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Autore: Irish_Dreamer    29/08/2016    2 recensioni
JINYOUNG & MI SUN
One shot collegata alla mia Fanfiction My Heart beating (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3429466&i=1)
“Perchè non c'è stato un dannato giorno in cui non sia stato seduto a quel tavolo a sperare che tu entrassi per tutti questi mesi, a sperare che il destino mi sbattesse in faccia la realtà, e cioè che ti amo. E' l'unica cosa che importa”
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco l'ultima One shot collegata a My heart beating come avevo promesso!
Finalmente scoprirete cosa è successo a Mi Sun e Junior dopo essersi lasciati! 


“Don’t go I won’t let you go, listen
The playground we used to play at
Now makes it even harder to forget you
I don’t have courage like the young me
who was a warrior
Instead of supporting you, I now write lyrics.

Mi manchi da star male”

 

Magari non sarà il massimo dopo mesi di silenzio, ne sono consapevole. E okay che avevo detto che avrei aspettato, ma non credevo di dover davvero attendere quindici minuti mentre lei fissa il biglietto seduta al suo tavolo. Non che mi aspettassi una reazione entusiasta e piena d'amore, ma almeno che mi parlasse.
La vedo alzarsi e il cuore sembra volermi uscire a forza dalla cassa toracica, ma invece di dirigersi verso di me si avvicina all'uscita, bastano un paio di passi veloci per esserle dietro ancora prima che la porta le si chiuda alle spalle.
“Perchè stai andando via?” Non riesco a trattenere l'emozione e la voce mi si rompe in gola lasciando fuoriuscire uno spiacevole verso. Quando si volta per guardarmi ha sempre lo stesso sguardo perso, tenero. Per un attimo dimentico quasi i mesi trascorsi separati e vorrei baciarla senza darle nemmeno il tempo di rispondere. “Non andavo via, prendevo solo una boccata d'aria prima di raggiungerti” “Beh, sembra che io ti abbia preceduto” le rispondo sarcastico. Cerco di sciogliere l'imbarazzo, di sembrare divertente, ma il suo sguardo sembra dimostrare quanto vani siano i miei sforzi. “Junior, che senso ha questo biglietto?” Non sentirla balbettare Jinyoung, o Jinyoungie, o qualsiasi altro nome mi affibbiasse da nervosa mi procura una fitta al cuore più forte di quanto immaginassi. “E' un pezzo di una mia canzone” “Si questo lo so, l'avrò cantata più volte io di te” mi risponde seria.
Per un istante affiorano i ricordi delle mattine tra le lenzuola a sentirla canticchiarmi cose all'orecchio mentre credeva dormissi, o ancora le volte in cui per prepararsi metteva la musica a pieno volume e rendeva le canzoni irriconoscibili cantandole con lo spazzolino in bocca. Non posso fare a meno di sorridere al pensiero di queste cose così piccole che però custodisco gelosamente tra i ricordi più preziosi.
“Insomma che senso ha adesso, dopo tutti questi mesi? Ti fai vivo quando l'altra ragazza ti molla?” continua lei non notando la mia espressione felice. “Non c'è nessun'altra ragazza” “E la fidanzata di Busan che fine ha fatto? Ha distrutto i delicati equilibri di sto cavolo?” Essendo così arrabbiata e sarcastica in un certo senso mi fa sperare che lei ci tenga ancora ma non credo di aver mai visto Mi Sun così aggressiva. “Non ho nessun'altra ragazza Mi Sun” “Eh?” mi risponde con lo sguardo di chi non segue più il discorso. “Credevo fosse la cosa giusta da dire per allontanarti” “Non capisco quale sia il bisogno di cambiare idea adesso allora” “Perchè non c'è stato un dannato giorno in cui non sia stato seduto a quel tavolo a sperare che tu entrassi per tutti questi mesi, a sperare che il destino mi sbattesse in faccia la realtà, e cioè che ti amo. E' l'unica cosa che importa”. Spero che la frase ad effetto la convinca ad addolcirsi, per quanto ci abbia aggiunto enfasi di proposito è realmente quello che penso.
“Insomma Jinyoung”, sentirla agitarsi e usare il mio nome mi rincuora per un istante, “Non posso. E' stata una situazione difficile, ci ho messo tempo per andare oltre e non me la sento per niente di lanciarmi di nuovo nel vuoto per seguirti. Con te è tutto un: nascondiamoci, non è la cosa giusta, non voglio stare con te. Come se l'errore fossi io. Per quanto insicura non ho intenzione di essere l'errore nella vita di nessuno. Tanto meno della tua.” Inizio a chiedermi se ci sia ancora un briciolo della mia ragazza sotto questo ammasso di razionalità, dove è finita la persona che mi stava accanto senza preoccuparsi di nulla? “Non sei mai stata il mio errore” “Allora quando incolpavi me di aver distrutto gli equilibri del tuo gruppo perchè non hai mai pensato che il problema fossero loro? O meglio, tu, dato che con il gruppo adesso va alla grande. Perchè meritavo di essere ignorata in quel modo se non ero io il problema?”
Quel barlume di speranza che si era acceso si spegne istantaneamente. “Mi Sun... non sapevo che fare. Ho reagito male alle pressioni circostanti, mi dispiace così tanto” “Questo lo so, infatti non sono arrabbiata con te, però ora per favore fammi andare via non è il cas...” Le sue parole vengono interrotte da un urlo “E' Jinyoung oppa!”. In pochi secondi decine di ragazzine si accalcano fuori al bar a fare foto interrompendo il mio penoso tentativo di scuse.
“Sorridi e fai finta che io sia qualcuno dello staff, camminiamo e cerchiamo di non combinare disastri” mi sussurra prendendomi sotto braccio. E' più forte di lei, il suo istinto di protezione nei miei confronti fuoriesce anche quando me lo merito di meno. Camminiamo in silenzio mentre flash e il rumoroso vociare delle fan ci circondano.
Mi fermo improvvisamente costringendo anche lei a bloccarsi nel bel mezzo del marciapiede. “Mi Sun, non so se me ne pentirò domani ma... non mi interessa”. Le prendo il viso tra le mani e senza darle il tempo di reagire la bacio nel bel mezzo della strada, tra tutta la gente. L'emozione di averla di nuovo tra le braccia mi estranea totalmente da ciò che ci circonda, non percepisco più né i commenti né i flash, siamo solo io e lei. Quando mi stacco finalmente per prendere fiato mi fissa scioccata senza dire nulla. “Abbiamo mezz'ora di tempo prima di essere su qualsiasi social, seguimi!” le ordino, e senza sentire obiezioni la trascino per strada.

 

MI SUN P.O.V.

E' davvero successo o l'ho solo immaginato? Mi lascio trascinare di corsa verso un taxi e mi ci infilo con la vitalità di un automa. “Dove stiamo andando adesso?” gli chiedo ancora confusa. “Al dormitorio. Per il momento è il posto migliore.”
Cerco di riordinare i pensieri ma tutto ciò che riesco a elaborare sono una serie infinite di parolacce che vorrei urlargli in faccia se non fosse per il povero tassista ignaro.

“PARK JINYOUNG, TESTA DI CAZZO DI PROPORZIONI ANOMALE CHE NON SEI ALTRO! CHE AVEVI INTENZIONE DI FARE?” gli urlo appena la porta del dormitorio si chiude alle mie spalle. Invece di rispondermi si butta sul divano e inizia a ridere come se ci fosse qualcosa di divertente in tutta questa storia.
Mi siedo il più lontano possibile stringendo i pugni per non prenderlo a schiaffi in faccia e osservo il dormitorio. Non entravo qui dentro da mesi, eppure mi sembra la cosa più naturale del mondo essere seduta qui con il demente per cui mi sono tanto dannata. Con un balzo mi si avvicina lasciando solo un posto di distanza fra noi, ora che siamo da soli dentro le mura sicure di casa è molto più difficile fingere che non mi cambi la vita averlo accanto anche perchè non ho vie di fuga.
Vengo salvata in calcio d'angolo dal rumore di chiavi nella porta d'ingresso e di colpo sei volti noti entrano in casa. “Mi Sun?” mi dice Mark rivolgendo uno sguardo confuso prima a me e poi a Jinyoung. “Ehila!” rispondo tentando di nascondere il nervoso. “Che ci fai tu qui? Che ci fate VOI qui da soli?” continua Jackson fissandomi come se avesse visto un fantasma. “E' una lunga storia...” risponde Jinyoung ancora ridacchiante. Inizio a pensare abbia una crisi di nervi. “E' una lunga storia che forse posso spiegare” dice all'improvviso BamBam porgendo il telefono agli altri. Di colpo una faccia preoccupata prende il posto della risata isterica, come se avesse finalmente focalizzato il guaio che ha combinato. Jackson gira il telefono verso di noi, “Cosa significa questo?”. Io e Jinyoung che ci baciamo, fotografati da ogni angolazione, riempiamo le bacheche dei social. Siamo fregati. “Siete tornati insieme senza dirlo a nessuno” “Si... cioè NO!” mi affretto a correggermi. “E' colpa mia”, sono le prime parole sensate che gli sento pronunciare da almeno mezz'ora. “Non so che mi sia preso”.
Questo modo di rinnegare quello che ha fatto mi ferisce leggermente, come se ancora una volta fossi un errore. “Tanto tu non sai mai che ti sia preso. Agisci come ti pare senza pensare alle conseguenze e ai sentimenti degli altri”. I ragazzi continuano a non capire cosa stia succedendo ma lentamente si dirigono in cucina senza fiatare.
Siamo di nuovo noi due da soli e quella capra continua a fissarmi. “I sentimenti di chi? Fino a prova contraria sei tu che hai rifiutato me perchè non ti interesso!” “Andiamo Jinyoung! Come puoi non interessarmi?” mi lascio sfuggire nell'impeto del nervosismo. Smetto istantaneamente di parlare per evitare di ammettere altre cose che non dovrei dire.
Come immaginavo il suo sguardo si illumina immediatamente alle mie parole. “Ripetilo” “No” “Dai, ripetilo!” “Nemmeno morta!” “Ripetilo codarda!” “M A I” scandisco lentamente. Sento la sicurezza abbandonarmi, come al solito quel senso di complicità tra noi mi rende indifesa e vulnerabile. In questi ultimi mesi sono andata avanti, mi sono rassegnata a ricominciare e ho trascorso un'estate piuttosto divertente, eppure , sepolto dentro, ho tenuto nascosto il desiderio di vivere questo istante. Ho fantasticato per notti intere su come sarebbe stato ritornare insieme e adesso che è tutto reale il solo pensiero di baciarlo ancora mi spaventa.
Mi appoggio sbuffando allo schienale cercando di mantenere l'aria risoluta che fingo di avere da ore e mi giro a fissarlo. Mi fa uno di quei sorrisi che tanto adoro e non riesco a trattenermi dal ricambiarlo. Restiamo in silenzio a distanza a fissare la tv spenta di fronte a noi, senza imbarazzo, senza sentire il bisogno di dire nulla. Dopo un'infinità di minuti appoggia una mano sul sedile che ci divide, osservo il palmo aperto e rivolto verso l'alto e lo afferro ormai arresa.
Vi muovete voi due o dobbiamo rimanere qui a spiarvi ancora per molto?” ci urla Yugyeom lasciando spuntare la testa dalla porta della cucina. Sono tutti lì a ridacchiare prendendoci in giro e istintivamente ritraggo la mano allungando di nuovo la distanza. Mentre mi distraggo a guardarli mi sento afferrare una spalla e finisco appoggiata a Jinyoung, lo sento inspirare soddisfatto.
“Mi era mancato il tuo profumo” mi giro e trovo il suo naso a mezzo centimetro dal mio “A me è mancato tutto” gli rispondo prima di abbandonarmi completamente. Mi bacia sfiorandomi appena, come ad aspettare un consenso che non tarda ad arrivare. Gli butto le braccia al collo e finiamo mezzi stesi uno sull'altro, e tutta la paura di sbagliare sparisce. Sono felice, sono a casa, al sicuro tra le braccia che ho sempre desiderato.
I ragazzi dalla cucina si prendono gioco del momento sdolcinato che ci ha travolto, così mi alzo e tento di ridarmi un contegno. “La smettete? Siete imbarazzanti” gli dico fingendomi infastidita. “Siete imbarazzanti voi al massimo! Io e Jaebum non facciamo certe cose davanti agli altri!” risponde Jackson con finta supponenza. “Di questo non sarei sicuro, devo raccontare quello che sento ogni volta che vi fate la doccia?” risponde a sua volta Yugyeom.
Jackson diventa immediatamente paonazzo e si volta a fissare Jb che intanto si è nascosto il viso con le mani. “Dannato ragazzino” gli sibila a denti stretti mentre ridiamo tutti. Si siedono sul divano prendendosi gioco l'uno dell'altro, dimenticando già la scena di poco fa.
“Questo significa che ti sei arresa?” mi sussurra all'orecchio Jinyoung tenendomi stretta per un fianco. “Forse”.

 

“Resti qui a dormire stanotte?” “Non so, ti sembra il caso?” “Si è fatto tardi ormai per tornare a casa, e poi mi manca svegliarmi con te che canticchi”. In effetti mangiando con gli altri e chiacchierando è ormai notte fonda e mi tocca accettare la proposta.
Come se fosse tutto normale mi infilo in camera di Jinyoung e gli frego una felpa dall'armadio per usarla come pigiama. Ci infiliamo nelle coperte e per un attimo mi sento in imbarazzo. “E' strano vero? Trovarci così, non riesco ancora a realizzare” “Già” gli rispondo girandomi su un fianco ad osservarlo.
Rimaniamo così, faccia a faccia a guardarci in silenzio, a riabituarci alla presenza dell'altro. Allungo una mano sul suo volto e lo sfioro leggermente con la punta delle dita, lambisco la guancia liscia e adorabile che vorrei mordere per poi percorrere tutto il perimetro del viso una carezza alla volta. Mi afferra la mano e se la porta alla guancia trattenendola lì, si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte.
Delicato come sa essere solo lui mi avvolge lasciandomi appoggiare la testa sul petto, riesco a sentire il cuore battere a intervalli irregolari, ora lento poi di colpo più veloce quando gli sfioro il corpo con le carezze. Mi faccio cullare da quel suono rivelatore e lascio che le palpebre si chiudano.


“Nemmeno tu riesci a dormire?” gli chiedo alla terza volta che lo sento rigirarsi tra le lenzuola. “No, e tu?” “Continuo a svegliarmi, c'è qualche problema?” “Mmm sto solo pensando troppo” mi risponde abbracciandomi da dietro.
L'improvvisa vicinanza del suo corpo mi fa rabbrividire, “A che pensi?” “A te” mi dice. “A me? Tipo?” “Al fatto che non riesco a dormire se ci sei tu qui” “Ma abbiamo sempre dormito insieme” gli rispondo perplessa. “Si ma stasera è diverso, sono mesi che stiamo lontani e averti qui adesso è così strano, non riesco a staccarti gli occhi da dosso. Non riesco a dormire per paura di perdermi qualche istante, voglio stamparmi nella mente ogni momento di questa notte”.
Solo adesso inizio a realizzare la situazione, mi rendo conto di essere di nuovo dove ho sempre desiderato essere e crollo. Le lacrime scendono a rigarmi le guance mentre i singhiozzi mi scuotono, Jinyoung mi fa voltare dolcemente verso di lui e mi asciuga gli occhi con la manica del pigiama. “Che succede adesso? Sei triste?” “No, non lo so. Sono stranita, sono felice, mi sento sopraffatta da tutto questo” gli piagnucolo sotto voce.
Se fossi in lui mi sarei già annoiato di avere una palla di muco lamentosa nel letto invece mi sfodera uno dei suoi sorrisi migliori e mi accarezza teneramente i capelli. “E' tutto okay, siamo sempre noi non è cambiato nulla. Anzi, io ti sento anche più vicina di prima e non ti lascerò andare via mai più, lo prometto” tenta di calmarmi.
Gli getto le braccia al collo e lo stringo più forte che posso senza soffocarlo, “Mi sei mancato terribilmente” gli dico mentre lo riempio di bacini, lui ride divertito dalla cosa e probabilmente anche delle mie reazioni ma poco importa. “Anche tu, ora dormi però. Ci provo anche io dato che domani mi aspetta una bella giornatina.”

Mi sveglio che è ormai mattino inoltrato e nel dormitorio non c'è più nessuno. Fortuna vuole sia il mio giorno libero a lavoro ma il pensiero di aver mandato da solo Jinyoung in pasto agli squali mi fa tremare, infondo c'ero anche io ieri per strada a dare spettacolo.
Riordino un poco la camera in cui sembra essere appena esplosa una bomba e inizio a cucinare qualcosa per pranzo, di sicuro torneranno affamati e spero non affranti.
Come previsto per ora di pranzo il rumore di chiavi mi fa trasalire, il nervosismo mi sta distruggendo. Invece del solito branco vedo arrivare solo Jinyoung con un'aria non proprio entusiasta. Me lo sento, lo costringeranno a lasciarci perchè ha violato il contratto, stupido idiota.
“Ehi” mi dice sorridendo “Ecco un'altra cosa che mi era mancata, il tuo cibo!” Si siede sullo sgabello fregando un pezzo di pollo dal piatto e mi tira a sé. “Come è andata?” ho il coraggio di chiedergli. Mi stringe appoggiando leggermente le labbra sul mio collo senza baciarmi, solo rimanendomi incollato con la bocca addosso. “Jinyoung?” “Puoi aspettare un po'? Ti spiego tutto dopo, promesso” mi sussurra rimanendo ancora sul mio collo. “Aspettare cosa?” gli chiedo allarmata, il pensiero di un ulteriore addio è un tarlo che mi scava il cervello.
All'improvviso mi bacia, non teneramente come ieri sera, con irruenza, con urgenza e il solito sguardo affamato. Lo lascio fare presa alla sprovvista dalla reazione. Senza staccarsi da me e con il fiatone mi prende in braccio facendomi sedere sul mobile della cucina e infilandosi in piedi tra le mie gambe. “Avevo dimenticato il tuo lato maniaco” “Ti dispiace così tanto incontrarlo di nuovo?” “Per niente” gli sussurro nell'orecchio.
Senza più fiatare si infiltra tra gli strati dei miei vestiti facendomi bruciare la pelle ad ogni tocco delicato. Mi lascio trasportare dalla solita attrazione irrefrenabile che si sviluppa fra di noi chiudendo gli occhi e godendomi i baci che mi percorrono tutto il corpo. Mi riprende in braccio mezza svestita e visibilmente frastornata per poi lasciarmi cadere sul divano di pelle e stendersi su di me. Ho i sensi così amplificati da riuscire a percepire qualsiasi piccola cosa. Le sue dita abili mi slacciano i jeans per poi sfilarmeli, si alza un attimo a fissarmi per intero e mi sento arrossire, così piccola completamente alla sua mercè.
Questo cosa è?” mi chiede indicandomi il fianco “Niente!” rispondo prontamente coprendomi. “E' un tatuaggio? Da quando ne hai uno?” “Ti ho detto che non è niente!” continuo a rispondergli ormai nel panico. “L'ho visto! Dimmi cosa è!” “Niente, una stupidaggine che ho fatto una sera da ubriaca, possiamo dimenticarlo per favore?” Jinyoung inizia a strattonarmi il braccio che tengo steso lungo il fianco, quando riesce a spostarlo non posso fare altro che coprirmi la faccia con le mani dall'imbarazzo.
“Mi Sun... E' una J quella che vedo?” “Zitto, non dire nulla!” “Ti sei davvero tatuata la mia iniziale?” mi dice ridendo “Ero ubriaca e triste, e poi è di un centimetro insomma non si vede quasi!” “Non ci credo!” risponde rotolando ormai per terra dalle risate. “Voglio morire dalla vergogna... Non c'è niente di divertente! E poi avevo già pensato di toglierlo ma l'hai visto prima che potessi farlo!” “Oh no, no che non lo rimuovi. Lo voglio vedere qui tutte le volte che ti spoglio!” “Chi ti dice che avrai ancora occasione di farlo?” gli dico scocciata.
Per un attimo ritorna serio, “A proposito di questo, ho avuto la mia bella sgridata oggi. Da domani la mia vita consisterà solo in prove e spettacoli. Niente telefono, niente uscite serali, controlli extra e niente giorni di riposo per almeno un mese più le scuse formali e la rassega stampa ovviamente.”
La notizia mi stravolge per un attimo, sono stati duri ma non ha ancora detto nulla su di noi e questo mi preoccupa terribilmente. “Per quanto riguarda noi invece abbiamo due chance: possiamo lasciarci e dire che è stato un momento di sbandamento e chiedere scusa, oppure possiamo rimanere insieme a patto che sia una storia duratura. Intendo dire che per anni non potremmo lasciarci “ufficialmente” per non creare scandali” “Mi stai dicendo che è una specie di contratto?” “Simile, in ogni caso domani alla rassegna stampa sarà annunciata una delle due versioni. Sta a te decidere” mi dice con lo sguardo basso. “A me? Perchè?” “Andiamo Mi Sun, se fosse per me la seconda opzione sarebbe già su tutti i giornali ma non voglio costringerti. Non voglio incastrarti in una relazione che magari tra qualche mese non vorrai più e che dovrai fingere di avere. Quindi, cosa vuoi?”

 

10 anni dopo...


“TANTI AUGURI A MI SUUUN! TANTI AUGURI A TEEEE!”

Ogni compleanno la stessa storia, questa stupida tradizione di svegliarmi urlando tutti insieme. Devo cambiare la serratura di casa.
“Svegliaaa!” mi urla Jackson aprendo la serranda, il sole mi acceca e mi costringe ad alzarmi. Mark è in piedi accanto al mio letto con il solito muffin con la candelina accesa, pronto a ricominciare a urlare canzoncine per bambini.
“Ragazzi, ho trentadue anni, non vi sembro un tantino vecchia per queste sorprese?” “No, continueremo probabilmente fino agli 80, poi smetteremo altrimenti morirai di infarto!” mi risponde sarcastico Yugyeom come sempre.
“Dove sono gli altri?” chiedo ancora addormentata, “A preparare la colazione per tutti” “Non solo mi svegliate di soprassalto, mi scroccate anche la colazione! Venite qui, fatevi abbracciare”. Si avvicinano tutti e tre per farsi stringere ma veniamo interrotti da qualcuno.
“Ehi anche io voglio un abbraccio!” mi dice Sophia lanciandosi sul mio letto. “Ma sveglieremo così anche Jinyoung al suo compleanno?” chiede entusiasta ai ragazzi. “Si, tranquilla”.
“Questa bambina è peggio di te! Tu ti rifiutavi di chiamarmi Junior e lei si ostina a non chiamarmi papà. Siete assurde!” esclama Jinyoung spuntando dalla porta con la finta faccia arrabbiata. “Scusa papà, ma insomma non è mica così grave!” risponde altezzosa riparandosi sotto il mio braccio. “Beh vedi! Qualcosa lo ha preso anche da te se a 3 anni è già una bambina così saccente” dico punzecchiando le guanciotte cicciotte di Sophia.
“Fai la spaccona perchè è il tuo compleanno e sai che sarò gentile con te vero?” “Probabile...” “Andiamo a fare colazione con gli altri, spaccona” mi dice prendendomi per mano ridendo.
Tutto sommato non è stato così male essere “incastrata” per sempre...

  
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