattia era in stadio avanzato e c’era una possibilità su cento di potersi salvare. Raku aveva lottato con tutto se stesso, forse più della moglie,per permetterle di continuare a vivere, ma la morte aveva avuto la meglio. Alicia sapeva bene quanto suo nonno amasse e tenesse a sua nonna, sebbene non l’avesse mai conosciuta. Tutto ciò che sapeva di lei è che era la sua copia spiccicata in tutto e per tutto. Non solo esteticamente, ma anche negli atteggiamenti. Era forte, determinata e soprattutto molto buona e generosa come la nonna; ma allo stesso tempo poteva essere violenta e irascibile se provocata. Quando era con Alicia, difatti,nonno Raku si sentiva ringiovanito, era come se sua moglie non se ne fosse mai andata; ma allo stesso tempo provava una forte stretta al cuore, un po’ nostalgica e carica di tristezza. La consapevolezza di non poterla vedere più e starle accanto era il più potente veleno che avesse mai bevuto. La giovane Alicia,per permettere al nonno di ricordare quel giorno felicemente, ogni anno gli faceva visita e trascorrevano la giornata insieme. Le piaceva particolarmente leggere le lettere che suo nonno soleva scrivere a sua moglie durante i suoi ultimi anni di vita in ospedale,in modo tale da scoprire sia il passato del nonno sia conoscere, anche se indirettamente, la sua defunta nonna.  
“Nonno! Sei pronto? ho già preparato il thè! Non vedo l’ora di leggere una delle tue lettere! dai sbrigati! Prendi la famosa scatola, io ti aspetterò in cucina!” gli disse mostrando il migliore dei sorrisi.
Nonno Raku si volse verso sua nipote e fece cenno con la testa per dire sì. Era davvero entusiasta quando vedeva il volto felice di Alicia; per questo non se lo fece ripetere due volte e andò nella sua stanza a recuperare la “famosa scatola”. Si trattava in realtà di un piccolo scrigno in legno che presentava un fessura nella parte centrale. Bisognava utilizzare una chiave che solo nonno Raku possedeva per aprirla. Ma a rendere speciale la ”famosa scatola” era la frase “C e R ALWAYS TOGETHER” incisa sulla parte più in alta dello scrigno. “C e R” stavano ovviamente ad indicare le loro iniziali. Le avevano incise insieme dopo la nascita della loro primogenita, per ricordarsi che sarebbe stati l’uno accanto all’altra per sempre ,di fronte a qualsiasi difficoltà. Anche lo scrigno lo avevano comprato insieme perché per qualche ragione sconosciuta colpì entrambi al primo sguardo. Era raro che succedesse dato che  nella maggior parte dei casi, a causa dei loro gusti differenti, finivano a ritrovarsi in qualche battibecco. Non erano affatto cambiati da quando erano ancora dei semplici adolescenti.

Nonno Raku non esitò neanche un secondo e inserì la chiave nella fessura. All’interno vi erano più di una cinquantina di lettere, ognuna delle quali rappresentava un pezzo della loro vita insieme. “Quante ne abbiamo passate insieme, vero Chitoge?”. Questo pensiero si faceva largo nella sua testa ogni qualvolta aprisse quello scrigno. Ancora non gli sembrava di vero di non averla più accanto. Una lacrima stava per uscire dai suoi occhi arrossati e commossi ma l’arrivo energico della nipote ne impedì la fuga. Nonno Raku, infatti, si asciugò immediatamente il viso con la manica del kimono blu che indossava.
“ Nonno cosa mi farai leggere di bello oggi?”, gli disse con gli occhi carichi di entusiasmo e curiosità.
“ Ti leggerò del momento in cui ho preso la decisione migliore della mia vita e di cui non mi sono mai pentito e mai pentirò…”
“Ti riferisci a quando hai deciso di ereditare la carica del bisnonno?”
“Niente affatto…sediamoci in giardino e capirai”
I due si sedettero sul dondolo che si trovava nel giardino,più precisamente vicino all’ingresso.
“Allora nonno di quale decisione parli?”
“Quella di sposare tua nonna”
Alicia restò per un momento paralizzata. Era una delle cose più dolci che avesse sentito nella sua vita e non poté fare a meno di commuoversi. Non riusciva a credere che legami cosi saldi e forti potessero esistere ancora in una società come la sua, dettata dall’egoismo e interesse personale, in cui anche i legami più forti possono disintegrarsi in un nulla. Suo nonno le sorrise e aprì il contenuto della lettera che aveva scelto dopo una lunga riflessione. 
                                                                                                                                                                                                                  “13 Luglio 20XX”
“Cara Chitoge,
non ci crederai ma sono già passati 50 anni dal nostro matrimonio. E chi lo avrebbe detto che ti avrei sopportato cosi tanto? Si, lo so già. Leggendo questa frase ti sarà già venuta la voglia di tirarmi un pugno in faccia come sempre. Peccato per te che non puoi,quindi ti consiglio vivamente di riprenderti in fretta e venire di nuovo a pestarmi ok?
Scherzi a parte ci credi quanti anni sono passati? Grazie per avermi sopportato e per essere stata al mio fianco fino ad ora. Il tempo in tua compagnia è volato in un batter d’occhio e rivivrei ogni singolo momento in eterno. Ricordi quando questo giorno di 50 anni fa chiesi di sposarti? Mi sembra solo ieri che sentii quel fatidico “si” dalle tue labbra. Credo sia stato uno dei momenti più belli della mia vita. Avevamo solo 24 anni, eravamo giovani lo so. Però, nonostante tutto, sapevo di aver preso la decisione giusta. Solo e soltanto tu saresti potuta essere al mio fianco. Dopo tutti quegli anni passati a fingere di essere fidanzati alla fine ci siamo innamorati sul serio. Ci siamo conosciuti, ci siamo capiti fino in fondo, siamo diventati l’uno la metà dell’altro. Lo so,ora starai pensando “smettila con queste frasi imbarazzanti” ma so che in realtà ti piacciono tanto ,non puoi fingere con me.
Ricordi quando 50 anni fa ci demmo appuntamento sul Tenku field*? Tu da poco avevi iniziato il tuo lavoro da stilista ed io il mio da impiegato. Ci eravamo visti poco dopo la fine del liceo,per questo eravamo impazienti di sposarci, impazienti di poter vivere finalmente insieme. Quel giorno il sole era al suo massimo splendore e il calore si era espanso per tutta la città.Si riusciva a percepire solo qualche spiraglio di vento ma il suo tentativo di rinfrescare l’aria fu vano. Il calore interessava non solo il mondo esterno, ma anche il mio mondo interno. Quella mattina ero più emozionato che mai, sentivo il cuore battermi a più non posso, tra un momento all’altro temevo sarei morto d’infarto. L’emozione di rivederti mi assaliva tutto il corpo…le mani, le labbra, l’intero corpo mi tremava. Lo stomaco lo sentivo vuoto e leggero, come se al suo interno ci fossero delle farfalle che lo risalissero e raggiungessero il mio cuore. Il loro battito d’ali, forte ed impetuoso, sembrava riflettersi nel mio battito cardiaco. Sudavo freddo. Lo ammetto non vedevo l’ora di vederti. Alle 10 in punto m’incamminai per incontrarci al luogo prestabilito, ossia sulla sommità del Tenku field, in prossimità della roccia dove anni prima da bambino feci la promessa di matrimonio con Onodera. Avevo scelto quel luogo proprio perché volevo rinnovare la promessa,ma questa volta con la persona che amavo sul serio. L’appuntamento era per le 11 ma tu arrivasti prima di me. Ricordo ancora quella scena. Tu indossavi il vestito a balze bianco che amavi tanto perché d’estate ti faceva sentire più fresca e libera. Non mancavano i tuoi sandaletti bassi e il tuo bracciale a forma di fiore. A finire questa magnifica visione era il tuo immancabile fiocco rosso che ti aveva regalato tua madre. Mi ripetevi sempre che grazie a quel fiocco non ti avrei mai perso di vista. Sappi che anche se non lo avessi avuto ti avrei trovata ,sempre.
Anche il vento sembrava voler gioire alla tua venuta e ti colpiva delicatamente, facendo ondeggiare i tuoi capelli luminosi nell’aria. Per un momento rimasi paralizzato alla tua visione. Non mi sembrava vero di averti lì, davanti a me, e che da li a poco saresti diventata la signora Ichijou. “Sei in ritardo” furono le tue prime parole. So che dietro quella maschera di ghiaccio eri emozionata anche tu e che ti stavi sciogliendo dentro come me;lo capivo dal tuo sguardo serio ma carico di dolcezza. L’emozione si prese nuovamente gioco di me e ti risposi solo “Dopo tutto questo tempo che ci vediamo riesci a dire solo questo?”. Era passato circa la metà di un anno dall’ultima volta che ci eravamo incontrati , mi ricordavi tua madre. “Proprio perché vogliamo stare più tempo insieme sbrighiamoci a sposarci,cosi poi vivremo insieme per sempre” fu la tua semplice risposta. Per un momento sentii il mio cuore bloccarsi insieme col respiro. Quella tua semplice constatazione per me era molto di più. Mi era sembrato di volare dritto in paradiso. Dopo essere tornato sulla terra presi il lucchetto con cui anni prima avevo fatto la promessa con Onodera. Questa volta era diverso. Al suo interno c’era l’anello con cui ti avrei chiesto di sposarmi, con cui ti avrei chiesto di stare per sempre al mio fianco. Mi feci coraggio e sgombrai la testa di qualsiasi altro pensiero. Mi sembrò impossibile perché in quel momento  non potevo fare altro che pensare a te. Con il ciondolo a forma di lucchetto mi volsi verso di te che mi guardavi con aria ansiosa e irrequieta. Anche tu come me non vedevi l’ora vero? Spero proprio di si.
”Chitoge vuoi sposarmi?” fu tutto ciò che in quel momento riuscii a dire. Tu prendesti la chiave che avevi il collo, l’unica che avrebbe potuto aprire la fessura del ciondolo. ”Certo, con gran piacere” fu la tua riposta e inseristi la chiave. Non riesco a descriverti i sentimenti che provai in quel momento. Avrei potuto piangere di gioia, avrei potuto abbracciarti, baciarti, stringerti ma allo stesso tempo l’emozione mi bloccava, m’impediva di fare qualsiasi movimento. Mi sentivo come il tronco di un albero, vivo all’interno ma immobile all’esterno.  
“Sicura che io ti vada bene?” . Da qualche anno mi ponevi sempre quella domanda. Mia cara signora Ichijou te lo dissi allora e te lo ripeto ancora "Per me esisti solo tu, e nessun’altro! non pormi una domanda tanto sciocca!”. Una volta inserita la chiave ci stringemmo le mani mentre reggevamo il lucchetto. Le tue mani erano calde, morbide e mi infondevano tranquillità e un senso di protezione. Ci guardammo negli occhi. I tuoi occhi, come potrei scordarli mai? Erano azzurri,profondi e infiniti come il cielo. Ogni volta che mi specchiavo in quel profondo blu mi sembrava davvero di essere in cielo, di volare fra le sue nuvole e raggiungere la beatitudine paradisiaca. Per me eri e sei come un angelo in terra. Ti svelerò un segreto: ogni volta che guardo il cielo penso a te, ai tuoi occhi che sono capaci di scavarmi nell’animo. L’azzurro, il celeste, il blu elettrico…qualsiasi tonalità di blu mi parla di te. Ecco il vero motivo per cui il blu è diventato il mio colore preferito.

Scusami mi ero perso nel pensarti e ho perso il filo del discorso. Ritornando a noi… una volta aperto il lucchetto ne prendemmo il contenuto: due anelli che ci avrebbero per sempre legati. Ne presi uno, il più piccolo, m’inginocchiai e raccolsi la tua mano sinistra. “Chitoge ti andrebbe di fare una nuova promessa?”. Colsi il tuo sguardo interrogante e curioso. “Di quale promessa parli?”. Ti strinsi la mano e ti guardai dritta negli occhi:  “Chitoge prometti di stare per sempre al mio fianco, non importa quale difficoltà ci si presenterà davanti? Prometti di rimproverarmi quando sbaglierò, di aiutarmi a risalire nei momenti di disperazione, di condividere momenti felici insieme e di amare me e soltanto me per sempre? “
Per un momento non parlasti. Restasti con la bocca semiaperta, lo sguardo fisso su di me , mentre il cielo nei tuoi occhi si stava annuvolando, minacciava pioggia…pioggia si,ma di lacrime. Le lacrime scesero lungo il tuo viso e capii che la commozione aveva preso il sopravvento. Dopo questo blocco iniziale, facesti un bel respiro e sorridendomi mi rispondesti: “Cosa sono tutti questi ordini? Guarda che mi aspetto che tu faccia lo stesso con me!”. Anche se non lo avevi detto esplicitamente mi era abbastanza chiaro che si trattasse di un si. “Non c’è bisogno che tu me lo dica, starò sempre con te!”. Fatto ciò misi l’anello al tuo dito e mi sentii l’uomo più fortunato del mondo. Quel semplice anello avrebbe significato che da quel momento in poi saresti sempre stata con me, era il simbolo della nostra unione.

Ero pronto ad incamminarmi nuovamente in città quando mi bloccasti. Eri completamente rossa in viso. “Non dovremmo fare quella cosa?”. Mi venne un colpo al cuore. Sapevo a cosa ti riferissi ma ero ancora più agitato di te in quel momento,che inizialmente mi sfuggii. Dovevamo scambiarci il nostro primo bacio. Per questo mi avvicinai a te. Eravamo entrambi più rossi di un peperone e i nostri cuori sembravano battere all’unisono. Fu lieve, fugace ma soffice e piacevole. Le tue labbra parlavano di te, ti stavo conoscendo sempre più. Avrei potuto continuare in eterno ma dovevo porre un freno al mio entusiasmo. Quel attimo fugace,ma il più bello in assoluto, lo porto sempre nel mio cuore e ogni volta che ti bacio mi sembra di rivivere quel momento. Le nostre labbra si staccarono ma i nostri sguardi no. Eravamo entrambi felici ma quell’imbarazzo iniziale venne sconfitto da una delle tue solite frasi:  ”hai sbattuto i denti contro i miei!” e le mie solite risposte:  “Scusa era la mia prima volta!”. Dopo aver condiviso quel momento magico e aver stabilito una nuova promessa, raggiungemmo gli altri in città.

E tu Honey* ricordi tutto questo? Scusa se sono stato cosi discorsivo ma volevo ricordare ogni singolo gesto, emozione di quel fatidico giorno.
Purtroppo il destino non è stato dalla nostra parte e la malattia ha preso possesso del tuo corpo. Tuttavia,Chitoge,avrei solo una richiesta: ti prego non perdere mai la speranza, lotta con tutte le forze che hai e vinci anche questa di battaglia. Se tu te ne andassi perderei una parte di me e tutto ciò che fino ad oggi aveva un senso lo perderebbe. Fallo per i nostri figli, fallo per te stessa, fallo per noi. Non ti abbandonerò né ora né mai. Per questo metticela tutta!
Ti amo tanto,
                                                                                                                                                                                                                      il tuo Darling*
P.s: so che ti sembrerà strano trovarmi cosi romantico,ma ora come non mai sento l’esigenza di dirti tutto quello che ho provato e che provo. Non mi stupirò se dopo vorrai darmi un pugno dei tuoi.
 

Nonno Raku finì di leggere la lettera e, cercando di contenere le lacrime, si volse verso la nipote. Vide Alicia piangere ininterrottamente per una decina di minuti. Era cosi felice ma allo stesso tempo triste per il nonno ormai solo. “Non preoccuparti per me, io ho voi e non mi sento solo” le rispose con l’intento di rasserenarla. Al pianto seguirono altre domande da parte di Alicia, interessata soprattutto alla cerimonia nunziale. Dopo aver ascoltato nuovamente il nonno, Alicia si limitò a dire : “ Nonno finalmente ho capito perché fissi sempre il cielo e ami così tanto il blu…”.
Nonno Raku scoppiò in una piccola risata, dopodiché guardò in alto verso il cielo…
“E tu Chitoge, ricordi ancora la nostra promessa?”
 
 
 
Note dell’autrice: Salve eccomi di nuovo con una nuova shot! Scusate i numerosissimi errori, sono anche fuori allenamento ma spero comunque vi piaccia. Per la proposta di matrimonio mi sono ispirata a quella reale del manga ma ho aggiunto del mio. Inoltre “Honey” e “Darling” fanno riferimento ai nomignoli con cui si chiamavano Chitoge e Raku soprattutto quando dovevano fingere la loro relazione. Tenku field è invece il nome originale del luogo dove hanno fatto la promessa Raku e Onodera da piccoli e Raku e Chitoge quando si sposano. La data del 13 luglio l’ho scelta io autonomamente perché è per me un giorno importante, mentre nel manga non specifica quando Raku chiede a Chitoge di sposarla, si sa solo che è estate. Ringrazio in particolar modo eleCorti per avermi spronato a scrivere questa storia. Scusate l’eccessivo romanticismo e la banalità della storia ma amo tanto questa coppia. Spero vi piacerà …alla prossima!
   
 
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