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Autore: lalluby    28/08/2016    1 recensioni
Margot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione innocente e una paura di cadere.
Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entrambi sono totalmente l'opposto, ma forse, sono solo ciò di cui l'altro ha bisogno.
- - -
- Tu e Calum Hood eravate amici?- Chiesi con cautela. Ma questo anticipava il fatto che io già sapessi la risposta, sorprendendo tutti, il volto di Ashton si dipinse con espressione di amarezza verso il pensiero della sua amicizia con Calum , mascherando il tutto con apatia e fastidio.
- Molto tempo fa. Sono contento che adesso non lo siamo più -
- Perchè? - Chiesi, sperando di ottenere delle risposte e di non essere troppo impulsiva.
- Lunga storia. Ma tutto sommato, lui non è il tipo di persona con la quale vorresti essere impegnata - ( … )
- Penso che ci sia del buono in tutti. Alcune cose... alcune persone, a lui importano - ( … )
Ashton mi guardò , prese un'altra boccata dalla sua sigaretta cercando il mio sguardo. (... ). Ashton portò la sigaretta nel posacenere, schiacciandola contro di esso e guardandola per un attimo.
- Ad Hood non importano le persone. Lui le brucia -
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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I Want You. Margot


Calum's P.O.V

 

Mi svegliai quando sentii le punte delle dita di Margot tracciare la mia mascella. Attraverso le tende chiuse, potevo vedere che il cielo fuori era di un grigio intenso. Le tende scure non lasciavano filtrare molta luce, ma la lampada sul comò illuminava debolmente la stanza. 

Passarono un paio di minuti prima che mi svegliassi completamente per portare via quella nebbia di pensieri nella mia testa creati dal sonno. Sollevai la testa per vedere Margot a cavallo tra il mio corpo, tracciando con le sue dita i miei tatuaggi sulle clavicole.

Sorrisi intontito e la mia voce uscì roca per via del sonno.

-Potrei abituarmi a questo, lo sai- Dissi, Margot sorrise affondando il suo viso nell'incavo del mio collo.

-'Giorno dormiglione- Disse. E improvvisamente mi sentii dentro in un sogno.

I suoi capelli ramati erano raccolti in una coda disordinata, mentre alcune ciocche le incorniciavano il viso. Indossando ancora la mia felpa come questa mattina. Guardai l'orologio, erano le quattro e mezza.

-Come mi sono addormentato?-

Margot sorrise di nuovo e saltò fuori dal letto per aprire le tende, lasciando entrare la luce argentea di un giorno piovoso di Novembre. 

-Sono andata a fare la doccia dopo che...beh- Sorrise timidamente - E quando sono uscita, ti ho trovato addormentato con il tuo libro sopra il petto-

Devo aver dormito per almeno tre ore.

Improvvisamente sentii aleggiare un debole profumo di cibo cucinato.

-Hai cucinato qualcosa?-

Margot sorrise e tornò a letto, sedendosi a cavalcioni sulla mia vita come mi sollevai appoggiando la mia schiena contro la testata del letto.

-Sì, ed è quasi pronto- Disse, mentre i suoi occhi verdi si illuminarono per poi baciarmi.

Non l'avevo mai vista così felice e nella luce soffusa della stanza, sembrava così bella da far male.

-Come mai sei così sorridente?- Le chiesi.

Margot si chinò in avanti, le sue labbra erano ad un centimetro di distanza dal mio orecchio, sentendo il suo respiro caldo accarezzarmi il collo.

-Sei adorabile quando sei addormentato- Sussurrò, ridacchiando come finì la frase.

Poi si ritirò indietro, ancora seduta a cavalcioni su di me.

Divertito, ribattei.

-Ah, così tu pensi che io sia adorabile?-

Lei sorrise.

-Mmmh...- Iniziando ad armeggiare innocentemente con il colletto della mia camicia - Ed è divertente, perchè quando sei sveglio, sopratutto quando ti ho incontrato la prima volta e quando ti vedo in giro con le altre persone, sei così misterioso ed intimidatorio, così spietato intorno ai bordi-

Ma non riuscivo a togliere via dalla mia mente le sensazioni che mi faceva provare solo toccandole la pelle. Il modo in cui mi sentivo a tracciare con le mie dita la sua schiena nuda, il modo in cui gemeva quando le mie labbra sfioravano il suo collo o quando sfioravo le sue clavicole.

Languidamente, alzai la felpa per rivelare il suo reggiseno nero che contrastava perfettamente contro la sua pelle chiara.

-Calum- Rise, ma riuscii a zittirla facendo scontrare le nostre labbra. La volevo. Adesso.

Margot ricambiò, spingendosi maggiormente contro di me e facendo scontrare i nostri petti mentre continuavamo a baciarci.

Lentamente tirai giù le spalline del suo reggiseno mentre le nostre bocce erano ancora unite, allontanandomi per ammirare ogni centimetro della sua pelle.

Ma prima che lo facessi, Margot si coprì nervosamente dopo che il suo reggiseno cadde giù. Scossi la testa e poi la baciai di nuovo, sussurrando -Non ti preoccupare-  contro le sue labbra mentre lei abbassò le braccia lungo i fianchi. Cautamente, feci scivolare una mano sul suo fianco e l'altra sulla sua schiena, attirandola contro il mio corpo. Mentre ci baciavamo, sentii solo per un istante i suoi seni morbidi contro la mia camicia prima che inarcasse il suo corpo contro di me.

Approfondii il bacio come abbassai le mie mani dalla sua vita facendole scivolare lungo i suoi fianchi per poi afferrare la parte posteriore delle sue cosce.

-Dannazione- Gemetti, non in grado di avere abbastanza di lei ed ogni curva del suo corpo. Margot rise contro la mia bocca ed io invertii le posizioni, ritrovandomi sopra di lei e posizionando il mio corpo sopra i suoi fianchi. Diventò, per me, sempre più difficile contenermi come lei inarcò la sua schiena verso l'alto in modo che potei sganciare il reggiseno, gettandolo sul letto.

Quando mi ritrassi indietro, ancora a cavalcioni su di lei, ammirai i suoi seni. Mentre Margot si coprì il volto con le mani, arrossendo.

-Che c'è?- Sorrisi osservandola.

-E' imbarazzante...?- Si scoprì il viso e non potei fare a meno di ridere, chinandomi in avanti e baciando velocemente le sue labbra sorridenti. Dopo averla baciata, anche se sorrideva ancora, potevo dire che era nervosa quasi come sei lei fosse diffidente che la rifiutassi.

Il mio sguardo scivolò verso il basso per i suoi seni. Erano morbidi, pieni e si inserivano perfettamente nelle mie mani.

-Calum io..- Mormorò a bassa voce.  Sembrava così giovane e innocente e non potei fare a meno di sorridere.

-Siamo solo io e te, va bene?- Mi chinai verso il basso, lasciando un bacio sulla parte superiore del suo petto, prima di lasciare una scia di baci lungo la sua valle tra i due seni.

Feci scontrare nuovamente le nostre labbra, mettendo a tacere qualsiasi sua protesta e la sentii lentamente sciogliersi contro di me, inarcando la schiena e annullando ogni spazio tra di noi. Sentii i suoi capezzoli indurirsi contro la mia camicia e vedendola in questo modo, sotto di me, era abbastanza da farmi perdere il controllo.

Con solo due strati di vestiti che ci separavano, strusciai il mio bacino contro il suo, sentendo i suoi gemiti delicati contro la mia bocca come premetti la mia erezione contro di lei. Margot era ancora un'adolescente, ma io non lo ero, ed era folle pensare che stavamo facendo cose da adolescenti.

Non volevo affrettare le cose per il bene di Margot, ma vederla così, era difficile non poter immaginare come avesse gemuto il mio nome se si fosse trovata sopra di me, prendendo il tutto e per tutto. Inconsciamente, incominciai a tirare giù gli slip di Margot, ma mi fermai. 

Invece, premetti di più me stesso contro di lei, baciandola avidamente e mordendole il labbro inferiore quel tanto che bastava per farla sussultare e farle inarcare i fianchi verso i miei.

Ero teso contro i miei boxer e lei lo percepì. Ma ancora dovevo trattenermi. Raggiunsi i suoi slip, facendo poi scivolare la mano dentro, sentendo quanto fosse bagnata e sfregando il pollice contro il suo clitoride, facendole inarcare la schiena. Quando ripetei il gesto per la seconda volta, ansimò contro la mia bocca, quasi piagnucolando.

Anche con un solo dito dentro di lei , era così stretta e mi stava facendo impazzire.

Sfregai il mio pollice contro il suo clitoride, Margot gemette ed inarcò la schiena contro di me, volendo di più. Deglutii ogni gemito che tentava di scappare dalla mia bocca e mi spostai in modo da poter ottenere un migliore accesso, sdraiato accanto a lei e allargandole le gambe facendole divaricare.

Sembrava così sporca, ma era innocentemente bellissima in questo modo. Lentamente, aumentai l'intensità, i miei movimenti diventarono più veloci e grezzi fino a quando lei non gemette il mio nome contro le mie labbra, arricciò le dita dei piedi e piegò le gambe  in modo che le sue cosce fossero intorno alla mia mano.

La sentii pulsare attorno al mio dito mentre venne inarcando la schiena e la baciai,  mantenendo il mio dito dentro di lei come appoggiò nuovamente la schiena contro il materasso rilassandosi.

Dopo un po', aprì nuovamente gli occhi e la baciai prima di togliere la mia mano dai suoi slip.

Le sue dita mi tolsero via alcune ciocche more che mi ricadevano avanti. Portai la mia attenzione al viso di Margot. Mi guardava molto più rilassata rispetto a prima e mi diede  gioia vedere che non aveva più quel dolore che perseguitava i suoi occhi . Successivamente le sue dita percorsero i miei lineamenti dalla fronte alla guancia, posai leggermente la mia testa sulla sua mano e chiusi gli occhi.

Improvvisamente me la ritrovai a cavalcioni sulla mia vita, chinandosi e facendo scontrare le nostre labbra. Questa volta ero ancora più vicino al limite, afferrai i suoi fianchi, probabilmente più rudemente di quanto avrei dovuto, e incominciai a farli muovere contro di me con solo due strati di indumenti tra di noi.

Non ci volle molto tempo prima che facessi un casino nei miei boxer, stringendola e gemendo raucamente contro le sue labbra.

-Cazzo, tesoro- Dissi, come mi calmai, tracciando la sua schiena nuda con il dito e giocando poi con l'orlo dei suoi slip. 

Margot nascose la testa nell'incavo del mio collo, lasciando poi un bacio sulla mascella.

Mi sdraiai nuovamente, stordito, mentre il suo respiro caldo accarezzava la mia pelle.

-Dannazione- Non potei fare a meno di stringerla maggiormente, baciandole la fronte come ricompensa, praticamente.

-Da quando la brava ragazza è diventata cattiva?- Dissi, trascinando le mie mani verso il basso, dal suo costato fino ai fianchi.

-Da quando sono con te-

 

 

* * *

 

 


Feci una doccia veloce , impiegandoci solamente tre minuti, solo per sciacquare via il sudore e mi cambiai con una nuova t-shirt e dei pantaloncini da basket.

Margot uscì dal bagno, i suoi capelli erano ancora umidi raccolti in una coda disordinata proprio come oggi, iniziando a cercare con lo sguardo la mia felpa che aveva indossato prima. Come allungò il braccio per afferrarla, la tirai sul letto così che fosse a cavalcioni sulla mia vita.

Ero stato con un sacco di ragazze prima, ma c'era qualcosa in Margot che mi faceva impazzire. Non avevamo mai scopato prima, ma quelle piccole cose che avevamo fatto erano abbastanza per farmi volere sempre di più.

Non riuscivo a toglierle le mani di dosso o i vestiti su, lei rise contro le mie labbra quando la baciai e strascicai le mie mani dalla sua schiena nuda fino ad arrivare all'orlo dei suoi slip.

-Calum- Gemette- Ho appena fatto la doccia- Raggiungendo la felpa che era sul letto, ma io ero più forte e più grande di lei, la trattenni.

Lei rise di nuovo e si sciolse contro di me mentre mi chinai la testa verso il basso premendo le mie labbra sotto il suo orecchio.

-Calum- Gemette.

-Margot- Mi venne da ridere.

-Non possiamo, mi metterai nei guai- Disse tra un gemito e una risata -Stavo cucinando e ho dei saggi da finire-

Premetti un rapido bacio contro la sua spalla.

-Va bene- Dissi lasciandola andare.

Raggiunse nuovamente la felpa, pronta ad afferrarla ma parlai fermandola.

-No, siamo solo noi e mi piaci così, toglila per un po'-

Margot sospirò e scosse la testa.

-Sto incominciando a pensare che non hai intenzione di farmi vestire di nuovo-  Disse ridacchiando, alzandosi  poi dal letto e porgendomi una mano - Andiamo, ho preparato qualcosa-

Afferrai la mano, passando il pollice sopra le sue nocche per poi lasciare la mia stanza insieme e camminare lungo il corridoio.

Margot girò l'angolo della cucina e sollevò il coperchio della pentola per verificare il contenuto, prima di accendere nuovamente il fuoco.

-Quando mi sono svegliata, stavo progettando per noi di mangiare subito...ma- Si fermò, mentre il suo accento veniva marcato sulle parole ogni volta che rideva.

Avvolsi le braccia attorno alla vita di Margot.

-Che cosa hai preparato?-

- French toast, come li fa' mia madre- Disse, rivelando un piccolo frammento di informazione sulla sua vita a casa che raramente ne sentivi arrivar parlare - E poi ho scaldato gli avanzi di salmone-

-Oh si, Nilda lo ha comprato da Dean and DeLuca-

-Ooh, ragazzo ricco- Mi prese in giro.

-Guarda che...- Alzai gli occhi.

Margot alzò il sopracciglio e mi guardò per un secondo, notai che faceva quell'espressione quando sospettava di qualche stronzata.

-Ok, va bene. Forse è un supermercato di lusso- Dissi e lei rise, afferrando un piatto e porgendomelo.

Presi una forchetta prendendomi una porzione di salmone e afferrando qualche toast, di tanto in tanto dando qualche occhiata verso Margot.

-Andiamo a mangiare in camera da letto?- Suggerii, ma Margot scosse la testa mentre nei suoi occhi si posò un velo di tristezza.

-No, mangiare nel letto mi fa sentire come se fossi in ospedale- Si accorse  che la guardai preoccupato e titubò - Ma hai ragione la sala da pranzo è troppo formale-

-Possiamo mangiare sul pavimento del salotto?-

Lei sorrise.

-Si, va bene-

Posammo i nostri piatti sul tavolino da caffè del salotto e accesi il finto camino per rendere la stanza più calda.

Margot si sedette a gambe incrociate di fronte a me, ma sapevo che sentiva freddo, così gli feci un gesto di sedersi accanto a me.

-Mmmh?- Chiese non comprendendo il gesto. Così presi il suo piatto che teneva nella mani e la tirai verso di me, facendola sedere tra le mie gambe mentre la sua schiena era appoggiata contro il mio petto.

-Ecco-

Margot sorrise e mangiò in silenzio. Quando mi complimentai con lei per i toast, mi sorrise malinconicamente, dicendo che era merito di sua madre. Volevo chiederle qualcosa in più sulla sua vita, ma non lo feci. Quel giorno era troppo perfetto per essere rovinato.

Quando finì, avvolsi le mie braccia attorno a lei e afferrai una coperta quando vidi dei brividi formarsi sulla pelle delle sue braccia nude.

Rimanemmo in un comodo silenzio per alcuni secondi, finchè Margot si voltò verso di me.

-Allora, hai qualche talento nascosto?-

-Che cosa?-

-Talento nascosto, hobby?- Chiese, appoggiandosi contro il mio petto - Beh, voglio dire, non siamo mai andati ad un appuntamento, quindi non abbiamo mai fatto due chiacchiere e mi sento come se non sapessi nulla su di te - Si spostò - Beh, a parte il fatto che sei molto ricco, sei figlio unico e ti piace l'uva-

Feci un sorrisetto, evitando la domanda

-Onestamente, hai praticamente coperto tutte le basi- Margot sorrise - Qual è il tuo talento nascosto? Oltre ad essere in grado di farmi venire-

Margot si voltò e mi schiaffeggiò il petto, ridendo.

-...Smettila-

-Ti mostro il mio se tu mi mostri il tuo- Dissi scherzosamente, come se fossimo due bambini al parco o nel cortile della scuola.

Margot ridacchiò.

-Beh... ehm... So' tutti i presidenti degli Stati Uniti?-

-No, merda-

Margot rise.

-No, merda-

-Non ci credo-

-Davvero, li so'-

-Mostramelo. Tutti i quaranta-quattro presidenti degli Stati Uniti, vai-

Margot sorrise e poi iniziò -George Washington, John Adams, Thomas Jefferson, James Madison, James Monroe, John Quincy Adams, Andrew Jackson, Martin Van Buren, William Henry Harrison, John Tyler, James K. Polk, Zachary Taylor, Millard Fillmore, Franklin Pierce, James Buchanan, Abraham Lincoln, Andrew Johnson, Ulysses S. Grant, Rutherford B. Hayes, James A. Garfield, Chester Arthur, Grover Cleveland, Benjamin Harrison, Grover Cleveland again, William McKinley, Theodore Roosevelt, William Howard Taft, Woodrow Wilson, Warren G. Harding, Calvin Coolidge, Herbert Hoover, Franklin D. Roosevelt, Harry S. Truman, Dwight D. Eisenhower, John F. Kennedy, Lyndon B. Johnson, Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter, Ronald Reagan, George Bush, Bill Clinton, George W. Bush, Barack Obama-  Entro la fine stava ridendo, mentre le sue guance si cominciarono a sfumare leggermente.

Mi fermai per un secondo, ammirando quando fosse bella. Poi, scherzando, roteai gli occhi.

-Secchiona-

Arricciò il naso e rise di più, poi bevve un sorso d'acqua.

-E' il tuo turno-

-Il mio turno?-

-Si. Il tuo talento nascosto, forza-

-Hmmm, bene- Riflettei a voce alta -Vieni qui-

Feci voltare Margot così che mi fosse a cavalcioni di nuovo sulla mia vita.

-Posso fare questo- Dissi lasciando un bacio sulla sua clavicola e lei alzò gli occhi - E questo- Dissi premendo un bacio sotto l'attaccatura dell'orecchio, rise e si sciolse contro di me -E questo- Finalmente dissi baciando le sue labbra e approfondendo il bacio, portando le mie mani sulle sue guance per poi farle scivolare verso il basso, tirando giù le spalline del suo reggiseno.

Mi misi a spostare i piatti sul pavimento e la feci sdraiare sul pavimento ricoperto dalla coperta, ma poi improvvisamente sentii un rumore metallico provenire dal mio telefono.

-Merda- Margot si rialzò ed io mi rimisi in piedi, guardando il telefono - Merda-

-Cosa c'è che non va?-

-Ho un meeting fra quindici minuti e poi devo...merda-

-Poi devi, che cosa?-

-Devo andare-

-Oh, va bene- Disse  Margot a bassa voce.

-E' davvero una cazzata, lo so, tesoro-

-No, capisco-

Mi precipitai di nuovo in camera da letto e subito mi cambiai in giacca e cravatta, armeggiando con i gemelli delle camicia.

Margot tornò dentro e scivolò nuovamente nella mia felpa, non prima di avermi aiutato con i gemelli.

-Grazie- Le diedi un rapido bacio sulla guancia e poi mi precipitai fuori dalla camera prendendo il mio telefono in modo da poter chiamare il parcheggiatore del palazzo per avere la mia auto.

Chiamai, sapendo che sarebbero passati quindici minuti prima che la macchina fosse pronta. Cazzo, cazzo, cazzo.

-Questo meeting è per...?- Chiese Margot a bassa voce, seduta sul divano e guardandomi mentre non mi davo pace e guardavo con rabbia il Rolex sul mio polso.

-E' un...-

-Aspetta, Calum, calmati- Si alzò e mi fece sedere sul divano.

-E' un meeting con alcuni colleghi, c'è un'affare su cui l'azienda sta lavorando-

-Beh, forse farai dieci minuti di ritardo, non c'è bisogno di essere così arrabbiato. Va bene?-

-Non sono incazzato per il ritardo, sono incazzato perchè volevo trascorrere l'intera giornata con te-

-Va tutto bene-  Disse come se quasi stesse chiedendo scusa.

-No, che non va tutto bene. Ti prometto che avremo tutta la giornata di domani per non fare nulla. Ok?- Portai una sua ciocca ramata dietro l'orecchio.

Margot sorrise, inclinando di lato la testa.

-Cosa ti rende così sicuro che io sia ancora qui domani, figuriamoci passare la notte?-

Restrinsi gli occhi, anche se sapevo che mi stava prendendo in giro, la tirai facendola sedere a cavalcioni sul mio ventre ma questa volta eravamo sul divano. Davvero non riuscivo a tenere le mie mani lontano da lei.

-Beh, se ho qualcosa da dire in proposito, si- Dissi, correggendo e facendo finire un po' duramente le ultime due parole.

Margot alzò il sopracciglio e mi stuzzicò.

-Prepotente-

-Sono serio, però. Ci sono voluti quasi tre mesi per arrivare dove siamo- Passai le mani lungo le sue cosce nude, prima di lasciare una scia di baci sul suo collo- Permettimi di essere un po' indulgente, almeno per questo fine settimana-

Continuai a baciare il suo collo, mentre appoggiai le mie mani sulla sua vita.

-Se fosse completamente per me, non avresti nemmeno bisogno di vivere in quei dormitori angusti. Ti avrei nascosta da qualche parte, in un palazzo senza ascensori, con la cucina di uno chef per te e per cucinare tutto quello che vuoi, una libreria piena di libri e un armadio pieno di vestiti che non indosseresti mai quando sarei in giro...-

Ma Margot si ritrasse velocemente.

-Nascosta?- Chiese.

La guardai con aria interrogativa.

-Cosa, preferiresti che ti mostrassi a tutti?-

Mi aspettavo questo discorso dalla maggior parte delle ragazze in cerca di status, ma non da Margot.

Margot scosse la testa e si morse il labbro inferiore.

-No, no, no. Mi piace che questa cosa sia solo tra di noi, privata. E' solo; non voglio essere il piccolo e sporco segreto di nessuno. Ho bisogno di essere indipendente, Calum. Non voglio essere legata. So' cosa succede-

-Cosa intendi?-

Margot guardò la mia camicia, ancora seduta a cavalcioni su di me. Poi, a bassa voce riprese a parlare.

-Io non voglio essere conosciuta come il giocattolo di Calum Hood, erede della società Hood, che continua a nascondermi. Voglio essere io, Margot. Non dipendente- Mi guardò per qualche secondo, abbassando nuovamente i suoi occhi, come se avesse paura di rivelarmi qualcosa, o di farmi entrare. Poi, si portò una ciocca dietro l'orecchio, come faceva quando è nervosa o triste - Tu cosa vuoi?-

-Non voglio un giocattolo. Ne ho avuti un sacco di quelli- Margot rabbrividì e guardò verso il basso, le sollevai il mento - Ti voglio. Margot-

Poi il mio telefonò trillò nuovamente, facendomi capire che il parcheggiatore era qui.

-Farò tardi, va bene, quindi non mi aspettare sveglia. Ordina qualcosa da mangiare, quello che vuoi, la mia carta di credito è in fondo al cassetto dello studio-

-Non userò la tua carta di credito-

-Non discutere con me su questo- Dissi, afferrando le chiavi,  il portafoglio e il cellulare.

Alzai gli occhi, baciandole la fronte e poi le labbra. Le diedi un rapido saluto, uscendo dalla porta e lasciandola con la mia felpa nel mio attico.

Sembrava a posto quando la lasciai, ma come fui dentro all'ascensore non potei fare a meno di pensare al mio mondo e preoccuparmi in procinto, probabilmente a cosa sarebbe stata sottoposta. 

 


SPACE AUTHOR

Hi, my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Allora, come state?
Era da un po' che non entravo qui, ma ultimamente sono successe tante cose. Allora, che ve ne pare del capitolo?
La prima parte del capitolo credo che sia chiara a tutti. HAHAHA
Mentre nella seconda quando i due provano a far emergere qualche cosa del loro passato, prontamente si rialzano i loro muri non facendo trapassare nulla. O se non qualche scorcio di passato. Ma come avrete anche notato emerege qual lato più dolce di Calum che mostra solamente con Margot. Secondo voi, Perchè?
E infine, il capitolo si chiude con la preoccupazione di Calum del cosa succederebbe se Margot venisse incontatto col mondo dell'alta elité di New York.
Ad ogni mordo ringrazio come sempre coloro che hanno messo la fanfiction tra: PREFERITI, SEGUITI E RICORDATI.
Grazie ancora.

See ya soon & Say tuned.
Baci Lalluby

 

  
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