Anime & Manga > Letter Bee/Tegami Bachi
Ricorda la storia  |       
Autore: Akane    28/08/2016    0 recensioni
Ci sono storie sotto la superficie, storie non raccontate, storie accennate, storie mostrate solo a metà, storie addirittura nascoste. E spesso queste storie sono importanti per qualcun altro che un giorno si sfiorerà, si intreccerà, si aiuterà in qualche modo. Sono storie che si sviluppano nel tempo come una specie di otto. Perché tutto si ripete, tutto si tocca, tutto si intreccia.
Così come la storia di Gauche e Jiggy con quella di Lag e Zazie.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Goos Suede/Noir, Jiggy Pepper, Lag Seeing, Zazie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
la_proporzione_perfetta1
PREMESSA: Eccoci qua, una nuova fic ha inizio. Il manga è Letter Bee di Asada, in questa pagina fatta da me ci sono molte informazioni a riguardo, l'ho fatta io un paio di anni fa. Dovete sapere che la devo sistemare perchè certe cose scritte non sono completamente esatte e mancano alcuni dettagli poichè all'epoca mancavano dei numeri che spiegavano molte cose importanti. (per esempio Lode non è ciò che ho scritto, così come i gaichu, Reverse, molti dettagli non sono proprio corretti...) Però la potete usare per farvi un'idea. Alcuni link non funzionano ed anche quelli dovrò sistemare. In linea di massima, se non avete mai letto il bellissimo manga potete rimediare ora perchè è la meraviglia, ma se non vi va, potete leggere lo stesso come una sorte di original, perchè nella fic ho spiegato al mio meglio ogni cosa per capire pur senza aver letto il manga. Certo ve la godete meglio col manga, ma anche senza si può fare.
La fic è quasi completa, ho scritto 36 capitoli, sono ferma nel finale perchè manca l'ultimo numero del manga ed in base a quello scriverò il finale della fic. E' divisa in 3 parti: la prima parla di Gauche e Jiggy, la seconda di Zazie e Lag, la terza di tutti e quattro. Seguo le vicende del manga per quel che ce n'è, in certi punti ho inventato perchè se per Lag e Zazie c'era molto materiale, per Gauche e Jiggy no. In effetti loro non sono una coppia accennata nel manga come invece Zazie e Lag, ma ci sono tante similitudini fra Gauche - Lag e Jiggy - Zazie, sia come personaggi, che come coppie: Lag adora Gauche, Zazie adora Jiggy, Lag e Gauche hanno uno splendido rapporto e ad un certo punto Jiggy e Zazie hanno una splendida collaborazione, perciò se Zazie sta con Lag e si vede... anche Jiggy deve stare con Gauche, anche se non si vede! Ecco così che ho iniziato a vedere in Gauche e Jiggy una splendida coppia. Tecnicamente è una crack pairing, anche perchè nel manga Asada accenna più a Jiggy e Largo, ma a me piace troppo con Gauche. Una volta che ho iniziato a vedere tutte le similitudini, mi è partita la proporzione. Jiggy sta a Gauche come Zazie sta a Lag. Perciò Jiggy come Zazie e Gauche come Lag. Semplicemente perfetto.
I nomi: nel manga tradotto in italiano Gauche è Goos, ma io ormai ero abituata a chiamarlo Gauche che è il nome originale. Si trova materiale in rete se lo chiami Gauche, perciò... Gli altri nomi sono tradotti circa bene, ho tenuto la traduzione italiana sempre per abitudine, ma è vero che c'erano minime differenze.
I disegni che metterò ad inizio capitoli sono tutti fan art trovate in rete, non mie ma degli aventi diritti. Così come i personaggi ed il fumetto sono di Asada, io ci scrivo su per puro divertimento.
Le canzoni che ho scelto nei capitoli sono alcune delle quali che mi hanno aiutato a scrivere, mi sono fatta la mia bella playlist.
Alcuni dettagli sui personaggi li ho dedotti dalle informazioni inserite nel manga, altre le ho edulcorate, altre ancora inventate completamente. La prima parte è stata quella più complicata e semplice allo stesso tempo: è antecedente al manga, perciò le cose scritte sono inventate da me, ho cercato di inserire le cose che Asada aveva messo a riguardo, per esempio su Jiggy si sa poco del suo passato, per cui quel poco che sapevo l'ho usato, poi ho aggiunto di mia intuizione.
Ok, come introduzione penso possa concludersi. Ci risentiamo nelle prossime. Metterò circa un capitolo a settimana, ma c'è la mia pagina autore se volete rimanere aggiornati su quando di preciso lo faccio. Buona lettura. Baci Akane

LA PROPORZIONE PERFETTA



PARTE PRIMA
JIGGY STA A GAUCHE



1. DAVVERO BELLO



"Viaggiare insieme e' come un tango
come strade che si incrociano
un po' d'asfalto
un po' di fango per due vite che si sfiorano..... Cercano
viaggio verso qualche cosa che e' gia' dentro di noi
dentro gli sguardi e dentro le parole
siamo passeggeri e nn so ancora dove "
/Viaggio - Piero Pelu/


Gauche, Jiggy e Aria si guardarono l’un l’altro, in piedi davanti al direttore dell’Alveare, tutti e tre in fila. Di lato a loro, ad osservarli sorridente, c’era Largo. Tre su quattro Bee si sorrisero, il quarto rimase serio con l’aria dura e lo sguardo imperturbabile, anche piuttosto sottile e penetrante, in effetti. Gli occhi azzurri si soffermarono in particolare su Gauche, il quale rabbrividì, ma accentuò il sorriso.
- Bene, sono orgoglioso di presentare i nuovi Letter Bee. - Comunicò l’uomo paffuto e sorridente seduto dietro la scrivania.
- Gauche Suede, ottimo esame, hai stabilito il record di velocità nell’abbattere il gaichu… - Indicò un ragazzo di media statura e corporatura dai capelli albini e gli occhi gentili color viola, la pelle molto pallida. Indossava la divisa da Letter Bee fornita insieme all’annuncio dell’esame passato a pieni voti. Costui fece un cenno di saluto sorridendo e ringraziando per il complimento.
- Aria Rink. - Continuò il direttore. La ragazza aveva biondi e lisci capelli  sciolti, in mano il cappello, come anche gli altri. Una bella ragazza dall’aria gentile e sorridente.
- Jiggy Pepper. Ci aspettiamo molto anche da te, hai dimostrato eccellenti doti nell’uso del cuore. - Erano andati tutti bene, ma i due ragazzi erano spiccati per le loro doti di gestione dell’energia, cosa che solitamente si imparava con anni di esperienza sul campo e soprattutto maturando. Loro, nonostante fossero dei ragazzi giovani, sapevano già manovrare molto bene il proprio cuore. Jiggy non fece cenni e non sorrise. Aria seria, occhi azzurri e sottili, capelli mal gestiti castano rossicci che gli incorniciavano disordinati il viso magro e per nulla amichevole.
 - Vi presento Largo LLloyd, forse lo conoscete già. È al momento uno dei nostri Bee più esperti. - Il ragazzo dai capelli biondo cenere, lunghi fino alle spalle e gli occhiali. Aria enigmatica, sorriso enigmatico. Fece un cenno e li salutò, Jiggy lo guardò senza espressioni, Aria fece un passo di lato verso Gauche, suo amico d’infanzia. I due insieme avevano deciso di diventare Bee e si conoscevano molto bene. Gauche sorrise per il gesto diffidente della ragazza, ma non disse nulla.
- Oggi è il vostro primo giorno di lavoro, per cui vi darò io gli incarichi, da domani andrete in segreteria. Per il primo incarico voglio che lavorate in coppia, per prendere la mano. Andrete in zone mediamente pericolose. Aria lavorerai con Largo, ti affido al nostro miglior Bee. Tu Jiggy con Gauche poiché avete dimostrato già ottime doti e penso che vi troverete bene insieme. Ecco i pacchi delle lettere da consegnare. Ricordatevi la firma di ricevuta. -
Con questo li congedò senza troppe cerimonie, ritenendo che consegnare in coppia come primo giorno ufficiale era già un bel regalo che gli faceva.
Quando i quattro uscirono, si guardarono sorpresi proprio per il fatto che sarebbero andati a coppie. Aria, un po’ delusa, disse a Gauche che le sarebbe piaciuto fare il primo giorno con lui, ma Largo le mise un braccio intorno alle spalle e sorridendo le disse spavaldo che ci avrebbe pensato lui a lei. Aria lo guardò severa e si scrollò da lui.
- Non ho bisogno di una guardia del corpo, me la cavo bene. È solo che avevo piacere ad andare con lui! - Largo non si perse d’animo e continuò ad avvicinarsi un po’ damerino:
- Sarà mio dovere farti sentire al sicuro! - Aria sospirò seccata ed alzando gli occhi al cielo partì stringendo il pacco di lettere da consegnare nella loro zona, dopo alcuni passi inciampò e cadde, presa al volo da un pronto quanto mai sorpreso Largo che le impedì di prendere una bella botta al sedere.
- Vedo come te la cavi bene da sola! - Commentò sarcastico. I due andarono senza salutare, facendosi sentire in tutto l’enorme Alveare di Yusari.
Gauche e Jiggy rimasti soli si guardarono, uno sempre col sorriso gentile stampato in faccia e l’altro serio.
- Diamoci una mossa, abbiamo un po’ di strada da fare! -
Disse freddamente infilandosi il cappello in testa, imitato da Gauche che lo seguì incuriosito da quella strana figura misteriosa.
- Chi è il tuo Dingo? - Chiese riunendosi a Lode, il suo lupo, che l’aveva aspettato fuori dall’ufficio del direttore. - Il mio si chiama Lode. - Disse indicandogliela. Jiggy non si girò a guardare e non rispose subito. Una volta fuori, fischiò verso l’alto e nel giro di pochi secondi un meraviglioso falco planò sulla sua spalla.
- Harry. - Rispose senza guardare la sua faccia meravigliata.
- Wow, è davvero molto bello! Complimenti! - Jiggy non disse nulla e silenzioso si avviò verso la stazione, alla ricerca di una carrozza che li avrebbe potuti portare a destinazione.
L’alveare forniva anche il biglietto del viaggio per chi non poteva viaggiare in modo indipendente.
Gauche lo seguì mentre saliva su una carrozza, capendo che non sarebbe stato un viaggio molto comunicativo.
- Tu da dove vieni? Io vivo poco distante da qua… - Cominciò Gauche stufo di stare lì in silenzio già dall’inizio.
Jiggy rispose col nome di un paese di Yodaka, piuttosto lontano da lì. Gauche rabbrividì.
- Ne avrai visti di gaichu… - Commentò sapendo che in quella zona ce ne erano molti.
Jiggy alzò le spalle.
- Dopo un po’ ti abitui ed impari i sistemi per evitarli. - Gauche lo guardò sorpreso della sua indifferenza, ma almeno aveva parlato, era già una bella conquista, pensò felice.
- A parte che con l’esame per Letter Bee io non ne avevo mai visti, per fortuna. Vivo in una zona abbastanza protetta… - Cominciò a spiegare. - Ma ne hai già dovuti affrontare, a parte che in esame? - Ma quando lo guardò in attesa di una risposta, lo vide pallido come un cadavere, tutto teso e contratto, le braccia conserte strette e dure. - Jiggy, stai bene? - Chiese notando chiaramente che stava male.
Jiggy fissava dritto davanti a sé senza vedere niente e nessuno, all’ennesimo saltello della carrozza trainata da due cavalli, si alzò, si sporse fuori dal finestrino e vomitò. Gauche rimase esterrefatto e senza parole ad assistere alla scena, quando Jiggy tornò seduto dentro aveva un’aria che era peggio di uno zerbino, tornò alla posizione rigida di prima cercando quel contegno che ormai era andato bello che perso.
- Soffri di mal di carrozza? - Jiggy voleva negare l’evidenza ma sapeva avrebbe fatto una figura peggiore, così stizzito rispose:
- Non si nota? - Gauche a quel punto non trattenne un risolino.
- Scusa, ma hai un’aria così tutta d’un pezzo che vederti così è in qualche modo divertente! Non avrei mai detto che il tuo punto debole erano i trasporti! - Jiggy lo fulminò col suo sguardo peggiore e Gauche smise di ridere e tornò a scusarsi. - Perdonami, non lo faccio più. Mi farò perdonare. - Anche se non era chiaro come avrebbe potuto.
- Avrai debolezze anche tu! Tutti ne hanno! - Commentò seccato per essere in qualche modo in svantaggio rispetto a lui. Come se fosse impensabile mostrarsi con punti deboli. Gauche in poco inquadrò il suo carattere e con un certa abilità iniziò le contro misure.
- Certamente, io ad esempio non ho il senso del gusto. Per me i sapori sono tutti uguali. Tutti mi dicono che mangio schifezze senza fare una piega. - Jiggy lo guardò torvo, mentre cercava di domare un altro conato di vomito.
- Puoi evitare di parlare di cose che mi fanno vomitare più di questa carrozza? - Lo rimbeccò. Gauche sorrise scusandosi ancora.
- Hai ragione. Dunque… punti deboli… ecco, sì! - Ci pensò un po’, poi se ne uscì trionfante: - Preferisco i ragazzi alle ragazze! - Questo ebbe il potere di sorprendere totalmente Jiggy che smise di avere la nausea per un momento proverbiale. - Ma non dirlo in giro, è un segreto che non sa nessuno! - Jiggy rimase ebete a fissarlo, la prima espressione vera e propria che gli vide. Un’espressione un po’ buffa che Gauche non avrebbe mai dimenticato, che mostrava il suo viso affilato, un po’ duro, ma affascinante ed interessante.
Poi la carrozza saltò ancora e lui tornò a vomitare.
- Dovresti stenderti a terra, senti meno i salti… - Suggerì Gauche sinceramente preoccupato. Jiggy non voleva fare la parte del debole, addirittura stendersi a terra. Gli piaceva fare una certa figura, sembrare forte lo aiutava a diventarlo. Certe cose erano per i deboli, i sentimenti, le lacrime, i sorrisi, le amicizie. Lui doveva essere produttivo, pratico, forte. Certe perdite di tempo non erano per lui.
Però all’ennesimo conato, si stese per terra e Gauche, sorridendo, si sedette giù con lui per non farlo sentire inferiore, capendo com’era il tipo poteva essere una mossa vincente.
- Ecco, metti questo sotto la testa. - Gli diede la propria borsa a tracolla e gliela sistemò sotto la nuca. Jiggy non aveva più le forze per opporsi e appena vide che l’operazione l’aiutò davvero, si sentì molto meglio.
- Penso che ci siano soluzioni per questo genere di problema, no? Forse qualche erba medica? - Suggerì senza saperne abbastanza. - Magari se vai dal dottore dell’Alveare… - Jiggy alzò le spalle.
- Appena ricevo il primo stipendio mi prendo un cavallo di ferro. - Fu la prima volta che Jiggy si aprì davvero di sua volontà senza essere costretto da qualche domanda. Che poi avrebbe potuto rifiutarsi di rispondere, ma l’aveva sempre fatto. Del resto Gauche non era proprio fastidioso come certe altre persone.Un po’ impiccione, forse, ma abbastanza passabile.
- Ma quelli li devi alimentare col tuo cuore attraverso un’ambra spirituale, come si fa con le armi… - Gli fece presente Gauche, sorpreso della sua idea. Lo guardava da seduto, mentre lui rimaneva steso e addirittura con gli occhi chiusi, trovando più facile non fissare nulla. Lo stomaco cominciava a dagli tregua.
- Lo so, ma sono capace di gestire il cuore. Se devo stare male ogni giorno che porto lettere, finisce che non riesco a sparare nemmeno un proiettile quando scendo da qui! - Il suo ragionamento era molto più logico.
- Ed in quel cavallo di ferro non soffri il mal di trasporto? - Chiese curioso. Jiggy alzò le spalle.
- È un’altra cosa. Mi è capitato di salirci su una una volta. È quello che fa per me! -
Rispose sicuro di sé. Gauche lo osservò ammirato, sorpreso che alla fine si fosse sciolto con lui e seguendo un impulso indomabile, gli sistemò alcune ciocche disordinate di quel bel color rossiccio, sparsi sulla propria borsa blu scuro.
Jiggy sentì il gesto delicato ed intimo delle sue dita, non aprì gli occhi e non si oppose. Fu investito da un piacevole formicolio che si espanse dalla testa al resto del corpo ed in breve si sentì anche meglio.
- Sai, io faccio il Letter Bee perché è il lavoro più retribuito e se lavori bene puoi fare carriera e guadagnare anche più soldi. Mio padre è morto recentemente, mia madre Silvet è appena rimasta incinta ed ora spetta a me occuparmi di lei e della mia futura sorellina o fratellino. Perciò mi sono deciso a fare l’esame di Letter Bee. - Il silenzio calò fra loro, solo il rumore della carrozza che dal pavimento si sentiva meno traballante. Jiggy aprì gli occhi e li posò su quelli tristi di Gauche, tristi come il sorriso che aleggiava sul su viso mentre cercava di essere forte.
- Come è morto? - Quella fu la prima domanda che Jiggy pose a Gauche.
- Un incidente. - Rispose semplice Gauche senza esagerare in discorsi che non aveva voglia di fare.
- Anche i miei sono morti. Ho dovuto lasciare mia sorella minore in quel paese dimenticato da tutti per il tuo stesso motivo. Il Bee è l’unico lavoro che paga davvero bene. Devo guadagnare per loro. - Anche questo non glielo aveva chiesto Gauche e i due si guardarono da quella posizione insolita, seri, capendosi l’un l’altro molto bene.
- Io però lo faccio anche perché lo trovo un bel lavoro. Consegni i cuori delle persone, le rendi felici. Penso che sia appagante. - Aggiunse poi sempre guardandolo, reggendo il suo sguardo intenso e non più ostile.
- Però è molto pericoloso. Affrontiamo pericoli di ogni genere, per non parlare dei gaichu. - Gli fece presente con un certo pragmatismo. Gauche sospirò ed annuì.
- Sì certo… ma ne vale la pena se qualcuno ne trae della gioia, non credi? Non è la felicità che conta? E anche se è quella di qualcun altro, poi quella diventa anche tua. - Jiggy l’ascoltò mentre faceva filosofia a ruota libera, alla fine non disse nulla, non avendo mai pensato all’aspetto della missione. Per lui era solo stata una questione di soldi, nato e cresciuto in povertà, aveva fatto sempre tutti i lavori possibili per aiutare la sua famiglia composta da madre e sorella. Il padre era morto che erano piccoli e sua madre per aiutare i figli si era messa con un altro uomo che Jiggy aveva rifiutato. Era rimasto lì, ma senza vivere con loro. Rimaneva in contatto con la sorellina a cui dava i soldi che guadagnava coi lavori di fortuna giornalieri perché il patrigno non si occupava di loro. Poi quando aveva capito che per aiutarli davvero doveva allontanarsi per fare il Letter Bee, per quanto dura era stata, l’aveva fatto. Adesso c’era riuscito, ma gli ci voleva ancora un po’ per raccogliere i frutti. Non si sarebbe fermato davanti a niente. Sarebbe diventato forte ed un bravo Letter Bee per aiutare la sua famiglia, questa era l’unica cosa che contava davvero.

Quando finalmente arrivarono, Jiggy ci mise un po’ a riprendersi, lo stomaco era ancora tutto sotto sopra e Gauche non lo prese in giro, ma aspettò paziente che riprendesse colore dandogli un po’ d’acqua da bere.
Jiggy l’accettò e quando cominciò a sentirsi meglio, si avviò con Gauche verso il primo paese dove avevano delle consegne.
La qualità migliore di Gauche era quella di non essere un gran chiacchierone, sapeva stare in silenzio ed essere discreto e questo Jiggy lo apprezzava molto. Tuttavia sapeva anche parlare, chiaramente, e riusciva a farlo fare anche al silenzioso collega.
Per il primo paese le consegne andarono bene, se le divisero per fare prima ed una volta concluso si ritrovarono alle soglie per passare al prossimo.
Fra uno e l’altro c’era un po’ di strada da fare e siccome era zona gaichu,  seguiti rispettivamente da Lode ed Harry, uno in cielo ed uno accanto a Gauche, si avviarono insieme.
Fuori dal paese, il buio divenne sempre più intenso, ma grazie a questo alzando la testa verso il cielo, potevano godere di un miglior spettacolo.
- Qua il cielo è più scuro. - Commentò Gauche che non era mai stato così lontano da casa tanto da non vedere molto bene per terra.
- Il sole è lontano. - Commentò logico Jiggy senza guardare in alto.
- Ma hai mai visto così tante stelle? Da Yusari il cielo non si vede così bene, la luce del sole artificiale attenua un po’ e non si vedono così tante! - Commentò Gauche. - Guarda che belle che sono! - Jiggy stava per guardare in alto, quando il verso di Harry che sorvolava il cielo lo mise in allerta e senza esitare afferrò Gauche per il braccio e lo strattonò spingendolo contro la parete rocciosa che stavano costeggiando. Gauche sorpreso e per nulla pronto, si prese una botta, poco dopo vide il proiettile di Jiggy partire verso il burrone dall’altra parte della parete rocciosa. Un secondo dopo, il gaichu faceva un salto in alto staccandosi dal precipizio dove era salito attirato dai cuori delle loro lettere. Colpito, ma non nel punto debole,cadde proprio davanti a loro due. Lode in posizione a difendere Gauche, Jiggy la pistola in mano che aveva appena sparato fermo davanti a lui, automaticamente, senza nemmeno che ci avesse pensato un secondo.
Appena lo vide, lo riconobbe subito e chiamò il gaichu col suo nome.
- Il suo punto debole è nella coda! - Disse Gauche riprendendosi immediatamente, prendendo in mano la sua pistola sparacuore.
Un istante dopo erano entrambi uno di fianco all’altro a fissare il gaichu che, ripresosi dal primo colpo, tornava alla carica.
- Dobbiamo separarci. Io lo distraggo, tu gli vai dietro e gli spari alla coda! - Ordinò deciso Jiggy, approfittando del fatto che erano in due.
Gauche annuì e accucciandosi contro l’angolo della parete del sentiero non molto largo che stavano percorrendo per passare da un paese all’altro, si preparò allo scatto per passargli dietro appena il gaichu si sarebbe distratto.
Jiggy così si mise a correre nella direzione opposta e una volta sufficientemente lontano, gli sparò sul muso. Questo ovviamente attirò l’enorme animale che gli andò dietro, affamato di altro cuore.
I proiettili della sparacuore erano frammenti di cuore di chi sparava. La piccola pietra spirituale posta nella pistola faceva da tramite, prendeva l’energia della persona che sparava e la gettava fuori, chi la possedeva doveva indirizzarla nel punto preciso.
Il gaichu era un enorme insetto gigante attirato proprio dal cuore degli altri, perché lui non ne possedeva, perciò sparandogli contro lo si attirava poiché gli si dava esattamente ciò che voleva. Energia.
Il gaichu lo inseguì e Jiggy si voltò per vedere se il piano funzionava, riuscì a intravedere Gauche che si infilava dietro, una volta fattosi superare dal mostro.
Lo vide prendere la mira e caricare il proiettile, così Jiggy si buttò a terra di schiena e sparò anche lui sul davanti, per tramortirlo e distrarlo. Nello stesso momento, il proiettile di Gauche risuonò nella coda ed esplose dentro il gaichu che morì andando verso il dirupo al loro fianco. L’animale lì esplose in mille piccole stelle d’energia, ma nessuna di esse si posò su di loro.
Jiggy si lasciò andare a terra sospirando di sollievo per avercela fatta, poco dopo Gauche lo raggiunse per vedere se stava bene.
- Tutto ok? - Chiese preoccupato nel vederlo steso. Jiggy però stava lì perché lo sguardo era rimasto attratto dal cielo stellato e a quel punto gli tornò in mente quello che aveva detto prima dell’arrivo del gaichu.
- Hai ragione, è un bel cielo da qua. È uguale a quello che vedevo io da piccolo, nel mio paese. - Un altro piccolo tassello donato gratuitamente e di sua volontà. Gauche rimase stupito della condivisione e del suo lasciarsi andare. Vide uno sguardo nostalgico in quegli occhi azzurri e sempre freddi.
Gauche si sedette a terra accanto a lui, stendendosi con lui, poi prese dalla borsa a tracolla un panino, ne spezzò un pezzo e lo diede a Jiggy il quale senza ribattere l’accettò e lo mangiò. Rimasero stesi ad osservare il cielo mentre si prendevano una giusta e meritata pausa, mangiando un boccone.
- È proprio bello, eh? - Ripeté Gauche rivolto al cielo stellato. Jiggy girò lo sguardo su di lui, sul suo viso sereno e felice solo per l’essere lì a guardare le stelle.
- Davvero bello. -
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Letter Bee/Tegami Bachi / Vai alla pagina dell'autore: Akane